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Gay & Bisex

Lo sbruffone - parte 4


di ennese80
28.02.2018    |    16.866    |    6 9.0
"“E adesso arriva il cazzo” disse Alessio ammirando il mio culo ormai incredibilmente arrossato da quelle “carezze”..."
Capitolo 4

Fu piacevole trascorrere il pomeriggio con lui, si stava rivelando differente dal ragazzo che sembrava in apparenza mostrando anche di essere intelligente e divertente. Restammo nudi, giocammo alla playstation nudi e continuammo anche con giochetti di dominazione. Diverse volte mi fu ordinato di leccare parti del suo corpo ed ogni volta da, bravo schiavo, ringraziavo ed eseguivo. Lo accompagnai anche in bagno per far svuotare la sua vescica nella mia bocca e sul mio corpo. Il dildo restò piantato nel mio corpo per tutto il pomeriggio. Mentre giocavamo, il mio padrone, aveva stabilito delle regole se vincevo io dovevo leccargli i piedi, se vinceva lui mi sculacciava, ovviamente da schiavo ero comunque io a dover subire.
Ormai ero calato in quel ruolo e, poche settimane prima, non avrei mai pensato potessi trovarmi così a mio agio nell’essere comandato e nel subire i desideri di dominio di qualcuno.
Fui anche “costretto” ad andare ad aprire la porta al ragazzo che consegnava le pizze con indosso solamente un accappatoio e col dildo sempre ben piantato nel mio retto.
Fui il suo schiavo anche durante la cena infatti, prima di poter mangiare io, imboccai il mio padrone e quando fu il mio turno di cenare dovetti farlo inclinato sul tavolo, in una posizione alquanto scomoda in realtà, mentre Alessio faceva muovere il dildo fuori e dentro il mio retto.
Finità la cena Alessio si prese il cazzo in mano, già duro, e disse “muoviti che ho voglia del tuo culo”.
Andammo in camera e ormai sapevo cosa dovevo fare. Salii sul letto e mi misi a 90, chinai il busto e la testa sul letto porgendo ancora di più il mio culo alle voglie del mio padrone.
Una prima sculacciata arrivò a colpire la pelle delle mie natiche, gemetti in parte di piacere e in parte di dolore. Le sculacciate continuarono a ripetizione, sempre di notevole intensità.
“E adesso arriva il cazzo” disse Alessio ammirando il mio culo ormai incredibilmente arrossato da quelle “carezze”.
Mi allargò le chiappe, la pelle e i muscoli erano indolenziti da quel trattamento. Sfilò finalmene il dildo dal mio retto e con due dita accarezzò il mio buchino che, fino a quel momento, era stato piacevolmente torturato da quel fallo di plastica.
Sputò un paio di volte centrando perfettamente il mio ano e poi sentii la sua cappella poggiarvisi sopra e velocemente entrare dentro di me. Si mosse quasi con furia dentro di me, mi scopava in maniera selvaggia ed era incredibilmente piacevole.
Come da consuetudine venne dentro di me. Mi si distese accanto e mi baciò “Cazzo quanto mi fa godere il tuo culo” mi disse.
Afferrò il mio cazzo e iniziò a masturbarmi e nel mentre mi baciava. Dopo poco staccò le sue labbra dalle mie “Che non lo sappia mai nessuno altrimenti me la paghi” e iniziò, con mio incredibile stupore, a succhiarmi il cazzo. Era la prima volta da quando facevamo sesso insieme che Alessio stava pensando al mio godimento senza che ciò significasse comunque una qualche forma di dolcezza. Era un po’ imbranato, evidentemente non era qualcosa a cui era avvezzo, forse addirittura era la prima volta che la sua bocca incontrava un cazzo. Lo avvisai quando stavo per venire, si staccò dal mio cazzo, prese la mia cappella nel suo pugno e gli venni in mano. “Non ti abituare a questo trattamento puttanella mia” e mi porse la sua mano da cui leccare via il mio sperma.
“Andiamo in doccia così da bravo schiavo mi lavi”. Eseguii i suoi ordini e mentre l’acqua scorreva io lo insaponavo accarezzando ogni centimetro del suo corpo.
Ero in ginocchio davanti a lui intento lavargli cosce e polpacci quando sentii arrivare sulla mia testa un getto aggiuntivo a quello dell’acqua. Compresi che era la sua pipì e sapevo cosa fare, chiusi gli occhi, aprii la bocca ed alzai il viso verso quel getto.
“Bravo schiavetto. Ma sai che ho ancora voglia del tuo culo?” Mi alzai e glielo porsi, non servivano lubrificanti, il suo cazzo entrò in me. Quello era uno dei fattori decisamente positivi della sua età, era praticamente sempre pronto, il suo cazzo era quasi perennemente in tiro. Durò parecchi minuti e dopo l’orgasmo completammo davvero la doccia.
Ci vestimmo, per essere precisi si vestii solo lui a me fu ordinato di farlo solo dopo che lui fosse andato via.
Eravamo sulla soglia, dal lato interno ovviamente, non mi sarei potuto certo mostrare ai vicini nudo.
Alessio mi guardava in viso con la solita espressione da stronzetto. Mi arrivò uno schiaffo. “Grazie padrone”.
“Sei stato un bravo schiavo oggi” e mi baciò.
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