orge
L'autofficina
di Eulalia
08.02.2023 |
14.047 |
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"Senza neanche capire come ci sono arrivata, mi ritrovo sdraiata di schiena su un pianale
di un pick-up..."
Dovrei urlare o è meglio aspettare ancora un momento e godermi queste attenzioni?“Siete proprio due deficienti” dice il terzo accendendo in me un barlume di speranza, o
forse più di delusione.
“La state pastrugnando nel punto sbagliato, le signore come lei iniziano a sudare e a
bagnarsi da tutta un’altra parte e con ben altri modi.”
Mi stanno addosso, palpano, strizzano, pizzicano, non distinguo a chi appartengono le
mani, ma ne sento una molto esigente che sta cercando da qualche minuto la mia fica.
“Scusate signori ma io adesso dovrei proprio andare, sono già molto in ritardo.”
Lo so, basta sentire la mia voce che annaspa in queste poche parole per capire da sola di
non essere molto credibile, specialmente se a dirle è una donna in ginocchio su un
pavimento di cemento che sta masturbando due gran bei giovani cazzi, uno per mano e
per lato.
Ma quando mi potrà mai capitare un’occasione come questa, sola, lontano da casa,
dove non mi conosce nessuno e con quattro maschi di questa portata.
Qualcuno da dietro mi slaccia i pantaloncini e mi fa appoggiare con la schiena al proprio
petto e poi mi alza le gambe prendendole per le cosce.
Qualcun altro da sotto mi ha sfilato pantaloncini e mutandine in un colpo solo.
La maglietta invece è da un po’ che l’ho attorcigliata attorno alla gola per farmi
stropicciare le tette dai padroni dei due cazzi che stavo segando.
Sto galleggiando seduta nel vuoto, la fica esposta con le gambe larghe e non posso più
nascondere di essere parecchio eccitata.
“Signora, adesso però qui effettivamente sta sudando parecchio.”
Chiunque abbia parlato, ha anche delle dita grosse, molto grosse e ruvide al punto che ne
basta una per aprirmi per bene la fica mentre il suo vicino, uno dei due che mi tiene le
gambe sollevate e aperte inizia a sgrillettarmi con un dito il clitoride dopo avermelo infilato
in bocca per farmelo bagnare di saliva.
Ormai ho perso il controllo e mi ritrovo a godere così davanti agli occhi di tutti.
“E brava, la nostra cliente troia!”
Mi ritrovo a schizzare dalla fica con ancora quella specie di dito salsiccia dentro ma ora
con i piedi per terra. Il tipo dietro mi piega a novanta con forza, mi sembra di cadere nel
vuoto. Mi afferro alle cosce di uno dei due ragazzi più giovani e subito la mia bocca viene
infilzata dal suo cazzo nerboruto che prosegue la sua corsa nella mia gola senza farsi tanti
problemi fino a soffocarmi.
Vincendo un moto istintivo di fermarmi e fermarli, chiudo gli occhi e cerco di estraniarmi,
come se la protagonista di questa specie di film porno di quarta categoria non fossi io e mi
lascio andare a queste mani ruvide che mi palpano ovunque, che mi aprono le natiche,
che mi allargano e strizzano le mie grandi labbra e il clitoride.
Una lingua sale e scende per la mia fessura con dosata e lenta pesantezza.
“Ma cosa perdi tempo a leccarle la fica, non vedi che è già da un po’ che sta colando? La
signora ha bisogno subito di tanto cazzo.”
Questo che parla ogni tanto, con una voce roca, quasi come in un fuori campo
cinematografico, deve essere il “vecchio saggio” del gruppo, e non può nemmeno
immaginare quanto abbia ragione. Cosa aspettano questi stronzi a fottermi?
Glielo direi anche se non avessi questo cazzo che in gola che mi impedisce di farlo.
“Hai ragione, la zoccola ne ha proprio bisogno. Non sia mai che la si lasci andar via
ancora con le voglie…”
Da dietro sento armeggiare con la zip di una tuta poi n un colpo solo un enorme palo di
carne mi sfonda la fica e inizia a sbattermi, ho i suoi testicoli che sbattono sul mio pube, mi
fotte a ritmo forsennato con le mani strette sui fianchi e mentre i due cazzi si alternano
nella mia bocca, piegata come sono, mi sento la sua enorme cappella arrivarmi fino in
pancia.
“Ha visto signora cosa succede a lamentarsi del ritardo e fare fretta ai meccanici? Adesso
sarà soddisfatta spero, ci stiamo facendo in quattro solo per Lei”
Oddio a dire il vero mi stavano montando in quattro quei porci.
