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Una Serata di Classe e Lussuria


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
23.10.2018    |    7.433    |    1 8.3
"Non vi era alcun imbarazzo fra noi..."
Dopo tanti anni nel mondo del gioco ci so può ancora emozionare? Dopo tante esperienze si può ancora provare un’emozione? Una sorpresa? Un incanto? Quando si crede di aver provato tutto, sperimentato tutto, esplorato tutto è davvero così? Confesso di averlo creduto. Eppure esiste sempre un altro orizzonte. Questa frontiera mobile non è però tossica. Non si tratta di provare cose sempre più estreme in una insensata ricerca di adrenalina. La frontiera passa sempre più dal lato emotivo. Ho capito così tanto di me stesso dal mondo. L’ho capito riflettendo e rivivendo dentro di me le esperienze che ho vissuto. Ho imparato a comprendere la differenza fra quelle che non lasciano nulla se non il ricordo di un bel momento di sesso, rispetto e piacere e quelle che ti scavano dentro. Quelle che ti obbligano (oddio, no non obbligano tutti; solo quelli che sono impegnati a conoscere sé stessi, l’unica ricerca che valga la pensa di intraprendere). L’ho imparato conoscendo persone speciali che si distaccano dalla massa degli uomini in cerca della scopata (i nostri profili paiono tutti dei copia-incolla, ma ho imparato a discernere le parole un tanto al chilo da quelle vere). Maschi, amici, complici a cui mi lega un’intimità speciale e a cui devo solo dire grazie. Chi si riconoscerà, capirà. Ma ancor di più ho appreso dalle donne, la cui ineguagliabile sensibilità arriva al cuore. Donne complici. Donne speciali. Ancor oggi imparo da loro. Donne a cui magari ho fatto da mentore e che inevitabilmente mi hanno superato nella comprensione dei meccanismi. Donne che mi hanno reso e mi rendono un uomo migliore di ciò che ero. E che mi renderanno un uomo migliore da ciò che sono oggi. Della Lupa ho già lungamente parlato. Oggi è uscita dalla mia vita. Ero convinto che mai avrei trovato l’uguale. Non cercavo una sostituta. Ma oggi mi rendo conto che Amélie, in modo ancora più completo, riempie tanti miei bisogni emotivi. Sembrava avessimo rotto i rapporti (ok Amélie è stata colpa mia!). Invece siamo ancora qui. Uniti e complici.

Non avrei voluto nessun altra donna al mio fianco quel sabato sera. Un sabato che, rispetto a quanto scrivevo sopra, è andato oltre le mie emozioni. Vi è mai successo di aspettare e immaginare un qualcosa, un evento? Di “sapere” con precisione che quel momento sarà perfetto? Che sarà esattamente come lo immaginate? Di averne l’assoluta certezza? E che, ex post, sia andata proprio così? Non vi è mai accaduto che lo scarto fra realtà e fantasia si riduca a un diaframma leggerissimo? A me è successo; poche volte ma mi è successo. La Serata Perfetta è stata così. Ma la porterò nel cuore. Ridendo nel corso della serata ho affermato “se il paradiso esiste, dovrebbe essere qualcosa del genere”. Esagerato? Enfatico? Forse. Sincero? Di certo. Mentre percorrevo la strada con Amélie mi sentivo esattamente così. Non nutrivo alcun dubbio. Sarebbe stato perfetto. Dall’inizio dalla fine. Ma cosa mi attendeva di così magico. In realtà nulla di ciò che potete immaginare, soprattutto se avete letto i miei precedenti racconti: nessuna coppia di sorelle, nessuna seduta estrema, nessuna orgia. Una serata. La Serata Perfetta. Sei persone: tre uomini e tre donne. Una casa. Semplicemente questo. Eppure il mio entusiasmo aveva contagiato Amélie, che si era dovuta dare non poco da fare per liberarsi per me. Le avevo detto che la cosa le sarebbe piaciuta molto. E si era fidata di me. Amélie si fida di me. Forse mi è accaduto di deluderla talvolta (non sono certo perfetto); però lei sa, ha sempre saputo, che mi prendo cura di lei. E sa che il nostro feeling è magico. Siamo la coppia più bella, più sofisticata, più trasgressiva, più rispettosa. L’autostima è crescita nel tempo e si è rafforzata a vicenda. Amèlie è unica. E lo avrebbe dimostrato anche quella sera.

