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Tre + Quattro alla SPA: Lussuria e Tragressione


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
04.03.2019    |    8.094    |    3 6.5
"Avrei potuto ancora provare tutti gli incastri possibili fra tre corpi ansanti..."
Amélie ed io adoriamo quel posto. Quella SPA naturista (e non solo) fuori Milano ben conosciuta nel nostro ambiente. Ero stato io a fargliela scoprire, ormai parecchio tempo fa. Nel paziente percorso di formazione che le stavo facendo fare era stata una tappa importante. Prima di creare con lei un profilo di coppia su Annunci 69, volevo capire come avrebbe reagito in un contesto nel quale giocare con me davanti ad altre persone. E giocare con altre persone. A lei piacque immediatamente. Non si ponevano i problemi del “oddio cosa mi metto”, si poteva godere di un ambiente molto rilassante nel quale nulla era scontato. Andare in un locale è molto diverso rispetto a un incontro a quattro in un luogo privato. Né meglio né peggio secondo me. Semplicemente diverso; regala emozioni diverse. Non saprei cosa scegliere. Forse la cosa migliore è alternare le situazioni e godere il meglio di entrambe.

Quando si incontra una coppia a casa, esiste un lato scontato. Bisogna ammetterlo. Può sempre accadere che dal vivo non scatti il feeling per una qualsiasi ragione. Ma in genere si ha un’idea abbastanza precisa delle persone che si stanno incontrando. Li si è visti in foto. E soprattutto passano giorni (talvolta settimane, a seconda degli impegni) nei quali si chatta, si scherza, ci si provoca. Il modo in cui le persone si esprimono dice molto sulla loro personalità. Timidi o sfacciati; traspare dalle frasi. Si crea una complicità. Si fa salire pian piano il desiderio e la tensione erotica in un lento, inesorabile e perverso count-down. Meno tre, meno due….

Nel momento in cui si trova sul divano a brindare, a lanciare occhiate furtive – ma sempre meno furtive- ai compagni di gioco le persone non sono più sconosciute. A volte sembra di stare con vecchi amici di sempre. Condividere le nostre emozioni, scoprire quante cose in comune abbiamo rispetto al Mondo di Fuori crea subito una complicità. Come fossimo una setta, con i nostri riti, le nostre abitudini. I nostri segreti celati al mondo. Il Mondo di fuori e il Mondo del Gioco. Ci capiamo, condividiamo sensazioni scherzi. Coppie clandestine, fidanzati. Coppie sposate con figli. Il gioco (quando tutto va bene) scorre in modo naturale e fluido; senza forzature. L’esperienza ha affinato il mio istinto di Lupo nello scegliere le persone giuste.

I locali danno vita ad emozioni affatto diverse. È per me un gioco di coppia innanzitutto. Mai sono andato da solo e mai lo vorrei fare. Non vorrei mai fare parte della triste schiera dei singoli che si aggirano come cani smarriti nei corridoi bui, seguendo ostinatamente le coppie. Adoro condividere tutto questo con una donna. La mia priorità è sempre che la mia donna si senta protetta e a suo agio. Ancor di più se esordiente. Nel locale faccio fatica a entrare in contatto con le coppie, vittima della mia innata timidezza. Capita quindi di trovarsi in una situazione del tutto spersonalizzante. Gli altri non sono che corpi, bocche, sessi. Una bolgia dantesca in cui perdere il senso di sé. In cui annullarsi nel piacere e nell'anonimato. Amélie amò quel posto fin dalla prima volta; oltre ogni mia aspettativa.

I locali erano spaziosi ed accoglienti. Le grandi vasche idromassaggio ci permisero di rilassarci assieme. Nudi. Già, alla SPS si sta nudi. Già questo rende l’ambiente rilassato. E quando fu il momento di salire al piano di sopra, sempre sotto il mio occhio attento e vigile, lei perse ogni ritegno. In un locale il compito dell’uomo è di non perdere mai il controllo, fare attenzione che tutti i maschi si comportino correttamente, respingere con gentile fermezza approcci non graditi. Capire a pelle cosa la donna cerchi e desideri. Il compito dell’uomo è mantenere il controllo appunto per permettere alla donna di perdere il suo. Certa di poterlo fare senza timori. Non consiglierei mai a una donna, a meno che sia straordinariamente sicura di sé ed esperta, di recarsi da sola in un locale proprio per questo motivo.

