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incesto

Ricordi d'infanzia 5-The evolution


di papy60
23.07.2009    |    79.651    |    0 9.3
"Il mio cazzo piangeva, l'avevano lasciato da parte, ho dovuto consolarlo con delle carezzine -"Dai Giulia, più forte, più forte..."
Spifferai loro le curisità del babbo; Silvia dando ascolto ad una innata vanità, da quel momento ha cominciato a civettare con lui e spesso s'andava a sedere sulle sue ginocchia suscitando in me una puntina di gelosia. Certo non potevo conoscere i pensieri di papà; Io stavo sempre all'erta ma, non notai più nulla d'inquietante, forse ebbi un abbaglio, mi sarò sbagliato. Tornati all'ovile riprendemmo i nostri giochini, tentando un vano recupero del tempo perduto ma, purtroppo come dice
un detto popolare...chi ha avuto, ha avuto.
Rieccoci tutti e tre nel lettone nudi, mi inginocchio sul tappeto, Giulia apre le gambine,
mi offre la sua fresca fessurina; Depongo bacetti
e lecco tutt'attorno, lei freme, Silvia intanto le succhia un capezzolino. Vado a rilento, voglio
farle desiderare ancor più la mia lingua. La piccola mi preme la testa sul suo grembo, è eccitatissima, lecco lecco e bacio il monticello del pube dove vedo spuntare i primi pelini. Io come la pecorella nel prato, bruco i sottili fili, poi assetato lappo la nicchia lentamente, dardeggio la punta della lingua sul grillettino. Lei saltella, il bacino mi sfugge, gode -"Si si Luca ancora, ancora...siii"- La mia sorellina ha
goduto; Raccolgo con la lingua il suo nettare e
a Silvia che aveva avvicinato il suo musetto per
curiosare, le porgo la lingua intrisa e lei che
capisce cosa voglio, mi bacia; Con una decina di
lappate le travaso buona parte del miele, poi ci
baciamo proprio lì sopra l'imberbe fichetta della
nostra sorellina sporcacciona.
Giulia aveva avuto la sua parte, ora toccava a
noi. Ne è nato un spettacolare 69,il nostro primo; io da sotto continuavo a leccare fica, era la seconda avevo le mandibole indolenzite ma dovevo soddisfare anche l'altre porcellina. Cinque minuti dopo mi bevetti tutta la sua gioia. Io le sborrai in bocca ma poi, nelle lenzuola, non trovandone tracciane dedussi che la mia adorata puttanella se l'era ingoiato tutto. Sfiniti ma non soddisfatti, per
una decina di minuti restammo inerti; Giulia andò
a cercarsi l'uccello, lo fissava seria, chissà
cosa passava per il suo cervellino. Me lo toccava
giocherellava con lo scroto, mi tiracchiava i peli, non ci volle molto a farlo rivivere. Anche Silvia guardava divertita la nostra educanda, poi postasi vicino a lei, me lo prese in bocca. Vedevo i lolo visetti ridenti, giocavano co il mio pisello, vedevo Silvia che con l'autorità dei suoi 13 anniguidava i loro trastulli, vidi poi che staccando le labbra dalla mia cappella cercava la bocca di Giulia, scambiando con lei sapori reali e cerebrali. Avevo da tempo un chiodo fisso in testa, le incitai -"Silvia, Giulia...su dai baciatevi...baciatevi le topine...vorrei vedervi, dai, piacerà
anche a voi"- Fu Silvia che scrollando la testa
come a dire sei matto, si spostò e, supina, offrì
l'inguine alla sorella che cominciò subito ad
accarezzarla la pancia, scendendo fra le cosce e
continuando con lente carezze sulle labbra della
fica. Io mi ero sollevato sui gomiti per vedere
finalmente quel spettacolo; Silvia, più decisa,
fu la prima che calò il viso fra le sode coscie
della sorellina. Poco dopo le mie due porcelline
lesbicavano ch'era un piacere; rimasero con i
bacini supini, mentre torcendo il busto, ogn'una
raggiungeva la fica dell'altra leccandosi di buzzo buono. Il mio cazzo piangeva, l'avevano lasciato da parte, ho dovuto consolarlo con delle carezzine
-"Dai Giulia, più forte, più forte...dai che
veniamo assieme"- Questo fu l'eccitante imput che
diede il via a tre orgasmi simultanei. Io in
qualità di quell'erotica orchestra, tenevo la
bacchetta gocciolante in mano e, le due archestrali davano gli ultimi tocchi alle loro calde chitarrine.
Quasi un anno e mezzo, per la precisione 17 mesi durarono i nostri proibiti e meravigliosi rapporti.
