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Gay & Bisex

MenAtPlay: Paolo


di honeybear
29.09.2014    |    5.846    |    0 9.7
"Così, come segno di sottomissione (che ingenuo… Non ha ancora capito che il sottomesso è in realtà lui)..."
Sono qui a succhiargli e mordicchiargli la cappella. È davvero grande! A fatica la avvolgo completamente con la lingua per coccolargliela e gustarmela a dovere. Picchiettando con la punta, gioco con il filetto del frenulo e con il piccolo orifizio in cima. La sua mano mi tira i capelli strattonandomi delicatamente, per ricordarmi che, nonostante tutto, lui è lì.
E non è solo!
Mmmmhhh…
Certo, la posizione non è ottimale, ma succhiare il cazzo del mio Presidente, da sotto la scrivania ed in presenza di altre persone (ovviamente ignare di quanto sta accadendo), è in assoluto uno dei miei sogni proibiti da sempre! Ed ora, sta diventando realtà!
Come sono finito in questa ennesima, improbabile situazione?
Così!

“Prego si accomodi” mi dice Paolo Ansaldi, dopo avermi fatto entrare nel mega ufficio.
“Che onore essere accolti direttamente dal Presidente…” commento sedendomi in punta all’enorme poltrona in pelle, su cui comunque mi sento sprofondare… Neanche fossi uno studentello chiamato a rapporto dal preside per essere stato sorpreso a fumare nei bagni della scuola. O quel famoso e sfigato ragioniere che dà il nome all’omonima saga…
“Nessun onore, ma semplice necessità: la signora Violanti si è dovuta allontanare per alcuni minuti. Andrò subito al punto! – ommadonna ci siamo… O si mette tremendamente male o infinitamente bene (e, riguardo al bene, non mi riferisco necessariamente a quanto avvenuto in auto con Roberto Montalto e chauffeur al seguito) – Abbiamo ricevuto la bozza del contratto di partnership sottoscritta dal Dottor Montalto. A quanto pare l’impressione che abbiamo, mi perdoni, che ha fatto è stata ottima…”
Tiro un sospiro di sollievo e smetto di sudare freddo… A qualsiasi impressione si stia riferendo (lavorativa o sessuale) chissene!! L’importante è il risultato!
“Bene, ne sono felice. Il contratto che firmerete, significa lavoro garantito per tutti. E per diverso tempo, credo!”
“È proprio così! La buona riuscita dell’operazione, del resto, è merito suo!” mi sembra di cogliere un pizzico di malizia nel suo sguardo. E quella mano laggiù, seminascosta dal pesante piano in mogano dell’enorme scrivania, devo interpretarlo come un altro segnale?!?!
“Beh… Che dire!? Ci tengo a far fare bella figura alla società… E anche a me stesso!” (per la miseria… Quanto ci impieghi a venire al dunque, Paolo! Devo o non devo cedere alle tue avences sessuali!? Cerchiamo di concretizzare, echecc@##o!!).
“E... Ehm, mi perdoni l’impudenza… – Oh! Dai che forse ci siamo. Quel sorrisetto sardonico, promette un bel passo avanti nello sblocco della situazione – Ma in che modo è riuscito a convincere il Dottor Montalto che è conosciuto come un osso duro nel nostro ambiente?”

E così, per rispondere a quella domanda assolutamente pertinente, e per dimostrare al mio presidente l’efficacia delle mie tecniche persuasive, eccomi al punto da cui ho cominciato: sotto la sua scrivania a giocherellare con la sua cappella!
Ha un buon sapore acidulo. Mentre continuo a succhiare e a masturbargli il cazzo, cerco d’immaginare il sapore del suo sperma. Da professionista consumata del mestiere, non farò come quelle novelline a cui la paura del fiotto violento induce a tenere gli occhi chiusi!
No. Proprio non se ne parla! Ho nella bocca la dura mazza di uno dei miei desideri proibiti e me la voglio gustare fino in fondo! Voglio vedere quel getto sul nascere, sentirlo stamparsi sul mio volto ingenuo, imbrattare la mia faccia come fece Ettore prima di lui.
Sono dell’idea che fare un pompino è un atto di dominio assoluto!
Non più donna e uomo. Non più uomo e uomo… Ma solo un dominatore e un dominato!
Ora, lui prova goffamente a nascondere i gemiti che il mio lavoretto sottobanco gli provocano e con la sua, aiuta la mia mano a tenere il ritmo giusto sul cazzo, mentre seguita a parlare con Ruggero Ascani e Giovanni Cabrotti, (quasi) come nulla fosse:
“Ed ecc… Ecco… - come dicevo, un pochino ansima mentre illustra ai due astanti l’esito positivo della vicenda – Ecco dunque – sospiro – perché, a mia personalissima sensazione…”
E via un altro panegirico riguardo la strategica importanza commerciale dell’operazione conclusa grazie alle mie innegabili capacità; intanto l’altra mia mano, che gli accarezza l’interno delle cosce pelose, soffermandosi sui coglioni, sembra non impensierirlo più di tanto!
Sento la tensione del membro aumentare. Lui continua a tirarmi e contorcermi i capelli.
“Ahi!”
“Prego?” sento chiedere a Giovanni Cabrotti.
Già perché l’arrivo dei due Soci, del tutto imprevisto, non ci ha minimamente rotto le uova nel paniere!

