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Prime Esperienze

PECCATI DI GIOVENTU'


di Neottolemo
27.11.2018    |    24.783    |    5 8.1
"Non persi l’occasione perché non ero ancora sazio e la portai nel letto, adatto solo per una persona, e che ora ci ospitava insieme, nudi e sudati..."
Durante l’unversità frequentavo la biblioteca del mio paese dove mi preparavo agli esami.
Andavo li sia per non farmi distrarre dalla TV o altri passatempi casalinghi sia perchè spesso era un punto di passaggio di ragazze e donne che andavano a prendere i libri per loro o per i figli.
Naturalmente la biblioteca era frequentata dalle stesse studentesse che come me venivano a preparare gli esami per la sessione estiva.
Avevo solo 23 anni e come tutti i giovani ero ricco di energie anche se non trascuravo lo studio tanto che ero in linea con gli esami universitari.
A quel tempo avevo una vita erotica abbastanza vivace ma senza, e forse proprio per questo che era movimentata, una relazione fissa.
Ero appena uscito da una specie di fidanzamento e sinceramente avevo capito che ancora per qualche anno non ne volevo sapere di legami troppo stretti, ed al mare per pura casualità avevo conosciuto una ragazza del mio paese Elena che viveva proprio vicino alla biblioteca.
Era sabato mattina ed ero abbastanza stanco.
La notte del venerdì l'avevo passata al 2 classe ed ero rientrato verso le 5 ma dovevo comunque studiare perché l'esame di Procedura Civile (uno dei più difficili) si avvicinava precipitosamente.
La mattina, nonostante le sole 3 ore di riposo ero andato in biblioteca e avevo lasciato la mia macchina nel parcheggio sotterraneo dell'edificio.
Mi ero appena seduto alla mia postazione ed avevo aperto i libri sulle norme del processo di primo grado, quando mi arriva un sms da E. "Vieni a casa mia che i miei sono partiti per andare in ferie e mia sorella è fuori".
Con grande gioia lessi il contenuto dell'sms (whatsup non esisteva ancora) e lasciato il libro come fingessi di studiare, e me ne sono andato per raggiungere Elena.
Uscito dalla Biblioteca ho attraversato la strada e sono arrivato a casa di Elena, ho suonato e lei mi ha fatto entrare precipitosamente in modo che nessuno mi vedesse.
Elena mi accoglieva in tutta la sua giovinezza, si vedeva che anche lei si era svegliata da poco.
Appena entrati lasciava cadere il lenzuolo che la copriva e rimaneva unicamente in reggiseno e mutandine.
Mi avvicinai e buttai via la mia maglietta, restando solo in jeans, e l’abbracciai molto focosamente in modo che la nostra pelle si unisse ed il contatto le infliggesse già la dolce pena del piacere.
Elena si sciolse piano in quella stretta e le sue labbra si unirono alle mie in un caldo ed umido bacio.
La sua giovane e calda lingua si insinuava frizzando fra le labbra tumide, e si intersecava con la mia mentre il mio pene inizava a sentire l’effetto di quei baci caldi e bagnati, gonfiandosi irrigidendosi sotto la grezza tela dei pantaloni.
La stringevo e con la bocca incollata alla sua la baciai per un tempo lunghissimo sentendo el sue gambe cedere sotto la mia forza e l’ardore del desiderio.
Poi le labbra sono scese lungo i suoi seni mentre le dita facevano saltare il gancetto del reggipetto
sentivo i suoi brividi salire...i respiri di piacere aumentare...la mia bocca seguire il suo profilo sempre più giù fino alla vulva fradicia, la feci girare e mettere le mani al muro mentre da dietro le leccavo il suo ricettacolo di piacere e la mia lingua si insinuava nella sua figa fradicia.
Elena spingeva sempre più la sua vulva verso di me in modo da farsi completamente penetrare dalla mia lingua che andando avanti ed indietro la stava scopando quasi fosse un cazzo.
Ad un tratto la presi in braccio e la portai sul letto.
Elena era minuta, con la testa arrivava al mio petto, ed ogni movimento era facilitato dalla mia possanza
Le mie braccia muscolose la maneggiavano quasi fosse una bambola, sollevandola contro il mio petto e continuando a tenerla stretta quasi sentendo scricchiolare le ossa minute sotto la forte presa del mio piacere.
In un attimo di onnipotenza fisica la ribaltai in piedi rimanendo ritto e tenendola a testa in giù con la bocca all’altezza del mio membro tugido e la sua vulva diritta alle labbra.
Mi godevo la visione le piacere abbracciandola per la schiena mentre con le ginocchia appoggiate sulle spalle Elena spingeva la figa alla ricerca ancora della mia lingua.
Lei intanto non restava inoperosa ma prendeva completamente il mio cazzo e lo succhiava riempiendosi per quanto possibile la bocca.
Forse quell’anomalo 69 in piedi non era la posizione più comoda, ma la visione del nostro riflesso nello specchio mi regalava una sensazione visiva di giovanile piacere e di padronanza completa del suo minuto corpo.