Supportati da quella rivistina, provammo quasi
tutto ma, come dissi, non tentammo mai di far
partecipare i n ostri culetti ai nostri giochi,
all'epoca ci parevano sudici. Io, ancor oggi non
ne sono molto attratto; sì lo ammetto, l'ho fatta
anch'io più di qualche inculata, ma solo per
dimostrare alla femmina del momento la mia totale
spregiudicatezza. Preferisco la fica. Con le mie sorelline ci eravamo spinti molto avanti per la
nostra età, avevamo fatto e sperimentato più volte il 69, ma io preferivo il pompino e la leccata di fica fatte disgiuntamente, potevo assaporare meglio le due cose. Amavo vederle baciarsi, palparsi, vedere la più piccola succhiare le tettine dell'altra mentre si faceva titillare il clitoridino. Nel frattempo anche alla Giuliettina, s'erano sviluppate
le tettine. Come mi piaceva frullarle le ciliegineche aveva particolarmente sensibili e amavo, sopratutto leccarle la ciccina introducendole un paio di falangi e vederla tremare per paura di perdere la verginità. E' stato un periodo incancellabile della mia adolescenza ma, purtroppocome tutte le cose, si giunse all'epilogo. Un giorno, un brutto giorno, un vicino di casa, unsignore molto anziano, mi chiamò. -" Senti giovanotto, io so tante cose di te e delle tue sorelle"- Così iniziò a dirmi con aria molto seria.
Diventai di tutti colori. Mi fece una paternale
che volle ripetere il giorno dopo alla presenza
delle mie sorelle. Fece forza nel rimarcare che
tra fratelli certe cose non si devono fare e che
essendo amico di papà, se si continuava, era
costretto a dirglielo e che, infine, se smettevamo per il bene di tutti non avrebbe parlato. Era un collonnello in pensione e con il suo aspetto arcigno ci convinse ancor più a desistere. Eravamo incazzatissimi, ma tant'è. Ancor oggi non so come abbia fatto a scoprirci; Lui passava ore e ore al poggiolo ed è forse da lì che ci avrà visti, magari usando un binocolo. Con profonda costernazione smettemmo, cominciavamo a capirne la gravità dell'incesto. Gli anni passarono, dopo quattro anni il maledetto morì, rinaque in me la speranza
di ricominciare ma, furono le stesse mie sorelle
che non vollero. Ognuna aveva già un amichetto
e d'altra parte anch'io filavo con una bella
ragazzina. Com'era naturale le nostre strade si
divisero, nel giro di una decina d'anni cambiai
tre fidanzatine senza tener conto di brevi
avventurette, l'ultima Anna mi fregò, rimase incinta e due anni dopo la sposai, spinto da due buoni motivi; il primo perchè sentivo la gravità di un mio vile abbandono, il secondo fu che Anna era bravissima a letto. Naque Sara che fu la gioia di tutti, nonni compresi. Passarono un'altra dozzina d'anni, Sara crebbe, arrivando anchessa all'età della prima adolescenza risvegliando in me i non mai sopiti desideri incestuosi. Rompendo l'abituale routine delle vacanze estive in montagna, si scelse il mare. Proprio il primo giorno che si scese in spiaggia, Sara che indossava un due pezzi
anche se il reggiseno era semivuoto, aveva attirato l'attenzione di un giovane di circa trent'anni. Le lanciava continue occhiate, la seguiva a lungo con lo sguardo, mi pareva di leggerle in viso tutta una serie di libidinosi pensieri. Sì è vero, il suo corpicino si stava formando, le gambesnelle sorreggevano un bel culetto rotondetto e sporgente ma cosa aveva quel tipo da guardare così?
E' ancora una bambina, le avrei voluto urlare.
Dopo quel fatto, cominciai anch'io a vederla con
altri occhi e nei venti giorni di sole, spesso i
miei pensieri venivano adombrati dalla parola
incesto, parola che ben conoscevo.
Tornati a casa in città, ad onor del vero là
sul divano, davanti alla tv, indugiavo con coccoleche prima non le facevo. Per un paio di volte ebbi addirittura un'erezione. Poi accadde un fatto; il padre di mia moglie Anna, dopo anni d'infermità, dovuta a una paresi, morì. Fummo convocati dal notaio per l'apertura del testamento, ad Anna il padre aveva lasciato tutta la leggittima, ossia idue terzi del patrimonio consistente in una bella casa e di un bell'appezzamento di terreno. Ero anch'io presente e dovetti assistere alla furiosa
reazione di suo fratello che, nell'atrio dello
studio notarile inscenò una lite furibonda, poi
resosi conto di cozzare contro la legge, livido
in volto, puntandomi contro l'indice sbraitò
-"Caro cognato, sai perchè il vecchio ha voluto
così? Fatti dire da lei - e indicò mia moglie -
la tua cara mogliettina sin da bambina, dico sin
da bambina è stata la sua amante, la sua troia...
quando furono scoperti, lei ha addirittura tentato il suicidio da tanto che la teneva"- Rimasi pietrificato. Avevo un impegno di lavoro, dovetti piantarli lì e salire subito in macchina di un mio collegache strombazzando mi chiamava; Lasciai lì mia moglie in balia di suo fratello; D'impulso non so cosa avrei detto e agito, ma il fatto di dover scappare via mi fu utile, ebbi così il tempo materiale per riflettere sull'accaduto. Pensai a mille cose, ai prò e ai contro, mentalmente buttai sulla bilancia, da una parte l'incesto di mia moglie e dall'altra il mio. Decisi lasciavoperdere. Tornato a casa, prima di recarmi al bagno come di consueto, raggiunsi mia moglie in cucina.
