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Vacanze al Cairo - Capitolo 3


di aramis2
04.03.2019    |    8.817    |    5 9.2
"Lasciai cadere pantaloni e mutande, la mia verga saltò fuori, orgogliosa ed eretta, in attesa dell’attenzione di cui aveva bisogno..."
Eccoci alla terza puntata, fatemi sapere cosa ne pensate.

Capitolo tre
Quando arrivammo all’albergo gli uomini stavano evidentemente parlando di qualche cosa di sconcio perché quando entrammo interruppero immediatamente la conversazione.
“Perché non porti Michele nella tua stanza e ti fai aiutare a disfare i bagagli?” Suggerì mio padre.
Presi la chiave della mia stanza dalla tasca e chiesi al mio nuovo amico se voleva aiutarmi.
“Ok.” Disse: “Andiamo.”
Quando fummo nella stanza gettai le due valige sul letto, feci scattare le serrature e le aprii. Mi guardai intorno, stavo decidendo mentalmente dove mettere le cose quando Michele prese una bracciata di vestiti dalla valigia più vicina, aprì un cassetto dell’armadio e li lasciò cadere dentro.
“Così non ci vorrà molto.” Rise: “Prendi il resto e mettilo là” Aggiunse indicando il grosso guardaroba contro il muro: “Poi potrai raccontarmi un'altra storia eccitante.”
In due minuti finimmo di disfare le valige. Dopo tutto avrei potuto mettere a posto il giorno dopo, per il momento ero molto più interessato ad entrare nei suoi pantaloni o almeno dare un'occhiata alla sua attrezzatura.

Michele si sedette sul letto lasciandomi l'unica sedia della stanza su cui sedermi.
Io cominciai esitante: “Bene, c'è questo ragazzo alla mia scuola che continua a masturbarsi.... “ Poi continuai inventando la maggior parte della storia. Per tutto il tempo che parlai guardai il suo inguine cercando di vedere qualche segnale dell'effetto che speravo di avere su di lui. Fortunatamente il suo modo di stare seduto sul letto aveva tirato i pantaloncini stretti nel suo inguine e non solo riuscivo a vedere un contorno quasi perfetto del suo uccello e delle palle, ma anche un po’ delle mutande succinte attraverso la gamba degli shorts. Questo mi ispirò maggiori spunti di fantasia mentre continuavo con la mia storia.
Non passò molto prima che Michele si alzasse, districasse i pantaloncini dall’inguine e si sedesse di nuovo, ma questa volta coi piedi sull’orlo del letto e ginocchia in aria, dandomi così la possibilità di guardare direttamente nei suoi pantaloncini. Tentando di non farlo vedere, continuai a sbirciare dentro e finalmente vidi che stava avendo un’erezione. Dopo alcuni altri minuti mi interruppe e disse che doveva andare in bagno. Si diresse verso il bagno, aprì la porta ed entrò lasciandola aperta. Mentre tentavo rapidamente di pensare a qualche altra storia da raccontargli, mi resi conto che non c'era alcun rumore che indicasse che stava usando il water.
“Tony” Lo sentii chiamare: “Vieni a guardare.”
Quando attraversai la porta rimasi sbalordito nel vederlo giocare con un’erezione enorme!
“Guarda cosa hai fatto” Ghignò: “Ora devo farci qualche cosa.” e cominciò a farsi una sega.
“Fallo anche tu.” Aggiunse: “So che lo vuoi.”
Non ebbi bisogno che me lo chiedesse una seconda volta. Lasciai cadere pantaloni e mutande, la mia verga saltò fuori, orgogliosa ed eretta, in attesa dell’attenzione di cui aveva bisogno.
Mi avvicinai al water dove c’era Michele e quando cominciò a masturbarsi, lo feci anch’io. Il suo uccello, l’avevo notato, non era grosso come il mio, doveva essere lungo approssimativamente 13 centimetri. Aveva anche una massa di peli biondi, molti più dei miei e fui imbarazzato nel notarlo.
Venimmo insieme e nel puntare i cazzi nel water per gocciolarci dentro, si toccarono accidentalmente. L'effetto su di me fu elettrico, come se mi avesse colpito un fulmine.
“Questo è fottutamente meglio!” Disse lui ansando e cominciò a vestirsi. Deluso lo copiai e cominciai a rimettermi i pantaloni. Quando ritornammo nella stanza dissi che era ora di ritornare dai nostri padri.
“Ok” accettò Michele: “Ma devi promettere di pensare ad altre storie da raccontarmi quando ci incontreremo domani.”
Gli risposi che doveva essere il suo turno di raccontarmi qualche cosa. “Ok, ci vediamo domani.” E ritornammo al bar a raggiungere il resto del gruppo come se non fosse accaduto nulla.
Più tardi quella notte, dopo aver chiacchierato a lungo con mio padre dopo che gli altri
se ne erano andati, ritornai nella mia stanza e poiché faceva molto caldo, mi spogliai e mi sdraiai nudo sul letto.
Meditai sugli eventi del giorno e mi dissi che non era poi stato male! Non solo avevo visto due ragazzi masturbarsi, mi ero fatto anche un paio di belle seghe e sopratutto sembrava che i giorni a venire sarebbero stati altrettanto interessanti. Fu quella l’ultima cosa che ricordo prima di addormentarmi e dopo un'altra sessione in solitario.
Non vedevo l’ora si essere di nuovo solo con Michele con la speranza di continuare da dove avevamo smesso.

