Racconti Erotici > orge > SOTTOMESSI AI CARCERIERI
orge

SOTTOMESSI AI CARCERIERI


di sottodite
25.08.2010    |    39.039    |    0 5.1
"- E’ tutto una bugia contro di noi! – Disse Andrea, il diciottenne, il più furbo del gruppo..."
Erano tre ragazzini, rispettivamente di 18, 17 e 16 anni: Andrea, Marco e Luca; ragazzi di quartieri degradati e di famiglie balorde di Sesto San Giovanni, nell’estrema periferia milanese. Tutti e tre avevano subito violenza da bambini dai loro padri, alcolisti e delinquenti in libertà vigilata, dai loro zii maschi e dai loro fratelli maggiori e cugini più grandi. Così quella volta, vennero sorpresi in flagrante, quando per gioco, da bulli, avevano spogliato nudo un bambino della scuola di soli 9 anni, per vedere il suo pisellino in tiro, e lo stavano masturbando coi loro piedi nudi, divertendosi a vedere le reazioni del piccolo, che piangeva, essendo obbligato, e soprattutto incuriositi di vedere il piccolo pisello, se avrebbe eiaculato qualche goccia o no, magari di pipì. Un professore li beccò, in sala computer e vennero denunciati alla Polizia.
Quella sera si trovavano tutti e tre, davanti a due bellissimi poliziotti in divisa, chiusi a chiave nel loro ufficio, per essere interrogati, prima di venire rinchiusi in carcere. I due poliziotti erano abituati a situazioni del genere, ne avevano viste anche di cose peggiori, come stupri di gruppo e violenze carnali, e, in verità si divertivano un mondo e si eccitavano loro stessi, a interrogare e torturare a dovere i piccoli inquisiti, per farli testimoniare e confessare. Entrambi i poliziotti stavano seduti coi piedoni, n° 47 e 48 poggiati, da veri Padroni, sulla scrivania, calzati in grossi e sporchi anfibi militari, in faccia ai tre prigionieri, seduti e tremanti, davanti alla stessa loro scrivania, con in faccia una luce molto forte. – Allora! – Iniziò Luigi, il capo poliziotto, il più duro e prepotente. – Piccoli delinquenti, raccontateci le vostre prodezze. Come vi ha trovato il Professore La Caccia nella sala computer? E parlate, se non volete subire cose dure da noi! – Minacciò Luigi. - E’ tutto una bugia contro di noi! – Disse Andrea, il diciottenne, il più furbo del gruppo. – Il Professore La Caccia è un pederasta, e dato che noi non glielo vogliamo mettere nel culo, come a lui piacerebbe tanto, ci ha denunciati per vendetta!- - Ah, è così? – Urlò Daniele, l’altro poliziotto. – E il ragazzino di 9 anni, che ha confermato che vi stavate divertendo a trastullargli il pisellino coi vostri luridi piedi, cercando di insegnargli a masturbarsi, dice anche lui una bugia per vendetta, perché anche lui vorrebbe i vostri cazzi dentro il culo? - - E ci ha raccontato, che coi vostri grossi allucioni di merda, - Continuò Luigi, - tanto sollecitavate la punta del suo pisello, che era oramai rosso e infiammato, quasi si stava aprendo in una ferita! E’ anche questa una bugia del bambino? Le rilevazioni mediche, confermano che il pisellino del bambino è stato tanto torturato, da avere lacerazioni internamente alla pelle del prepuzio e dentro al buchino! Come la mettiamo? Forse il bambino, masturbandosi da solo, può essersi fatte tali ferite? – I tre ragazzini si sentirono inchiodati. – Lo sapete che rischiate di rimanere al fresco per parecchi anni, e che in carcere i tipi come voi li fanno vivere molto male gli altri carcerieri? – Continuò, meno aggressivamente Daniele. Marco, impaurito, allora si difese: - Ma era solo un gioco, eravamo incuriositi di vedere se anche il pisellino di un bambino poteva essere eccitato e diventare ritto e duro! Non volevamo fargli male, anzi, volevamo insegnargli a provare piacere. - - Certo, ma non era più logico insegnargli a masturbarsi colle mani, invece di titillarglielo coi ditoni dei vostri luridi piedi? – Urlò infuriato Luigi. – Luca allora, il più piccolo, terrorizzato, disse: - Ma è Andrea che ha la fissa dei piedi, li metterebbe dappertutto, una volta voleva che mangiassimo il cibo mentre lui li aveva infilati, sudatissimi, dentro il piatto, per vedere se eravamo schizzinosi, e ci ha costretti me e Marco a mangiare, mentre a noi faceva proprio ribrezzo! Non se li vuole lavare mai, e poi ci fa gli scherzi, mentre