Come si era arrivati a questa serata? Una serie di coincidenze. Avevo conosciuto settimane prima una coppia, V e F. Giocavano da molto con le coppie e avevano deciso a un certo punto di provare l’esperienza di un singolo. Dopo un lungo corteggiamento virtuale la scelta era caduta sulla mia umile persona. Avevo trascorso un bellissimo momento con loro, sia nel locale elegante in cui abbiamo bevuto e approfondito la conoscenza reciproca, sia successivamente da me. Che era stato il luogo del delitto. Un delitto appagante per me. A quanto pare lo era stata anche per loro. V e F avevano una coppia di amici, L ed M. Me ne avevano parlato in modo assai lusinghiero ed io ne ero stato molto incuriosito. Quale fu la mia sorpresa quando L e M mi contattarono a loro volta dopo qualche settimana. Era un giovedì. Avevo messo un “last” per il sabato. Mi chiesero se fossi ancora disponibile per incontrarli. Mentii. Dissi loro di sì e annullai quanto era già previsto. Non è nelle mie abitudini perché rispetto sempre la parola data. Ma avvertivo di non poter fare altrimenti. L e M vennero direttamente a casa mia. Anche quella fu una serata magica su cui non mi dilungherò. Speravo di rivederli tutti e 4. Ma fedele al mio stile, non li avevo pressati. Non volevo dare l’impressione di essere nel “bisogno”. Di fatto non lo ero. Eppure la voglia di V e L era enorme in me.

Poi accadde: fui invitato da L e M a casa loro, un sabato sera. Non da solo. Avevo loro parlato di Amélie. Eravamo invitati entrambi. Sapevo cosa mi attendeva e il mio entusiasmo contagiò e travolse Amélie. La incuriosii; la intrigai. Lei mi conosceva, e sapeva che le mie non sono mai parole al vento. To do what you say and to say what you do. Organizzò la sua serata e mi disse di sì. Avevo al mio fianco l’unica persona con cui avrei voluto vivere questa serata. Andai a cercarla in macchina (affittata per l’occasione) e partimmo assieme. La casa di M e L distava circa 45 minuti. Questo ci avrebbe concesso di parlare assieme con calma. Avevamo poco tempo di farlo, ma io adoravo confrontarmi con lei prima e dopo. Adoravo ascoltarla e imparare. La nostra fusione mentale era perfetta. La vedevamo (sempre rispettivamente da Uomo e Donna) allo stesso modo su tantissimi argomenti. Con lei avrei sempre fatto bella figura. Era bella, era sensuale. Aveva nel tempo imparato a superare la sua timidezza ed era a suo agio in qualsiasi contesto. Era semplicemente perfetta. Aveva qualche timore, dato che io ero l’unico a conoscere tutti. Ma la mia presenza la rassicurava. Non avevo mai permesso a nessuno di mancarle di rispetto. L’avevo sempre protetta. Si fidava di me. Ma cosa c’era di così speciale in una serata di 3 coppie? Nulla. O tutto. Lo speciale erano le persone. Spesso a eventi privati non si conoscono tutti in anticipo. E troppo spesso c’è quello (in genere maschi) che non sa comportarsi, che non sa parlare, che stona. In questo caso io ero sicuro. L e M sarebbero stati dei perfetti padroni di casa. V e F erano ragazzi splendidi. Non c’era solo questo: le 3 donne erano una più bella dell’altra. Pensarle assieme in lesbo show mi mandava in estasi. Ci sarebbe stato quel momento, poi ci saremmo gettati su di loro.

Arrivammo: nel vialetto M ci raccomandò discrezione. Avevano una reputazione da difendere! Conoscendo forse la mia esuberanza temeva che mi lasciassi andare? Non lo feci. La sala era moderna ed accogliente. Gli altri erano già lì. Seduti su un ampio divano angolare. Stuzzichini e bottiglie erano pronte. Iniziammo subito a brindare. A dire il vero bevemmo più che mangiammo. Come è possibile pensare al cibo quando il tuo pensiero è rivolto ad altro? Si mangia “dopo”. Non ha caso L aveva proposto una spaghettata di mezzanotte per chiudere degnamente la serata. Sembra un piccolo dettaglio da nulla, ma rende perfettamente il tono di accoglienza e convivialità che regnava. Come se fossimo vecchi amici. Ma con una differenza. Le nostre chiacchierate e risate vertevano sul rapporto di coppia, sul gioco. Le opinioni non sempre coincidevano, ma c’era rispetto per tutti. Sentivo già l’alcol inebriarmi leggermente. In modo quasi inconscio (me lo fece capire dopo Amélie) mi posi come catalizzatore. Era il mio ruolo. Un ruolo delicato perché non doveva assolutamente trascendere. Non dovevo permettere al mio protagonismo di “soffocare” nessuno. Però ero il catalizzatore. Mi sedetti di fronte ad Amélie e L. Come avevo sperato fra loro il feeling si creò spontaneamente. Si capivano, erano diverse, eppure avevano punti in comune. La tensione saliva lentamente. Non volevo affrettare le cose per gustare ogni istante. Difficile descrivere come mi sentissi: ero da un lato estremamente lucido, dall’altro mi lasciavo trascinare dal mio istinto. Tutto fluiva. Come vorrei avere la stessa sicurezza nella mia vita di ogni giorno?

Le due bellissime donne erano fianco a fianco. Iniziai ad accarezzare quasi con indifferenza le gambe di entrambe. Il mondo non esisteva in quell'istante. Baciai Amélie con passione. Poi feci lo stesso con L. Infine avvicinai gentilmente le loro teste. Il bacio fra loro scoccò: immediato, passionale. Cosa c’è di più emozionante di due donne che si baciano? Infine mi unii a loro. Avevo gli occhi chiusi. Avvertivo il turbinio delle lingue sulla mia. La nostra saliva si mischiava. Avvertivo distintamente l’odore della pelle di Amélie a sinistra e di L a destra. Odore di femmine. Potevo quasi avvertirle a livello di ormoni. Mi ricomposi. Avevo rotto il ghiaccio. Ma non era ancora il momento. Le chiacchiere continuavano. Chiesi il permesso di fumare. Avevo già deciso tutto. Passai un paio di minuti fuori nel giardino. Nella mia testa era perfettamente chiaro. Sapevo come portare avanti le cose. Tornai a chiesi dove potessi gettare il mozzicone. O meglio lo chiesi a L guardandola negli occhi. Lei comprese subito. Amélie andava nello stesso momento in bagno. In cucina mi avvinghiai a L. La baciai furiosamente, le mani posate sul suo culo mentre lei si strofinava vogliosa. Nessuno ci vide. Ma non fu mancanza di rispetto la mia. E chi c’era sa perché. Amélie uscì dal bagno mentre vi andava L. Misi Amélie contro il muro, davanti a tutto e inizai a baciarla con passione. Eravamo fra sala e bagno, di modo che, quando passò L, la abbrancai e la portai verso di noi. Alea iacta est!

