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Costretto ad essere il suo schiavo - La doccia - Cap. 5


di shinigami83ge
16.02.2014    |    33.036    |    9 9.3
"A differenza del suo sfogo di ieri adesso posso essere io a condurre il gioco e la cosa mi piace..."
(BDSM - schiavo/padrone, pissing, plug, dog)
(come sempre graditi commenti e/o messaggi, mi piace conoscere l'impressione di chi mi legge. Buona lettura
La mattina mi sveglio con ancora il cazzo del mio Padrone in bocca, mi ha tenuto compagnia tutta la notte come il ciuccio di un bambino. Mi accorgo che adesso, lì, avvolto dal suo abbraccio e con il suo cazzo mollo in bocca mi sento rilassato e tranquillo come non mi capitava da molto tempo e il desiderio di essere schiavo e continuare a vivere quella sensazione si fa spazio con piacere nella mia mente. Mi accorgo che lentamente sono plasmato secondo i desideri del mio Padrone e anche se ci provo non riesco a oppormi alle regole del suo gioco.
Eppure, se penso lucidamente, lo conosciuto con cui ho dormito e che al momento so solo chiamare “il mio Padrone” è un camionista che mi ha rapito e seviziato nel bagno di un autogrill, per poi portarmi nel suo camion e continuare ad abusare della mia bocca e del mio culo a suo piacimento. Inoltre lui non vuole uno schiavo qualunque, lui vuole uno schiavo disumanizzato e con un plug a forma di coda e dei guantoni che inibiscono le mie mani mi ha costretto a cenare in una ciotola per cani leccando poi i suoi enormi piedi.
Anche in questo momento il plug a forma di coda mi sta ricordando che per il mio Padrone sono alla stregua di un cane, ma anziché sentirmi avvilito da quella situazione sento di esserne in qualche modo eccitato e penso “possibile che uno sconosciuto sia in grado di capire meglio di me stesso le mie pulsioni?”
Nel mentre che faccio questi pensieri, inconsciamente succhio il cazzo del mio Padrone che inizia a ingrossarsi e sentirlo crescere nella mia bocca è una sensazione magnifica, lascio quindi da parte le mie elucubrazioni e desideroso di cazzo inizio a pompare avidamente quel grosso pezzo di carne che in un attimo diventa durissimo riempiendomi la bocca.
Il mio trattamento sveglia il mio Padrone che con voce sonnacchiosa mi dice “uuuuhm… brava Troia, questo sì che è un bel risveglio … continua così brava
Quelle parole mi colpiscono come mai mi sarei aspettato e con un senso di fierezza per aver soddisfatto le sue aspettative continua a succhiare con ancora più dedizione.
Il mio Padrone mi lascia fare, e allungando una mano prende un sigaro dalla giacca e lo accende, poi posando la sua grossa mano sulla mia testa inizia a indicarmi il ritmo da tenere.
Lo sento mugolare di piacere, e lentamente inizio a scoprire i punti e il modo in cui posso amplificare le sue sensazioni con la mia bocca. A differenza del suo sfogo di ieri adesso posso essere io a condurre il gioco e la cosa mi piace.
Continuo a succhiare a lungo ed infine, con somma gioia, vengo ricompensato con un’abbondante sborrata in bocca, che bevo completamente leccando ogni singola goccia e sentire il suo sperma scendere nella mia gola mi trasmette la sensazione fortissima che una parte di lui stia entrando in me, che il mio corpo si stia nutrendo del mio Padrone creando un legame sempre più indissolubile.
Finito di pulire la sborra prendo nuovamente il suo cazzo in bocca, senza bisogno di ricevere ordini, e come atteso lui inizia a pisciare. Nella mia mente è ben chiaro il concetto “non sporcare” se voglio evitare le botte, ma a questo giro il compito è davvero arduo, la pisciata del mattino ha un sapore fortissimo e mi da quasi i conati, ma il sapere che quella che sto bevendo è la piscia del mio Padrone mi rende il compito più semplice e mi da un appagamento mentale assoluto, che si completa nel momento in cui finisco col bere anche l’ultima goccia.
