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Ricordi d'infanzia 4


di Papy60
16.07.2009    |    78.576    |    1 8.7
"Io incalzai -"Lo sapete bene che pretendo la massima pulizia..."
Questi nostri incontri avvenivano solo una settimana su tre e, da questi sette giorni si doveva togliere la domenica e i due giorni che la tata veniva per i lavori domestici; restava dunque ben poco per noi. Io ma credo anche le mie sorelline, vivevamo in uno stato di
perenne eccitazione sessuale. Mi domando come hanno fatto i nostri genitori a non accorgersi di nulla,certi giorni avevamo certe occhiaie alla Dracula da far paura, in special modo io che, spesso alla sera nel mio letto, ripensando alle prodezze del giorno, mi sparavo più di qualche seghetta. Martedì mattina, il nostro giorno in bagno; Quante si era litigato
per averlo libero, quanti battibecchi e quante volte ci si arrabiava...quel martedì invece, tutti assieme ci davamo spinte scherzose per poter restare davanti allo specchio con lo spazzolino in mano. Mi venne un'idea porcellina e, con cipiglio intimai alle mie due sorelline, -"Forza...giù le mutandine, bidet"-
Sorridendo mi guardarono con stupore...io incalzai
-"Lo sapete bene che pretendo la massima pulizia...
Silvia, vieni quì...ti lavo io, voglio essere sicuro"-
La troietta non se lo fece ripetere, si tolse le
bianche mutandine, restando con la sola canotta e si accovacciò sul bidet. Nel ripensarci, mi si
raddrizza il cazzo ancor oggi; Ho lavato la fica a mia sorella, la 13enne fichetta della mia puttanella passando e ripassando a lungo le dita sulla spacchetta insaponandogliela e sciaquandogliela...più che un lavaggio era un vero e proprio ditalino; Sentivo il
grillo indurirsi e, lei si lasciava fare; Ci godeva.
Mi fece smettere quando, esagerando, le avevo infilato dopo il primo un secondo dito. Feci il bidet anche a Giulia, alla quale non sfiggiva il gonfiore delle mie mutande. -"Tranquille...me lo faccio anch'io...o volete farmelo voi?"- Dissi accennando di calarmi le mutande. Mi assalirono sghignazzando, me le sfilarono. Ridevo anch'io, mi sedetti e subii il più spassoso lavaggio d'uccello mai più provato in vita mia. Le loro manine mi insaponarono e mi lavarono a lungo e, qualcune delle due arrivò alla rosetta del mio culetto. Avevo l'uccello così tosto che
dovetti bloccarle e terminare da solo altrimenti...
Due minuti dopo, nella loro cameretta, abbiamo dato fondo a tutte le nostre energie. Cosa siè fatto non lo ricordo nei dettagli, ricordo come un turbinio di immagini che si sovrappongono, immagini di fiche, di tettine, coscie culetti, tutto in un vortice nebuloso ma d'estremo godimento. Quella mattina avrò avuto tre o quattro orgasmi, mentre le mie concubine
non saprei; Godevamo quasi in continuazione, lì
abbiamo perso tutti i freni inibitori che la società ci impone. Le nostre performance, volta per volta progredivano come in un crescendo Rossiniano e lo spartito altro non era che la pornorivista sempre consultata e condita da salaci commenti.
Sorprendentemente Silvia era diventata l'elemento
trainante dei nostri rapporti; Avevamo provato più d'una delle porcate del nostro Kamasutra; Tutti d'accordo, avevamo scartato a priori, le inculate; Il culo per noi a quell'epoca serviva solo per altri servizi. -" Guarda Giulia e impara"- Aveva esordito Silvia quel mattino e, per la prima volta alla sua presenza, aveva imboccato il mio dardo. Che momenti paradisiaci ho vissuto. Silvia stava insegnando dal
vivo, alla sua 11enne sorellina, l'arte del pompino.
