Gay & Bisex
Finalmente sverginato!

13.05.2025 |
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"Quando l'orgasmo finì iniziai a provare una sensazione di "colpa", ormai avevo goduto e non avevo più bisogno di umiliarmi facendomi chiamare troia e concedendo ad un altro uomo di..."
La mia passione per le moto mi ha portato a stringere una solida amicizia con Martino, nonostante abbia quasi vent'anni più di me infatti ci troviamo in sintonia su molte cose e passiamo insieme molto tempo.Martino è un uomo di quasi cinquant'anni, con un fisico ben curato, una peluria non troppo folta distribuita su tutto il corpo, alto un metro e novanta, capelli corti brizzolati e due mani enormi.
Io invece ho 29 anni, capelli corti neri e un fisico asciutto ed atletico.
Fuori dai weekend in cui facevamo lunghe scorrazzate con le nostre moto, io e Martino passavamo spesso serate a casa sua scolandoci qualche birra, guardando la TV e parlando di figa, di tanto in tanto guardavamo qualche porno durante la visione dei quali lui mi lanciava frecciatine con tono goliardico del tipo: "mi è diventato duro, mi fai una sega"? oppure "mi fai un pompino"?
Ovviamente io rispondevo con un diniego ed una risata, una volta gli ho risposi con un altrettanto goliardico "ti piacerebbe" ma lui ha ribatté con un: "anche mettertelo nel culo mi piacerebbe" e la cosa mi mise parecchio in imbarazzo al punto di non voler approfondire.
Inutile però essere ipocriti, ammetto con voi lettori che quelle battute stuzzicavano non poco la mia fantasia e, anche se non ero mai stato con un uomo, certi pensieri li facevo fin da quando avevo iniziato a scoprire la mia sessualità (e voi non dite che non ci avete mai pensato, perché non vi credo!).
Le nostre "serate imbarazzanti" andarono avanti per qualche mese e io, forse inconsciamente, non perdevo mai occasione per provocarlo, mi eccitava l'idea di lui che mi scopava e ci pensavo spesso quando mi masturbavo anche se ero convinto che tale fantasia non avrebbe mai dovuto sfociare nella realtà.
Le sue battute però diventavano sempre più esplicite man mano che fra noi aumentava la confidenza, spesso ci sfidavamo a fare delle cose scommettendo qualche soldo o qualche penitenza, finché una sera Martino, mentre guardavamo uno dei soliti film porno seduti sul suo divano, prese la bottiglia della grappa che stava sul tavolino, la guardò e disse: "scommettiamo che riesco a tenermela sulla cappella per dieci secondi"?
"E come fai? Ti fai un impacco?" gli chiesi.
"No", disse "mi tiro in avanti la pelle e tu ce la versi dentro, ma se resisto dieci secondi cosa vinco"?
Scoppiai a ridere poi gli risposi: "se ci riesci davvero io la bevo direttamente dal tuo cazzo".
"Non ne avresti il coraggio" rispose lui.
"Scommettiamo"?!
E fu così che Martino si slacciò i pantaloni, si tirò fuori il cazzo dalle mutande e la prima cosa che ebbi modo di notare è che la diceria secondo cui il cazzo di un uomo è proporzionato alla dimensione delle sue mani è tutt'altro che una diceria.
Si afferrò il prepuzio con gli indici e i pollici di entrambe le mani, lo trasse in avanti formando una sorta di tubo e io mi inginocchiai davanti a lui fra le sue cosce aperte, proprio come se fossi stato in procinto di fargli un pompino, vi versai dentro la grappa, contai lentamente fino a dieci aspettando il momento in cui avrebbe ceduto ma arrivai a pronunciare la parola "dieci" e subito lui esclamò: "bevi"!
Appoggiai le labbra al suo prepuzio e succhiai la grappa per poi inghiottirla, poi alzai la testa per incrociare il su sguardo, lui rise e mi disse: "avresti potuto aprire di più la bocca, così avresti usufruito della cannuccia".
"La chiami cannuccia quella?!" risposi io, "quella è una mazza da baseball! Povera quella donna che accetta di darti il culo"!