“Brava la mia Troia, vedo che stai imparando” e mi accarezza la testa come fossi un cane “direi che per questa mattina ti sei meritato la colazione”.
Il mio Padrone si alza dal materasso ed inizia a vestirsi, mentre io, indeciso sul da farsi e con ancora la coda ben piantata nel culo trovo come unica posizione da assumere quella a 4 zampe.
Finito di vestirsi il mio Padrone va da uno degli scatoloni ne tira fuori dei vestiti e un’altra coda.
“avanti, avvicinati e mostrami il culo”
Ubbidiente mi avvicino al mio Padrone, che mi toglie la coda attuale e la sostituisce con una dal plug più grosso.
“bene, questo servirà ad allargarti ulteriormente il buco del culo… avanti, alzati in piedi”
Incredulo di ricevere quel comando mi alzo. Per prima cosa mi libera le mani, poi sovvertendo ogni mia aspettativa inizia con cura a vestirmi. Per prima cosa mi infila i pantaloni, rigorosamente senza mutande, e una volta all’altezza del mio culo delicatamente fa in modo che la coda possa spuntare da un buco fatto ad hoc, coprendola poi con una camicia ampia ed una giacchetta, infine mi mette un paio di scarponcini.
“ok, ora sei perfetto… andiamo a fare colazione”
Inizio a camminare verso l’uscita del container in cui abbiamo dormito e camminando per la prima volta da in piedi con il plug inserito, mi accorgo di ricevere sensazioni davvero intense, accentuate dal maggior diametro della pallina, e in risposta allo stimolo una prepotente erezione mi sbuca dai pantaloni.
Finalmente all’aperto guardo la schiena del mio Padrone aspettando che mi leghi di nuovo al collo una catena, ma sembra non essere intenzionato a farlo e tranquillo, ignorandomi, si dirige verso l’ingresso dell’autogrill per fare colazione.
Quella è senz’altro l’occasione giusta per scappare, per chiedere aiuto, ma poi qualcosa mi frena. Non so se sia la mia indole da schiavo che si sta risvegliando o una sorta di effetto da sindrome di Stoccolma, ma l’idea di abbandonare quell’uomo mi fa salire dentro un senso di vuoto, e giustifico il mio rinunciare alla fuga cercando delle scuse del tipo: dove vado senza un’auto bloccato in una piazzola dell’autostrada; se grido conciato così verrei solo preso per un tossico; se fallisco la fuga chi le sente le botte a questo giro.
Così, silenzioso seguo il mio Padrone verso il locale.
Il camion è parcheggiato nel punto più lontano dell’autogrill e per arrivare al bar siamo costretti ad attraversare tutto il piazzale. Il mio Padrone ha un passo veloce, vorrei stargli dietro, ma non ci riesco, il plug rallenta i miei passi e “scodinzolando” continua a stimolarmi la prostata.
Mi sento pieno di vergogna , ma ormai ho capito che dovrò iniziare a conviverci anche perché il mio Padrone sembra più che deciso a rendere la coda una parte integrante del mio essere e se quello è il suo scopo lo sta raggiungendo in quanto effettivamente inizio a pensare che quel plug sia in realtà una vera estensione del mio corpo.
Finalmente, dopo attimi che mi sono sembrati un’eternità, arriviamo al bar e andiamo al bancone a fare colazione.
Il mio Padrone si dimostra molto premuroso e con il cappuccino mi ordina pure una bella fetta di torta, mentre lui si ordina un toast e un caffè.
La mia coda è nascosta perfettamente, ma non riesco a fare a meno di sentire gli sguardi indiscreti della gente su di me e attirando forse più l’attenzione in questo modo, che dissimulando indifferenza, continuo a guardare il mio culo, sia direttamente che riflesso in uno specchio appoggiato ad una parete.