Ricordo benissimo che il mio salsicciotto, reduce da due godute, stava riposando adagiato sulle palle, e lei, senza usare le mani, reclinando il capo, se l'era imboccato; E' cresciuto nella sua bocca e, sotto gli occhi attenti della piccola, roteando e altalenando la boccuccia rosa, aveva ridato vita al
mio randello, rispondendo così a sì sapienti richiami.
Alzò la testa, la cappella perlacea, catturava
l'attenzione dell'alunna che non seppe resistere;
Allungò una mano sfiorandomi e accarezzandomi la
parte interna delle coscie, impastandomi lentamente i testicoli. Ero percosso da brividi idescrivibili; Silvia, mentre mi deliziava l'uccello, mi fece un cenno come a dire, guarda cosa sta facendo Giulia.
Capii, guardai, l'allieva si atava toccando la
passerina; Favoloso, anche la nostra era pervasa
dai dolci pruriti. Dopo una trentina di su e giù
su di me, accompagnate da altrettante ondate della sua codina di cavallo, Silvia passò il mio scettro a Giulia. -" Hai visto bene vero come si fa...dai è bello...è facile...ti piacerà, dai prova...dai"-
-" Mi vergogno un pò..."- -" Ma dai...prendilo in
bocca...su"- Dio mio, la bocchina di seta della mia piccola sorellina, mi aveva imboccato il glande; Era titubante, la teneva ferma lì, passando uno sguardo interrogativo da me a Silvia, poi si è mossa piano.
-"Brava...così, così...va su e giù, si così...fai
come ho fatto io...su dai..."- Giulia la nostra
piccola Giulia, socchiudendo gli occhi diede in inizio al suo primo pompino. Non ricordo perfettamente i particolari, fui preso dalle vertigini. Ho come un flasc e rivedo la sua testolina arruffata che col suo su e giù, con la linguetta che mi vellicava la cappella e che, scendendo anche sul tronco, mi mandava in Paradiso.-"Ecco...ecco...vengo..."-
Biascicai sommessamente poco dopo travolto dal
piacere; Silvia, come un fulmine, spinse via Giulia imboccandosi il cazzo che stava schizzando; Se lo lasciò scaricare completamente in bocca; Non lo ingoiò, ma poi, allentando le labbra, lasciò colare il nettare, imperlando a mò di glassatura, il mio pistolone. Il tutto si concluse con tutta una serie di baci, ritrovando anche nella boccuccia di Giulia il mio sapore. Dopo pochi di questi fantastici incontri, Giulia aveva superato la maestra. Pur essendo la più giovane, era dotata di una innata passione per gli bocchini; Mi succhiava con lievi tocchi delle labbra, così stimolanti che, più d'una volta riuscì a farmelo intugidire subito dopo due
sborrate conscutive.E' pur vero che a 15 anni potevo ricaricare le batterie velocemente, ma penso sia dovuto al suo personale metodo che, consisteva nel trattenere in bocca solo la cappella, dardeggiandola con la punta della lingua, mentre con una manina mi impastava lentamente le palle, sfiorando pure la
pancia e l'interno delle coscie. Quando venivo, lo teneva in bocca e lì mi svuotavo. Che brividi, che tremori, che goduria; C'era da impazzire. Non lo ha mai mandato giù la mia troietta, mi fissava e, allentando la presa delle labbra, lo lasciava colare tra i peli; Aveva imparato benissimo...mamma mia,
che deliziose porcate. Per me era così appagante la situazione che, avevo relegato in fondo all'animo, il naturale desiderio di possederle. Chiavai invece Silvia, un mese dopo. Eravamo soli quel mattino; Non credo d'essere stato io a farla decidere -"Luca "-
Disse dopo esserci rilassati da un primo orgasmo e mentre le facevo, come sempre, scorrere la cappella fra le rosate e bagnate labbra della vergine vagina,
-"Luca...prova a metterlo un pochino dentro...ma
solo un pochino sai..."- Non credevo alle mie
orecchie, non credevo d'aver una sorella così troia.