"Se ho voglia di culo cerco una trans o un ragazzo" mi rispose mentre mi toglievo da in mezzo alle sue cosce, "le donne fanno sempre un sacco di storie per dare il culo e quando lo danno sembra che ti abbiano regalato il mondo intero, le trans e i ragazzi invece hanno solo quel buco, quindi si offrono più volentieri".
Lo guardai con fare sornione e gli chiesi: "tu come la sai questa cosa"?
"Secondo te?"
"Vai con le trans"? gli chiesi.
"Io scopo qualsiasi essere umano consenziente che mi piaccia" rispose con tono fermo e sicuro, poi continuò: "e scoperei anche te se non sapessi che la cosa non ti interessa".
Le sue parole mi misero in forte imbarazzo ma non perché ne fossi rimasto scandalizzato, bensì perché la voglia di dirgli "mi interessa" era tanta, ma qualcosa mi tratteneva dal farlo.
La serata continuò bevendo birra e guardando la TV finché arrivò l'ora in cui mi avviai verso casa, senza fare più cenno alla conversazione che avevamo appena avuto.
Mi addormentai pensando a quello che avevo fatto, ovvero bere grappa dal prepuzio di un uomo, e a quello che Martino mi aveva detto, sapere che se mi fossi concesso lui avrebbe gradito cambiava qualcosa nel mio modo di vedere la nostra amicizia, ero combattuto fra il non frequentarlo più, continuare a frequentarlo facendo finta che nulla fosse mai successo o se trovare il coraggio di spogliarmi davanti a lui e dirgli che volevo provare.
La mattina seguente ricevetti un messaggio sul telefono col quale mi chiedeva: "birretta da me stasera, o dopo quello che ti ho detto ieri non sei più mio amico"?
"Niente potrebbe minare la nostra amicizia, ci vediamo stasera", risposi.
Diversamente dalle volte precedenti quella sera, mentre mi facevo la doccia prima di uscire, senza rendermene conto mi concentrai particolarmente sul lavaggio delle mie parti intime, in particolare del culo, lo insaponai e risciacquai molte volte chiedendomi perché mai lo stessi facendo dato che non avevo nessuna intenzione di concedermi, capii che una parte di me lo voleva e decisi che ci avrei pensato meglio nei giorni a venire, quella sera mi sarei comportato come tutte le sere precedenti, solo da amico, avrei parlato di figa, di moto e bevuto birra.
La serata passò senza che Martino facesse alcuna battuta e senza guardare nessun film porno, guardammo un film d'azione e senza aspettare che si facesse tardi me ne tornai a casa; confesso che ci rimasi male.
Per un paio di sere non andai a trovarlo, arrivò il weekend, facemmo le nostre uscite in moto e quando la domenica mi invitò a passare la serata a casa sua per mangiare una pizza trovai una scusa per non andare, lui non disse nulla ma era chiaro che ci fosse rimasto male.
Arrivai a casa e mi sedetti sul divano riflettendo sul fatto che lo stavo letteralmente evitando, pensai che al di là di tutto non mi stavo comportando da amico, così presi il telefono e gli mandai un messaggio con scritto: "è ancora valido l'invito per quella pizza"?
"Non voglio né la tu comprensione né la tua compassione" mi rispose.
Senza nemmeno rispondere al messaggio presi le chiavi, uscii, salii sulla moto e mi presentai a casa sua, suonai il campanello, lui aprì ed io entrai in casa senza nemmeno chiedere permesso, chiusi la porta dietro di me e prima che potessi aprire bocca lui mi chiese con tono arrabbiato: "che cazzo vuoi adesso"?
Rimasi in silenzio un attimo poi ridacchiando gli risposi: "non il tuo", lui tenne il broncio per qualche secondo poi si unì alla mia risata, allargò le braccia offrendomi un abbraccio che condivisi, durante l'abbraccio però mi mise una mano sul culo poi subito la tolse ed esclamò: "ops, scusa! scusa! non volevo".
"Si che volevi" gli risposi, poi afferrai la sua mano e la guidai fino a che si posasse nuovamente sul mio culo.
"Cosa significa?" mi chiese.
"Significa andiamoci piano, non so se succederà mai ma lasciamo aperte le porte".
"Va bene" rispose, "ma sappi che non è una porta che voglio aprire", scoppiammo a ridere di nuovo e passammo la serata guardando un porno e scherzando con lui che diceva come mi avrebbe scopato e io che gli rispondevo quanto poteva scordarselo.
Andammo avanti così per tutta la settimana, scherzando sempre più pesantemente ma senza combinare nulla, l'unica cosa che era cambiata era che i porno che guardavamo adesso erano sempre del genere gay.
Il sabato mattina venni svegliato dal trillo del mio cellulare che indicava un messaggio, afferrai il telefono e vidi un immagine di lui nudo, sul letto col cazzo duro, sotto c'era scritto semplicemente: "buongiorno etero bigotto che non sei altro".
Decisi di rispondere alla provocazione, mi spogliai completamente, posizionai il telefono sulla cassettiera ai piedi del mio letto, regolai l'autoscatto e mi distesi a pancia in giù sulle lenzuola, con le gambe unite. Una volta udito il segnale sonoro dello scatto avvenuto osservai la foto e prima di inviargliela, modestamente, pensai che ho proprio un bel culo!
Nel messaggio che accompagnava la foto scrissi: "tié, fatti una sega!".
Dopo circa quindici minuti ricevetti un suo messaggio con l'immagine della mia foto stampata su un foglio di carta annaffiata da quella che era chiaramente una copiosa sborrata, sotto al messaggio scrisse: "adesso che mi sono svuotato le palle puoi stare tranquillo, passo a casa tua alle dieci così andiamo a fare un paio di pieghe con le moto.
"Ok" risposi semplicemente.
Passammo il sabato a scorrazzare lungo i soliti passi di montagna e fermandoci di tanto in tanto in qualche bar frequentato da altri motociclisti per fare due chiacchiere, senza alludere minimamente ai messaggi che ci eravamo scambiati o a tutte le battute sconce che avevano accompagnato le nostre serate della settimana ormai trascorsa.
La domenica mattina successiva decisi di mandargli io per primo un messaggio per provocarlo, così cercai su un sito porno un video adatto a stuzzicarlo, ne trovai uno nel quale un ragazzo di circa la mia età veniva preso da un uomo più grande, inizialmente lui era riluttante come se si fosse cacciato in un gioco dal quale non poteva più tirarsi indietro, l'uomo invece era insistente e sembrava non curarsi troppo dei lamenti del ragazzo mentre, tenendolo fermo sul letto a pancia in giù standogli sopra e bloccandolo col peso del suo corpo, tentava di penetrarlo, alla fine ci riuscì e i lamenti iniziali del ragazzo si trasformarono presto in gemiti di piacere, il video finì con l'inquadratura dell'ano del ragazzo dopo che l'uomo gli era venuto dentro.
Copiai il link e glielo inviai senza aggiungere nessun testo al messaggio.
Lui rispose: "bello ma avrei preferito una foto come quella di ieri mentre però ti tieni aperte le natiche con le mani e mi mostri il buchetto, non vorrai che continui a farmi le seghe guardando le tue chiappe chiuse!".
Basta! Ormai non aveva più senso continuare a giocare così, decisi che era giunto il momento di realizzare le mie fantasie così mi feci una bella doccia, mi vestii, presi la moto e andai a casa sua, lui mi aprì la porta in mutande e appena la porta fu chiusa mi afferrò, mi girò di spalle, mi spinse contro il muro e si appoggiò dietro di me, sentii chiaramente il suo cazzo durissimo premere contro le mie natiche e dopo avermi dato un paio di baci sul collo mi disse: "lo sai che adesso ti inculo"?
"Dillo ancora"! risposi.
"Lo sai che adesso ti inculo"? disse lui accontentandomi.
"Devi promettermi due cose" gli dissi;
"Tutto ciò che vuoi" rispose lui, "cosa vuoi che ti prometta"?
