incesto
Capitolo 1 - Confessioni di una madre frustrata
di milflover95
15.11.2023 |
22.833 |
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"E non sarebbe stato l’unico rito di passaggio di quel periodo..."
Ciao come averete capito sono un grande fan del genere racconti milf e simili. Mesi fa ho conosciuto il racconto di Maria una scrittrice molto brava e l'ho contattata per farle le congratulazioni e mi ha chiesto la cortesia di pubblicare su altri siti i suoi racconti, che devo dire sono molto molto belli e ho accettato molto volentieri. Spero vi piaceranno come sono piaciuti a me..
Capitolo 1
Mi presento, sono Maria e ho 44 anni. Sono una banalissima madre casalinga del centro Italia.
Vivo con mio figlio Angelo che proprio in questo periodo compirà 20 anni.
Sono rimasta vedova pochi anni fa, nell’ormai lontano 2019; mio marito, nonché padre di mio figlio, è venuto a mancare a causa di un problema cardiaco e ci ha lasciato una buona eredità che ci consente di vivere senza particolari preoccupazioni.
Penso che il lettore abbia intuito le ragioni per cui ho deciso di scrivere questa confessione: raccontare il mio rapporto (morboso) con Angelo che è anche il motivo per cui ho conosciuto questo sito.
Voglio avvertirvi. Non è mia intenzione raccontarvi un crescendo di (fantasiose) acrobazie sessuali né una catena di seduzioni e orge con parenti, amici ed estranei. Voglio descrivervi delle dinamiche madre-figlio che mi stanno estenuando e mi sono ripromessa, iniziando questo racconto, di parlarvi con la verità sia per sfogarmi sia per ottenere da voi (perché no?) un consiglio e un conforto sulle mie scelte.
Per prima cosa descriverò me e lui, poiché voglio che possiate immaginarci (e provare a capirci) nel corso di questo "teatrino incestuoso" tra di noi.
Descrizioni
Né io né mio figlio siamo dei perfetti canoni di bellezza moderna. Per quanto mi riguarda, quando qualcuno vuole farmi un complimento mi dice che somiglio a Maria Grazia Cucinotta; tuttavia, non mi lascio incantare e so che, dall’alto del mio metro e sessantacinque, non potrei esserne neppure la controfigura.
In breve, sono mora, di carnagione olivastra, mediterranea, formosa con una quarta abbondante e un paio di chili di troppo.
In passato sono stata solita curarmi, truccarmi e vestire scollata, almeno nel corso delle uscite con mio marito. Ammetto di aver ricevuto qualche occhiata di desiderio da parte di estranei ed amici durante le uscite e di essermi sentita lusingata, sebbene per brevi attimi.
Adesso mi sono abituata a un look “acqua e sapone” e a vestire in maniera più sobria e sportiva, utilizzando spesso e volentieri felpe, t-shirt ecc.
Il mio seno è senza dubbio la parte del mio fisico che preferisco. Le mie mammelle sono grosse e piene, con ampie aureole scure e capezzoli appuntiti; fanno ancora la loro bella figura, sebbene siano scese un po' dopo l’allattamento e negli anni.
Gli altri punti di forza sono le mie labbra carnose e i miei occhi nerissimi. A volte mi accorgo di assumere involontariamente un'espressione leggermente triste con le labbra increspate.
Non vado invece pazza del mio naso un po' aquilino e del mio sedere un po' troppo ampio con due cosce piuttosto pesanti.
Mio figlio invece somiglia molto a mio marito.
Angelo è magro, alto un metro e ottanta, piuttosto pallido, con capelli castani a caschetto, occhi neri e occhiali con montatura nera. È sempre stato molto timido e pacato, mai una parola fuori posto. Passa intere giornate a leggere, bravissimo a scuola e sempre con uno sguardo indagatore sopra al suo naso aquilino.
In qualche modo mi ha sempre ricordato una versione ingenua di Daniel Radcliffe.
È strano che un tipetto così buffo possa provocarmi tanti turbamenti, eppure credo sia nella natura delle cose che i rapporti familiari possano essere la palestra di tante degenerazioni.
Ma andiamo con ordine.
Prime coccole
Mio marito era un agente di commercio. Guadagnava bene ma rimaneva fuori casa per settimane. Ovviamente tutto ciò che riguardava la cura della casa e del bambino era totalmente a mio carico.
Potete stupirvi se da piccolo divenne un mammone legatissimo a me? Passavamo giornate intere assieme, spesso uscendo per una passeggiata o rimanendo a casa per leggere e svagarci. Di solito quando uscivamo non si staccava un attimo da me, sempre fisso ad abbracciarmi, a stringermi forte e ad accarezzarmi e a baciarmi affettuosamente. Era letteralmente la cosa più bella che mi fosse mai successa.
In parallelo con il nostro legame, crebbe anche il suo sviluppo puberale.
Ricordo ancora quando mi si avvicinava di soppiatto alle spalle e mi sbatteva dritto sul sedere il suo pisellino in erezione, scappando via subito dopo ridendo come un monello.
In un paio di occasioni suo padre avrebbe voluto sgridarlo per questo suo rito del “pisellino frusta”, però lo convinsi a non farlo, sostenendo che avrebbe rischiato di traumatizzarlo.
Gli dissi che si stava facendo un ometto e ritenni giusto non imbarazzarlo con discorsi su quanto fosse inopportuno puntarmi il pisellino addosso, lasciandolo sfogare convinta che si sarebbe calmato nel corso dell’adolescenza.
In realtà non era tanto il trauma a preoccuparmi, quanto che mio marito in qualche modo desiderasse sostituirmi nel decidere come e quando gestire gli impulsi e le attenzioni di Angelo che desideravo fossero solo e soltanto mie, nel bene e nel male.
Ma il rito più bello fra di noi era quello della “coccola del seno”.
Tutte le sere che stavamo soli in casa, mio figlio veniva nel mio lettone e aspettava ansioso che aprissi la mia vestaglia e lo lasciassi ciucciare dal mio seno come se dovessi allattarlo.
A volte, quando volevo che dormisse nel lettone con me, lo accontentavo. Tiravo fuori le mie mammelle che penzolavano come due campane e lasciavo che succhiasse i capezzoli come dei ciucci e mentre poppava gli sussurravo come una cantilena “Ti piacciono le tettine della mamma? Ti piace il latte di mammina?”.
Siete liberi di credere che durante questo rito la mia vagina fosse in fiamme, mentre il mio corpo reagisse provocandomi eccitazione e desideri incestuosi. Ebbene, niente di tutto questo. Era il mio cuore ad essere in fiamme e la mia ossessione protettiva per Angelo cresceva sempre di più. Non nego però che una parte di me mi scoraggiasse dal continuare questo rito ambiguo, però non riuscì a smetterla. In qualche modo era un legame troppo forte.
E non sarebbe stato l’unico rito di passaggio di quel periodo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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