Stava ai fornelli, la cinsi da dietro e la tenni
stretta e senza profferir parola le baciai il collo.
La cena si svolse densa di sguardi sfuggenti, tanto che Sara se n'accorse chiedendoci più volte il motivo
-" Tutto a posto tesoro...anzi siamo più ricchi di soldi - e dando una significativa occhiata ad Anna, aggiunsi - e di esperienze"- A Sara le spiegai l'evento tacendole il vero motivo e che si era un pò incavolati per l'arrabbiatura el fratello
-" Ma mandatelo al diavolo quel cretino e poi
mi è sempre stato antipatico"- Così si espresse la piccola mettendo il punto conclusivo.
Quella sera a letto, ho indugiato nei preliminari pensavo con morbosità ai suoi giochi incestuosi, le toccavo le tette, pensando che fu suo padre che gliele palpò per primo, vedevo come in un film lei bambina che si lasciava fare godendo del solletico. Anche dopo la mia prima goduta, con quelle immagini nel cervello, il cazzo mi restava in tiro e fu così per tre o quattro sere di seguito.
Anna è intelligente, molto intelligente, ne intuì
il movente e per verificare la sua intuizione,
mentre mi teneva il cazzo in mano, mi disse
-" Mio fratello è sempre stato invidioso di me,
fin da piccolissi"- Le risposi -"Forse lo era
perchè, magari tuo padre ti faceva qualche regalo
in più"- Avevo toccato velatamente il suo incesto
e restando nel tema, le chiesi -"Quanti anni avevi quando papà a cominciato a...."- Dopo un attimo rispose -" Avevo undici anni, non avevo ancora le mestruazioni, mi son venute a 13 anni "- Mia moglie non ebbe più dubbi, aveva capito dal rinnovato turgore del mio uccello il mio stato d'animo nel riguardo del suo e dell'incesto in se.
Ebbe la certezza di essere perdonata e mi volle
regalare un bocchino con l'ingoio. Subito dal
mattino dopo in casa era sceso un clima d'allegria in barba a mio cognato che forse credeva di disgregarla. Anna non era restia nel raccontare qualche dettaglio dei suoi trascorsi sessuali, anche perchè io continuavo a spronarla. Più d'una volta, quando descriveva le lunghe leccate di fica che le faceva papà, mi vedevo con le mie sorelline Silvia e Giulia che non potrò mai dimenticare.
Più avanti, in questi sogni ad occhi aperti,
comparve anche Sara, la mia adorata figlioletta
appena diventata donna; Mi pareva d'essere tornato ai miei vent'anni e godevo alla grande.
Sara ormai grandicella, aveva 14 anni, s'era
fatta una bella ragazzina, 40 chili pesava, 40
chili d'amore, aveva messo su due belle tettine
che seppur acerbe attiravano gli sguardi dei maschi.
Non era molto cresciuta e il suo corpicino minuto
la faceva sembrare ancor più bambina e di ciò se
ne doleva; Avrebbe voluto essere più alta, più
grande e io e la mamma la consolavamo con baci
e coccole. Avevo iniziato a darle dei leggeri
bacetti sulle labbra, la piccola, e lo capii dopo, socchiudeva gli occhi tendendo ad aprire la bocca.
Non ardì mai andare oltre, tanto meno io che,
oltre a far tacere il cervello, dovevo addomesticare la belva che mi fremeva nei calzoni.
Due volte la settimana, nel mio studiolo ricavato nello scantinato, mi trattevo per riordinare le scartoffie del mio lavoro, faccio il rappresentante di medicinali, e Sara, al rientro da scuola, mi raggiungeva e tutta raggiante correva a sedersi sulle mie ginocchia; Un giorno, tutta piena di vita m'aveva allacciato al collo baciandomi le guance,
me la tenevo lì in attesa del solito richiamo della madre con il suo è pronto, non seppi fermare la mia mano, che quasi avesse vita propria, ha iniziato a salire sotto la gonnellina. Quel giorno Sara vestiva una magliettina azzurra tinta unita, che
evidenziava le sue perfette tettine, una gonna
a pieghe e delle calze lunghe nere di cotone.
Come mi piaceva vestita così, tempo addietro le
avevo fatto dei complimenti e lei forse per farmi
piacere, adottava spesso quel look.
Mi donava quei bacini, forse troppi, la mano li
recepiva e risalì, risalì oltre il ginocchio, su
su sotto la mini, piano piano, palpeggiando la
soda carnina della gamba. Avevo raggiunto il
bordo della calza, indugiai un poco, poi salii
ancora un pochino; Avevo metà della mano sulla
calza, ma l'altra metà toccava la fresca e tenera
carne dell'interno della coscietta.
Lì a pochi centimetri c'era la fichettina di mia figlia. Il cuore tumultuoso mi martellava nel
petto, ero in tilt. -" Ma che fai, non puoi...
è tua figlia, tua figlia, non devi"- Fermo
la mano, il senso paterno ha prevalso...il
cervello insiste -" Lì c'è una fica...è una
fichettina vergine, fresca, giovane..."

(continua) Papy60

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