Senza neanche capire come ci sono arrivata, mi ritrovo sdraiata di schiena su un pianale
di un pick-up. Uno dei quattro, che dev’essere il guru del gruppo mi si siede in faccia e mi
ordina di leccargli le palle mentre un altro di cui mi sembra di non aver ancora provato il
cazzo, mi pompa la fica tenendomi a gambe sollevate appoggiate alle sue spalle, chissà
chi è, mi viene da pensare, ma più che altro per avere la certezza di riuscire a provarli tutti
prima di uscire di lì.
“Leccami il culo, fammi sentire bene la lingua che entra troia!”, mi dice intanto il “guru”, io
prontamente obbedisco mentre qualcuno mi strizza i capezzoli con cattiveria. Fra la mia bocca e il culo che sto scopando con la lingua si infila un altro cazzo.
Lo insalivo bene e poi lo accompagno verso la rosetta tutta insalivata sopra di me.
Glielo sta piazzando con molta calma e decisione.
L’uomo sopra di me sta rantolando di piacere man mano che lo sente entrare.
“Sfondami!” gli dice, mentre l’altro glielo infila tutto in culo proprio a pochi centimetri dei
miei occhi, uno spettacolo che mi eccita da morire.
Un cazzo che mi scopa la fica non mi basta più. Ho bisogno di essere riempita in tutti i
buchi e il prima possibile, un po’ come quando muori di sete in una giornata estiva, entri in
un bar chiedi dell’acqua e te ne danno un bicchiere mentre tu vorresti attaccarti
direttamente alla bottiglia per spegnere quella arsura che hai in gola.
Uno dei quattro si sdraia di fianco a me, il suo cazzo svetta duro e nerboruto, ha una
strana gobba, dev’essere quello che ancora mi manca. Lo ciuccio per qualche minuto
lasciando una scia di saliva, prima di impalarmici sopra in ginocchio piegata leggermente
in avanti, per far vedere bene agli altri il cazzo che entra ed esce allargando le mie grandi
labbra. Lo cavalco selvaggia al ritmo delle sue sculacciate.
Un dito dell’uomo salsiccia cerca di farsi strada nel mio culo e ci riesce allargandomelo.
Mi fermo un momento piegata in avanti mentre due mani mi aprono bene le natiche per
fare posto a un altro cazzo, mi sa che ho perso il conto, forse ne avevo saltato uno perché
mentre spinge entra e mi allarga, nel sentire ogni sua vena e ogni nodo mi sembra nuovo.
Nuovo o no, ora ho due bei cazzi dentro che mi pompano a ritmo alternato uno sopra ed
uno sotto ed io me li godo rannicchiata e beata, esplodendo in una serie quasi senza fine
di piccoli orgasmi ravvicinati, accompagnati dai miei gemiti.
“Senti la troia come gode!”, li sento urlare, e più gemo più mi scopano forte.
“Succhiami il cazzo che sto per venire!” mi ordina il “guru”, che mentre veniva
selvaggiamente inculato mi schiaffeggiava la faccia e la bocca con il suo cazzo.
Non me lo faccio dire due volte. Faccio appena in tempo ad appoggiare le labbra alla sua
cappella che i suoi schizzi caldi di sborra mi sporcano le labbra e la lingua finendomi in
gola.
Bevo lecco e ripulisco tutto godendomi ancora un po’ la mia doppia cavalcata.
Un altro orgasmo ma questa volta molto intenso mi squassa e vengo.
Vengo urlando sollevandomi e squirtando come una fontana sul cazzo e sulla pancia
dell’uomo sotto di me che si sfila veloce per venirmi copiosamente in faccia e sulle tette,
mentre quello sopra che mi sta inculando, resta dentro e mi segue a ruota riempiendomi di
sborra.
Sono adagiata fra questi quattro fantastici corpi, soddisfatta e indolenzita come non mai.
Tre si alzano, si rivestono, salutano con un bacio e se ne vanno.
Il quarto mi dice:
“Allora signora, dica la verità, valeva la pena aspettare un po’ e farsi qualche decina di
chilometri in più, per avere una revisione così accurata?”
“Beh, in effetti si, ne è valsa davvero la pena. Ma adesso? Non mi dica che per la
prossima revisione devo aspettare due anni, eh.”
“Ma no, non si preoccupi. Poi per un modello speciale come lei un buco lo troviamo
sempre, anche se devo dire che ultimamente entrambe le attività dell’officina vanno fin
troppo a gonfie vele. Pensi che ormai si lavora almeno su due turni sette giorni su sette”
“Quindi se la macchina dovesse darmi qualche problema? E se magari dovessi farmi
accompagnare da una mia amica?”.
“Nessun problema. Telefoni sempre alla nostra Silvia e spieghi tutto a Lei. Con un po’ di
preavviso però, perché, cara la mia signora, sapesse quanto è difficile al giorno d’oggi
trovare mano d’opera davvero specializzata.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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