Avevo una sorella che mi offriva la sua verginità; Chissà da quanto rimuginava l'idea di farlo. Ricordo che dall'emozione tremavo, di sicuro più di lei.
Spalancò le sue gambine e , sempre tremando mi
posizionai; Appoggiai la cappella sul suo fiorellino
-" Va piano sai...va piano e se ti dico ferma,
fermati...capito?...ho un pò paura"- -"Ma dai sciocca l'hanno fatto milioni di donne"- Risposi più timoroso di lei. Diedi una prima spintarella, affondando solo il glande; Tenevo gli occhi chiusi,ma con la mente vedevo il mio sesso che avanzava nello stretto cunicolo. Il mio uccello duro come l'acciaio, stava entrando nella vergine vulvetta di mia sorella, la stavo sverginando. Stavo andando in tilt, stavo entrando in una fichettina di 13 anni,
calda, bagnatissima, eccitata. Temevo anch'io di
farle male; Entravo in lei come fa il gambero, due passi avanti e uno indietro. Quando i nostri due bacini si toccarono, realizzai di esserle tutto dentro. Anch'io sentii un leggero dolore al filetto ma, quel dolorino era vinto dal piacere della consapevolezza di urtare l'uterino della mia adorata sorellina. Mi sentivo uomo.-"Silvietta"- Le dissi amorevolmente e sbacciucchiandola con affetto la fronte, il naso la bocca.-"Ecco...sono tutto dentro di te...mi senti vero?...stiamo un pò fermi...così
vuoi? "- Poi le sussurrai una frase che non che non l'avevo mai detta a nessuna. -"Ti amo Silvia...ti amo tanto"- Le che già mi teneva allacciato, mi strinse forte a se. Che gioiello di sorellina che avevo; In quel momento mi faceva un'infinita tenerezza anche perchè leggevo nel suo visino una smorfia di dolore che sopportava con lodevole stoicismo.
Quel leggero dolorino che avevo all'uccello, turbava il mio viaggio nel suo grembo. Ricominciai l'andarevieni nel suo stretto e proibito condotto d'adolescente. Ero troppo giovane per valutare appieno il taboo infranto e valutare il pericolo della sborrata che scaricai in lei; Non capivo più niente, negli ultimi istanti, m'ero artigliato al culetto e incollandomi al suo pube, urlai -"Ecco...
ecco...Silvia...vengo...sborro...haaaaa"- Caddi
in un dolce oblio. Quando mi ripresi, mi ritrovai
ancora dentro lei che mi teneva prigioniero con le sue esili gambine. Che inebriante prigionia.
-"Ti fa male?"- Chiesi ansioso -"Si...un pochino
ma...poco, poco"- Stava così bene il mio uccello
dentro il suo pancino, che continuai il su e giù
ancora un poco, lo lasciai afflosciarsi poi uscii
vidi tracce di sangue, lei poverina, tappandosi la fichetta con le mutandine, barcollando raggiunse il bagno; Mi faceva pena. Sulle lenzuola, alcune
macchie di sangue, testimoniavano l'avvenuta
deflorazione, per la mamma mestruazioni.
Fummo estremamente fortunati allora, si era rischiata una tragica gravidanza, per fortuna Silvia aveva terminato il ciclo due giorni prima. Dopo imparai ad uscire dalla sua passerina un pò in anticipo, godendole con poche menatine, sul pube, altre volte si finiva con un bel bocchino. Non rivelammo mai a Giulia che chiavavamo in modo completo, pur
continuando a far le nostre belle porcheriole anche con lei. Sempre seguendo il nostro spartito
erotico-musicale, un mattino, di nuovo soli e la,
nel letto sfatto dei nostri genitori, dopo esserci ben scopati, io e Silvia, nel rilassamento post- orgasmico, me la tenevo stretta da dietro palpandole sue sode poppine e il suo sederino mi accarezzava la pancia, m'accorsi che dopo everle reintrodotto
l'uccello ne suo grondante nido, m'accorsi che
stavamo eseguendo una bella pecorina, stando tutti e due stesi. Fu la nostra prima, ne seguirono altre, ci piaceva molto quella nuova posizione.-"Come ti sento bene Luca"- Mi diceva Silvia con voce strozzata e a 90 gradi, con la testa conficcata tra i cuscini
-"E' bello...bellissimo...dai spingi, spingi"- e
rinculava spingendomi contro il suo paffuto culetto.
