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La mia puttanella virtuale


di Vert_
17.03.2017    |    6.270    |    1 7.1
"Poi c’è quest’altra dimensione, quest’altro universo, quello della chat, in cui le distanze fisiche tendono ad annullarsi e la realtà assume una forma..."
Milleduecento chilometri e vent’anni di età: queste le uniche distanze rimaste tra me e S. Le altre le abbiamo azzerate, tutte, una per volta, senza nemmeno troppa fatica. Quando i pensieri viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda è una cosa che viene naturale, dopotutto. Non lo avevo mai sperimentato così a fondo come in quest’ultimo anno. E nemmeno lo avevo messo in conto, nell’ordinaria quotidianità dei miei quarant’anni… E’ successo e basta. Sta ancora succedendo, e a dirla tutta il bello deve ancora venire.
Due vite diverse ma allo stesso tempo simili. Relazioni sentimentali stabili, occupazioni più o meno fisse, gli amici, le gioie, le fatiche, i problemi e tutto il resto che è previsto da una esistenza “normale” sul pianeta terra.
Poi c’è quest’altra dimensione, quest’altro universo, quello della chat, in cui le distanze fisiche tendono ad annullarsi e la realtà assume una forma diversa. Non la reputo un’attività da adolescenti sfigati. In questa dimensione la mente prende il sopravvento, e la mente è una componente essenziale del sesso. Non sono mai stato un fan del sesso ridotto ad attività ginnica: mi piace il coinvolgimento emotivo e voglio sperimentare.
S è la mia amica. S è il mio segreto, la mia confidente, la mia complice. S è la mia insegnante e la mia allieva. E’ la mia amante e la mia bambina. S è la mia troia, la mia piccola splendida troia. Godo nel saperla bagnata, desidero i suoi occhi addosso nei momenti più imprevedibili della giornata, durante il lavoro o in macchina o in un negozio; la rendo partecipe delle mie erezioni, le mando foto, video, mi tocco per lei, ansimo (se il luogo me lo permette!), le sussurro di mettersi in ginocchio e succhiare da brava puttanella mentre muovo il bacino con gli slip appena abbassati. So che tutto questo la eccita sempre e perciò non mi stanco mai di farlo. Le chiedo di raccontarmi quando ha scopato, come ha scopato, se è venuta, dove si è fatta schizzare, se ha ingoiato o no, se mi ha pensato mentre raggiungeva l’orgasmo. Le chiedo di mandarmi le labbra, di farmele vedere bene in foto, magari con la lingua fuori per immaginarla pronta a ricevere i miei abbondanti schizzi di sperma. Adoro la sua bocca carnosa e lei lo sa, sa come mi fa impazzire maggiormente, naturale e senza trucco. Muoio di fronte al suo sguardo malizioso, a quegli occhi scuri resi ancora più sexy dal mascara nero, nero come i capelli, lisci e lunghi quanto basta per poter essere afferrati con decisione da dietro. Infine il corpo, il suo corpo giovane e fin troppo perfetto per un comune mortale come me. Perché lei è una dea, ne sono convinto, o nella peggiore delle ipotesi il parto più azzeccato di sempre ad opera della mia fantasia.
Conosco i suoi pensieri più perversi e inconfessabili. So di quando ha tradito il suo fidanzato in discoteca facendosi bendare, so di come fremeva in quei momenti, mentre lui, dopo averla usata, le bisbigliava all’orecchio indicandole tutte le zone del suo corpo macchiate di liquido caldo. So della sua relazione lesbica “clandestina” e decisamente tormentata, che ciclicamente riaffiora tra alti e bassi. So che è iniziata quando entrambe erano adolescenti e so che non è affatto un gioco. Resterei ore a farmi raccontare i dettagli dei loro incontri, mentre sono in ufficio col cazzo che pulsa sotto la scrivania, circondato dal via vai dei colleghi ignari di tutto. Ho guardato ogni singolo fotogramma del filmato in cui lei viene presa a pecora dal fidanzato, sono l’unico ad averlo visto, ad aver visto come lui le allargava bene le chiappe col pollice per godersi meglio la schizzata su figa e culo, mentre lei continuava a gemere a quattro zampe. Spessissimo ci scambiamo altri filmati porno e li commentiamo, per esplorare meglio le nostre fantasie. Ci piacciono le gangbang, anche quelle “violente”, con doppie penetrazioni e molta, molta sborra addosso. Impazzisco quando lei mi parla della sborra e di come le piace, anche solo nei video. E poi bende, corde, pissing… Immaginiamo di “sporcarci”, sempre. Non ho mai avuto esperienze del genere nella vita reale, ma ho pisciato per lei in un video, e accarezzare queste fantasie insieme a lei è semplicemente favoloso. Adoro come tutte le volte, nei porno, mi descriva i dettagli che le hanno provocato eccitazione. Le attrici non devono fingere, e se gli attori (maschi o femmine) sono vestiti o comunque sia non completamente nudi, ancora meglio. I vestiti sono fatti per essere spostati o strappati, no? Non c’è niente di meglio della sensazione di essere trasportati da da un’eccitazione improvvisa, proibita, nascosta, incontenibile, tanto da non avere il tempo di spogliarsi completamente. Lei ha una preferenza per i dialoghi in italiano. Io ho una passione per il bukkake, a dire il vero non completamente ricambiata: non c’è nulla da fare, il seme negli occhi, a S, mette ansia. Ma in fin dei conti credo di poterla perdonare per questo…
Mi sono segato di fronte a varie sue foto stampate. Immagini della sua bocca, della sua figa rasata, del suo culo, di ogni parte del suo corpo. Ricordo come fosse ora la foto in cui indossava quelle calzette da collegiale… Mi fa pulsare il cazzo anche adesso, mentre lo scrivo. Ho sborrato su quelle foto, su ognuna di esse, filmando tutto mentre lei mi chiedeva con la voce di innaffiarla più che potevo. Ascoltavo il suo audio, la sua voce rotta che mi incitava – “sborrami addosso, coprimi… sborra sulla tua troietta” diceva ansimando – ed io segavo più forte fino ad esplodere, immaginando che quel video le avrebbe fatto raggiungere l’orgasmo, di lì a poco. Mi sono masturbato in macchina, accostando per la strada in pieno giorno, rischiando più volte di essere visto. Lei pure lo ha fatto per me, addirittura a fianco del suo ragazzo che stava guidando. Si sfregava il clitoride da sopra i leggins, guardandomi. La volta seguente lo ha fatto nei sedili posteriori dell’auto del suo datore di lavoro. Sembra incredibile ma è così, lo ha fatto e lo ha fatto per me, per me!, ed io ho ricambiato schizzando per lei, arrangiandomi come potevo per non imbrattare la macchina e cercando di non farmi notare dai passanti. E’ stato bellissimo, come quella volta nel bagno del benzinaio, davanti a uno specchio mezzo rotto, schizzando a fiotti nel lavandino; oppure nel bagno di casa, mentre nella stanza a fianco la mia compagna dormiva ancora, o nella ciotola, per immaginare di farla bere come una cagnetta, o sulla pancia, o sul vetro della doccia… ovunque.
Anzi no. Ancora un posto manca. Ma non per molto.
E sì, credo proprio che questo meriterà un racconto a parte
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