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I suoceri che non ti aspetti 4

21.09.2023 |
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"Cominciai a pensare che era lei la grande regista della vita segreta di casa nostra..."
4.La fugacissima lesbicata in mare con mia suocera, ancorchè solo accennata, mi aveva davvero mandata in confusione. Come se l’intero mondo che mi circondava mi apparisse cambiato, o meglio si rivelasse ben diverso da quello che per anni avevo ritenuto di conoscere. Come se i miei adorati suoceri fossero due abilissimi burattinai della mia vita familiare.
Cercavo di mettere in ordine i pezzi del puzzle. Avevano acquistato la villetta bifamiliare nella quale vivevamo proprio per ospitare anche Mauro e la sua famiglia, quando si sarebbe sposato. E devo riconoscere che ci circondavano di ogni attenzione e di ogni premura, dandomi da sempre la sensazione di essere stata una donna fortunata a sposare Mauro ed a convivere coi suoi genitori in un clima di grande confidenza. Una confidenza che, poi, con mio suocero Gianni si era trasformata in ben altro, al punto che era diventato il mio punto di riferimento principale, non solo a letto. E mio marito aveva ritrovato tutta la sua vitalità erotica nientemeno che con la madre Franca, l’inappuntabile mia suocera che da ultimo mi aveva sospinta sulle soglie della trasgressione bisessuale.
Una successione di avvenimenti casuali o i tasselli di una regia orchestrata dai miei suoceri?
Non che avessi ripensamenti, non che non continuassi a ritenermi fortunata e contenta, ma avevo bisogno di capirci di più. Ed era stato proprio il contatto furtivo ma trascinante al mare con Franca a trasmettermi una qualche inquietitudine.
Tanto più che, con il suo solito stile, lei si era guardata bene dal fare il benchè minimo cenno all’accaduto, salvo sorrisi più intensi ed occhiate cariche di maggiore dolcezza.
Stavo già pensando che forse avevo dato a quell’episodio un significato più importante di quello che meritava quando un bel giorno, subito dopo pranzo, ricevetti una telefonata di Franca che mi rammentava proprio quella giornata:
-Daniela, ricordi che dobbiamo andare insieme in palestra, o te ne sei dimenticata?
Dopo un attimo di sorpresa risposi senza incertezze:
-Dimenticata? Ma no, ho già parlato con una mia amica che ne frequenta una molto ben attrezzata e mi ha chiesto solo di precisare i giorni e gli orari che preferiamo. Io direi il lunedì e il giovedì pomeriggio. Ma naturalmente devi dirmi tu quando ti fa più comodo.
-No no, va benissimo lunedì e giovedì. Cominciamo la prossima settimana?
-Penso proprio di sì, la richiamo e le do conferma. Tienti pronta per lunedì.
-Sì, mia cara, non vedo l’ora. Piuttosto ho bisogno di comprarmi un po' di cose per la palestra. Mi accompagneresti?
-Certamente, con piacere, quando vuoi.
-Io ci andrei oggi stesso, sempre che tu sia disponibile.
E così, alle 17, ci mettemmo in macchina e raggiungemmo lo store Decathlon appena fuori città, il più fornito quanto ad abbigliamento sportivo. Scegliemmo due tute di una marca di tendenza e ci dirigemmo verso i camerini di prova. Diedi la precedenza a mia suocera, ma dopo qualche minuto lei spostò appena la tenda e mi pregò di entrare, aveva bisogno del mio parere. Aveva infilato la tuta fino alla cintola, ma aveva tutto il seno fuori:
-Scusa Daniela, mi aiuti a tirar su le bretelle e sistemarmi per bene il verso posteriore, chè non ci vedo?
Al vederla così, con quelle tette prorompenti, ebbi un piccolo singulto, ma mi controllai. Lei si girò di spalle lasciandomi libertà di manovra. Tirai su le bretelle, ma le tette restavano fuori; per sistemare per bene la tuta dovetti inserire le mie mani sotto le sue ascelle e stirarla un po' sul davanti per recuperare le tette dentro le coppe del seno. E non potei fare a meno di palpare la pienezza di quelle poppe e sentire tra le dita il turgore di quei capezzoli. Un brivido che mi mandò a fuoco e mi fece deglutire con difficoltà.
-Oh grazie cara, deliziosa e delicata come sempre!
