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Il Compleanno a Sorpresa di Amélie


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
18.03.2019    |    6.674    |    2 6.1
"Era e sarà sempre un piacere stare con loro..."
Nel mio branco crescevano con il tempo complicità, amicizia, confidenza. Non avevo mai avuto un gruppo simile in vita mia. Amici ne avevo avuti, e fortunatamente ne ho, numerosi. Amici di venti, trenta o addirittura quarantanni con cui avevo condiviso gli anni spensierati dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza. Amici rimasti tali nonostante le vie differenti che ciascuno di noi aveva preso. Nonostante i traslochi. Era e sarà sempre un piacere stare con loro. Tuttavia, il mio ingresso nel Mondo del Gioco, mi aveva impedito di renderli davvero partecipi della mia vita a trecentosessanta gradi.

È un problema che tutti noi abbiamo: l’impossibilità di parlarne liberamente con tutte le persone che amiamo e che fanno parte della nostra vita normale. Semplicemente non si fa. Non si può. Non è ammesso. Ed è anche corretto che sia così. La nostra intimità, che sia banale o speciale come nel nostro caso, non è fatta per essere svelata. Colleghi, parenti… teniamo celata a tutti la nostra doppia vita. Da un lato è ciò che rende il Gioco così eccitante. Il fatto di avere un segreto (solitario o condiviso con la nostra compagna o il nostro compagno) aggiunge una nota piccante e proibita al tutto. Il frutto proibito che amiamo gustare, quello che ci ha offerto il Serpente, ha un gusto speciale. Dà assuefazione. Ma non si può condividere al di fuori. In realtà, mentre quasi tutti (particolarmente le coppie e le singole, per lo stigma sociale che ancora giudica diversamente uomini e donne) semplicemente tengono per sé i propri giochi, io ne avevo accennato agli amici intimi di cui parlavo sopra.

Ma non pensiate che sia utile, non pensate di essere capiti! Ci ho provato, anche con persone che sapevo essere di mentalità particolarmente aperta. Tempo sprecato. Difficile capire cosa passa nella loro testa: incredulità per quelle che possono sembrare spacconate per farsi belli? Invidia per qualcosa che in fondo molti sognano pur non avendo il coraggio o la capacità di realizzare? Disapprovazione? Disgusto? Di una cosa sono ben certo: non capiscono, non possono capire. Per loro io sono (e noi tutti siamo) solo dei malati di sesso. Sono uno a cui piace scopare. Come negare questa verità: amiamo tutti il sesso ed è il punto di partenza. Ma come spiegare che nel tempo il sesso diventa un mezzo e non un fine? Come far comprendere che la vera molla è la ricerca di emozioni sincere? Come trasmettere il senso di libertà che proviamo? Come raccontare la ricerca di sé stessi attraverso l’altro, attraverso le esperienze, attraverso la ricerca del limite che diviene la molla? Impossibile. Vi ho rinunciato. Mi tengo i sorrisini ambigui. Mi tengo la reputazione di quello che “ama la figa” in sé per sé. Suppongo che una donna al mio posto sarebbe giudicata una volgare ninfomane.

Proprio per questo trovo straordinario il Branco. Amici. Amici veri e intimi. Con i quali essere sé stessi. Con i quali finalmente poterci confrontare e capirci. Un gruppo dal quale essere accettati. Un gruppo nel quale non fingere. Tre donne. Tre uomini. Infinite combinazioni. Tanta confidenza fra tutti noi. Il gruppo kik ci univa come una sorta di cordone ombelicale. Di certo era un gruppo più interessanti di quello delle mamme della scuola! Accadeva anche che noi tre maschietti, ribattezzati il Comitato, ci incontrassimo solo per chiacchierare e scherzare fra noi. Per scambiare idee. Per inventarci sempre situazioni che potessero far stare bene le nostre Lupe. Giocavamo a fare i maschilisti, ma in realtà eravamo del tutto devoti a loro. Fu durante uno di questi aperitivi che il Comitato gettò le basi del compleanno di Amélie, che avrebbe avuto luogo qualche settimana dopo. Avevamo già festeggiato altri membri del gruppo, di volta in volta creando la situazione che di certo avrebbe fatto impazzire il festeggiato. Amélie avrebbe dovuto vivere la SUA serata da sogno. Quella che lei desiderava. Noi le volevamo così bene, volevamo che tutto fosse perfetto per lei.