Finiamo di mangiare, poi invece di uscire e tornare al camion il mio Padrone si dirige verso i bagni e non sapendo che altro fare ed incapace di scappare mi limito a seguirlo.
Poco prima di arrivare ai bagni si ferma a parlare con un inserviente e vedo che si fa dare una chiave e nella mia mente si fa spazio il ricordo del mio rito di iniziazione, ma la mia fantasia viene subito interdetta dalla realtà, la chiave serve ad accedere ad uno degli stanzini doccia.
Entriamo tutte e due nel piccolo ambiente che precede il vano doccia e con l’aiuto del mio Padrone mi spoglio evitando di danneggiare la mia coda.
Completamente nudi ci infiliamo sotto l’acqua e qui il mio Padrone, come se si prendesse cura di un bambino, inizia a lavarmi minuziosamente senza trascurare nessuna parte del mio corpo. Quando finalmente ritiene sia abbastanza pulito mi passa la spugna e mi fa capire che devo fare altrettanto con lui.
Delicatamente, avendo cura di non fargli male, ammesso che per me sia possibile, inizio a passare la spugna sul suo corpo. Poterlo lavare è un’esperienza unica per esplorare e scoprire il suo corpo da un punto di vista nuovo; posso massaggiare la sua ampia schiena, il petto villoso, sentire la forza racchiusa nelle sue braccia e nelle sue gambe. Sto strofinando il suo polpaccio destro quando qualcosa deve scattare nella testa del mio Padrone che sollevando la gamba sinistra mi mette il suo piede in testa e con forza mi spinge verso il basso.
Mi trovo così con la faccia premuta contro il suo piede destro e la sua voce che mi ordina
“lecca puttana”
Pieno di una nuova umiltà da schiavo riscoperta questa mattina tiro fuori la lingua inizio a leccare il suo grosso piede e mentre eseguo il suo ordine sento che inizia a masturbarsi.
Mi fa andare avanti per un po’, poi libera la mia testa dal suo piede e chinandosi verso di me mi priva del plug a forma di coda, dopodiché mi spinge spalle al muro contro le piastrelle della doccia, e quasi fossi un bambolotto e non una persona, passa le sue grosse braccia sotto le mie ginocchia arrivando poi con le mani ad afferrarmi saldamente il culo, con la sola forza dei suoi muscoli mi solleva da terra facendomi svicolare lungo la parete.
Mi porta con le gambe quasi all’altezza del suo petto; si sistema bilanciando bene il peso dopodiché mi fa scivolare lentamente verso il basso dove mi attende già durissimo il suo enorme cazzo. Mi sposta leggermente per centrare al meglio il mio buco e poi, come una spranga di ferro, mi impala facendomi entrare la sua montagna di carne dentro fino alle palle.
“avanti troia, fammi sentire come godi con il cazzo del Padrone”
E continuando a sorreggere di peso il mio corpo, completamente alla sua mercé, inizia a muovermi in alto e in basso facendo entrare e uscire il suo grosso cazzo dal mio culo ed eccitato a mille cerca di intensificare i suoi affondi con secchi colpi di bacino.
“avanti, voglio sentirti gridare … gemere di piacere”
E continua ad intensificare il ritmo della sua scopata finché eccitatissimo non riesco più a trattenere i miei ansimi di godimento.
“avanti troia, più forte .. grida più forte, voglio sentirti dire che lo vuoi, che lo desideri”
“aaah.. sì.. sì.. mio Padrone…. aaaah aaaaah … lo voglio”
Non lo avevo mai fatto, ma gridare il mio desiderio di cazzo, sentire gli incitamenti del mio Padrone intensificano il mio piacere.