dormivamo una volta, ci ha fatto sentire la sua puzza dei piedi, che è acidissima, proprio sotto il naso, e noi ci siamo risvegliati coi suoi piedi puzzolenti sul naso, e poi ha cercato di infilarceli in bocca, un vero schifo! E poi, con altri bambini, ha provato a infilarglieli, puzzolenti e lerci, dentro la bocca, e ad un bambino, lo ha costretto ad annusare e leccare i suoi piedi sozzi, e a quel bambino sembrava piacergli, tanto che glieli ha sniffati e leccati e puliti molto volentieri! – I due poliziotti si misero a ridere e a sghignazzare: - Ah, è così? Questa poi è proprio la prima volta che la sentiamo. Allora ne avete fatte altre di mascalzonate coi bambini! E magari, ai bambini piace leccare i vostri piedi sporchi?!! – Dissero, ironici i due militari. – Non è vero, Luca dice questo solo per vendicarsi di me, perché una volta gli ho fatto annusare i miei piedi puzzolenti, e a lui sembrava piacergli tanto, me li ha leccati lui e puliti per bene colla sua lingua! – Urlò Andrea. – Sei un bugiardo!! – Gridarono Marco e Luca insieme. – Va bene, va bene, ragazzi! Adesso troveremo un modo per capire chi di voi è bugiardo e chi, invece, dice la verità. – Disse Daniele, mellifluo. - E così Andrea avrebbe la fissa sui piedi: vediamo come puliresti i nostri grossi anfibi senza avere l’occorrente! Vediamo come eserciti la tua fantasia!! – Continuò Luigi, subdolamente. I due poliziotti, che avevano entrambi gli anfibi appoggiati sulla scrivania, davanti al viso dei ragazzi interrogati, iniziarono, con scherno, a muoverli davanti a loro, facendo segno al ragazzo di iniziare il lavoretto, ma visto che Andrea esitava, Luigi, il solito impaziente e il più prepotente, alzò il piedone, calzato dall’enorme anfibio, e lo premette sulla testa del misero Andrea, che venne costretto dal suo piede enorme ad avvicinare il viso sugli anfibi in attesa. – Cosa credevi, di dover stare molto a trovare un modo per pulirci i nostri anfibi sporchi? Ti manca la fantasia, che usi tanto bene coi bambini? – Disse Daniele, perverso. – Tira fuori quella tua lingua lurida e pulisci a dovere i nostri scarponi! – Urlò da padrone. Andrea, col piedone di Luigi sulla nuca, aveva tutto il viso spiaccicato sugli anfibi di Daniele, ed un’ulteriore pestamento dell’anfibio di Luigi sulla sua testa lo convinse a tirare fuori la lingua e ad iniziare a lappare gli anfibi sporchi. – Bene, ti sei deciso! Così si comincia a ragionare. Pulisci a dovere, anche sotto la pianta, che è più sporco. Ti piace fare a noi, quello che fai fare ai bambini? Forse è proprio questo che desideri di fare, anziché fartelo fare dagli altri! – Dedusse Daniele. – Ma adesso che hai pulito per bene, non credere di avere finito. Il meglio deve ancora venire, e stavolta per tutti e tre. Vediamo se così confessate la verità. – E i due poliziotti, misero le manette a tutti e tre i ragazzi inquisiti, così che non potessero ribellarsi, poi si sfilarono gli scarponi, e in tutta la piccola stanzetta della Polizia un forte odore di piedi sudati si espanse fino alle narici dei prigionieri. – Che ne dite? Vi piace il nostro odore di piedi non lavati? – Rise Luigi con aria di scherno. – Anche se non vi piace ve lo dovete cuccare, e anche più da vicino, tutto lo dovete inalare, perché adesso tocca a voi a farci una bella pulita e lavata di piedi colla lingua: fateci vedere come siete bravi. – E i due Poliziotti Padroni, strofinarono i loro piedoni, toltisi le calze matide di sudore e puzzolenti, sui nasi e sulle labbra dei ragazzini, che con le mani obbligate dalle manette, non potevano reagire più di tanto, e li immersero nelle loro gole, che gorgogliando, vennero riempite e vi sprofondarono quegli enormi piedoni prepotenti, quasi da farli affogare, sia dalla puzza, sia perché così enormi infilati in gola, non era facile sopportarli per i tre ragazzi. – Beh, vi piace essere posseduti in gola? – Chiese Luigi, divertendosi un mondo. – E’ la prima volta anche per noi, e ci stiamo divertendo davvero un mondo, e se non confessate la verità, abbiamo tutto il tempo che ci pare, per continuare a divertirci un mondo, con voi e i nostri piedi infilati nelle vostre gole. E puliteli come si deve, luridi vermi, lappate