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Prime Esperienze

Un lungo viaggio: quarta parte


di deathdog
06.10.2017    |    1.929    |    0 9.8
"Le giornate continuavano a passare in uno stato di eccitazione perenne..."
Il viaggio prosegue e visto dal di fuori, a distanza di mesi, appare evidente l'evoluzione, in una sua logica. Il periodo che mi accingo a raccontarvi e ben piu' ampio di quanto appare, ma proprio l'omissione di esperienze ridondanti evidenzia ancor piu' la strada ormai intrapresa. Strada dalla quale era impossibile tornare indietro.

- L'ESPERIENZA ANALE -

Dopo quello storico rapporto anale non ci fu' un particolare scambio di messaggi. Mi limitai a chiederle piu' e piu' volte se le fosse veramente piaciuto. La risposta era sempre la stessa: “Moltissimo!”

Il successivo incontro fu a casa mia. Entrambi decisamente su di giri. Lei piu' golosa che mai, non me lo mollava un istante. Mi alzai a cercare il telecomando della pompa di calore, e giravo e rigiravo intorno al letto. Lei girava scherzosamente verso il mio giocattolo come l'ago impazzito di una bussola. Trovai il remote. Mi avvicinai al letto e lei, sdraiata sulla pancia, issata sui gomiti lo prese con due mani e se lo porto' alla bocca avidamente. Se lo mise tutto dentro e sollevo' appena appena il culetto. Mi chinai e le infilai subito medio e anulare dentro e tirai verso di me.

Mollo' la presa con la bocca, non con le mani. Emise un gemito di piacere e riprese a succhiarlo.

Provai a metterla sulle ginocchia, poggiata al muro, io sotto di lei... ma ero troppo carico e resistei pochissimo. Ci incastrammo nel classico 69.

Le mie dita nel suo culetto erano ormai di casa. Presi ad infilarle i diti medi di entrambe le mani contemporaneamente, affiancati. Iniziai a tirare verso i lati per allargarle il buchetto. Le piaceva da impazzire. Venne un paio di volte e ingoiai tutto piu' avidamente del solito.

Quando il buchetto inizio' ad ammorbidirsi ci misi dentro anche gli anulari. Aveva quattro dita che le allargavano il pertugio... Era bellissimo. Morbido e accogliente. Era irresistibile, piu' glielo allargavo e piu' godeva. Non resistei oltre. Chiesi il permesso e la inculai nuovamente. Divinamente. Lei non venne come la prima volta. Nonostante non sia durato praticamente niente, venni anche meglio della prima volta.

Caddi svenuto. Mi addormentai per alcuni minuti. Mi svegliai che mi stava guardando con uno sguardo di meraviglia.

I giorni seguenti lei inizio' ad esplicitarmi la sua voglia di rapporti anali. Diceva che non vedeva l'ora di sentirmi dentro il suo culetto. Con le dita. Col mio cazzo. Col mio sperma. Diceva che era fantastico sentirsi il culetto pieno di quella roba che le lasciavo dentro dopo l'orgasmo.

Mi scriveva messaggi imbarazzanti che mi causavano pazzesche e durature erezioni ovunque fossi. Passavo giornate con la testa completamente presa da quei pensieri, in uno stato costante di erezione incipiente, quando non in tiro al massimo, e sempre bagnato.

Ci furono parecchi incontri come il secondo. Tutti terminarono con una meravigliosa penetrazione anale, goduriosa e appagante per entrambi.

Si faceva penetrare nel culetto in ogni posizione. Alla pecorina. Lei sotto vis-a-vis, mentre col pube le massaggiavo anche il clitoride e ci baciavamo. A cucchiaio o lei sdraiata sulla schiena con le gambe di fianco. Spesso si toccava e venivamo quasi nello stesso momento.

Ma c'era un problema. Purtroppo li dietro, io, duravo troppo poco.

Fu cosi' che un giorno lei si presento' a casa con un lubrificante; cosi si poteva iniziare prima e comunque era cosa nuova da provare.

Inutile dire che l'esperienza fu molto appagante. I preliminari piu' giocosi con quel tubetto nuovo da gestire, io che mettevo quel liquido a lei e lei a me... Poi iniziavamo molto prima la penetrazione vera e propria e la stessa azione durava piu' a lungo. Il lubrificante mitigava gli attriti iniziali e la sensibilita' in generale veniva meno.

L'esperienza mutava per l'ennesima volta. Rimanevo nel suo culetto per tempo incalcolabile. Questo ci permetteva di provare svariate posizioni nella stessa sera e lei inizio' a provare nuove forme di piacere. Il suo culetto diventava sempre piu' accogliente e la piacevolezza variava di continuo ogni minuto che passava, nell'intensita' e nella forma; mentre prima la penetravo sempre al massimo dell'erezione, col lubrificante, il tempo e il rilassamento riuscivo a starle dentro un pelino piu' morbido e questo ci generava tutta una serie di nuove emozioni.