Il giorno seguente, essendo venerdì, era un giorno libero per mio padre. Dopo essermi svegliato ed aver fatto una doccia, scesi al ristorante e lo raggiunsi.
“Oggi ti mostrerò Heliopolis” mi disse. “È un posto veramente grande, ma non ti dovresti perdere se ricordi dov’è la Chiesa. In qualsiasi caso, se capita, devi solamente trovare i binari del tram e seguirli per ritornare qui.”
Mi spiegò che i taxi erano di due tipi, quelli 'locali' neri e bianchi, che sono molto convenienti ed i più costosi 'per turisti'.
“Se dovessi prendere un taxi, dì di portarti all'Hotel Beirut e quando arrivi chiedi all'uomo della reception di pagare, altrimenti ti imbroglieranno sul prezzo. “
Per pranzo mi portò all’Heliopolis Club che, come mi aveva detto Michele, era quasi completamente per gli stranieri mentre erano molto pochi gli egiziani che potevano permetterselo. Dopo un piatto di patatine fritte ed una Coca cola, andammo a sederci in piscina guardando pigramente i ragazzi che si schizzavano e chiacchierando di cose poco importanti. Io mi feci rapidamente l'impressione che anche se era contento che fossi lì, gli stavo rivoluzionando il modo di vivere. Non ne fui ne sorpreso ne deluso. Avrei potuto infatti rivolgere la cosa a mio vantaggio, avrei potuto andare da solo ad esplorare la città e magari avere un'avventura o due.
Guardandomi intorno improvvisamente mi resi conto che qualcuno stava freneticamente agitando una mano nella mia direzione. Guardando meglio quella figuri distante, vidi che era Michele che tentava di attirare la mia attenzione.
Gli feci segno di raggiungerci, lui nuotò attraverso la piscina, ne uscì e si sedette su di una sedia.
“Eilà!” Sorrise: “Come va?”
“Bene” Risposi: “Cosa stai facendo?” Continuai, rendendomi conto mentre lo facevo che era una domanda stupida.
“Nulla di preciso. Stavo solo annoiandomi. Non entri in acqua?”
Spiegai che non avevo l’attrezzatura da nuoto con me e sono sicuro che lui stava per dire qualche cosa di inopportuno ed osceno, poi si ricordò che c’era lì papà, cambiò idea e gli chiese se poteva cercarmi un costume.
Vedendo una possibilità di fuga, papà accettò rapidamente e mi diede i soldi per andare a comprarlo aggiungendo che se stavo lì con Michele, lui sarebbe andato per un drink coi suoi amici in centro al Cairo. “Quando nei hai abbastanza, vai a casa di Michele, io verrò più tardi” Disse alla fine alzandosi per andare via.
Michele ed io andammo alla Club House, cercammo il negozio e cominciammo a guardare per un costume da bagno.
“Che ne diresti di questo?” Lui chiese mostrandomene un paio che sembravano un perizoma più che altro.
“Che cazzata!” Dissi ghignando: “Non li indosserò, specialmente se le storie che mi racconterai saranno belle.”
Ne scelsi un paio più appropriato e chiesi dove potevo cambiarmi.
“Qui. Vieni, te lo mostrerò” Disse afferrandomi il braccio e praticamente trascinandomi verso i camerini.
La zona era fresca per l’aria condizionata e vidi con piacere che non c’era nessuno. Vidi anche che c’erano molti camerini. Michele si diresse verso l’ultimo che non poteva essere visto dall'ingresso e, tenendo la porta aperta, mi disse di entrare e cambiarmi.
Con mio stupore (e delizia), lui mi entrò dietro di me.
“Spero che tu non abbia problemi, ma mi è stato detto di aver cura di te, non è vero?” Disse sorridendo.
Rispondendo che non avevo problemi aggiunsi maliziosamente che forse avrei avuto bisogno di 'qualcuno che si prendesse cura di me!' Prendendo il suggerimento più rapidamente di quanto mi aspettassi, Michele mi afferrò rapidamente cominciò a slacciarmi la camicia lasciandola poi cadere a terra. Guardandomi negli occhi mi slacciò la cintura degli shorts, fece scivolare giù la cerniera della patta e con un movimento fluido trascinò giù pantaloncini e mutande. Ne uscii e rimasi su di un piede di fronte a lui sentendo che stava cominciando a diventarmi duro. Michele ne fu consapevole quando abbassò lo sguardo e fischiò piano.
