Racconti Erotici > Gay & Bisex > In palestra
Gay & Bisex

In palestra


di mare3663
21.06.2012    |    25.876    |    4 9.4
"Nel timore che qualcuno potesse entrare nello spogliatoio, ci infilammo nella stessa doccia ed io, in ginocchio davanti a quella meraviglia, cominciai a..."
IN PALESTRA


Da alcuni anni vado in una palestra, per mantenere un po’ tonici i muscoli.
Nel tempo è nata una sorta di amicizia con gli altri colleghi, con i quali capita molto spesso che, completamente nudi, prima di andare alla doccia od al ritorno dalla stessa, ci si fermi a chiacchierare del più e del meno “come mamma ci ha fatto”.
Forse in ognuno di noi è sepolta una tendenza all’esibizionismo….anche quando non abbiamo nulla di straordinario da mostrare…
Invariabilmente, anche se senza dare nell’occhio, ognuno di noi getta lo sguardo sulla “dotazione” degli altri, per confrontarsi: chi ce l’ha più lungo, chi più grosso, chi scappellato, chi circonciso.
Uno dei colleghi, un bell’uomo sui 45 anni, atletico e muscoloso, dispone di uno splendido cazzo che, a completo riposo, pende per circa una quindicina di centimetri: magnificamente proporzionato fra lunghezza e diametro e con un glande ben fatto e della giusta misura.
Credo che, se non tutti, molti di noi si chiedano quanto grosso possa diventare in piena erezione!
Un po’ di tempo fa, per una fortuita circostanza dovuta al fatto che entrambi eravamo arrivati più tardi del solito, ci siamo trovati da soli nello spogliatoio, prima di andare alla doccia.
Lui era già nudo ed io cominciavo a spogliarmi.
Con la coda dell’occhio, notai che il suo bel cazzo, normalmente pendulo ed a riposo, cominciava ad alzarsi, a gonfiarsi, a diventare rosso e turgido.
Mi denudai continuando a far finta di nulla, ma il mio cazzo non era d’accordo a fingere indifferenza e cominciò ad alzarsi anche lui, sebbene non poderosamente quanto il suo.
“Sapevo da tanto che anche a te piacciono i maschi”, mi disse: i tuoi sguardi golosi ti tradivano esplicitamente! Anche a me piace fare sesso con gli uomini, ricevere lunghi pompini e farmi inculare! Ed a te?
Sembravamo fatti l’uno per l’altro: a me piace fare pompini ed infilare il cazzo in un bel culo accogliente.
Nel timore che qualcuno potesse entrare nello spogliatoio, ci infilammo nella stessa doccia ed io, in ginocchio davanti a quella meraviglia, cominciai a praticare lo sport che più adoravo: il pompino.
Presi in bocca il suo cazzo, mentre l’acqua della doccia scrosciava su di noi.
Il mio cazzo era di marmo ed il suo mi riempiva completamente la bocca (e ne avanzava un bel po’) togliendomi il respiro.
La mia lingua sollecitava quella magnifica cappella, sul buchino, sul filetto, sotto le palle, lungo l’asta, procurandogli intensi brividi di piacere.
Usava la mia bocca come una fica e la stantuffava violentemente: avanti ed indietro, avanti ed indietro, mugolando del piacere che gli procurava lo sfregamento sulla mia lingua e nell’interno delle mie guance.
Il respiro accelerò, la velocità delle penetrazioni aumentò ed il mugolio si fece continuo: il pube cominciò a contrarsi ed io sentii il fiotto del suo sperma che mi riempiva la bocca, colando dagli angoli. Che buon sapore!
Ingoiai quello che avevo raccolto in bocca e l’acqua della doccia lavò quello che mi era colato sul petto.
Il mio cazzo era duro, gonfio e rosso: girai di schiena il mio partner ed affondai dentro di lui stantuffandolo potentemente e velocemente: non ci volle molto perché anche io schizzassi tutto il mio orgasmo.
Quando ritirai il mio cazzo, ormai, moscio, il mio sperma uscì a fiotti dal suo culo e venne portato via dall’acqua.
Ci lavammo, ci asciugammo e ci ritrovammo, esausti, nello spogliatoio.
Prima di lasciarci, mi disse: perché non trovi una scusa con tua moglie e non vieni a casa mia, stasera?
La mia è con i bambini dalla mamma, al suo paese. Se vieni, facciamo cena a base di pesce.
L’idea mi attirava: a mia moglie dissi che, a causa di una riunione, avrei fatto tardi e poi sarei andato a cena con i colleghi.
A casa di colui che, ormai, era diventato un amico-complice, preparammo la tavola e lui mi fece accomodare in sala da pranzo, mentre, così disse, andava a preparare.
Tornò dopo un poco, completamente nudo e con una piccola zuppiera di spaghetti: il sugo era un normalissimo sugo di pomodoro.
Al centro della tavola, un altro piatto con dei piccoli wurstel ed accanto una ciotola di maionese.
Mi chiese di spogliarmi completamente ed accomodarmi a tavola: cosa che feci prontamente.
Mi servì gli spaghetti e, per se, dopo aver riempito il proprio piatto, ne aggiunse una piccola quantità in un piattino più piccolo.
Si accomodò e mangiammo gli spaghetti, che, nella loro semplicità, erano buonissimi.
Perché mi avevi promesso una cena a base di pesce? Chiesi.
Senza rispondermi, si alzò: il suo cazzo troneggiava di nuovo duro, gonfio e rosso al di là della tavola.
Si avvicinò al piattino di spaghetti, che aveva preparato a parte e che erano ormai quasi freddi, se ne avvolse una parte attorno al glande, mi si avvicinò e porse alla mia bocca quel meraviglioso omaggio.
E questo, secondo te, cosè?
Inutile dire che mangiai quegli spaghetti di grande gusto e leccai “la bacchetta” con grande gusto, fino a far scomparire qualunque traccia di condimento.
Mi imboccò molte volte ed, ogni volta, durante la lunga, intensa leccata che regalavo al suo cazzo, mugolava come se stesse per sborrare proprio in quel momento.
Questo gioco durò piuttosto a lungo ed ogni volta io mi preparavo a quella spruzzata che credevo avrebbe ricoperto di sperma il mio viso.
Quando passammo al secondo, egli prese un piccolo wurstel, me lo infilò in bocca e poi, immerso il suo cazzo nella maionese, mi infilò in bocca anche quello…ed anche quello io leccai coscienziosamente, fino a far sparire qualunque traccia di condimento.
A quel punto avevo capito molto bene il gioco e mi adeguai: presi un wurstel, lo immersi nella maionese e glielo ficcai nel culo come una supposta.
Poi infilai il mio cazzo nella maionese e lo inculai a dovere.
Infine, con un dessert alla crema le parti si invertirono: mi infilò in culo il suo cazzo, ben lubrificato dalla crema ed io sentii suonare le campane, quando quell’arnese rovente mi rovesciò tutto il suo liquido d’amore nelle viscere.
Allora mi disse: non ho mai fatto un pompino, ma con te voglio sperimentare cosa si provi.
Mi prese il cazzo in bocca e me lo leccò, succhiò, slinguò come avrebbe fatto una vecchia troia di grande esperienza.
In pochi minuti venni due volte e lui bevve tutta la mia sborra.
Poi, sfiniti, ci lasciammo con la promessa che, appena possibile, avremmo fatto insieme un’altra cena “di pesce”.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In palestra:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni