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ECCOMI A CASA


di LISAGARL
16.04.2012    |    46.604    |    2 9.3
"- Vuoi parlarne? Ok ti ascolto Iniziammo a esprimere ognuno la propria posizione, finimmo a parlare del nostro rapporto, ormai ben consolidato che entrambi..."
Dieci giorni fa. I miei hanno deciso di farmi ritornare con loro, è finito l’esilio.
Di buon mattino viene a prendermi mio padre, con le lacrime agli’occhi, entrambi ci abbracciamo, salutiamo la zia tedesca e prendiamo la strada del ritorno.
Per strada parliamo di tante cose del periodo d’esilio che ho dovuto sopportare, il discorso finisce sul mio atteggiamento nel momento in cui sono stata esiliata, cioè del mio silenzio, mantenendomi dentro i segreti di entrambi loro due.
- Che ne dici? Ti va di parlarne?
- Si papi, parliamone, ma alla fine a cosa serve?
Lo squadro mi sembra una persona cambiata, diversa.
- Vuoi parlarne? Ok ti ascolto
Iniziammo a esprimere ognuno la propria posizione, finimmo a parlare del nostro rapporto, ormai ben consolidato che entrambi lo avevamo cercato e voluto, entrambi ci amavamo, eravamo troppo uniti un all’altro.
Mise la freccia fermandosi in una piazzola dell’autostrada.
- Senti Lisa ti confesso guardandoti negli’occhi, mi sei mancata.
Tua madre non mi soddisfa più, nonostante facciamo sesso, purtroppo la sento fredda, con te è tutto diverso, tu sei una bomba a letto, in questo periodo non ho fatto altro che pensarti, non mi vergogno a dirlo, ma in diverse occasioni mentre facevo l’amore con tua madre, pensavo a te, chiudevo gli occhi immaginando di essere tu al suo posto.
Solo in questo modo riuscivo a placare i miei bollori. Non ti nascondo, ma spesso andavo nella tua cameretta a frugare nel tuo cassetto intimo, per poi masturbarmi con i tuoi perizomi, sapessi quante volte ti ho schizzato sulla foto che tieni sulla scrivania, quella dove sei in costume da mare, sei una porcona, perdonami ma dovevo dirtelo.
Gli buttai le braccia al collo e lo baciai in bocca, con certezza palpandogli il basso ventre trovai il suo cannone pronto a sparare, lo tastai tentando di intrufolare la mano dentro lo zip.
- Fermati Lisa, non ora, nonostante ti scoperei subito, dobbiamo attende, una volta a casa potremmo, se lo vuoi dare sfogo a tutte le voglie che ci portiamo dentro, tua madre è fuori, fino alle 13,00 sta al negozio, poi deve andare con la sua amica a provare l’abito da sposa della figlia quindi non rientrerà.
Riprese la via di ritorno a casa, frettolosamente superando spesso i limiti di velocità in due ore e mezzo eravamo fuori il negozio di mia madre.
Entrai non sapevo come comportarmi, fu lei a venirmi incontro tentando un piccolo abbraccio, mi disse.
- Bene ti abbiamo concesso il ritorno a casa, ma da ora in avanti cerca di rigare dritta, altrimenti ritornerai dalla zia su in paese.
Dopo una decina di minuti mio padre ci interruppe dicendoci.
- Ora basta, credo che abbia capito la lezione, ora andiamo a casa, ci vediamo a pranzo.
- No, non aspettatemi, devo andare con silvia te l’avevo detto ieri sera.
- A si scusami non mi ricordavo
- Pensai altro che se non se lo ricordava il porcellino, voleva avere solo una conferma.

Una volta giunti a casa buttammo le valigie per terra e subito fu un intreccio di lingue a consumarsi l’una all’altra, ci buttammo sul divano ad amarci a non finire, mi sfilò la felpa che indossavo e subito liberò un seno facendolo uscire dal reggiseno, ma dopo poco me lo tolse del tutto liberandomeli entrambi e subito si butto a leccarmeli e a succhiare i miei adorati capezzoli.
Mi spogliò del tutto sfilandomi i pantaloni e perizoma, mi fece mettere in ginocchio sul divano e da dietro iniziò a leccarmi fica e culetto, con la lingua m’ispezionava il forellino con la mano mi trastullava il clito, con pochi minuti di lingua ero diventata un vero e proprio lago.
Tenendo una gamba sul divano e altra poggiata sullo schienale il mio sesso era completamente a sua disposizione, leccava e infilava dita in entrambi i pertugi, un primo orgasmo mi fece toccare il cielo, erano mesi che non godevo con una lingua, in questo periodo mi sono fatta molte volte con le dita, oggetti e altro ma una vera lingua.
Il cazzo gli stava scoppiando nei pantaloni, lo feci sdraiare e lo spogliai, adoro questo momento, una volta preso l’elastico del boxer lo liberai, svetto diritto e duro, è un vero spasso.
- Papi cavolo non lo ricordavo così grosso, e tu mio adorato cazzo mi sei mancato tanto, ora voglio recuperare.
Mi buttai a capo fitto su di lui leccandolo e ingoiando, me lo sentivo toccarmi le tonsille, mi soffocava ma non m’importava più di tanto, erano mesi che non tenevo in bocca un bel cazzo.
La fica pretendeva anche lei la sua razione, lo accontentai subito, alzandomi e ponendomi a spegni moccolo sul cazzone diritto e duro, mi pareva di perdere di nuovo la verginità, inizialmente accusai un po’ di dolore ma ben presto quando me lo sentii tutto, dentro fu il paradiso, rimasi ferma per il troppo piacere che stavo provando nonostante fosso solo iniziata la penetrazione, iniziai a muovermi con il solo bacino restando impalata ma roteando il ventre tipo danza, ora si che si godeva, non resistetti iniziai a cavalcare facendo su e giù su quel palo, troppo bello, mentre mi dedicava anima e lingua alla fica io, mi portai le dita in bocca leccandomele, ero troppo presa dal trattamento che mi stava compiendo.
Poco dopo mi prese in braccio e buttandomi con la schiena sul divano s’inginocchio davanti alla fica adorandomela e iniziando a leccarla a più non posso mandandomi in estasi, uno spruzzo di liquido vaginale gli finì direttamente in bocca, stava impazzendo mi disse, continuava a farmi godere come un’ossessa, una depravata.
Gli orgasmi si ripetevano uno dietro l’altro, mi prese le gambe tenendomele ben alzate e posto il cazzo vicino alla fica senza guidarlo mi penetrò con un colpo secco, a me piace molto essere presa in quel modo e lui lo sa.
Cambiammo di nuovo posizione, mettendomi a pecorina da dietro mi penetrò sempre più deciso, ogni colpo era un orgasmo per me, orami ero quasi sfinita, non capivo più nulla mi piaceva troppo, mi fece girare di nuovo e sdraiata di schiena mi venne su tenendosi in mano il cazzo e iniziansi a segare.
Tenevo a poca distanza il suo cazzo dalla mia bocca, spesso segandosi me lo infilava e con mio grande piacere lo leccavo tirando fuori la lingua, un paio di volte me lo infilò tutto quasi soffocandomi, con una mano mi strizzavo i capezzoli, con altra massaggiavo le palle belle gonfie.
Da lì a poco iniziò a spruzzare liquido in faccia e poi tirando la lingua fuori, me la feci venire li, leccai e ingoiai tutto ripulendo il cazzone sempre duro.
- Papi, sei stato fantastico
- No Lisa tu sei sempre fantastica, grazie
- Papi, ci vuole una bella doccia.
- Vai penso io a dare una sistemata al divano.

Fine prima parte.
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