Il primo aspetto fu la ricerca del luogo adatto. Fu San Luigi a pensare alla suite del Motel. Io ormai non frequentavo più quei luoghi e non ero più aggiornato. Ma la location era davvero spettacolare, come racconterò oltre. Tiziano si incaricò di invitarla per la serata senza ovviamente rivelare nulla. Era il più insospettabile fra noi. Il procurai… il regalo. Un regalo che Amélie avrebbe adorato e che di certo avrebbero gradito anche Messalina e Akira. Tutte furono messe a parte del complotto. I giorni scorrevano lenti e l’ora X andava avvicinandosi. Finalmente la sera venne. Quando entrammo infine nella suite, ne fummo incantati. Specchi, divani, una fontana nel centro della stanza, e una magnifica vasca a idromassaggio che troneggiava nell'angolo. Aspettavamo Tiziano che avrebbe condotto da noi l’ignara Amélie. Il vino fu messo al fresco così come la torta. Prima di loro si presentò lui, il regalo. Si presentò il F! Amélie lo conosceva già ma le altre ragazze erano curiosissime di conoscerlo, dopo che gliene avevo parlato. Anche lui era già molto eccitato. Nella stanza le vibrazioni del sesso iniziavamo ad aleggiare. Lo avevo stuzzicato a lungo, parlandogli delle mie magnifiche lupe e della simpatia dei miei amici. Ero certo che si sarebbe trovato bene. Ero certo che sarebbe stato a suo agio, che si sarebbe divertito. Ma soprattutto ero certo che sarebbe stato all'altezza della situazione. L’idea di essere lui stesso un regalo di compleanno, l’idea di possedere tre donne magnifiche in una sera. Tutto lo rendeva euforico.

F. non si spaventa di nulla. In una situazione in cui molti giocatori esperti avrebbero avuto dubbi, lui era sicuro di sé stesso. In uno dei messaggi che scambiammo prima dichiarò, con a spavalderia che gli è propria: “sarò un flagello”. Ci presentammo. Mentre aspettavamo la festeggiata, le ragazze con resistettero. Le vidi avvicinarci a lui come due gattine in calore, conquistate dai suoi modi e dalla reputazione che lo precedeva. Iniziarono a fare le fusa, a stringersi a lui, a strofinarsi. A baciarlo. Le loro mani sapevano benissimo dove andare; sapevano cosa cercare. Sapevano cosa tastare. Provai a dire loro “aspettare un attimo troiette…” fu tutto inutile. In pochi istanti erano già in ginocchio alle prese con l’imponente scettro che si presentava loro. Un mulinare di bocche, di lingue. I complimenti di F con voce strozzata. Sembrava un bambino il giorno di Natale e godetti la scena. Le mie lupe erano avide. Perfette. Si muovevano a turno su quel cazzo imponente leccando, succhiando, ingoiando…

