Racconti Erotici > Scambio di Coppia > Il potere del Cuck (seconda parte)
Scambio di Coppia

Il potere del Cuck (seconda parte)


di Honeymark
25.04.2012    |    16.527    |    2 9.4
"Sapevo che non sarebbe resistito..."
Capitolo 4

La mattina dopo entrai in ufficio alle nove chiedendomi a che ora avrei fatto bene a telefonare ad Angy per vedere come stava. La mia segretaria, vedendomi, aveva raccolto la posta e si era alzata come sempre per portarmela in ufficio e attendere disposizioni. La guardai nella sua giovanile bellezza.
- Cristina, – dissi, – Mi fai il favore di chiamarmi al telefono Anna Grazia Angynti?
- Angy? – chiese.
- E tu che ne sai che la chiamo Angy?
- Me lo ha detto la signora in persona. E’ nel suo ufficio che la sta aspettando.
Le presi la posta dalle mani ed entrai nel mio ufficio da solo.
Quando mi vide, Angy si alzò e mi venne incontro.
- Ciao Marco. – Mi baciò sulle guance.
- Angy… – Sorrisi, baciandola anch’io.
La guardai interrogativo. Non mi spiaceva certo che fosse lì, ma la sua presenza era del tutto desueta, e dopo la serata precedente la cosa aumentava la mia attenta curiosità.
- Hai un minuto? – mi domandò.
- Certo, per te sempre. Quanto vuoi.
- Sì, me lo hai sempre detto e ti ringrazio.
Si mise a sedere sul divano del mio ufficio. Mi sedetti al suo fianco
- Ieri è stata una bellissima serata. – iniziò.
- Per me di sicuro… – La interruppi. – Anche per te?
- È andato tutto come volevamo. Ci siamo eccitati da morire. Io sono anche venuta alla grande, come i vecchi tempi e…
- Beh, in effetti è stato magnifico. L’ho fatto proprio volentieri.
- Allora ti chiedo se vuoi andare avanti.
- Angy, – le dissi col cuore in mano. – Tu ordina e io ti inculo e ti frusto quando e quanto vuoi.
Mi mise le mani sulle spalle.
- Lo so, lo so, stronzo. Ma dobbiamo fare i conti con Willy…
- Mica glielo devi dire…
- Dacci un taglio e stammi a sentire. – Si alzò. – Io e Willy ci amiamo moltissimo. Siamo sposati e stiamo bene insieme. Sessualmente abbiamo un’intesa formidabile…
Restai ad ascoltare.
- Devi sapere che una sera di qualche mese fa, mentre scopavamo… Posso parlare chiaramente o ti imbarazza?
- No no, anzi! Io e te…
- Io stavo sopra… Beh, sono certa che ricordi come lo faccio quando sto sopra io…
- Sì… Credo di sì…
- Mi ero chinata su di lui per baciarlo e lui mi ha preso le natiche con le mani e me le ha allargate…
- Questo piaceva anche a me… – Azzardai, sentendo un certo movimento inguinale. Ma non raccolse.
- …E mi ha sussurrato in un orecchio… Sai cosa? Che si sarebbe eccitato da morire se un uomo me lo mettesse nel culo mentre io stavo in quella posizione.
Restammo un attimo in silenzio per metabolizzare quello che aveva detto.
Si girò di schiena e riprese a parlarmi con un certo imbarazzo, mentre le guardavo il culo.
- Insomma, ne abbiamo parlato a lungo, dando corpo a sogni erotici come si fa normalmente tra innamorati per eccitarsi.
Si girò di scatto da me per vincere l’imbarazzo.
- Ma non ci siamo limitati a sognare…
Restai sorpreso.
- Vuoi dire che poi… lo avete fatto a tre?
- No. Abbiamo pensato a lungo come fare, ma non abbiamo trovato l’uomo giusto. Sai, uno è possessivo, l’altro geloso, i più parlano troppo… Ti sputtanano. E così, alla fine siamo arrivati a te.