bene tra i diti, vedete quanto sudore vi trovate depositato in mezzo? Bene, ingoiatelo tutto e assaporatene bene l’aspro sapore. Allora, volete collaborare o dobbiamo infilarvi i nostri piedi nello stomaco fino a dentro il vostro intestino? – Così vennero minacciati i ragazzini, a cui solo per rispondere un momento, vennero sfilati i piedi dalle loro gole e dalle loro narici, ma i ragazzini, tossendo e quasi vomitando, continuarono a tacere, cosicché, i due maschi Poliziotti, impazienti, li rinfilarono in gola i piedoni da leccare; i ragazzini erano costretti ad ingoiare le scure e grosse caccole di sudore, depositate tra i diti dei duri, ruvidi, possenti e maschi piedi volgari dei due sadici poliziotti, e la cosa provocava nei ragazzi dei grossi e violenti conati di vomito, ma spietati i poliziotti, li facevano ingoiare e obbligavano i disgraziati a deglutire e ad ingoiare tutto quel ben di dio di sudore raffermo, rancido e maleodorante; e Daniele, con un piede, aprì a tutti i ragazzi la patta dei pantaloni e li fece uscire i tre cazzetti molli in bella vista. I due Poliziotti, sghignazzavano a quella vista, poi coi piedi liberi, non infilati nelle gole dei ragazzi, iniziarono a titillare i piselli, che si inarcarono man mano fino ad indurire, a contatto cogli allucioni e i grossi diti dei piedi, che si divertivano a sollecitarli, fino a divenire grossi, dritti e duri, e a bagnarsi per l’eccitazione, fino quasi a venire, ma Daniele e Luigi si seppero fermare in tempo per chiedere loro di dire la verità e di confessare, cosicché i tre ragazzi, supereccitati, in procinto di sborrare, non resistettero e confessarono, sborrando ed eiaculando, di aver commesso quelle orrende cose sui bambini, bagnando di spruzzi di sperma quei grossi piedi che li avevano masturbati, per farli confessare, fino a farli venire. I due Poliziotti, soddisfatti, continuarono a farsi pulire per bene i piedoni, dalle lingue dei ragazzi, poi li misero in prigione, umiliati e rei confessi.
Dopo molto tempo, venne fatto il processo, e i ragazzi vennero condannati a 3 anni di carcere: vennero rinchiusi tutti e tre insieme nella stessa cella, una cella molto grande insieme ad altri 5 carcerati, cinque rudi maschi boss mafiosi siciliani di mezza tacca, ma molto famosi per essere violenti, minacciosi e prepotenti, anche in carcere. La loro età media era di 35-40 anni, e come era stato detto dai due Poliziotti durante l’inquisitoria, i tre ragazzi sapevano di non essere visti di buon occhio, per quello che avevano fatto ai bambini, anche dai carcerati: figuriamoci come erano terrorizzati di dover convivere con 5 boss mafiosi violenti e prepotenti. I primi giorni dovettero subire le loro angherie, che consistettero solo nel servirli di tutto punto: dovevano pulire la cella, pulire i cessi, rifare anche le loro brandine, servirli durante i pasti come se fossero stati dei camerieri, tutto qui, era, in realtà, una cosa di normale amministrazione per chi arrivava da poco in carcere. Ma una notte avvenne quello che i ragazzi temevano da tempo. I cinque maschi, avevano avuto il tempo di mettersi d’accordo, per organizzare per bene il rituale punitivo, che veniva riservato ai giovani pedofili e pederasti, come erano loro. I cinque maschioni brutali aspettarono di essere per bene infoiati, prima di procedere a farsi soddisfare delle loro voglie erotiche e sadiche allo stesso tempo: avevano indagato ed erano venuti a conoscenza della “ perversione “ feticista dei ragazzini, e volevano sollazzarsi e divertirsi, riguardo a questa novità, che non conoscevano e non avevano praticato mai prima d’ora. Mentre i tre ragazzi dormivano, ignari di cosa li stesse aspettando, i cinque maschi si alzarono silenziosamente. Li osservavano mentre dormivano beatamente, e sghignazzando in silenzio, iniziarono il rituale che avevano organizzato di compiere insieme. Uno di loro, col piedone n° 48, calzato da grosse calze di lana molto pesante, sudatissime ed appiccicaticce, lo avvicinò alle narici dei tre ragazzi, che dormivano ignari: i cinque uomini sghignazzavano silenziosamente, divertendosi un mondo alla situazione che stavano provocando: si erano messi d’accordo di non lavarsi