Ero già inginocchiato di fronte a lui quando i due bussarono alla porta. Gli avevo già slacciato la cintura e calato braghe e boxer, per liberargli lo splendido cazzo e lasciare che si stagliasse in tutta la sua lunghezza e larghezza! Avevo interposto una mano tra ‘lui’ ed il folto pelo pubico per accarezzargli il primo e picchiettare il secondo per irrigidirlo ulteriormente:
“Mmmhhh… Sììì… Bravo – lo sento sospirare – la miglior puttana con cui sono stato, non mi ha mai regalato niente di tutto questo!”
“Quando ci si affida a delle dilettanti!” feci appena in tempo a commentare: la segretaria stava facendo passare i due ospiti inattesi.
Fu un attimo. Nel momento in cui la porta si aprì, nell’istante esatto in cui Paolo augurò il buongiorno ai due, la mia bocca afferrò saldamente la mazza di lato, mentre la mia persona venne definitivamente spinta sotto il tavolo per continuare in serenità l’opera intrapresa!
“Tutto a posto, Dottore?”
“Cer… Ehm… Certo, certo! Non sap… Sapevo che la Violanti, fosse tornataaahhh… Qual è il motivo della vostra visitaaahhh!?”
E via con le spiegazioni dei due che Paolo, ascolta in religioso silenzio e, credo ad occhi strabuzzati (conseguenza di quanto sta avvenendo ai suoi piedi)!

Ma torniamo all’attualità!
Lo guardo dall’alto in basso con piglio corrucciato. I miei occhi s’incollano ai suoi.
Digrigna i denti: sta cercando di resistere. È eccitatissimo (e la cappella bordeaux è un segno eloquente che non ce la fa più. Che deve svuotarsi…), ma non può fare altro che contenersi. Vorrebbe inondarmi la faccia di sperma per celebrare degnamente l’esito positivo della trattativa (ammetto senza remore che, in una situazione come questa, lo preferisco nettamente allo champagne), ma, ribadisco, non può... Ed è questo senso di controllo che esercito su di lui ad eccitare me facendomelo rizzare.
Forte della mia posizione, continuo a far roteare la mia lingua esperta intorno alla cappella. Estraggo dalla bocca il suo cazzo: è tutto congestionato e fremente.
Lui tenta di prendere in mano la situazione ovvero s’aggrappa a due mani al suo gioiello (ne va fierissimo evidentemente!) e lo strofina sul mio nasino:
“Dottore, è sicuro che vada tutto bene?” Ruggero mi pare seriamente preoccupato.
Lui, con voce roca, lo rassicura come meglio può!
E allora l’altro, titubante, può riprendere il filo del discorso interrotto, riguardo i benefici economici che la join-venture porterà ad entrambe le società. Paolo ascolta fiero. Ma ‘sento’ che il suo unico pensiero è quello di sborrarmi addosso. Magari sulla cravatta. Così, come segno di sottomissione (che ingenuo… Non ha ancora capito che il sottomesso è in realtà lui).
No, no! Sono categorico! Lo farà al momento opportuno! E soprattutto sborrerà sulla mia faccia, come pretendono le vere troie! Ed io, se mi permettete... E per continuare a sentirmi la più puttana tra le puttane, a cose fatte, mi specchierò nel ripiano di cristallo della scrivania (o nel vetro della sua foto di famiglia), così… Tutta sporca!!
“Dottore…”
“Vaaahhh… Va tutto bene - Non ce la fa più, non ce la fa più!! – Volevooohhh… Volevo solo…”
Gli accarezzo i testicoli mentre continuo a segarlo, ammirando l’effetto ed il risultato a debita distanza. Ho voluto aumentare leggermente il ritmo, giusto per divertirmi un po’ e vedere come reagisce alla provocazione!
Bene direi!
S’avvicina d’un mezzo passo al bordo del tavolo, piegandosi leggermente su di esso.
Per qualche secondo m’insinua la cappella in bocca, ma solo quella: il resto è avviluppato nella mia mano destra che non molla!
Prova goffamente ad accarezzarmi. Riesce solo ad afferrarmi la zazzera che tira ostinatamente verso l’alto.
“Ahia…”
“Dottore…” i due si avvicinano seriamente preoccupati.
Li blocca alzando la mano libera.
“Ho detto – ansima – ho detto che va tutto… Uff… Va tutto bene!”
Continua a strattonarmi violentemente (sono perversamente divertita e soddisfatta del trattamento riservato e riservatomi) fino a che riesce ad afferrarmi il mento per appoggiare la cappella sopra alle mie labbra.
Non so perché nell’ufficio è calato il silenzio, mentre una goccina perlata appare magicamente alla sommità del suo cazzone…
Evviva, dai che ci siamo!
Un fiotto improvviso e violentissimo m’acceca (dritto sugli occhi). È caldissimo! Ed è seguito da una miriade di schizzi roventi e sfrenati che seguitano a colpire ritmicamente il mio bel volto.
Assaporo… Ha il gusto che m’immaginavo: salaticcio e dolce al contempo. Tutta questa roba comincia a colarmi via e, in lunghissimi densi fili, mi pende dal mento. Sono proprio contenta, sì sì!!
Soprattutto quando mi solleva e mi mostra come un trofeo ai due che mi guardano dapprima sbigottiti:
“…Volevo solo rendere onore al merito, all’artefice del nostro successo!” declama finalmente Paolo.
E poi maliziosi…

- Continua -
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