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Vacanze invernali


di marcoromasex
13.08.2017    |    19.253    |    8 9.2
"Mi preparai per bene la fighetta e arrivai infine davanti al portone..."
Sarà la voglia di frescura ma mi è venuta in mente questa esperienza fatta qualche inverno fa...
Erano i giorni prima del Capodanno ed io dovetti rientrare a Roma per sbrigare alcune pratiche urgenti che dovevano essere pronte all'inizio dell'anno nuovo. Solo a casa preso un po' dalla noia e un po' dalla voglia di uccelli mi collegai al sito di incontri per vedere chi ci fosse in giro e soprattutto disponibile.
Alcuni minuti dopo ecco che arriva un messaggio: "Sei molto interessante. Che ne dici di farmi assaggiare quel bel culetto?" Non me lo lasciai ripetere e senza esitazione risposi subito:
"Certo, le tue foto promettono molto bene."
Organizzammo l'incontro da lui. Era un bel quarantacinquenne lombardo in vacanza da solo e si era fatto prestare un appartamento da un conoscente in un palazzo d'epoca in centro, Ultimo, ma non meno importante, faceva il metalmeccanico. Ho sempre avuto un debole per i maschi duri in tutti i sensi e questo accresceva la mia voglia di farmi usare a dovere da chi ci sapeva fare davvero. Mi preparai per bene la fighetta e arrivai infine davanti al portone. Suonai, lui mi fece salire e mi fece accomodare in salotto. Mentre mi versava da bere e parlando del più e del meno, improvvisamente mi disse:
"Sai, ora sto aspettando un mio amico, gli ho detto che c'era un bel bocconcino e si è reso disponibile per un trio. Stasera ti facciamo lavorare".
All'oscuro di tutto stavo quasi per andare via preso dal timore di ritrovarmi tra due belve affamate di sesso ma poi la curiosità della situazione insolita prese il sopravvento e decisi di rimanere, Chiesi solo chi fosse, come fosse, per me era un'incontro al buio, non avevo la minima idea del suo aspetto. Mi tranquillizzo:
"E' un mio compagno di merende fidato, vedrai ti piacerà".
Dopo un po' suonano il campanello e Andrea, il metalmeccanico, andò a rispondere. Io avevo il cuore in gola, pensavo, ecco è arrivato il mio momento per darmi completamente a due maschi arrapati. Non ebbi il tempo di finire il pensiero che sentii parlottare tra loro Andrea e il nuovo venuto che aveva una voce talmente sexy e profonda che sentii il buco del culo sussultare. Ed eccolo lì Stefano, sui trentacinque anni, molto ben fatto e barba curata. Andrea ci presentò e devo dire che ebbe ragione. Mi piaceva. Finiti i convenevoli passammo in camera da letto. Andrea e Stefano cominciarono a baciarsi e a spogliarsi e mi presero e mi tirarono verso di loro per mettermi in mezzo. Sentivo le loro mani su di me che mi toglievano il maglione, i pantaloni e ci ritrovammo tutti e tre con le nostre lingue che si torcevano tra di loro. Andrea mi tolse i boxer dandomi una pacca sulle chiappe:
"Che bel culo tesoro, sei proprio da montare".
Mi fecero inginocchiare in mezzo e liberai i loro cazzi dagli slip. Quello di Andrea dritto e lungo, quello di Stefano più corto ma molto largo che a malapena riuscivo a chiuderlo in mano. Erano due statue, un filo di peluria sul petto che scendevano sull'ombelico facendo la cosiddetta striscetta e si allargava nuovamente ricoprendo tutto il pube. Non capii più niente e mi ritrovai subito con i cazzi dei due torelli in bocca, belli turgidi, che a turno me l'infilavano e lo lasciavano uscire per dare spazio al compagno.di fare altrettanto. Mentre cercavano di infilarmi in bocca tutti e due i pezzi di carne sentii che bisbigliavano qualcosa, di certo stavano decidendo chi doveva essere il primo a godere e a trapanarmi il culo. Ero eccitatissimo, la prima volta che dovevo soddisfare due stalloni e il primo fu Stefano, di certo con la sua stazza mi avrebbe allargato per bene. Mi buttò sul letto a pancia in giù e si mise su di me. Sentivo il suo peso e il suo cazzo che premeva sul buco. Indossò il condom e cominciò a lubrificarmi il pertugio voglioso con il dito. Lo volevo tutto dentro, l'eccitazione mi aveva reso una cagna in calore che vuole soltanto essere sbattuta e diventare lo sborratoio del maschio di turno. Sentii la cappella che premeva sempre di più, tre o quattro andirivieni e subito me lo ficcò tutto fino alle palle. Restai senza fiato per il dolore e al contempo per il piacere mentre mi sussurrava all'orecchio:
"Ti piace, vero, troia? Lo so che ti piace, voglio possederti a lungo":
Stefano cominciò a stantuffarmi gemendo per il godimento. Andrea intanto mi stava davanti e mi ficcò il cazzo in bocca mentre diceva:
"Tranquilla puttana, Stefano vuole solo sfondarti il culo."
Con le mani mi aggrappavo alle natiche di Stefano che si contraevano per dare quei colpi micidiali fino a quando ansimò sempre di più, si irrigidì scaricando il suo pieno di sborra nel buco caldo ormai slabbrato.
Ora toccava ad Andrea. Mi fece sdraiare e tenendomi la gambe aperte mi penetrò con tutta la foga che aveva. I suoi occhi erano gonfi per lo sforzo e per il piacere e mentre mi impalava mi insultava dicendomi:
"Brava zoccola, hai un buco meglio di una figa bagnata. Prendilo tutto fino ai coglioni, le senti le palle che sbattono sulle chiappe, eh, troia?"
Non finiva mai, fino a quando non lo sentii gridare e accasciarsi su di me, si muoveva a scatti, tante volte quanti furono gli schizzi che mi inondarono il culo.Venni anch'io con una copiosa sborrata finale. Dopo l'orgasmo si staccò lasciandomi a gambe larghe con il buco ancora aperto. Mi avevano distrutto ma ci salutammo con la cortesia e il savoir faire di quando c'eravamo presentati. Solo quando fummo sulla porta ci accorgemmo che era rimasta aperta. Ci guardammo e Andrea disse:
"Ci avranno mica sentiti, o peggio visti?"
Il tutto finì con una grassa risata.
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