“Silenzio” le interruppi. Arrivò Amélie, condotta per mano da Tiziano. Si udiva solo lo scrosciare della fontana e i nostri respiri eccitati. Amélie di certo intuì che non erano soli. Ma non immaginava tutto. Venne portata verso una colonna al centro della stanza. Mani rapide le tolsero ogni indumento. Apparve con i suoi stivali nero, le calze tenute da un intrigante reggicalze dello stesso colore. Le tue mani furono legate. E ci apparve così: nuda, bionda, bendata, indifesa. Schioccò la frusta. La "big snake" prediletta da San Luigi che la maneggiava da maestro entrò in azione. Un colpo, poi due. Poi molti altri. Piccoli gemiti dalla sua gola. A un cenno del Master ci avvicinammo tutti, come i lupi si avvicinano alla preda inerme. Amélie iniziò ad avvertire le mostre mani che accarezzavano, pizzicavano, sculacciavano. Avvertì le nostre mani, ma quante erano! Addosso. Chissà cosa provò in quel momento, circondata dalle persone che le volevano bene e la festeggiavano come piace a noi. Come festeggia il Branco. Qualcuno volle toglierle la benda, ma trattenni tutti. Non era ancora il momento. Era invece il momento di F. che, avvicinatosi e indossato il preservativo d’ordinanza, la penetrò con un colpo secco. Stava già colando, eppure il notevole calibro che le scorreva nella figa lo dovette ben sentire perché iniziò subito a gemere e godere senza ritegno. Non sapeva ancora chi la stesse scopando con forza e maestria. Lo scoprì subito dopo.

Le togliemmo la benda e ci precipitammo tutti su di lei festeggiandola e baciandola. Godendo della sua espressione felice e sbalordita. La festa, l’orgia poteva avere inizio. In un battibaleno fummo tutto nudi e iniziammo ad accoppiarci come animali. Il Dio dei baccanali si era impadronito di tutti noi. In una allegra confusione indescrivibile vidi F. montare le donne una dopo l’altra. San Luigi e Tiziano non erano da meno. Si era creata una atmosfera meravigliosa di rispetto e di gioco, in cui nessuno voleva prevaricare. Ma tutti e tutte si dedicavano con passione al piacere di tutti gli altri. Bocche, mani, seni, cazzi, fighe, culi. L’odore del sesso si spargeva per l’aria. Io osservai a lungo, compiaciuto della serata, rilassato. Mi immersi per un po’ nell’acqua calda godendo il meraviglioso spettacolo che si offriva a me. F. era indemoniato. Anzi, per usare le sue parole era un “flagello”. I gemiti delle donne, il loro godimento ben mostrava quanto le lupe apprezzassero le attenzioni sue e di tutti gli altri. Poi mi unii alla mischia. Sdraiato sul grande letto avevo una delle donne che sopra di me. Lo specchio al soffitto rifletteva noi due, così come la coppia vicina. Le scopai tutte, le scopammo tutte. Nessuna combinazione venne esclusa. Nessun buco venne risparmiato. Nonostante le dimensioni generose F. si dimostrò abile e aprì il culo di ciascuna di loro. Anzi, ciascuna di loro provò l’ebbrezza della doppia penetrazione. Come sempre in questi casi il caleidoscopio dei ricordi si fa confuso. So per certo che quando vidi Amélie dondolarsi sul cazzo di Tiziano, quando vidi il suo culo oscillare, lo volli. Mi misi dietro di lei. Senza una parola lei si chinò avanti. Vedevo il cazzo che la penetrava nella figa gocciolante e poco più in su il buchino già arrossato. Senza esitare lo profanai. E trovammo subito il ritmo giusto per farla godere ancora e ancora.

Poi riposammo in quattro nell'idromassaggio, sorseggiando il prosecco. L’acqua calda ci rilassava e ci accarezzavamo fra noi con una confidenza assoluta. Stavamo osservando Akira, la più timorosa in partenza, alle prese con il suo Padrone e con F. Anche lei venne posseduta e montata dai due cazzi. Ancora una volta il suo godimento ci disse che i suoi timori erano stati largamente esagerati. Venne la torta, vennero gli auguri cantati da tutti noi. Nudi, con i cazzi e le fighe gocciolanti. L’ultimo protagonista fu ancora F. Le tre donne lo fronteggiavano in ginocchio. Poté resistere ben poco al loro assalto, e fu “costretto” a vuotare il frutto del suo piacere sui loro volti sorridenti.

Il compleanno perverso di Amélie era stato un vero successo. E la magia speciale del Branco, le sue particolarissime vibrazioni, avevano operato ancora una volta. Solo questo mi importava.

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