mai i piedi per tre lunghi mesi, di indossare sempre le stesse calze, che orano oramai lerce e logore, e di calzare sempre gli stessi scarponi, i più pesanti, per far sudare il più possibile i loro grandi e volgari piedoni virili. Immaginatevi cosa toccò di sniffare alle tre narici ignare dei tre ragazzini puniti. Anche gli altri maschi avevano avvicinato i loro grossi piedi, calzati nelle matide calze puzzolenti, sui nasi dei tre dormienti, che dopo aver per un po’ annusato tali odori misti pestilenziali, iniziarono, tossendo dal disgusto a svegliarsi; non fecero in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo, che i cinque violenti maschi si erano già sfilati gli sporchissimi calzini e li avevano introdotti con violenza dentro le loro bocche, riempiendogliele fino in gola, quasi facendoli affogare. I cinque uomini, ridendo e divertendosi come matti, dicevano a turno: - E così, pederasti di merda, vi piaceva farvi leccare i piedi dai bambini piccoli!? E adesso vi faremo provare noi l’elettrizzante esperienza di mangiare i nostri piedi sporchi!! Chissà come vi piacerà?!! Sappiate che non abbiamo lavato i piedi da tre mesi, li abbiamo così lerci e puzzolenti, che fanno schifo a noi stessi; ma a voi toccherà farci divertire!! Vedrete che belle sorprese vi abbiamo preparato per punire la vostra degenerazione!!! – E così dicendo, avevano già estratto tutte le calze sporche, oramai tutte ciucciate dai tre puniti, dalle gole e vi avevano infilato a gara due o tre lunghi e enormi piedoni, con le dita delle mani chiudevano le narici dei ragazzini, cosicché questi, non potendo respirare col naso, erano costretti a spalancare le bocche il più possibile, per cercare di prendere aria, ma loro vi immergevano due o tre piedoni luridi, quasi fino in gola e anche più giù, senza alcuna pietà, cosicché i ragazzi non potevano proprio respirare, con i tre piedi infilati in bocca e in gola, fin quasi nello stomaco, e gorgogliavano, rantolavano, quasi soffocando. Quando stavano per asfissiare, allora li venivano estratti i piedi dalla gola, sempre otturandoli le narici, in modo che per un attimo potessero prendere fiato, poi riimmergevano in gola i piedi sudati, sghignazzando. Dopo un po’ i tre ragazzi avevano perso conoscenza. Allora per risvegliarli, li mettevano i piedi lerci sulle narici, in modo che respirassero tutto l’odore del sudore, facendoli di nuovo tossire e rantolare dal disgusto. Poi per risvegliarli un po’, venne loro immersa la testa dentro l’acqua sporca di urina appena fatta dai loro uccelloni in tiro, dei water che avevano a disposizione in cella. Tenevano le teste dei ragazzi immerse dentro a bere e a trangugiare l’acqua, spingendoveli con prepotenza coi piedi sulle teste. Dopo che i tre ragazzi ebbero perso varie volte conoscenza, dopo aver bevuto un’enorme quantità di acqua mista a piscio, per risvegliarli, li masturbavano coi piedi sui miseri piselli, tirati fuori dalle loro patte dei pigiami di carcerati, che si inarcavano a fatica, sollecitati dai diti dei piedi che li titillavano con malagrazia. Altri maschi iniziarono a farsi spompinare, durante la masturbazione dei piedi sui loro miseri piselli molli per l’oltraggio subito, li obbligarono a ingoiare tutta la sborra che abbondante, dopo molta astinenza, usciva a fiotti dalle nerchie enormi e ritte dei maschiacci violenti, e non ancora soddisfatti, li incularono, inserendo due cazzi nel culo di ognuno, sfondandoglielo per la grossezza e la violenza.
Questa fu una punizione che durò per tre lunghi anni ogni notte per i tre miseri ragazzi, che coll’andare del tempo si eccitarono a tali sadici rituali, sborravano e godevano di essere umiliati e sottomessi da cinque veri maschi prepotenti e violenti.


Se qualche maschio si è incuriosito a tale esperienza e vuole provare con me, da solo o in gruppo con gli amici, io sono a sua completa disposizione! Basta scrivere a [email protected] oppure a Telegram @Sottodite, fallo subito e io sarò al servizio dei tuoi piedi sporchi!!!

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 5.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per SOTTOMESSI AI CARCERIERI:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni