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Gay & Bisex

L'odore e il sapore - Le sue mani


di rajo
17.05.2013    |    12.872    |    8 9.6
"Salta su appena ne ha l'occasione - ribatte con un ampio sorriso, senza riuscire però a placare la mia vergogna..."
Mi sono ripromesso di non eccitarmi. Ma a 18 anni è dura tenere a bada gli ormoni, specie se sei nudo, steso su un lettino, e accanto a te c'è un uomo di 50 anni, caldo, maschio, intento a percorrere con la sua mano ogni centimetro del tuo corpo. Un'esplorazione certosina di piedi, gambe, inguine, petto, spalle, viso. Ovunque. Ogni movimento della sua mano che scivola delicatamente su di me è una pugnalata al mio proposito iniziale.

L'uomo in questione è un dermatologo di gran fama nella mia città, ricco, bello, con una moglie figa che scoperà senz'altro ogni sera. La mattina la dedicherà di certo a quella mignotta della segretaria e alla sua minigonna di carta velina, penso, mentre le mani di lui continuano imperterrite a sondare la mia pelle. "BASTA!" mi dico. "La prossima volta mi riempio di bromuro prima di una visita". Il suo involontario massaggio prosegue, gettando nuovamente alle ortiche il mio tentativo di rimanere impassibile. Indugia sulle cosce, invitandomi ad allargare le gambe. Prosegue esplorando il mio inguine: solleva i testicoli, osserva con attenzione il pene, si sofferma sui peli pubici per accertarsi che non ci siano nei, macchie o quant'altro. E va avanti. Con quella mano grande e forte, con quelle dita grosse e ruvide avrà sditalinato le sue innumerevoli donne, facendole urlare di goduria, e innumerevoli volte con quella stessa mano sarà sceso a saggiare la propria eccitazione nei pantaloni, lì seduto nel suo studio, tra una visita e l'altra, impregnandola di preziosi odori virili, di forti sapori maschi.. Nella mia testa sono lì, tra le sue gambe, nascosto dalla scrivania, ad aspettare che lui mi porga la sua mano con l'ordine tacito di annusarla e godere del suo odore. Essenza sublime di uomo eccitato.
La sua voce mi distoglie improvvisamente dai miei pensieri - Ora che ti giri attento a non bucarmi il lettino.
-Co..come?- Sorride bonariamente. Il timore di aver fatto un'abnorme figura di merda lascia posto alla certezza: il mio cazzo si erge spocchiosamente verso l'alto, tosto e duro, sanguigno, paonazzo come la mia faccia. Che il mio dottore non sia un perfetto sconosciuto ma un amico di famiglia di lunga data non fa che rendere il momento ancor più imbarazzante: -Oh cazzo scusa Massimo- tento di riparare -non pensavo..cioè non volevo..-Ma smettila, hai diciott'anni, è normale..salta su appena ne ha l'occasione - ribatte con un ampio sorriso, senza riuscire però a placare la mia vergogna. -Adesso smettila di sbavare sulla mia segretaria e voltati che controlliamo la schiena-
Sorridendo nervosamente obbedisco e mi giro, tentando malamente di posizionare la mia ingombrante eccitazione che imperterrita moltiplica il mio imbarazzo. Offro la schiena al dottore, che come nulla fosse continua il suo lavoro, posizionando di tanto in tanto la sonda su un neo per osservarlo poi sullo schermo. Mi parla di colori, forme, rischiosità e prevenzione. Ma la mia mente è ancora lì, tra la vergogna e la forte eccitazione di essere nelle mani dell'uomo che fin dalle prime seghe occupa le mie fantasie. Scende e comincia ad esplorare le natiche, prima una chiappa, poi l'altra. Poggia la sonda e con entrambe le mani divarica leggermente le mie chiappe alla ricerca di altri nei. E lì accade tutto.
-Non è la mia segretaria che ti fa rizzare il cazzo, vero? -la sua voce bassa e profonda mi arriva addosso come un ceffone -Ho fottuto così tanti culi da riconoscere il buco slabbrato di una baldracca a chilometri di distanza- Mi si gela il sangue nelle vene. -Ma io.. -Zitto e lecca queste. Mi piazza due dita davanti alle labbra e mi forza ad aprirle. La sorpresa diventa incontrollabile voglia di servire quel maschio ed obbedirgli incondizionatamente. Il sangue riprende il suo corso, tornando ad intostare il cazzo. -Ecco cosa succede a succhiare il cazzo a mezza città. Che prima o poi lo vengono a sapere tutti. Anche tuo padre, che credi... Troia.
-Che cosa?! Ma io non .. Ahhh! -Le due dita che ho insalivato si ficcano senza troppi complimenti nel mio culo, provocandomi un dolore lancinante. Prende a fare su e giù, costringendo il mio ano ad una dilatazione improvvisa e terribilmente dolorosa. Urlo. -Adesso ti faccio stare zitta io. Sfila le dita dal mio culo, si piazza in piedi vicino alla mia faccia, si slaccia la cintura, abbassa la zip e mi affonda il viso sul suo pacco, oscenamente voluminoso -Bene così, ora con quella linguetta mi lavi per bene, che ho caldo e sto lavorando da stamattina.
L'odore conferma le sue parole. Un aroma di maschio mi pervade le narici: testosterone puro, a fottermi il cervello. Non capisco più nulla. Mi insinuo tra le sue gambe per godere appieno della sua virilità profumata e così orgogliosamente ostentata, strusciando il viso ripetutamente contro i suoi boxer ormai incapaci di contenere un'erezione magnifica. Grugnendo mi allontana e tira fuori quell'arnese grosso e spesso, talmente irrorato di sangue da sembrare sul punto di scoppiare. Scendo dal lettino, mi inginocchio ai suoi piedi e afferro il suo cazzo, lo tocco, lo accarezzo, mi fermo a guardarlo, instupidito da un pezzo di carne maschia così dura e profumata: una mazza rubiconda sormontata da una cappellona lucida e succosa. -Tieni l'osso, cagnetta. Cedo. Apro la bocca e lo faccio affondare. Una, due, tre volte. Sempre più lentamente, sempre più voglioso di saggiare il più recondito sapore di quel dono di natura. Il mio dottore mugugna di piacere. Mi fermo, mantengo la sua mazza al caldo del mio palato e comincio a solleticare la cappella con la punta della lingua, facendola roteare tutt'intorno con calma e voluttà. Gocce di presperma testimoniano la goduria che sto regalando al mio uomo, gocce che assaporo come il succo più prezioso. Continuando a giocherellare con la lingua, avanzo su quel cazzone sempre più duro, fino ad affondare con il viso tra i folti peli del mio maschio sconquassato dal piacere. Naso e bocca. Odore e sapore. Lui è mio territorio ormai, potrei riconoscerlo tra mille soltanto leccandolo o annusandolo. Su e giù, su e giù, velocizzo gli affondi in gola, lui risponde gemendo ritmicamente. Ci siamo. Mi afferra la testa, spinge con forza il cazzo nella mia bocca e si abbandona al violento orgasmo di uno stallone da monta -Bevi cucciolo bevi tutto.
Un ordine a vuoto, perché il suo seme è già sul mio palato; il sapore forte che avverto è l'ultimo dei regali sensoriali che ricevo da quel magnifico uomo. Mando giù. Parte della sborra mi è colata fuori dalla bocca, andando a impiastricciarmi il pizzetto. Negli ultimi spasmi di piacere, il mio dottore si premura di raccattarla con le dita e portarmela alla bocca. Avidamente lecco, fissandolo negli occhi e godendo della sensazione di assoluta sottomissione che il ripulire le sue mani mi dona.

Mentre cerco di rimettermi in sesto, lo vedo alla scrivania, intento a chiamare qualcuno al telefono -Si, è qui. Si si, ora tocca a te.
Conclude la chiamata e torna verso di me. -Vai vai..
-Ma, a telefono chi..
Non faccio in tempo a finire la mia domanda che mi ritrovo tre dita in bocca. -Non preoccuparti, tempo al tempo. Ora vai.

Mi vesto ed esco, con in bocca il suo sapore e un dubbio atroce in testa.


(Racconto di fantasia)
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