"Uno, non deve saperlo nessuno, due, se dovessi ripensarci tu non ti fermare, hai la mia autorizzazione, desidero da molto tempo essere scopato da un uomo ma non ho mai trovato il coraggio di ammetterlo nemmeno con me stesso, adesso ho l'occasione di farlo con un amico fidato, quindi devi pensarci tu"!
"Sarà un onore sverginarti"! disse, poi mollò la presa, mi afferrò per una mano e mi trascinò in camera da letto.
Una volta nella stanza mi spogliai completamente gettando a terra tutti i vestiti, mi distesi a pancia in giù sul letto come il ragazzo del video e gli dissi: "inculami, sono pronto".
"Oh no, non sei affatto pronto" disse lui, poi si buttò con la faccia fra le mie natiche, le divaricò con le mani ed iniziò a frugare con la lingua sul mio buchetto, io feci per sottrarmi ed esclamai: "non ti fa schifo"?
"Tutt'altro!", rispose, e subito riprese a leccarmi il buco del culo. Era una sensazione che non avevo nemmeno mai osato immaginare, a me l'idea di leccare il buco del culo di un uomo ripugnava ma se a lui piaceva ed era così piacevole ricevere tali attenzioni, perché impedirglielo?
Continuò a leccare per un po' e io mi godevo il trattamento finché sentii la sua lingua farsi a punta e intrufolarsi dentro di me.
"Hey!" esclamai.
"Avevi detto che eri pronto per essere inculato e ti fa male la punta della mia lingua"? mi chiese divertito.
"Non mi fa male, mi imbarazza" risposi.
"Zitta de godi, puttanella"! rispose lui.
Sentirlo rivolgersi a me al femminile aumentò a dismisura la mia eccitazione, nel mentre il mio ano si rilassava sempre di più e la sua lingua si faceva sempre più strada dentro di me. Quando ormai mi contorcevo dal pacere smise di leccare, si distese sopra di me e guidò il suo cazzo fra le mie natiche finché il suo glande gonfio fu appoggiato al mio buchetto, mi aspettavo che lo spingesse dentro senza pietà invece ebbe la pazienza di rimanere fermo li, ad un passo dal suo obiettivo, mi sbaciucchiò un po' sulle spalle e sul collo poi mi disse: "come vuoi farlo"?
"Così" risposi senza esitare.
"Non te lo consiglio, se riesci a prenderlo così la prima volta vinci il premio troia dell'anno, ti consiglio una posizione dalla quale puoi scappare in avanti, come la pecora, oppure un cui sei tu a decidere quando e quanto entra, tipo lo smorzacandela".
"La pecora la trovo banale" risposi, "avremo altre occasioni per provarla e all'idea di impalarmi sopra di te a smorzacandela provo troppo imbarazzo, inoltre l'ho sempre sognato così, rude e selvaggio, quasi di forza, voglio sentirmi la tua preda tanto mi fido e so che non mi faresti mai del male veramente, sono certo che se dovessi passare il limite te ne renderesti conto senza che te lo dica".
"Va bene" rispose lui, "ma se non dovessi accorgermene e vuoi che mi fermi pronuncia la parola e io saprò che devo fermarmi".
"Ok" risposi, deciso a non pronunciare affatto quella parola.
"Allora adesso ci divertiamo, puttanella!" mi disse, "lo sapevo che prima o poi ci saresti stata, ho voluto il tuo culo dalla prima volta che ti ho visto e qualcosa mi diceva che avevi tanta voglia di provare il cazzo", mentre mi diceva quelle parole sentivo la sua cappella spingere contro il mio buchetto intriso di saliva, allargare lentamente ma prepotentemente la mia carne e farsi strada dentro di me.
In realtà avevo già provato ad infilarmi oggetti nel culo ma un cazzo vero era tutta un'altra cosa, innanzitutto con gli oggetti decidevo io se, quando e quanto sarebbero entrati mentre in quella situazione non potevo che subire e sottomettermi alla sua voglia di fottermi.