Si girò verso di me e mi chiese come le stesse la tuta. Le risposi che secondo me era perfetta. Lei sorrise soddisfatta, poi aggiunse:
-Ma scusa, perché non la provi subito anche tu? Così ti aiuto io a indossarla.
Avvertii un attimo di imbarazzo, ma naturalmente non lo diedi a vedere e cominciai a spogliarmi restando col solo perizoma. Mia suocera seguì tutte le mie mosse e mi aiutò a infilare la tuta fino alla pancia; poi si posizionò dietro di me per fare quello che poc’anzi io avevo fatto a lei. E sentii le sue dita scivolare sotto la tuta e accompagnare le mie tette a rientrare nel loro posto: altro brivido intensissimo che per fortuna riuscii a nasconderle dato che le davo le spalle.
Insomma, nello spazio ristrettissimo di quel camerino stavo rivivendo le medesime sensazioni provate la settimana precedente durante quella nuotata.
Franca si mostrò convinta delle scelte e cominciò a sfilarsi la tuta:
-Direi che calzano alla perfezione, anche se forse sono troppo aderenti e mostrano anche quel po' di cellulite che magari una vorrebbe nascondere ….. Parlo per me, naturalmente, chè tu hai un corpo sodo e ben modellato.
-Ma no Franca, cosa dici? Non hai nulla da nascondere, hai una figura armoniosa, che possono invidiarti anche le donne della mia generazione.
Cominciai anche io a sfilarmi la tuta, ma quando ci ritrovammo nude con i soli slip Franca non rinunciò a rifare il confronto dal vivo tra le nostre forme. La sua disinvoltura era disarmante, mi passò le mani sui fianchi, mi attirò verso di sé e per qualche secondo, che mi sembrò interminabile, strusciò le sue tette sulle mie ed esclamò:
-Non posso confrontarmi con te, che sei nel pieno del tuo splendore…. ma spero di non farti sfigurare troppo in palestra.
Sospirai profondamente per trattenere l’emozione e l’eccitazione, ma mi affrettai a rassicurarla:
-Tu pensi che io lo dica per rispetto o per piaggeria … e invece sono sicura che anche le mie amiche resteranno positivamente sorprese dalla tua forma.
Rientrammo a casa e, uscendo dalla macchina, lei mi salutò con un bel bacio impresso sulla mia bocca con la solita sua incredibile naturalezza.
Nei giorni successivi tutto si svolse secondo lo spartito ordinario; nel fine settimana, approfittando di una breve trasferta di lavoro di Mauro, ricevetti la visita furtiva di mio suocero e ci concedemmo un paio d’ore di sesso senza freni. All’inizio ero un po' deconcentrata, come se avvertissi l’ombra di Franca aleggiare nella mia camera da letto. Ma poi l’intensità degli affondi di Gianni mi travolse come sempre e mi portò al delirio dei sensi, e alla fine, per l’incertezza del calcolo dei miei giorni fecondi, scaricò tutto il contenuto delle sue palle nel mio buco posteriore, che mi provocava di solito l’orgasmo più devastante.
Prima di andar via Gianni mi chiese un caffè e, mentre lo sorseggiava, fece un accenno apparentemente distratto a sua moglie:
-Ho saputo che la prossima settimana con Franca comincerete a frequentare insieme la palestra. Mi fa molto piacere e penso che sia una cosa molto positiva sia per te che per lei.
Non compresi se in quelle parole c’era un qualcosa di non detto, continuavo a sospettare che tra i miei suoceri ci fosse comunque il filo di una intesa sotterranea.
In palestra trovammo un clima di accoglienza molto cordiale, le mie amiche dissero che finalmente mi ero decisa ad uscire di casa ed espressero una viva ammirazione anche nei riguardi di mia suocera, alla quale nessuna attribuiva la sua età reale.
Va da sé che l’impegno bisettimanale in palestra creò tra me e Franca un feeling crescente ed una complicità strisciante, a mala pena contenuta ma sempre più carica di sottintesi. Senza dire dell’intimità sempre più profonda favorita dallo spogliatoio e dalla doccia e di una confidenzialità sempre più spinta, come a proposito dell’avvenenza dell’istruttore del corso, sul quale Franca si era lasciata andare ad apprezzamenti insolitamente espliciti:
-Certo Daniele è davvero un bell’esemplare di maschio. E non solo per la muscolatura. Ha uno sguardo malandrino, una eleganza affascinante, ma mi sembra anche un uomo molto discreto. Un uomo con il quale ogni trasgressione sarebbe più che giustificata. Non lo dico ovviamente per me, che non ho l’età… ahahah ….