Ho sempre avuto delle cosce maestose, già grosse di natura e rese ancor più poderose dall’allenamento nello sport ed in palestra e tenevo senza alcun problema la posizione.
Elena era un dolce peso e la sua bocca che si riempiva del mio cazzo faceva salire un senso di abbandono e di piacere lungo le mie gambe.
Pe paura che il godimento mi squilibrasse la rigirai e sempre tenedola in piedi le misi le cosce intorno alla mia vita e le mani sotto le natiche.
Non volevo abbandonare la visione dello specchio.
Ora mi riflettevo vedendo Elena che mi cingeva con le cosce e le mie mani sotto il suo culo.
Il mio cazzo iniziò a penetrarla con dolcezza fino in fondo.
Sentivo il suo piccolo utero ricolmo della mia asta e le gambe che spingevano godendo di quella penetrazione completa.
La vulva continuava ad emanare umori e Elena cedeva sotto i colpi ora più violenti del mio cazzo che la sconquassavano quasi fosse un debole albero nel mezzo della tempesta.
La sua schiena si irrigidiva ed all’improvviso scoppiò il suo piacere sul mio cazzo inondandomi l’asta dei suoi umori.
Non persi l’occasione perché non ero ancora sazio e la portai nel letto, adatto solo per una persona, e che ora ci ospitava insieme, nudi e sudati.
La stesi e la mia lingua ricervava il suo clitoride acre e speziato come il sapore del suo piacere.
Mi riempii la bocca di quel bottoncino rigido succhiandolo e riempiendole la figa bagnata con due dita.
Elena continuava a mugolare e presto venne nuovamente con un orgasmo fragoroso.
Le cosce stringevano la mia testa per non farla muovere mentre la mia lingua continuava a penetrare le grandi labbra della sua figa grondante.
Mai assaggiato alcun cibo più prelibato che il nettare ddella vulva della sua giovane figa.
Come poteva una ragazza così minuta esplodere in un continuo orgasmo era una cosa misteriosa. Ad ogni raggiungimento del piacere la sua voglia aumentava condotta abilmente dal mio corpo, dalla mie mani, dalla mia voce, che la incitavano a venie acora, a lasciarsi andare, a raggiungere quel Nirvana che solo il coito completo e sfinente può far conseguire.

Una volta ripesa dal nuovo orgasmo mi sono steso sopra di lei ed il mio pene è entrato facilmente nella figa bagnatissima.
Ho iniziato a dare i primi colpi e lei ancora vogliosa rispondeva fino a far penetrare tutto il cazzo al suo interno.
Il suo utero era ancora pieno, sentivo la punta del mio cazzo arrivarle quasi alla pancia mentre spingevo con le anche quasi in modo forsennato incitato dalle sue parole che mi dicevano “più forte!! Sbattimi!!”
Le sue unghie artigliavano la mia schiena e io continuavo a montarla in modo animalesco finchè Elena non ebbe un nuovo ancor più intenso orgasmo che la fece irigidire e stridere per alcuni minuti.
Era arrivata orami allo sfinimento erotico, quella sensazione che provoca il corpo come se fosse ricoperto da acuti spilli e genera piacere solo l contatto di un capillare.
Non avevo ancora preso tutto però.
Il mio cazzo si era concetrato sul suo piacere e non aveva ancora eruttato la lava spermica in tutta la sua forza.
Inoltre pur essendo minuta Elemna aveva uno splendido culo che fino ad allora avevo solo toccato e stimolato con un dito, ma che chiaramente desideravo possedere.
Oramai era esausta e completamente assoggettata alle mie mani, ai miei desideri, al continuo orgasmo ed allora le dissi
"Girati e piegati".
si mise a carponi sul letto e la mia mano iniziò a carezzarle la schiena, avanti ed indietro mentre l'altra le stuzzicava il clitoride che non aveva abbandonato la sua durezza.
La mia bocca si sostituì presto alla mano e iniziai a baciarle e leccarle il filo della schiena arrivando fino al sedere.
Le inumidivo il buchetto del culo ed Elena iniziò a mugolare "Ti piace?” le chiesi allora con interessata noncuranza.
Elena allora rispose "Si ma nel culo non l’ho mai fatto solo una volta col dito"
La rassicurai dicendole di stare tranquilla ed intanto le sfregavo il clitoride per aumentare la sua voglia.
Le inumidii ancor di più il culetto con i suoi stessi umori e poi puntai il mio cazzo sulla sua soglia penetrandola piano, con assoluta dolcezza, un centimetro alla volta.
Elena mugolava di piacere e quando sentiva un minimo dolore mi fermavo per farla abituare per poi affondare sempre di più.
Il mio cazzo entrava ormai completamente nel culo di Elena aiutato dalla sua voglia che scorreva copiosa dalla figa allo sfintere e raccolta dal mio palmo che la sfregava nuovamente sulle grandi labbra.
Iniziai a muovermi avanti ed indietro, prima piano e poi sempre più forte finché Elena mi disse "Spingi, spingi un poco più forte che lo sento.." ed allora senza più limitare il mio corpo le presi completamente il culo.
Elena ebbe un nuovo orgasmo che cresceva dal culo e si sperdeva nella vulva continuamente stuimolta dal mio dito.