Ricordo una volta che venni divinamente dentro il suo culetto e lei volutamente non venne per godersi tutto fino alla fine. Dopo si accomodo' seduta a gambe larghe e inizio' a toccarsi da sola... non resistei piu' di qualche minuto. La penetrai nuovamente nel culetto mentre lei continuava a massaggiarsi il clitoride fino a venire. Io non venni una seconda volta, ma fu un immenso godimento ugualmente.

Le "volte successive" furono tante, da perderne il conto. Tutte molto simili tra loro; la prima dietro, la seconda in bocca. Ormai era una droga per me e per lei... Non mi era mai capitata una donna cosi' avida di rapporti anali, soprattutto capace di provare orgasmi in quel modo. Provarli e cercarli. Non riuscivo a sottrarmi a quel richiamo, e quelle rarissime volte che capito' lei me lo fece pesare, scherzosamente, ma me lo fece pesare.

Iniziai a rendermi conto che la situazione ci stava sfuggendomi di mano. Il nostro era sempre piu' un incontro di corpi avidi di sessualita'. Due corpi che vivevano nell'attesa di incontrarsi; e quando non ci si incontrava si passava tutto su un piano virtuale e per messaggio ci raccontavamo le volte precedenti e ci immaginavamo le future, svelandoci le reciproche voglie.

Le giornate continuavano a passare in uno stato di eccitazione perenne. Io ero sempre dritto da farmi male, lei con le mutande costantemente bagnate.

Fu cosi' che un giorno, sia per spezzare la routine e sia per necessita' le chiesi un massaggio. Inizio' come di consueto con l'olio di mandorle dolci nella schiena. Poi passo' alle gambe. Finite le gambe inizio' a massaggiarmi prima i glutei e poi la sua mano fini' tra le natiche e inizio' a sfiorarmi leggermente li in mezzo. Poi mi passo' un cuscino e mi chiese di mettermelo sotto la pancia. Ero un po imbarazzato. Assunsi una posizione che conoscevo molto bene, col culo leggermente esposto, per cosi' dire, e l'uccello “appeso”.

In quella posizione ero completamente in balia delle sue mani. Inizio' leccandomi il buchetto e con le mani mi sfiorava il perineo e i testicoli. Iniziai a provare un piacere tanto immenso quanto imbarazzante. Poi la sua lingua cerco' di violare il mio ingresso posteriore, ma qui i ricordi si fanno confusi... Ricordo solo una sua pausa, probabilmente prese il lubrificante e in men che non si dica mi trovali un suo dito su per il culo. Immediatamente ebbi una contrazione anale e dal mio cazzo usci' una discreta quantita' di liquido prostatico, che lei prontamente succhio via avidamente.

Era l'ennesimo "do ut des" della nostra relazione; io giocavo col suo culetto, lei giocava col mio.

Lei si mise poi in una posizione veramente strana, per quanto non potessi vederla bene. Col dito continuava a fare sue giu' nel mio culo e con la bocca mi serrava dolcemente la cappella, senza altre stimolazioni; semplicemente lo teneva in bocca mentre non era totalmente in tiro. Continuo' non so per quanto. Il tempo si era ormai fermato.

Non vedevo niente ma sapevo benissimo cosa stava facendo avendolo fatto a lei chissa' quante volte. Sentivo solo una sensazione di calore che dall'ano si irradiava in tutto il corpo, un senso di piacevolezza simile all'orgasmo che sta per esplodere ma senza la sensazione di imminente esplosione, senza la sensazione che normalmente precede l'eiaculazione.

Era un piacere enorme, cosi' forte che non sembrava potesse aumentare ancora e portare all'orgasmo.

L'imbarazzo era fortissimo ma non riuscivo a dirle di smettere, anzi, ansimando e in preda ad uno stato di alterazione sensoriale la pregai prima di metterci un altro dito, poi di non fermarsi.

Alla fine ebbi un incredibile orgasmo che definirei anale, diverso da ogni cosa provata in precedenza. L'orgasmo, se cosi' lo posso chiamare aveva l'epicentro proprio in tutto l'ano, si irradiava in ogni dove, soprattutto nelle gambe. Le venni in bocca in modo dolce, non esplosivo e come lo sperma usci' provai un altro orgasmo, piu' classico, ma che duro' tre o quattro volte il tempo normale.

Fu un'esperienza magnifica ma troppo, troppo imbarazzante. Non mi feci vedere per qualche tempo.

- FINE QUARTA PARTE -
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