Mi sentii arrossire, ma anche emozionare. Continuò a parlare.
- Tu mi hai già avuta e lui lo sa. Io e te siamo rimasti sempre in buoni rapporti anche dopo che ci siamo lasciati. Non hai mai raccontato a nessuno quello che abbiamo fatto… Insomma, per farla in breve, dopo varie performance virtuali fatte con te…
- Con me?
- Virtuali, ho detto. Abbiamo chiacchierato pensandoti con noi. Insomma, alla fine abbiamo deciso di provare a coinvolgerti.
Si avvicinò a me, che ero tornato senza parole.
- Ieri è stata la prima mossa. Ti è piaciuta?
- Eh?
- Lui sapeva come mi avresti massaggiato.
Diventai rossi.
- Ma sei impazzita? Non gli avrai mica detto dei tre massaggi?!
- Lui c’era.
- C’era? E dove?
- Ieri lui era in casa.
Mi sentii raggelare.
- Le lampade che illuminano i lettini da soffitto contengono delle microtelecamere.
Mi sentii mancare.
- Non dirmi che ci ha visti…!
- Ci ha anche registrati. – Rispose sull’indifferenze. – Abbiamo scopato tutta la notte guardando i tre massaggi che mi hai fatto.
- Angy… Mi fai sentire un pezzo di merda…
- Ma guarda… – Rise maliziosa. – Hai continuato a desiderarmi anche dopo che ci siamo lasciati. anzi, non hai mai smesso di chiedermi di scopare…
Sorrisi.
- Se è per questo, tu non hai più smesso a dire di no.
- Esatto. Fino a ieri sera, almeno. Allora, che ne dici?
- Che ne dico cosa?
Dovevo guadagnare tempo.
- Dai che hai capito.
Tornò a girarsi, o per mostrarmi il culo o per proteggersi dall’imbarazzo nel caso che avessi risposto di no. Poi tornò a guardarmi e si avvicinò.
- Marco, ti sto chiedendo di mettermelo nel culo mentre mi faccio Willy.

Dopo un’interminabile quantità di secondi, mi portai alla mia poltrona dietro la scrivania, cercando di realizzare se avevo capito bene. Cosa mi chiedevano? Avevano bisogno di un… dildo umano? Volevano usarmi come un oggetto? Oddio, metterlo nel culo val bene una messa, ma…
- Lui… - Continuò Angy venendo a sedersi davanti alla mia scrivania. – Lui si eccita a guardare la sua donna mentre è montata da un altro.
- Ne sei sicura? Mi hai detto che non lo avete mai fatto…
- Come no? Ieri sera…
Cazzo…
- Non farmici pensare. – Poi azzardai. – È… un cuck?
- Alt, fermo: non ci piacciono le etichette. Ognuno fa storia a sé. Però dopo la prova di ieri, ti posso assicurare che lui si eccita proprio così.
- Si eccita quando è umiliato?
- Ieri forse l’umiliata ero io… – Sorrise ancora maliziosamente, poi tornò seria. – Se tutto questo lo umilia, comunque lo eccita da morire… Per la gente comune forse è umiliante. E se ti fa piacere pensarlo, pensalo: noi ci eccitiamo dalla nostra umiliazione.
- Dalla vostra? Anche tu?
- Io? Primo, lo sai cosa mi eccita. Secondo, io mi eccito per qualsiasi cosa che faccia eccitare lui.
- Da davvero ha visto i massaggi che ti ho fatto ieri? E magari ne vorreste ancora?
- Certamente. A me sta benissimo. Umiliaci.
Mio malgrado, l’uccello si stava muovendo nelle mutande.
- Insomma, a lui eccita che io te lo metta nel culo… – Dissi per avere conferma.
Squillò il suo cellulare.
- Prego, - le dissi - rispondi pure.
- Grazie. Pronto? Ciao… Sì, sono qui con lui. Sì… No, non lo so ancora.
Si avvicinò e mi porse il cellulare.
- È lui vorrebbe parlarti.
Vinsi un primo istintivo imbarazzo, poi presi il cellulare.
- Ciao Marco.
- Ciao Willy.
- Ti ha detto tutto?
- Ehm, credo di sì.
- E tu?
- Io cosa…?
- Marco?
- Sì? –
- Siete soli? C’è qualcuno che vi può sentire?
- No no, scherzi? Non avremmo certo parlato di queste cose… Cioè… Non è che abbiamo parlato… Io…
- Bene. Allora fammi il favore di mettere il cellulare in viva voce.
- Come? Ah, sì. Ecco fatto.
- Poggialo sulla scrivania e ascoltate.
Obbedii.
- Angy. – Disse lui in viva voce. – Ti metti al suo fianco?
Si portò alla mia destra, in piedi, e lui forse sentì il rumore dei tacchi.
- Marco, vuoi infilarle una mano sotto la gonna? Voglio sapere se porta le mutandine.
Da idiota, obbedii, come se non avessi potuto fare diversamente.
Portai la mano su, fino a sentire che aveva delle stupende cosce calde e, più in su, due natiche nude e fresche.
- Allora, porta le mutandine?
Sfilai d’istinto la mano.
- Non so. – Risposi da idiota. – Potrebbe portare un tanghino che non si sente così, con la mano.
- Angy? Portati davanti a lui e appoggiati con le mani alla scrivania.
Lei lo fece.
- Marco, – continuò Willy. – Le vuoi sollevare la gonna?
Io, come ipnotizzato, obbedii ancora. Alzai la gonna e scoprii uno dei più bei culi della mia vita. Cioè, la più bella situazione della mia vita attinente a un culo, comunque bellissimo. È il sogno di ogni dirigente quello di guardare il culo della segretaria in quel modo. Di disporre di lei, di guardarle il culo così da vicino solo perché è bello guardarlo.
Sentii l’uccello salire di brutto.
- Marco? Mettile le mani sulle natiche. – Disse il cellulare. – Ma solo sulle natiche. Non toccare altro.
Le poggiai i palmi sul culo, godendomi quell’incredibile sensazione di sesso, piacere e dominazione.
- Adesso allargale e dimmi se vedi il cordino di un perizoma.
Allargai le natiche, liberando così il solco del culo. Poco sotto la metà, un quasi invisibile buco del culo e, più sotto, le grandi labbra perfettamente depilate. Notai con emozione il formarsi di una piccola goccia rugiada sulla parte inferiore del sesso. Stava godendo.
- Bene. – Disse a quel punto Willy. - Posso contare sulla tua presenza a casa nostra venerdì sera?
- Sì…
Non potevo rispondere altro.
- Ottimo. Riceverai istruzioni via email da Angy.
Chiuse la telefonata.
Restai con il culo di Angy tra le mani, a una spanna dal mio viso.
- Angy, posso incularti?
- Scordatelo. – Rispose ricomponendosi. – Si fa solo quello che vuole lui, questa è e sarà la regola. Deve essere chiaro.
Annuii, anche non mi vedeva.
- Per quanto ti possa sembrare strano, il gioco sarà diretto da quello che chiunque superficiale ed estroverso definirebbe vittima. Allora, venerdì sera alle 21 va bene?
- Sarò puntuale.
- Ti scriverò una mail per dirti come dovrai comportarti.
- Perché, non è sicuro… – Indicai il suo culo, ormai coperto, – Che io…
- Ne parleremo io e Willy a letto nelle prossime serate; poi, quando avremo deciso, ti manderò le istruzioni.
Mentre era alla porta, la chiamai.
- Angy?
- Sì? – Disse voltandosi, con la maniglia in mano.
- Perdona la mia insana curiosità… Ma pensi che lui… si sia fatto una sega mentre era al telefono?
- Mi auguro proprio di sì. – Rispose, sempre più maliziosa. – In ogni caso, oggi io lo farò venire ancora un paio di volte. Grazie a te, naturalmente…
Amen.

Quella sera a cena raccontai a mia moglie dell’accaduto.
- Confesso che mi ha sorpreso… – Disse alla fine. – Però tutto quadra.
- Cos’è che quadra?
- La loro complicità, la tua partecipazione… Lui la ama ed è il suo signore e padrone. Lei lo ama ed è la sua schiava. Tu sei il boia.
- Dai, non esagerare adesso.
- Pensaci. Non mi hai detto che nei suoi sogni tu sei il braccio secolare del signore che ama e dal quale è riamato?
- Sì, forse…
- Non è lui che dà ordini e tu li esegui?
- Ma no, lui è il cuck…
- Certo, proprio per questo nel loro vissuto la tua presenza è fondamentale. Sei bravo, sai come fare, conosci le sue piccole perversioni. Lui impazzisce a vedere la donna che ama, non solo tra le braccia e tra le gambe di un altro, ma addirittura seviziata da questo…
Restai ad ascoltare la sua analisi.
- Nelle coppie dove lui è il cuckold, il bull non è altro che un dildo animato. Anche se il bull crede di essere il dominante, in realtà il padrone è il cuck. Nel vostro caso, il bull deve fare anche il boia del padrone.
- Credi davvero che io sia un dildo animato nelle loro mai? – Chiesi con malcelata sorpresa. – Nulla di più?
- Beh, non direi che sia poco. Dove troverebbero un altro al quale ordinare di fare cose del genere? Solo un ex moroso, e dotato di cervello, può farlo. Ti pare poco?
- Non lo so… – Risposi sinceramente.
- Cos’hai risposto?
- Beh, ovviamente che mi riservavo di pensarci.
- Balle, a meno che non gli hai detto che io sono al corrente.
- Non gliel’ho detto, ma…
- Allora hai risposto di sì. – Intervenne con sicurezza. – Conosco il maschio. Semmai pensavi di trovare una scusa per dire di no in un secondo momento, cioè dopo averne parlato con me.
Non dissi nulla. Amavo mia moglie anche perché aveva un’intelligenza decisamente sopra la media.
- E adesso stai aspettando una mia risposta, vero? – Aggiunse.
- Ma no, è fuori dubbio che non ci vado…
- Ah, e perché?
- Perché amo te e non è giusto che io…
- La mia idea – disse senza che io le avessi chiesto nulla – è che tu cada, ma a una condizione.
- Non dirai sul serio…
- Smettila, so che ti si sta già muovendo il cazzo, maiale… – Venne a verificare. – Vedi? Conosco i miei polli.
- Vuoi che ne parliamo a letto?
- Dopo. Adesso voglio ragionare serenamente. La mia condizione… Le mie condizioni sono due. La prima è che mi racconti tutto, per filo e per segno.
Non risposi. Alla fin dei conti sapevo che poteva impormi qualsiasi condizione, perché la complicità di mia moglie e del marito di Angy mi stava quasi turbando.
- La seconda è che tu faccia partecipare anche me.
- Ostia, e come faccio? – Obbiettai. – Non si è mai parlato di te e…
- Infatti, non puoi farlo. Prima tu vai a casa loro e la inculi, ma poi gli fai sapere che la volta successiva, se ti vogliono avere, dovrò esserci anch’io.
- Ci proverò – risposi. – Ma tu cosa vorresti fare? C’è qualcosa di te che non conosco abbastanza?
- Invece mi consoci benissimo. Voglio usare il cazzo anch’io. Il tuo, quello di un altro, uno finto, che ne so… Tutti, ecco. Io e te chiaveremo sempre meglio se ogni tanto riusciamo partecipare a qualche performance bondage, sadomaso o cuck come questa, in assoluta complicità.





Capitolo 5



La mail mi arrivò a mezzanotte di giovedì, cioè la vigilia. Solo il tempo di prenderne atto e di farmi venire un’erezione.