Il suo desiderio riempiva il mio cazzo e stringeva talmente lo sfintere che le venni nel culo riempinedolo del mio copioso sperma.
Elena sentendo quel calore riempire le viscere si eccitò a tal punto che venne nuovamente schizzandomi il piacere sulla mano quasi in una piccola pisciata di godimento.
Le tolsi il cazzo dal culetto ed il mio sperma fuoriusci riempiendo la coperta oramei disastrata da quel coacervo di umidi paiceri.
Ci ricoprimmo con quella e rimanemmo abbracciati in qul lettino contunuando a stuzzicarci e sfiorarci fino a quando suonò il cellulare di Elena.
La sorella stava rientrando ed allora dovetti precipitosamente rivestirmi senza neppure potermi lavare e scappare dall’appartamento.
Riattraversai la strada ed andai nuovamente in biblioteca.
Ero abbastanza imbarazzato per il chiaro odore di sesso che mi portavo dietro ma dovevo quantomeno recuperare i miei libri.
Ormai di studiare non se ne palava neppure.
Arrivai in biblioteca e vedo che nel tavolo di fronte al mio era seduta la mia ex ragazza Francesca.
Ormai in biblioteca c'era poca gente e quell'angolo era occupato solo da noi due.
Francesca era sempre stata uno spendore. I linghi capelli neri si sperdevano su un culo splendido. Era considerata una delle ragazze più belle del paese e devo dire che la nostra relazione, se così si può chiamare una fugace frequestazione di qualche mese, aveva avuto sempre una sensualità marcata.
Decisi allora di rimanere e mi sedetti aprendo distrattamente il libro.
La guardavo di sottecchi, e lei ricambiava quegli sguardi.
Decisi di giocare le mie carte, in fondo ero ancora eccitato dal sesso fatto con Elena e le sensazioni che ancora portavo addosso creavano in me una forte sensualità
Il mio udore era comunque pungente e faceva trapelare la motivazione della mia assenza ma comunque godevo della spavalderia dei giovani e del mio ascendente su Francesca.

Iniziai a parlarle e farle due battue creando subito un clima complice e piacevole.
Ad un tratot mi avvicinai e la baciai.
Francesca rispose appassionatamente a quel bacio ed il sapore delle sue labbra risvegliò in me il ricordo dell’abuso del suo corpo durante i mesi trascorsi insieme.
La guardai negli occhi e le dissi "Andiamo".
Prendemmo entrambi i libri e scendemmo nella mia auto parcheggiata nel sotterraneo.
Spostai la mia macchina in un angolo più riservato ed iniziai a masturbare Francesca continuando a baciarla con focosa passione.
La giga di francesca era completamente fradicia, mentre le leccavo le labbra mi disse “Puzzi di sesso porco bastardo”, ma la sua vboglia era tale da contuinuare a frugare il mio corpo ed il mio cazzo che era tornato duro e imponente.
Senza darmi possibilità di muovermi mi slacciò i bottoni della patta dei jeans e inizio a prendermi in bocca il cazzo che ancora sapeva della figa di Elena ed a succhiarlo con grande foga.
Francesca leccava ed annusava e quell’odore la inebriava ancora di più aumentandole il piacere.
La sua bocca si riempiva e la sua lingua tillava il glande, le misi una mano sulla testa per farle affondare completamente l’asta in gola e lei senzza alcuna rimostranza si soffocava piacevolmente sul cazzo.
Dopo qualche minuto la sollevai e abbassai il sedile dlla macchian.
Aprii la camicetta di Francesca ed era senza reggiseno liberandole le splendide mammelle che cominciai a succhiare quasi per berne il latte.
il mio pene è di nuovo duro e sotto di me Francesca sempre più infoiata allargava le cosce per invitarmi a scoparla sfidandomi con lo sguardo a farla godere come avevo fatto godere Elena.
Non mi feci pregare e la penetrai con vigore mettendole i piedi contro i poggiatesta per farle allargare completamente le cosce.
Francesca era diversa da Elena. Più alta più mediterranea e già avvezza ad alcuni ìnostri giochi. Le spinsi il cazzo con potenza nella vulva completamente bagnata e splabnacata mentre con il dito le frugavo nel culo dandole per quanto possibile un doppio piacere.
I vetri dell’auto si appannano mentre Francesca viene con due orgasmi ed il mio giovane cazzo, già rilassato dal sesso con Elena continua duro a pomparla senza venire.
Continuavo con due dita a riempirle il culo mentre le spingevo il cazzo in fondo alla figa e con la bocca passavo dalle sue labbra alle tette in completamente libere .
Ad un tratto sentii o sperma salire ed allora uscii dall figa e le riempii il ventre di copiosa sborra bianca che sparsi su tutta la sua pelle.
Una volta sborrato Francesca prese il pene in bocca ripulendolo e nutrendosi dello sperma che le imbiancava le labbra, mentre io la baciavo per assaporarne insieme a lei il piacere congiunto dei nostri uomori.
Ci lasciammo verso le 14:00 e tornai a casa, dopo una stancante mattinata di studio.
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