Con Amélie ci rechiamo ancora spesso lì. Non così spesso da farlo scadere in una routine. Viviamo sempre avventure bellissime. Ricordo la sfida che le lanciai una delle prime volte. Le chiesi sottovoce “ti piace quel ragazzo giovane che continui a fissare pensando che io non me ne accorga?”. Lei annuì timida, quasi pensando di non meritarlo. “Se vuoi lo puoi avere” ripresi “ma devi andare da lui, guardalo negli occhi, e dirgli che vuoi scopare con lui”. Esitò smarrita solo un istante. Amélie adora le sfide e la raccolse. Obbedì. La risposta fu ovviamente positiva, e godette parecchio, mentre le accarezzavo il viso e guardavo i suoi occhi.
Quel venerdì invece portammo Messalina. Fra le due donne era nata una grande amicizia che avevo creato e favorito. Potevano finalmente avere un’amica con cui parlare liberamente fra donne senza tabù. Si vedono regolarmente. Ne sono felice ed ho imposto solo una regola: devono baciarsi sulla bocca e mandarmi una foto. Erano amiche davvero intime, fra loro il sesso era bello e complice come se si conoscessero da anni. Messalina non era mai stata in quella SPA. Adoravo l’idea che Amélie ed io fossimo i suoi ciceroni. Le sarebbe piaciuto? Ero pronto a scommettere di sì.

Lo ammetto: ero molto eccitato all'idea di presentarmi li con due donne belle e sensuali. Avevo anche voglia di mostrarmi e suscitare gli sguardi di invidia e ammirazione di tutti. Un po’ scherzando, un po’ seriamente, raccomandai loro di stare a braccetto una per lato. Era la mia chance di sentirmi il re del mondo e l’avrei sfruttata. Esibirmi nelle stanze con due donne, immaginare la folla che si sarebbe assiepata alle sbarre sperando di essere ammessa la banchetto divino. Avere il controllo della situazione. Decidere lo svolgimento della serata nei minimi dettagli. Tutto questo mi dava le vertigini. Anche per me era la prima volta… Tuttavia, non volevo pensare solo a me stesso. Mi segretamente accordato con A. e B., con i quali avevo giocato poche settimane prima in compagnia della stessa Amélie. Entrambi ci erano piaciuti molto. Sapevo che le Lupe avrebbero apprezzato giocare con entrambi. Volevo che la serata fosse magnifica per loro innanzitutto. In particolare, per Messalina, che metteva piede alla SPA per la prima volta in vita sua. Desideravo che le lasciasse un ricordo indelebile. La sorpresa sarebbe stata ancora più intrigante di quanto avessi previsto, ma questo non lo sapevo ancora

Entrammo nella reception. Messalina come sempre era disinvolta e sorridente, dopo il bacio che aveva scambiato con Amélie sotto i miei occhi compiaciuti. Eppure, di certo doveva batterle il cuore. Un nuovo luogo trasgressivo si svelava a lei. Ci spogliammo. E finalmente feci il l’ingresso in scena che avevo sognato. “Ragazze, state ai miei lati e non vi allontanate per nessun motivo!”. Le presi braccetto ed entrammo. Vidi subito i nostri amici, seduti sui divani a chiacchierare. Non erano soli. Un’altra bellissima coppia di loro amici, magnetici e sensuali erano con loro. Li conoscevo anche se non avevo mai avuto modo di giocare con loro. Erano i più belli e interessanti di una serata complessivamente moscia. Ci presentammo. Presentati Messalina a tutti. I quattro avevano un grande confidenza. C. e B2 erano fantastici anche loro. Ci misero subito a nostro agio e restammo lì a scherzare. Poi condussi le Lupe nell'idromassaggio. Fu un momento bellissimo. La pelle nuda, resa scivolosa dall'acqua calda. I baci che ci scambiammo tutti e tre. La complicità forte che esisteva fra noi rendeva tutto bello ed eccitante. Avvertivo le loro mani accarezzami le cosce, sempre più su, e l’erezione si affacciò prepotente.

Poi tornammo dai quattro. Io mi stavo perdendo in quell'ambiente magico, quando Amélie mi riportò alla realtà. “time is running” mi avvisò, conscia che nessuno di noi poteva fare troppo tardi. Ci alzammo e ammiccai alla combriccola. Saremmo saliti… e li aspettavamo qualora avessero avuto piacere a… conoscerci meglio.