Allupato m'avevo afferrato al suo vitino; Le
stantuffavo la fica incollando le palle su di lei.
Meraviglia del sesso; Il lato negativo era che dovevo uscire nel momento più bello; Del resto erano così eccitanti quei giochi che bastava guardarci per capire la felicità che avevamo nel cuore.
-" Siamo proprio dei porcellini vero Luca? mi disse un giorno Silvia con ancora in bocca il sapore delmio seme dopo un favoloso bocchino; Era vero il merito/colpa spetta alla rivistina dei suoi autori e non da ultimo i nostri istinti. Per le prime volte quando si faceva l'amore tutti e tre assieme, spesso
mi perdevo, ero frenetico, non sapevo da dove iniziare c'era troppa carne al fuoco per me povero 15enne, specialmente quando lo si faceva nel lettone dei genitori. In seguito, senza alcun accordo ci si era
assestati su un programma standard. Anche quel giorno dopo aver leccato a lungo la fessurina di Giulia e aver gustato il suo liquorino, avevo abbracciato Silvia e stringendola le baciavo la sua morbida bocca, passando poi a suggerle le tettine mordicchiando le fragoline dei capezzoli, tornando ancora a baciarla accarezzandole il visino che sprizzava gioia da tutti i pori. Erano momenti celestiali.
Le sfioravo il pancino vellutato, giocherellavo con i riccioli della sua topina e con le sue roride labbra; Teneva le gambine un pò divaricate, cosicchè quando le vellicavo l'interno delle cosciette, lei
vibrava come il diapason; A volte, invece, mi godevo la solda carne con palpeggiamenti più corposi.
Giulia, anche lei nuda, s'era inginocchiata dietro a me, e impossessatasi del mio pistolino, che non aspettava altro, se lo prese in bocca iniziando il suo lento pompino; Inserita una manina fra i nostri due corpi, Giulia s'era messa a cincischiarmi i capezzoli; La lasciai giocare per un pò, poi gliela spostai su una tettina di Silvia e lei, come niente
fosse continuò il giuoco; Ci scostammo per vedere
meglio. Con uno sguardo d'intesa, capimmo fin dove avevamo spinto la troiaggine della nostra sorellina.
Quando poli di lì a poco venni, strinse con vigore la tetta della sorella che fece un urlettino di dolore. Quell'anno le vacanze al mare, per noi, non furono piacevoli come gli altri anni. Vedevo le mie creature seminude ma, non si poteva star soli un attimo; Era un tormento continuo. Solo nell'acqua
si poteva fare qualche toccatina, ma si doveva stare molto attenti e di non stare sempre appiccicati i genitori avrebbero potuto notare la stranezza.
L'appartamentino affittato per venti giorni era
piccolissimo, si viveva in un'estrema promiscuità; sono riuscito, grazie alle ridotte dimensioni del cucinino, a giocare un pochino con la fichetta di Silvia. Io stavo seduto a tavola, lei in piedi li vicino e il gioco è fatto ma...serviva solo a farci star male. Tirando le somme, per noi quelle vacanze
sono state un gran tormento. Uno degli ultimi giorni vidi una scena che mi turbò non poco. Le ragazze erano assieme sotto la doccia, io scalzo sono rientrato in casa dal poggiolo dove stavo; Vidi nostro padre che le stava spiando; Sì, il nostro babbo, che io a volte con astio, vedevo come il simbolo della moralità pura, invece...stava spiando le sue figliolette nude. Riflettei, forse l'incesto fa parte integrante del nostro DNA ?

( Continua ) Papy60

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