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Nel negozio di intimo


di maddy28
12.08.2017    |    52.284    |    21 9.6
"D’un tratto la porta si aprì e fece la sua comparsa la ragazza che avevo notato in metropolitana; ora la potevo osservare con più calma: era più bassa di me di..."
Racconto di fantasia....o almeno in buona parte

Mi chiamo MADDALENA , frequento il secondo anno di università e lavoro part time come commessa in un negozio di intimo, all'interno di un centro commerciale.
Proprio dal mio lavoro è cominciato l’episodio che sono qui a raccontarvi e che mi ha aperto un nuovo mondo.
Era una giornata piuttosto fredda e dopo una mattinata di lezioni all'Università ero abbastanza stanca, tuttavia dovevo andare a lavoro, quindi dopo una doccia calda uscii di casa.
Non avevo voglia di guidare il mio smartphone mi segnalava traffico intenso, che palle pensai, decisi così di prendere la metropolitana, come al solito me ne pentii era piena di gente, mi ritrovai subito schiacciata in un vagone, cercai di farmi strada verso la porta di uscita per prepararmi a scendere, ero assorta nei miei tentativi quando sentii all’improvviso un leggero tocco sul mio didietro !!! decisi di far finta di nulla ma pochi attimi dopo sentii di nuovo un leggero tocco sulle natiche, inizialmente piano, ma poi divenne una generosa palpata. Mi girai sgranando gli occhi e cercando quello che doveva essere un ragazzino impudente o un vecchio libidinoso ma trovai solo un paio di signore che chiacchieravano ed una ragazza più o meno della mia età, mi accorsi che era singolarmente bella, quando si accorse del mio sguardo mi sorrise con aria stupita, aveva grandi occhi verdi.
Imbarazzata mi rigirai e per fortuna le porte si aprirono, lasciandomi scendere dalla metropolitana. Non pensai più all’accaduto e sempre in ritardo arrivai trafelata al negozio di intimo dove lavoro.
La giornata era di quelle che si ricordano come ci si avvicina alle feste le compere sembrano diventare sport nazionale 🙂 poi finalmente verso l’ora di chiusura ci fù un momento di strana calma alcune colleghe approfittarono per uscire a fumare una sigaretta e nel negozio rimase solo una mia collega indaffarata con una cliente piuttosto noiosa.
D’un tratto la porta si aprì e fece la sua comparsa la ragazza che avevo notato in metropolitana; ora la potevo osservare con più calma: era più bassa di me di pochi centimetri, aveva lunghi capelli neri che le cadevano in sulle spalle ed indossava un cappotto simile al mio, sotto al quale si intravedeva un vestito nero, corredato di calze in tinta e di un paio di stivali in pelle aggressivi. Rimasi sorpresa di vederla, ebbi un attimo di smarrimento ma mi avvicinai con fare cortese:
“Salve! Posso esserle d’aiuto?”
Mi sorrise, questa volta con gentilezza, ed annuì” Sì, sto cercando una cosa un po’… particolare… Arrossì lievemente non sapendo come continuare. Stranamente il pensiero di scegliere intimo con quella ragazza, di vederglielo addosso mi passò in mente, eccitandomi, tuttavia le risposi col mio tono più professionale, ricacciando quei pensieri assurdi.
“Certo, mi dica… Pensava ad un completino? Per lei?” Una quarta di seno, dico bene?
Sorridendomi rispose:” Sì, una quarta. Vede, cercavo qualcosa di… insolito… un po’…”fece una breve pausa ed abbassò il tono” … provocante, per fare una sorpresa …
La accompagnai nel reparto dove tenevamo la biancheria più osè e le feci vedere un paio di completi in pizzo nero, poi un altro in seta rossa. La mia fantasia si scatenò immaginandola dentro quei capi; non avevo mai fatto esperienze lesbo, ma nelle mie fantasie un’altra donna era un’immagine ricorrente. Lei prese i vari capi che continuavo a mostrarle, sempre più arditi, sempre più sexy, e si infilò nel camerino a provarli.
“Sabri!” mi chiamò la mia collega, riportandomi alla realtà dal mio sogno erotico, e facendomi avvertire l’umido fra le mie gambe, sotto la gonna.”Dimmi!” risposi sorridente
“Ormai è ora di chiudere, noi andiamo” indicò le altre commesse già col cappotto e poi le chiavi sul bancone” Abbassiamo le serrande, poi chiudi quando finisci!”.
“Mi spiace farla rimanere qui più del previsto!” mi disse dalla cabina la ragazza
“Oh, non ti preoccupare.. Posso darti del tu, sì?” Azzardai, avvicinandomi alla cabina mentre sentivo le serrande che venivano abbassate da fuori ; c’era uno spiraglio nella tendina e potevo vedere la ragazza: il seno era sorretto da un reggiseno nero trasparente, che mostrava i capezzoli eccitati, mentre sotto un perizoma ridottissimo lasciava trasparire la sua fica completamente depilata. Mi sembrava un sogno, era bellissima e aveva un culo perfetto, sodo e molto invitante.