“più convinta troia” e fa un affondo particolarmente secco
“aaaaah… aaaaah… sì.. sì … scopami, scopami … ti prego scopami .. di più..… lo voglio…”
“avanti dimmi che sei una troia.. dimmi che ti piace il cazzo”
“sì mio Padrone… aaah aaaaah.. sono una troia… sì.. aaaaaah .. la vostra troia…. Aaaaah sì”
“non ho sentito puttana, parla più forte” ed affonda pieno di foga
“aaaaah… aaaaah…. Sono una troia… sì… sono una troia” grido a voce molto più alta anche se già priva non mi stavo risparmiando
“più forte ti ho detto… “ dice cattivo il mio Padrone e sento che la violenza dei suoi affondi sembra non trovare limiti
“sì… sono una troia” grido con tutto il fiato che riesco a trovare e la mia eccitazione si accende ancora di più, come fare quella dichiarazione avesse tolto i miei freni inibitori
“sì.. esatto…. Ecco cosa sei.. sei sono una troia” e il ritmo della scopata del mio Padrone si fa frenetico, violento e cattivo, desideroso di sfondarmi il culo come non mai
“ aaaaah aaaah aaah” ormai non riesco praticamente più a parlare dalla fortissima eccitazione che sto provando e dalla violenza dei suoi affondi, riesco soltanto a gridare.
Ad un certo punto il mio Padrone mi stacca dal muro, e sempre mantenendo il suo cazzo ben piantato dentro di me, mi posa per terra sul piano doccia, porta le mie gambe sopra le sue spalle e piegandomi per avere migliore accesso al mio culo continua i suoi affondi, che con quella nuova posizione sembrano arrivarmi allo stomaco.
“aaaaah… aaaaah aaaaah” continuo io ad ansimare di piacere
“avanti troia… voglio sentirti godere” e suoi affondi diventano un po’ più lenti, ma più secchi.
Porta la sua grossa mano alla mia bocca e ci infila dentro indice e medio che io inizio a succhiare.
“sì così… brava la mia troia” ed improvvisamente riprende ad accelerare il ritmo della sua inculata; m toglie quindi le dita dalla bocca e con tutto il palmo mi serra il mento e il naso togliendomi l’aria e quasi soffocandomi.
“uuuhm.. uuuhm…” mugugno io cercando aria, ma anche perché devo esternare le ondate di piacere che mi stanno arrivando in qualche modo
“sì troia il tuo Padrone sta godendo…” e continua a spingere sempre di più il suo cazzo dentro di me
La mia testa è annebbiata dalla fame d’aria e dall’eccitazione e senza potermi più controllare, senza neanche avere il bisogno di segarmi, inizio a schizzare violentemente e abbondantemente, come non avevo mai fatto prima, imbrattando la mia faccia e la mano e il polso del mio Padrone di sperma che poco dopo con un sonoro “aaaaaaaaaaaah” emesso con il suo distintivo verso animalesco, mi riempie il culo con il suo seme; almeno 6 schizzi, così violenti da permettermi di sentirli distintamente mentre si riversano nel mio intestino.
Mi sento esausto come non credo di essermi mai sentito dopo una scopata, e l’aria, che violenta mi entra nuovamente dei polmoni dopo che il mio Padrone ha lasciato la presa, sembra qualcosa di nuovo ma provato prima.
Ancora piegato a gambe all’aria il mio Padrone riprende il plug a forma di coda e lo rimette in posizione, come a sottolineare che posso sentirmi/essere davvero umano solo quando ho il suo cazzo dentro di me.
Pieno della sua sborra, ora impossibilitata ad uscire, mi alzo in piedi. A questo punto il mio Padrone mi porge la sua mano sporca del mio sperma e mi costringe a leccarlo e poi raccogliendo quello della mia faccia mi fa ingoiare anche quello.
Guardandomi con espressione soddisfatta il mio Padrone mi stringe quindi forte per i glutei e avvicinandomi a se mi bacia profondamente e anche se schiavo, un senso di protezione e appagamento di impadronisce di me con forza.
Finiamo di lavarci, infine ci rivestiamo, io sempre attendo a nascondere per bene la mia coda e usciamo dalla doccia.
Riconsegnando la chiave mi accorgo che l’inserviente ci guarda con un’espressione strana, e rosso di vergogna, seguo il mio Padrone di nuovo verso il camion.
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