Salimmo le scale; chissà cosa provò Messalina in quel momento. Il suo sorriso era come sempre solare e deciso. Tuttavia, conoscendola, sono certo che era anche piena di emozioni. In parte era fuori dalla sua confort zone. In un luogo sconosciuto e terribilmente eccitante. Tuttavia, era di certo rassicurata dalla contemporanea presenza di Amélie e mia. Era ben scortata. Ci aggirammo per i corridoi; le tenevo strettamente al mio fianco. La serata era inaspettatamente piuttosto vuota ma si formò il consueto codazzo dei tristi singoli. Di certo, vedendomi con due donne, speravano di venire invitati al banchetto. Sarebbero rimasti delusi, perché intendevo dare vita a uno spettacolo di rara bellezza: ne sarebbero stati meri spettatori. Entrammo in una delle stanze e il cordone che chiusi fece capire che “non si entrava”. Subito le due donne si lanciarono una sull'altra. Con desiderio e certo anche con l’intenzione di regalare a me quello spettacolo tanto ambito. Le vidi baciarsi, leccarsi mentre le accarezzavo. Entrò in azione il “magic wand” le il suo sordo ronzio fu ben presto sovrastato dai gemiti eccitati delle ragazze. Messalina era già fuori controllo e godeva senza ritegno. Poi fu il turno del meraviglioso strapon doppio. Messalina se lo infilò lentamente e iniziò a scopare Amélie come un uomo. Si muoveva fluida, senza esitazione. Misi il mio cazzo fra le loro bocche, ormai eccitatissimo. Le due amiche erano perfettamente affiatate e si alternavano su ogni centimetro di ciò che veniva loro offerto. Poi mi posizionai dietro a Messalina, e la sodomizzai. Eravamo un meraviglioso trenino. Ogni volta che affondavo nel suo culo trasmettevo il movimento allo strapon che penetrava Amélie, di cui vedevo gli occhi e il viso. Un istante magico. C’eravamo solo noi al mondo in quell'istante, e ne godei profondamente con la testa prima che con il corpo.

Avrei potuto anche concludere così la serata. Avrebbe potuto essere esclusivamente la MIA serata. Avrei potuto pensare solo a me stesso. Nessuna avrebbe protestato. Nessuna avrebbe avanzato richieste. Il Gioco lo dirigevo io. Avrei potuto ancora provare tutti gli incastri possibili fra tre corpi ansanti. Ma volevo che fosse magico anche per loro. Avevo ben visto gli sguardi che le mie Lupe avevano lanciato ad A. e C. Non le avrei deluse. Le lasciai lì un istante, e vidi che i quattro si erano rintanati soli in un'altra stanza. Ero certo che non ci avrebbero detto di no; non mi presentavo certo a mani vuote! Percorremmo il corridoio sempre seguiti da maschi. Non avrebbero avuto nulla da noi quella sera. Neppure le briciole.

Ci unimmo al quartetto. Fummo accolti con simpatia e calore, mentre un’altra coppia che tentò di intrufolarsi venne respinta con cortese fermezza. Le due coppie erano già molto eccitate e stavano praticando uno scambio completo. Senza essere invadenti ci avvicinammo a loro. Lasciai andare avanti le Lupe, senza volermi imporre. Tutto diventò confuso, in quella dimensione onirica che solo chi ha vissuto queste situazioni può capire. Erano tutti belli. Gli uomini, carismatici e muscolosi, le donne sensuali ed esili. Un mix perfetto. Messalina venne invitata ad unirsi a B. e C. Mentre Amélie si avventò su A. facendolo gemere. Io penetrai Amélie. In quella posizione era troppo invitante. Poi tutto cambiò; vidi Messalina giocare con A. fino a farsi scopare. C. iniziò a baciare Amélie sciogliendola come un cubetto di ghiaccio. Non desiderava altro che essere scopata da quell'uomo affascinante. Io giocai con B, quella che già conoscevo e con cui avevo molto feeling erotico. Quando la presi a pecorina afferrai saldamente i suoi fianchi per sbatterla ritmicamente ammirando il suo culo piccolo e compatto. Infine, A. si godette il meraviglioso lavoro di bocca delle Lupe, quella stessa delizia che non mi stanco mai di provare. A giudicare dalla sua espressione, benché fosse abituato da anni a giocare, ne fu estasiato. Neppure una goccia andò sprecata.

Era tempo di ripartire. La serata era andata nel migliore dei modi. Il mio desiderio di offrire alle ragazze una serata indimenticabile era stato esaudito. Ero stato bravo. Ero stato fortunato. Si erano godute quelli che di certo erano gli uomini più desiderati e sensuali del locale. Era quello l’obiettivo che mi ero prefisso. Stavo imparando a mettere lentamente da parte il mio egoismo. Stavo imparando che dare è bello quanto ricevere, talvolta di più. Avevo superato un nuovo gradino nel mio essere una persona migliore. E quando si dà alle persone che lo sanno meritare, ci viene restituito moltiplicato. Senza esigere, senza aspettarsi un ritorno. Le cose tornano spontaneamente nel fluire della vita.
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