“Certo, dammi pure del tu.” rispose “Scusami, visto che siamo sole, ti dispiace se esco ? … Magari mi dai un consiglio…”
Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che tirò la tenda ed uscì dalla cabina, splendida, nel suo completino trasparente, nelle sue forme, nella sua pelle liscia, nei suoi seni abbondanti e sodi, coi capezzoli duri, eccitati.
Rimasi letteralmente a bocca aperta e mi avvicinai al suo seno con le mani, con la scusa di aggiustarglielo; lo toccai lateralmente e sfiorai passando i capezzoli” A me pare ti stia benissimo… Sei un sogno …” Mi sfuggì quest’ultimo commento.
Lì successe quel che non avrei mai pensato. Mi prese le mani e mi guardò maliziosa, senza dir una parola, fino a portarsele a coppa sui seni. Non sapevo cosa mi prendesse, ma li accarezzai e li strinsi nella mani, muovendoli con movimenti rotatori, e lentamente avvicinai le labbra al suo reggiseno, leccando intorno ai capezzoli.
Mi carezzò la testa e me la spinse contro il suo seno, cosi che le presi in bocca un capezzolo per volta, scostando il reggiseno e succhiandoli fra le labbra mentre li stuzzicavo con la lingua.
Fra i mugolii mi disse “Così, piccola, così… Lo sapevo fin dalla metro che l’avresti fatto…”
Allora, era stata lei a palparmi… Ma non mi importava, continuavo a succhiare e leccare i capezzoli ed il seno, lo stringevo fra le mani e sentivo lungo le mie cosce colare piccoli rivoli di piacere, che mi eccitavano maggiormente.
Scendevo con la bocca e con le mani, le tenevo i fianchi mentre mi inginocchiavo davanti alla sua fica lucida, nascosta solo dal perizoma. Ci infilai il viso, mi impregnai la pelle del suo profumo, poi le scostai il perizoma e la sfiorai con la mano.
“Sdraiati” Mi disse, ingiungendomelo con un tono che non ammetteva repliche. Ignorando la mia fighetta grondante le ubbidii e mi distesi sul parquet del negozio.
Mi sorrise “Troietta” disse ” Adesso leccala bene”.
Mi si sedette sul viso, il perizoma solo scostato e la sua figa mi inondò il viso col suo profumo, con i suoi umori stillanti, le sue labbra sporgenti ed il clitoride già gonfio.
Le aprii le labbra e cominciai a leccarle l’interno coscia, le labbra, le giravo intorno al clitoride mentre tremava e ansimava, chiedendomi di leccarla ancora.
Senza preavviso le presi in bocca di colpo il clitoride, succhiandolo e mordicchiandolo mentre avvertivo la mia fica pulsare e stillare umori; le infilai la lingua dentro, la leccai e la succhiai fino a saziarmene, fino a credere di essere un tutt’uno con quella ragazza della quale nemmeno sapevo il nome. Avvertii i suoi mugolii aumentare, si teneva stretti i seni e giocava coi capezzoli, intanto emetteva gridolini di piacere sempre più acuti, allora cominciai a leccarle anche il buchino dietro, facendo la spola con la lingua piena del suo sapore, così furiosamente che venne, permettendomi di berla ancora, fino all’ultima goccia.
“Adesso tocca a te puttanella” mi disse, alzandosi e andandosi a posizionare carponi di fronte a me; mi aprì le gambe e scoprì la mia figa colante, che io intravedevo da uno specchio inclinato posto dietro di lei; non portavo slip, era un mio vezzo quando avevo la gonna.
“Ma brava…” disse alzandomi la gonna e divaricando al massimo le mie gambe “senza mutandine, vedo…” mi sorrise maliziosa e avvicinò il viso alla mia fica; prima leccò gli umori sulle cosce, poi le mie labbra ed il clitoride, era una maga con la lingua, sapeva farmi impazzire e io già godevo come un’ossessa, stringendomi i capezzoli duri. Mi penetrava con quella lingua morbida ma tesa, mi faceva reclinare la testa all’indietro mentre ansimavo ; d’improvviso mi allargò le labbra con una mano e conl’altra mi penetrò vigorosamente, infilandomi due dita dentro fino in fondo. Lanciai un urlo e lei si stese accanto a me, muovendo le sue dita veloci, affondando nella mia carne “Sei la mia troietta, adesso devi venire…” le infilai a mia volta due dita nella fica nuovamente fradicia ; lei rincarò la dose e nella mia mise un terzo dito: ora sbattevano contro le pareti facendomi venir voglia di esplodere.
La toccavo sempre più forte e lei mi affondava dentro, mentre io strusciavo contro di lei il mio clitoride. Venimmo insieme, copiosamente urlando il nostro piacere. Mi leccò le dita e io feci lo stesso con le sue, poi sorridenti ci coccolammo e quando ci rivestimmo ci scambiammo i numeri di telefono. Ora siamo buone amiche, pronte a scoparci in ogni occasione
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