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IL GIARDINIERE (Quarta ed ultima parte)


di jeepster
23.11.2024    |    7.043    |    11 8.1
"Preso da un raptus di gelosia e di rabbia, si reca in camera sua e prende una rivoltella che tiene ben nascosta in fondo a un cassetto, ha intenzione di..."
Mentre sale con l’ascensore che lo porta al terzo piano della palazzina dove abita Giulio, il cuore di Carlo batte forte. È emozionato per le cose che gli vuole raccontare e soprattutto perché spera che potranno di nuovo far l’amore.
Il giardiniere lo sta aspettando sulla porta, indossa solo una vestaglia. Quando il ragazzo gli si para davanti, lo prende per il braccio e lo fa entrare, chiude la porta dietro di sé e lo bacia con passione; quindi gli fa togliere il giaccone, lo appende e dice: «Dobbiamo riprendere da dove siamo stati interrotti ieri sera, dopo mi racconterai tutto» e così dicendo lo prende per mano e lo conduce in camera da letto. Si toglie la vestaglia e comincia a spogliarlo; Carlo non dice niente, stupito e sopraffatto da tanto ardore. Appena sono nudi entrambi si abbracciano, si accarezzano e si baciano ancora; i loro sessi eccitati premono sui rispettivi bacini. Si distendono sul letto e a quel punto, afferrando il culo del ragazzo con tutt’e due le mani, Giulio dice: «Voglio farti mio… se anche tu lo vuoi». Carlo annuisce e si dispone a pancia sotto. L’uomo allora comincia a passargli la lingua nel solco delle natiche, soffermandosi in po’ di più sul buchetto; a Carlo piace molto molto quella sensazione mai provata prima e inizia a mugolare debolmente. Allora il giardiniere, dopo aver lasciato un bel po’ di saliva sull’apertura dell’ano, chiede al ragazzo di rilassarsi e di non aver paura e quindi prova ad entrare delicatamente con un dito. Il ragazzo sente un po’ di dolore ma cerca di resistere e quando Giulio lo fa scorrere lentamente avanti e indietro, infatti si abitua subito. Quando sente che il muscolo dello sfintere si sta rilassando prova ad entrare con due dita ma a quel punto il ragazzo geme dal dolore, così Giulio si ferma; Carlo però lo prega di continuare. Dopo un po’ è solo piacere quello che sente e i suoi mugolii ne sono la prova. Allora l’uomo allunga una mano per prendere un flacone di lubrificante sul comodino, e se ne spalma in quantità sul membro, che ormai è duro come il legno, e un altro po’ sul buco del giovane; gli fa divaricare le gambe e poi gli si piazza dietro in ginocchio, lo afferra ai fianchi per tenergli un po’ alzato il bacino; infine con estrema cautela comincia a penetrarlo. Carlo trasalisce appena sente il cazzo di Giulio entrargli dentro ed esclama: «È bellissimo! Continua, ti prego». Perciò il giardiniere comincia a pompare ritmicamente nel retto del ragazzo che, coi suoi mugolii e i suoi gemiti, dimostra di gradire oltremodo quel “trattamento”. Tutto ciò porta l’eccitazione dell’uomo al settimo cielo, finché aumentando il ritmo degli affondi esplode in un orgasmo di un’intensità che gli sembra di non aver mai provato prima. Si accascia sul giovane e va a cercare la sua bocca per baciarlo; si sfila e gli si distende a fianco supino. Carlo allora si alza in ginocchio e si masturba fino a raggiungere l’orgasmo a sua volta e schizza la sua sborra sul membro dell’amico; poi gli si distende al suo fianco e gli poggia la testa sul petto. Rimangono così, in silenzio, in una quiete assoluta, provando un senso di profonda pace e serenità, per un tempo che a loro sembra infinito, ma in realtà passano solo poco più di una manciata di minuti.
È Giulio a rompere il silenzio per primo: «Credo che non potrò mai più fare a meno di te. Non sono mai stato così bene insieme a qualcuno»
«È così anche per me – aggiunge Carlo – sei senz’altro la persona più importante della mia vita. Soprattutto adesso che comincio a vedere mio padre sotto una luce diversa»
«E come mai? Cosa è successo?»
Quindi il ragazzo racconta di come, tornando a casa prima del previsto quella mattina, abbia scoperto che suo padre aveva passato la notte con un ragazzo. E di come spiandoli mentre facevano sesso, ne era rimasto assai turbato ma poi si era masturbato ripensando alla scena. Poi, più tardi, parlando col genitore, si è inventato di aver fatto sesso con l’amico con cui aveva diviso la stanza dopo il concerto, per vedere se anche lui si sarebbe confidato su quanto accaduto la notte prima, invece, pur non mostrandosi scandalizzato, si è limitato a minimizzare su quanto gli aveva detto. Inoltre, quando si è fatto portare un flacone di bagnoschiuma, si è fatto trovare completamente nudo, una cosa che non era mai successa prima. «Cosa si aspettava? – si domanda Carlo – che entrassi nella cabina doccia con lui?»
«E tu cosa hai fatto?» chiede Giulio.