Su invito dei padroni di casa scendemmo una scala. Portava alla taverna. Un letto era già aperto la centro della sala. L’eccitazione era alle stelle. Le donne si sdraiarono sul letto. Avevano tutte delle scarpe estremamente sensuali. Io stavo letteralmente impazzendo. Le vedevo baciarsi, avvinghiarsi, spogliarsi lentamente a vicenda. Noi maschi le guardavamo affascinati. Non riuscivo a credere a tanta bellezza. Eppure, cazzo!, avevo vissuto decine di esperienze simili. Cosa rendeva la serata così diversa? Non si riesce fino in fondo a descrivere queste cose. Occorre viverle. Iniziammo a spogliarci a nostra volta e ci avvicinammo alle tre stupende creature che gareggiavano in sensualità e bellezza. Tutto fu perfetto. Bocche insaziabili si impadronivano del mio cazzo. Vidi come in un sogno Amélie e L disputarsi il mio cazzo. Le loro bocche passavano ovunque, dalle palle alla punta. Perfettamente coordinate, come se non avessero fatto altro in vita loro. Ero al settimo cielo. Il mio sogno si realizzava Le mie mani erano autorizzate a toccare quei corpi senza alcun ritegno. Le mie dita, autorizzate a penetrare ogni buco, ogni fessura bagnata e calda. Vidi Amélie con la bocca sul cazzo di M. La incoraggiai a arrivare fino in gola. Ne era capace le le spinsi io la nuca con forza. Non capivo più nulla. Iniziai anche io a restituire il piacere che mi veniva dato. Iniziai a leccare, e mi concentrai su Amélie. La conoscevo e sapevo esattamente cosa fare. Come farlo. Anche lei mi desiderava. La scopai con passione.
Ma la festa era appena iniziata. Vidi V e mi avvicinai a lei. Seduta sul bordo del letto non si fece pregare quando fui in piedi di fronte a lei. Fu la sua bocca ad accogliermi avida. V aveva un corpo generoso e un seno opulento. Fu un piacere leccarlo… per poi sdraiarla sulla schiena e penetrarla. Piacere. Ancora piacere. Gemiti e sospiri. Le nostre voci avevano cambiato tono. A un certo punto vidi Amélie accucciata ai piedi di F per dare piacere anche a lui. Tornai nella mischia.

Arrivai finalmente a L. Conoscevo già il suo corpo e fu meraviglioso baciarla, leccarla. La penetrai una prima volta. Il suo corpo esile si contorceva. La ragazza fine ed elegante aveva lasciato il posto a una troia avida di godere. Ancora molte immagini mi restano. Amélie che lecca L fino al suo orgasmo. La mia ex allieva era diventata maestra in tutte le arti erotiche. Sapeva leccare con la stessa passione sessi maschili e femminili. Poi volli possedere analmente la mia complice. Chiedi a L di tenerla aperta per vedere quella profanazione oscena da vicino. Mentre inculavo Amélie L mi baciava. Nella sua bocca gusto di sesso, il mio dito si introdusse nel suo culo. Le dissi che avrei voluto inculare anche lei un giorno. L sorrise senza rispondere. Finii ancora a leccare e scopare L mentre M faceva lo stesso con Amélie. Eravamo fianco a fianco. I miei occhi passavano dai volti dell’una e dell’altra, incantato. E poi la sentii. Sentii la voce di L: “si dai cazzo, così! Continua!”. Quella frase, quel tono, quella voce mi risuona ancora.
Finì come doveva finire. Le ragazze sdraiate fianco a fianco, in attesa di vedere esplodere il nostro piacere di maschi su di loro. Lo volevano. Volevano vederci godere. I miei schizzi andavano dalla bocca di Amélie al seno di L. Avrei forse potuto far assaggiare il mio sperma anche ad L? Non ne ero certo e non volli superare il limite. La convivialità che ne seguì fu magnifica. Non vi era alcun imbarazzo fra noi. Tutto era naturale. Simpatia, calore, complicità. Consapevolezza che qualcosa di bello ci aveva uniti. Me lo porterò sempre nel cuore.
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