“Cristo, come sei rapido!” bisbigliò: “Posso stringerlo?”
Avendo perso il potere della parola mi limitai ad accennare col capo.
La sensazione era incredibile. Mi era già capitato di avere la verga maneggiata da altri ragazzi a scuola, ma questo era diverso. Michele aveva un bel tocco morbido ed evidentemente ne stava godendolo quanto me.
Il mio cazzo ora era smisuratamente eretto e la mano di Michele si stava muovendo lentamente su e giù sull'asta, l'altra mano sotto le mie palle. C’era il grande pericolo di svenire per il piacere e mi spostai leggermente in modo da potermi appoggiare al muro.
Il mio nuovo amico, impreparato a quella mossa, lasciò andare l’uccello per un momento.
Gettando uno sguardo al suo inguine, vidi che dentro il suo costume da bagno aveva un'erezione come la mia che lottava per uscire dalla sua prigione.
“Vuoi togliermeli?”
“Ci puoi scommettere!” Dissi e mettendo i pollici alla sua vita li feci scivolare giù. La sua erezione saltò immediatamente fuori e vidi del liquido pre seminale sulla punta.
“Poi dici che io sono rapido” Sorrisi: “E tu allora?”
Senza aspettare risposta, presi il suo attrezzo e cominciai a stringerlo delicatamente.
Michele si lamentò di piacere e si mosse verso di me, prendendo di nuovo il mio pene rigido.
“Vuoi venire?” Chiese.
“Troppo giusto!” Risposi cominciando a masturbarlo.
La sua tecnica era meravigliosa, sembrava sentire quando stavo per venire smettendo al momento giusto. Ricordo anche di aver pensato che non poteva essere la prima volta che lo faceva.
Dopo essere stato molte volte sul punto di venire, dovetti dirgli di farmi eiaculare prima che svenissi. Lo fece e come se fosse una magia, lui eruttò nello stesso momento con sprizzi enormi, getti che mi colpirono il torace e corsero vischiosamente giù nel mio ombelico. Rabbrividendo di passione, non potemmo fare a meno di andare uno contro l’altro ed io fui ricompensato da un contatto praticamente completo con lui. Quasi inconsapevolmente lo circondai con le mie braccia e l'abbracciai stretto. La sua risposta fu darmi un morbido bacio sulla guancia e poi tirarsi via.
“Penso che faremmo meglio ad andare a nuotare e toglierci questa roba, non è vero?” bisbigliò. “Se non ci mettiamo troppo possiamo andare più tardi a casa mia. Mia madre resterà ancora fuori per un paio d’ore.”
“Andiamo!” Dissi di fretta: “Dimentichiamo il nuoto.”
“Non essere sciocco. Se tornerai a casa col costume nuovo non usato, tuo papà si chiederà cosa hai fatto.” Disse riuscendo a far sembrare anche quello erotico.
Di malavoglia mi dissi d'accordo con lui, ci mettemmo i costumi ed andammo in piscina per una rapida (speravo) nuotata.
L'acqua era perfetta e passammo circa un'ora a giocarci. Michele, come scoprii, non era un buon nuotatore come me, ma era un brillante tuffatore. Guardarlo caricare il trampolino e volare con grazia in aria e poi in acqua, era una delizia. Avevo anche un
piacere segreto sapendo che solo io, di tutte le persone presenti in piscina, aveva avuto la mia mano su quel pezzo del suo corpo che mostrava a perfezione il suo costume stretto. Questi pensieri naturalmente mi procurarono un'altra erezione e potevo ringraziare la mia buona stella di essere in acqua questa volta e di aver comprato un costume che non mostrava niente, poi dissi a Michele che era ora di andare.
“Qual’è la questione, non può aspettare?” Disse scherzosamente mentre entravamo nello spogliatoio e mi strinse allegramente l’uccello. Accorgendosi che avevo un’erezione furiosa, lo lasciò andare rapidamente ed aggiunse: “Me ne occuperò non appena saremo a casa”

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