«Niente! Mi sono tolto il suo accappatoio, che avevo usato io prima, e sono andato a vestirmi»
«Quindi ti sei mostrato nudo? Volevi provocarlo anche tu?»
«Non lo so… ma ora che me lo chiedi, forse sì»
«E lui ha risposto alla provocazione?»
«No, e anche quando a pranzo ho provato a vedere se era disposto a confidarsi: niente. Lui dice che non ci devono essere segreti tra padre e figlio, ma è il primo a non aprirsi»
«Non giudicare tuo padre troppo severamente, un conto è dire che non devono esserci segreti e un altro è essere disposti a rivelarli. Tra l’altro anche tu non sei stato del tutto sincero con lui»
«Sì, ma io vorrei esserlo… vorrei che lui sapesse del nostro rapporto»
«Per me non c’è problema ma forse è meglio non correre troppo»
«E perché? Visto le tendenze che ha, non dovrebbe avere difficoltà ad accettare la nostra relazione»
«È possibile, ma non credere che sia così semplice, direi di andarci cauti. Da quel che mi hai raccontato, mi sembra di capire che anche lui nutre un certo interesse per te, potrebbe ingelosirsi»
«Dici? E allora cosa bisogna fare?»
«Intanto fare in modo che mi conosca. E credo di avere già un’idea su come fare»
«Davvero? Dimmi»
«Una sera di queste potrei passare da te per invitarti a mangiare una pizza, per ringraziarti del favore che mi hai fatto, glielo avevi detto questo, vero?»
«Sì, certo»
«Bene, allora se c’è anche lui, mi potrai presentare e vediamo come reagisce»
«Ma sì, mi sembra un’ottima idea, facciamo domani?»
«Quanta fretta! Comunque va bene… ma ora dobbiamo ricomporci, andiamo in bagno a darci una lavata, io devo andare in ospedale a trovare mio cognato».

L’indomani, nel tardo pomeriggio, Giulio suona al campanello ed è proprio il padre del ragazzo che gli apre la porta. Carlo è appena uscito per andare a comprare le sigarette a un Bar-Tabacchi poco distante. Quando Giulio vede Alessio, rimane interdetto per un po’, è sicuro di conoscerlo già ma non riesce minimamente a ricordare quando e perché, quindi dice subito il motivo della sua venuta. Alessio invece ha riconosciuto subito il giardiniere, ma fa finta di niente.
«Carlo si è assentato un attimo – gli dice – tornerà subito» e con modi gentili lo invita ad entrare.
Appena chiusa la porta però, il padre cambia completamente atteggiamento, rivolge uno sguardo ostile all’altro e con un tono di voce severo, chiede: «Non mi hai riconosciuto veramente o stai solo facendo finta?»
Giulio, benché sorpreso e spiazzato da questo repentino mutamento di Alessio, risponde calmo: «Veramente ho avuto subito l’impressione che noi ci conoscessimo già, ma non riesco a ricordare la circostanza»
«Bene, allora ti rinfresco io la memoria – continua l’altro – saranno passati più di dieci anni da quando ci siamo frequentati per un periodo, quando ti facevi pagare per le tue prestazioni sessuali, poi quando io ne ho avuto abbastanza, perché quando eri strafatto non riuscivi nemmeno a fartelo venire duro ma volevi essere pagato ugualmente, hai cominciato a ricattarmi»
«Mi parli di un periodo di cui ho ricordi molto vaghi, non ero mai lucido, ma so di aver fatto del male a diverse persone, oltre che a me stesso»
«Poi a un certo punto sei sparito, grazie a Dio. Ti hanno messo dentro, vero?»
«Sì, è stata la mia salvezza; mi son dovuto disintossicare, sono nove anni che non tocco quella merda; ho imparato a fare il giardiniere»
«Che bella storia! Edificante, anche commovente. Eppure a me non convince neanche un po’»
«Non so che dirti, se non chiederti scusa per il male che devo averti fatto, ma ora sono un’altra persona, che tu ci creda o no. Non sono diventato un santo, ma ho ritrovato un certo equilibrio e un minimo di serenità»
«Mi perdonerai se non ce la faccio a crederti»
In quel momento sentono aprire l’uscio di casa: è tornato Carlo, che va subito a salutare Giulio, abbracciandolo. Il padre si stupisce per la confidenza che già c’è tra i due. Riporta a Carlo la proposta di Giulio di volergli offrire una pizza uno di questi giorni; allora Giulio rivolgendosi ad Alessio, aggiunge: «Naturalmente può venire anche lei con noi».
«Oh certo, perché no? Volentieri. E visto che non ho ancora preparato niente per cena, perché non ci andiamo proprio stasera?».
«Per me va bene» risponde Giulio, mentre Carlo annuisce contento.
