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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 4 -Caffè Freddo- III


di Soundserio
08.05.2016    |    5.750    |    5 9.9
"Non aveva due grandi mani come il padre, ma una mano dalle lunga dita..."
Dall’incontro passarono due giorni, tra me e Marco nessun messaggio, fu abbastanza chiaro, la cosa non mi preoccupò, mi consolai ripensando alla scopata magistrale fatta qualche mattina prima. In facoltà il lavoro procedeva alla grande, mi trovavo bene in collaborazione con Luca e Martino, erano due docenti molto simpatici e due uomini alla mano. A breve ci sarebbe stata la prima trasferta sui monti, non ero ancora pronto a due giorni di sola natura senza minchie da prendere, ma va beh, lo si doveva fare. Rientrando dal negozio ricevetti una telefonata da Luigi, figlio del venditore ambulante, che confermò l’appuntamento per controllare il guasto lo stesso pomeriggio, finalmente la doccia avrebbe smesso si gocciolare e perché no, avrei conosciuto meglio il figlio di Franco che era davvero un bel ragazzotto. Tornai a casa e dopo aver riordinato un po’ preparai il pranzo: fettine di cavallo e insalata. Adoro la carne di cavallo, se penso all’animale mi sento male, ma il gusto è davvero buono, ogni tanto, quando tutto procede alla grande mi regalo questo pasto. Per quel pomeriggio non sapevo proprio che indossare, ero davvero indeciso, non volevo scoprirmi troppo, nel caso avrei voluto conquistarlo pian pianino. -“Vediamo un po’, questo no, questo no, questo no..”- cominciai a svuotare l’armadio buttando tutto sul letto –“Ecco questo può andare”-. Un vecchio shorts bianco con una semplice canotta, insomma il solito abbigliamento primaverile che indossavo nella vecchia casa, ma a eccezione delle mutandine, che non indossai, infilai lo jockstrap, il culetto doveva restare in mostra se Luigi voleva buttare l’occhio.
-ZZZZZZZZZ-
Quando aprii il portone rimasi spiazzato, davanti ai miei occhi Franco con alle spalle il figlio –“Ciao Gabriele, come va?”- esordì salutandomi –“Tutto bene”- , -“Questo è mio figlio Luigi, so che vi conoscete già di vista”- incrociai i suoi occhi e facemmo un cenno con la testa per annuire. Non mi aspettavo la sua presenza, ma finalmente potei ammirare la bellezza di Luigi da vicino, uno splendido trentenne in perfetta forma fisica: occhio a mandorla castano, un viso carino e curato ricoperto da una leggera barba color castano-rossiccia e un naso pronunciato. Non aveva due grandi mani come il padre, ma una mano dalle lunga dita. Dalla canottiera bianca sbucava un po’ di pelo che ricopriva il suo petto e il jeans da lavoro era abbastanza stretto da mettere in risalto la forma del pacco. Non male direi. Il papà invece, come al solito, da buon sessantenne indossava una camicia beige con jeans chiaro. Li feci accomodare in cucina –“Qualcosa di fresco da bere?”- , -“Ma no, non preoccuparti grazie”- rispose Luigi –“Dai, ho birra, coca-cola, succo.. ditemi voi”- , -“Dai per me una birra”- disse Franco –“Tu Luigi?”- , -“Per me un bicchierino d’acqua a temperatura ambiente”-. Servii i due e mi sedetti a tavolo accanto a Franco e di fronte Luigi –“Bè carina questa casa”- disse il sessantenne guardandosi intorno –“Si, non è male, abbastanza confortevole”-, -“Ma vivi solo?”- proseguì facendo finta di non sapere –“Si, è un monolocale. Da soli si sta da Dio”- , –“Eh ci credo”- replicò poggiando una mano sulla mia sotto il tavolo. Per un secondo rimisi il sorso di birra, quel gesto mi spiazzò cosi tanto da farmela andare di traverso –“Tutto bene?”- , –“Si si, mi è andata di traverso”- risposi con un ultimo colpo di tosse, mentre nascosta dalla tovaglia la mano di Franco accarezzava la mia –“Allora di che si tratta?”- chiese Luigi –“Un piccolo inconveniente con la doccia, non smette più di gocciolare”- nel frattempo il papà afferrò la mano portandola tra le sue gambe. Wow era già durissimo. –“Magari si è rotta la guarnizione del pomello”- disse Luigi ignaro di cosa succedeva sotto il tavolo -“Non lo so, non mi intendo di questo”-. Quella situazione iniziava a piacermi, parlare con il figlio e contemporaneamente toccare il cazzo al papà era molto eccitante –“Saranno vecchie e da cambiare”- , -“Non so, so solo che recentemente è stato ristrutturato”- , –“Adesso lo vediamo dai”- buttò giù l’ultimo sorso d’acqua rimasto -“Si, vieni te lo mostro”- abbandonai la prese dal pacco duro e feci strada al bagno –“Ecco, guarda un po’ ”- mostrai il gocciolamento –“Ok adesso do una controllatina. Papà mi passi la cassetta degli attrezzi?”- , -“Si signore”- andò a prenderla in cucina e tornò poggiando il pacco sui miei glutei all’insaputa del figlio che ci dava le spalle –“Ecco, ora scopriamo se si tratta della guarnizione”- cominciò a svitare e smontare il rubinetto. La situazione era particolarmente eccitante, amo guardare gli uomini a lavoro e l’ occhio continuava a cadere sul corpo di Luigi, mentre le attenzioni di Franco erano dedicate solo a me e, a ogni occasione buona, buttava la grande mano alle mie spalle per palparmi. –“Il bagno sarà pur nuovo, ma i tubi sono rimasti vecchi”- disse mettendo più forza nello svitare –“Ragazzi faccio un caffè, volete?”- interruppi il dialogo per dileguarmi dalle mani del papà prima che perdessi il controllo mettendomi a gattoni a succhiare entrambi –“Un goccino dai”- , -“Luigi?”- , -“No per me no grazie”- lasciai il bagno seguito da Franco e, quando aprii il frigo per prendere dell’acqua, subito sentii un BANG! che mi lanciò sulle chiappe seguita da una palpata, accostò le labbra alle orecchie –“Maialina”- , “Porco”- replicai già calda. Acchiappai la caffettiera e cominciando a preparare notai che il papà dell’idraulico era particolarmente eccitato, non buttò giù le mani dal culetto neppure per un secondo e, oltre ad aver infilato la mano dentro per toccare, con due dita diede inizio a una perlustrazione anale, si chinò alle spalle e, prestando la massima attenzione ai rumori provenire dal bagno, abbassò lo shorts per farmi sentire la lingua –“Aaahmmm”- ansimai a bassa voce –“Sei pazzo?!?”- , -“Si lo sono, e tu mi fai impazzire”- BANG! Un’altra sculacciata anticipò un ulteriore viaggio di lingua tra le chiappe che teneva ben larghe con mani. Cercai di mantenere il controllo, ma fu impossibile, cosi inarcai la schiena aiutandolo a penetrare con la punta, allungai le braccia all’indietro e tenni stretta la testa al buchetto –“Siiii”- sussurrai–“Ti piace porca vero?”- , -“Siiii”- godevo già come una vacca. –“Papà puoi venire un secondo?”- venimmo interrotti dal figlio che richiedeva aiuto –“Arrivo”- diede due ultime leccate e risollevò gli shorts. Tutta eccitata versai il caffè e chiamai l’uomo –“E’ pronto”- non arrivò solo –“Si come pensavo, si è rotta la guarnizione”- disse Luigi sulla porta della cucina -“Ah ecco, dove posso trovarla?”- , -“C’è un negozio di idraulica qui vicino, faccio un salto a prenderla”- , -“Ma no vado io, tranquillo”- , -“Non preoccuparti, so quale ci vuole, cosi non devi stare a spiegare, nel frattempo bevete il caffè con calma”- che ragazzo gentile e disponibile pensai –“Papà mi lasci le chiavi dell’auto?”- l’uomo si voltò e senza batter ciglio sfilò il mazzo dalla tasca e glielo lanciò –“Arrivo subito”- andò via lasciandoci soli. Quando la porta si chiuse alle sue spalle Franco si alzò saltandomi addosso, infilò la lingua nella mia bocca e cominciò a leccarmi tutta –“Senti come ce l’ho duro puttanella”- poggiò la mia mano sul membro –“Lo vuoi?”- , -“Si lo voglio”- afferrò i capelli e con forza mi portò contro il cazzo che stava bello duro –“Succhialo un po’”- sbragai di fretta e tirai fuori quel cazzone grosso che risucchiai senza perder tempo –“Cosi brava tutto in bocca”- gemeva eccitato spingendolo dentro –“Succhia troia”- , -“Come sei brava”- salivo e scendevo con velocità sull’intera asta, il tempo a disposizione era davvero poco, Luigi poteva rientrare da un momento all’altro, ma la voglia di cazzo era immensa –“Dai che ti scopo veloce prima che ritorni”- tirò su il mio corpo e posizionandomi faccia al lavandino piazzò il suo corpo dietro il mio e, dopo aver portato di nuovo il pantaloncino alle ginocchia, puntò il cazzo al buchino e cominciò a spingere –“Aaaahi”- gridai dal dolore –“Prendilo tutto troia dai”- spingeva con forza riuscendo a farlo entrare tutto –“Aaaah si”- non vi furono mezze misure, iniziò a scoparmi subito –“Godi troia”- continuava a dirmi –“Si siii”- , -“Volevi succhiarti mio figlio nella doccia vero?”- , -“Mmmmhmh”- , -“Ti piacerebbe vero farti inculare da lui?”- , -“Si voglio che mi scopi forte”- spinse dentro più intensamente. Con una mano strizzava il capezzolo e con l’altra tirava indietro la mia testa per i capelli –“Siiii scopami”- gemevo vogliosa –“Sei una puttana, ora ti scopiamo in due”- , -“Siiiii”- le grandi palle iniziarono a sbattermi contro –“Fammi sborrare puttana dai”- , -“Siii sbattimi”- rallentò i movimenti e aspettò che fossi io a penetrarmi spingendo il culetto all’ indietro –“Cosi brava troia cosi”- era estasiato –“Voglio i vostri cazzi”- proseguii ansimando in calore –“Si troia”- Purtroppo sul più bello venimmo interrotti dal campanello, Luigi era ritornato. –“Cazzo”- disse sollevandosi i pantaloni in fretta e furia, sistemai lo shorts e raggiunsi il figlio al portone –“Eccomi, fatto tutto, meno male gli aveva uguali”- , -“Ottimo”- , -“Ora te li sostituisco”- , -“Va bene grazie”- , -“Beh non avete bevuto il caffè?”- domandò fissando le due tazzine piene sul tavolo. Un momento di imbarazzo invase quella stanza e senza perder tempo –“Era troppo caldo, io lo bevo freddo”- dissi cercando di non destare sospetti –“Aaah. Ok vado a cambiare le guarnizioni. Godetevi pure il caffè”- scomparve nel corridoio. –“Woouff ci ha quasi scoperti”- sussurrò Franco –“Tranquillo, non si è accorto di niente”- si avvicinò a me con in mano la tazzina –“Però fammi sborrare, non posso andare via cosi”- cominciò a bere il caffè mentre tornai in ginocchio a spompinarlo silenziosamente –“Cosi brava succhia, sii”- ansimò facendo attenzione ai movimenti del figlio nel bagno –“Dai che non ci vede succhia troia”- era davvero eccitato –“Vuoi che ti ciucci davanti a tuo figlio?”- , -“Mmmmh si magari”- , -“Dai che te lo spompino davanti ai suoi occhi dai”- , -“Siii cosi cosi”- segai con velocità il glande che poggiai sulla lingua –“Sii vengo cazzo vengo”- afferrò la nuca per una mano e spintonò tutta la nerchia in bocca facendomi ingoiare tutto senza sporcarmi –“Aaaah brava”- sollevò lo slip e ci ricomponemmo –“Come procede?”- gridò al figlio –“Due minuti, sto risistemando il pomello”- , -“Sei la mia troietta”- disse alle mie orecchie prima di dirigersi al bagno. –“Ok, ecco qui ora funziona e non gocciola più”- disse Luigi al mio arrivo –“Finalmente, grazie mille”-. Tornammo in cucina e pagai l’idraulico che fece pure lo sconto –“E’ stato un piacere”- salutò stringendo la mano –“Andiamo, ciao Gabriele, alla prossima”- dissero in coro lasciando l’appartamento. Il testosterone stava ancora a mille, andai al bagno completamente eccitato, tirai fuori il cazzo e cominciai a masturbarmi nel punto esatto dove poco prima Luigi era seduto a lavoro –“Mmmmm ti voglio”- cercavo il suo profumo –“Ahhh aaahh ahhh”- sborrai all’istante sul box. Che situazione ragazzi, ma ancora non mi sentivo totalmente soddisfatto, non era Franco che desideravo, ma Luigi. –“Ciao, questo pomeriggio mi sono completamente scordato, volevo farti vedere anche il rubinetto della cucina, si sta otturando. Quando sei libero avvisami!”-
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