Avevo letto diverse cose sulla penetrazione anale ed avevo imparato che la parte più "dolorosa" (che ad essere sinceri il dolore era nulla confronto al piacere) era il momento in cui il pene allarga e attraversa lo sfintere, se chi ti penetra ha la pazienza di aspettare e dare ai muscoli il tempo di adattarsi, poi può tranquillamente spingerlo dentro fino in fondo e darci dentro muovendosi senza troppi problemi.
Ad un certo punto ebbi un sussulto, Martino mi chiese: "vuoi che lo tolga?" Feci cenno di no con la testa e lui mi rispose: "hai le lacrime, è il caso di fermarsi".
"Se lo togli te lo taglio"! esclamai.
"Ah, allora è questo che vuoi, puttanella? Allora adesso ti sistemo a dovere", e con un colpo secco di reni spinse dentro di me tutta la sua asta in un solo colpo, io urlai e lui mi tappò la bocca con la mano.
"Zitta! Vuoi che ci sentano i vicini"? mi disse con tono ammonitore, poi tenendomi la bocca tappata con la mano assestò dentro di me una decina di colpi, i primi furono dolorosi ma gli ultimi divennero invece molto piacevoli finché si fermò, tolse la mano dalla mia bocca e mi chiese: "tutto a posto"?
Afferrai la sua mano e me la rimisi davanti alla bocca per fargli capire che volevo che continuasse a prendermi così, inarcai la schiena all'indietro per offrirgli anche quella piccola parte del mio culo che ancora era rimasta da penetrare, lui riprese a muoversi energicamente dentro di me dicendomi: "sei proprio una troia! Se penso a tutte le serate che abbiamo sprecato guardando scopare gli altri su uno schermo, mentre avremmo potuto farlo noi, che spreco!"
Continuò a sbattermi per un altro po' finché ebbi inizialmente una sensazione simile ad un misto fra un orgasmo e se mi stessi pisciando addosso, poi iniziai a tremare in maniera incontrollata e mi resi conto che si trattava proprio di un orgasmo anche se molto più intenso e diverso da quelli che avevo avuto masturbandomi o scopando fighe e culi di donne.
Quando l'orgasmo finì iniziai a provare una sensazione di "colpa", ormai avevo goduto e non avevo più bisogno di umiliarmi facendomi chiamare troia e concedendo ad un altro uomo di sollazzarsi strofinando il cazzo su e giù fra le mie budella, anzi me ne ero pentito e volevo che smettesse, così gli tolsi la mano da davanti alla mia bocca e gli chiesi di fermarsi.
Lui non si fermò allora glielo chiesi di nuovo e lui mi rispose: "eh no, puttanella, adesso tocca a me, tu sei venuta e io invece devo ancora venire, è normale non volere più dopo essere venuti le prime volte, tra un po' questo rifiuto sparirà e ricomincerà a piacerti, fidati!".
"Ti ho detto di smettere!" ripetei.
"Allora di la parola che avevamo concordato e mi fermerò".
Non la dissi e lui, ridacchiando, me lo fece notare poi prese a scoparmi più forte.
"Posso venirti dentro?" mi chiese.
"Si" dissi senza esitare.
"Tanto ti sarei venuto dentro comunque" mi rispose (sapevo benissimo che in realtà non l'avrebbe fatto ma quel clima di dominazione rendeva tutto più eccitante e lui sapeva benissimo che mi piaceva).
Di colpo il ritmo dei suoi colpi cambiò e mi resi conto che stava veramente per venirmi dentro, sentii chiaramente lo schizzo caldo inondarmi l'intestino poi, una volta esaurito il suo orgasmo, il cazzo gli si afflosciò, il mio culo lo sputò fuori e lui scese da sopra di me rotolando su un fianco.
Rimase li ad accarezzarmi le natiche e la schiena mentre io mi scusavo per avergli macchiato tutto il lenzuolo col mio orgasmo, lui con tono scherzoso i disse: "dovrò punirti per questo".
"E come?" gli chiesi con aria di sfida.
"Ti farò un culo così" rispose lui.
Il tuo problema in quel caso sarebbe che mi piace, gli risposi.
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