Il giardiniere prenota un tavolo in una pizzeria che conosce e così tutt’e tre se ne vanno a cena fuori usando la macchina di Alessio. A tavola c’è un clima di serena convivialità, ma il genitore è attento soprattutto ad osservare come interagiscono tra loro l’uomo e il ragazzo. Quest’ultimo a un certo punto dice di voler andar fuori a fumare e allora l’altro si offre di fargli compagnia, ma il padre gli chiede di restare un momento, perché voleva chiedergli una cosa. Appena Carlo si è allontanato, Alessio gli fa: «Per essere la seconda volta che vi vedete, mi pare che tra voi c’è già troppa confidenza… ma non è questo il posto per discuterne, anche perché non c’è niente di cui discutere. Ti dico solo che se ti azzardi a fare del male a mio figlio, questa volta non la passerai liscia, neanche la galera potrà salvarti… E ora va, vai a fare compagnia a Carlo»
Senza dire niente, il giardiniere si alza e va fuori.
«Che te ne pare? – gli chiede il ragazzo – mi sembra che stia andando bene»
«Sì, è vero, ma aspetterei a dirgli di noi, forse è meglio farlo in un’altra occasione» risponde, ma non fa parola delle conversazioni avute a tu per tu col padre.
Per il resto della serata i due adulti continuano ad avere un atteggiamento di normale cordialità. Quando se ne tornano a casa, nell’accommiatarsi, Alessio oltre a ringraziare Giulio, lo invita a una prossima cena a casa loro per ricambiare. Il ragazzo è entusiasta e insiste affinché Giulio accetti. Si accordano per il prossimo sabato.
Giulio si allontana a piedi mentre padre e figlio entrano in casa. Carlo chiede al padre come gli è sembrato Giulio, questi risponde che gli ha fatto una buona impressione.
In realtà è roso dalla gelosia, perché ha capito che tra i due c’è molto di più di quanto vogliono far credere. Carlo spera che la cena che ci sarà prossimamente, potrà essere l’occasione per i due uomini di conoscersi ancora meglio.
Nei giorni che seguono, il ragazzo e il giardiniere continuano a vedersi e a fare l’amore ogni volta che possono. Carlo insiste affinché quando tutt’e tre saranno di nuovo insieme, rivelino al padre del loro rapporto, e nonostante le sue perplessità, alla fine Giulio acconsente.
Alessio è sempre più convinto dei suoi sospetti, il comportamento di suo figlio è diverso dal solito, seppur in senso positivo: è più rilassato, più allegro, più sereno. In una parola: è innamorato, e non è difficile indovinare di chi.
La sera della cena, mentre i due stanno aspettando l’arrivo a breve del genitore, questi chiama Carlo: “Scusa se chiamo solo adesso, ma mi trovo fuori città, sono venuto a fare un sopralluogo per la ristrutturazione di una villa. Mi trovo da un meccanico; ho un problema con la macchina; devono sostituire un pezzo e mi hanno appena detto che me la potranno ridare solo domattina. Mi fermerò a dormire in un albergo del posto. Torno a casa domani”
«Mi dispiace pa’, Giulio è già qui, ti stavamo aspettando»
“Va bene, voi fate pure, ci sarà un’altra occasione. Ti lascio, mi stanno chiamando, ci sentiamo domani”.
Carlo riferisce quanto dettogli dal padre, Giulio commenta: «Pazienza, vuol dire che ceneremo noi due soli, e a questo punto, se vuoi, posso anche fermarmi per la notte»
«Fantastico!» esclama il giovane.
In realtà Alessio ha deciso di trattenersi in ufficio fino a tardi, per poi rientrare a casa senza farsi sentire, per vedere che situazione troverà.
Alessio torna a casa alle undici passate. Quando arriva davanti alla porta della cameretta del figlio tende l’orecchio, e li sente ridacchiare. Come aveva immaginato, hanno deciso di passare la notte insieme.
Preso da un raptus di gelosia e di rabbia, si reca in camera sua e prende una rivoltella che tiene ben nascosta in fondo a un cassetto, ha intenzione di sparare al giardiniere. Va ad aprire piano la porta della stanza del figlio e rimane per un po’ a vedere la scena che gli si presenta davanti.
Nella penombra della lampada che si trova sul comodino, vede i due inginocchiati sul letto, uno di fronte all’altro, completamente nudi; stanno abbracciati, si accarezzano e si baciano con tenerezza.
In quel momento realizza: “Sembra davvero un’altra persona… non ci siamo mai baciati tutte le volte che ci siamo incontrati, e non ho mai baciato tutti gli altri ragazzi con cui sono stato…”
In quel momento le bocche dei due amanti si staccano e quando Carlo nel poggiare la sua testa sulla spalla di Giulio, rivolge lo sguardo verso la porta, si accorge della presenza del padre, perciò urla: «Papà!».
Così anche il giardiniere si volta e notando la pistola, grida: «Fermo! Cosa vuoi fare?».
Alessio, come inebetito, risponde: «Niente». Si gira e se ne va.
I due rimangono attoniti per alcuni secondi e quando Carlo corre dietro al padre, lui è già uscito e si sente il rumore della sua macchina che si allontana.
Nei giorni che seguono, il figlio, senza riuscirci, cerca in tutti i modi di rintracciare il padre, finché, quando va a controllare quanti soldi gli sono rimasti sul suo conto, scopre che gli è arrivato un bonifico da una banca in Svizzera: “Deve averlo fatto lui – pensa – almeno vuol dire che è ancora vivo”.

FINE
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