Colsi al volo la battuta finale per ribaltare l’allusione:
-Beh sì, Daniele è davvero un bell’uomo. E mi sembra uno che guarda in profondità le donne. Non credere Franca che non mi sia accorta delle attenzioni che ti dedica …
-Ma cosa dici? Non prendermi in giro …. Con tutto quel ben di dio che ha a disposizione, vuoi che perda il suo tempo con una tardona?
-Eppure non credo di sbagliarmi …. sai, il fascino della donna matura …. non sarebbe il primo caso.
Ormai, andando e tornando dalla palestra, facevamo discorsi maliziosi come questi, come due amiche di vecchia data, ed anche in macchina non mancavamo di scambiarci qualche carezza biricchina e qualche espressione poco ortodossa.
E quando un giorno per un disguido non riuscimmo a fare la doccia in palestra e lei mi invitò a farla con lei a casa sua, acconsentii senza pensarci due volte.
Sotto la doccia ci ritrovammo per la prima volta completamente nude, la confidenzialità maturata aveva ormai fatto giustizia di ogni residuo imbarazzo. I corpi vibranti si avvicinarono istintivamente, cominciammo a guardarci intensamente negli occhi. Ci insaponammo a vicenda e, grazie al sapone, le dita scivolarono in tutte le pieghe più intime dei corpi, sostando più a lungo in mezzo alle cosce e si fecero strada dentro le grotte infuocate delle fiche. Ci sditalinammo con decisione crescente con gemiti sempre più intensi e raccogliemmo nella mano i primi effluvi di una eccitazione incontenibile. Ci lavammo con una certa frenesia e ci asciugammo in tutta fretta per uscire dalla doccia e trasferirci in camera da letto.
Una volta sul lettone ci abbrancammo come due tigri scatenate, l’una sull’altra, a leccarci, succhiarci, mordicchiarci, cambiando più volte posizione, assetate di piacere. Venimmo per la seconda volta e finalmente ci rilassammo affiancate a rifiatare. Poi Franca mi sussurrò all’orecchio che, dopo esserci sfogate, era tempo che facessimo l’amore. Si sollevò e si mise a sedere sul letto, invitandomi a fare altrettanto:
-Facciamo la forbice, vedrai che ti piacerà.
Mi disse che l’aveva provata qualche volta con una collega di scuola e che l’aveva trovata eccitante e gratificante. Incrociammo appunto a forbice le gambe, mettendo le fiche a contatto diretto, ci stringemmo in modo da schiacciare le tette le une contro le altre e da incollare le bocche e le lingue, e cominciammo a muovere i bacini. Un mix di sensazioni forti, irresistibili, un godimento intenso e prolungato, e infine un orgasmo accompagnato da un urlo liberatorio. Mai avrei pensato che potesse godersi tanto tra donne.
Poi crollammo accaldate e sbrodolate. Dopo qualche minuto Franca mi disse:
-Visto? …. Ci piace tanto il cazzo degli uomini ed è giusto che non ce lo facciamo mancare …. Ma se ci mettiamo di impegno, noi donne sappiamo anche farne a meno … Non credi?
Rimanemmo così abbracciate a scambiarci coccole e non ci accorgemmo che il tempo era volato. Fu lei ad accorgersene e balzò veloce dal letto, corse in bagno per rinfrescarsi e mi si ripresentò davanti in perfetto ordine dopo pochi minuti. Si inchinò su di me che ero ancora in trance, mi schioccò un bacio sulla bocca e mi sussurrò:
-Fai con comodo, tesoro. Io devo scappare. E’ stato bello. Sappi che tutte le volte che lo vorrai, io ci sono.
E si involò verso la porta.
Ricambiai il bacio ed il sorriso, mi sentivo attratta dalla padronanza femminile di mia suocera, dominata dalla sua forte personalità. Cominciai a pensare che era lei la grande regista della vita segreta di casa nostra. Non le risposi nulla, presa da quei pensieri, ma già sapevo che quello non sarebbe stato né il primo né l’ultimo nostro incontro segreto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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