Leggendo nei dettagli come avrei dovuto comportarmi, la cosa più singolare che trovai era che io dovevo fingere di fare tutto di mia iniziativa, quando invece sapevo benissimo che era lui che lo voleva… Ma cosa cambiava? La richiesta era oggettivamente allettante e io mi prestai al gioco molto volentieri. Anzi, apprezzai quello che Angy aveva definito creatività. Perché, mi aveva scritto, dovevo attenermi al copione, ma potevo arricchirlo con la mia iniziativa. Si ricordava ancora di me e delle mie trovate…

Alle nove ero davanti al cancello di casa loro, aspettando qualche secondo affinché il mio orologio segnasse esattamente le 21. Poi il cancello si aprì da solo, prima di suonare il campanello.
Angy mi aprì la porta e mi fece entrare. Anche stavolta era in accappatoio, con un sorriso malizioso e più sicuro della volta precedente.
- Seguimi dabbasso. – Sussurrò.
Aprì la porta laterale e mi fece scendere nuovamente la breve scala che portava nell’interrato.
- Entra in bagno, per favore, – disse sottovoce. – Ti vengo a prendere tra poco, quando siamo pronti. Intanto spogliati, se preferisci indossa l’accappatoio.
Obbedii, eccitato e teso.
Poco dopo bussò alla porta del bagno.
- Aspetta mezzo minuto, poi vieni.
Dopo 30 secondi, presi il flacone di olio biologico e uscii.
C’era già musica di sottofondo a basso volume. C’erano anche profumi provenienti da bracieri orientali. La luce era bassa e li vedevo appena, da dietro. Lui stava sdraiato sui tappetini, gambe strette, pancia in su e braccia aperte come se fosse in croce sul pavimento, mentre lei, inginocchiata, gli succhiava il cazzo lentamente stando seduta con il culo sulle ginocchia di lui. In quel modo mostrava il culo a me che la vedevo da dietro.
Mi avvicinai a osservarli, con innegabile eccitazione. Lei si muoveva eroticamente, perché per farlo sparire nella sua bocca mi porgeva ritmicamente il culo. Era pronta per due.
Poi si allungò su di lui e andò a baciarlo sotto il mento. Provai una certa invidia, subito scacciata dalla vista del suo culo che si stagliava in tutta la sua bellezza. Lui stava immobile, totalmente passivo, mentre lei cercava il cazzo con la figa. Scendeva fino a toccarlo col sesso. Lo premeva, poi lo faceva saltare dentro. Quindi lo sfilava e lo riprendeva così di scatto. Ricordai che lo faceva anche con me perché le piaceva quello sfregamento forzato del clitoride sul glande. Era sempre più eccitata, con lui sempre fermo e immobile. Entrambi erano eccitati dalla mia presenza, sapevano cosa stavo guardando.
Capii che dovevo intervenire quando lei se lo infilò nella figa in tutta comodità. Si piegò in avanti porgendomi il buco del culo. Mi avvicinai e studiai con eccitazione quella scena, col cazzo di Willy infilato, i coglioni che stavano fuori e il buco del culo, appunto, offerto a me. Accarezzai il suo culo, sentendo un suo fremito. Lo sentì anche lui. Allora gli accarezzai di sfuggita anche i coglioni, pensando che l’avrebbe gradito.
Poi portai le dita della mano destra alla fessura del culo di Angy e feci pressione con la punta del medio sull’ano e attesi che si schiudesse per me. Così avvenne. So quanto sia più bello ricevere qualcosa nel culo quando si ha lo sfintere rilassato e ricettivo. Quando lo sentii morbido, versai dell’olio sulla fessura del culo in modo che arrivasse al dito. A quel punto lo infilai e lo sfilai alcune volte con delicatezza in modo da ungerlo per bene.
Quando mi parve di aver finito, spinsi il medio fino in fondo e mossi la falange per godermi l’interno di Angy. Lei ebbe qualche scatto incontrollato del bacino, come se volesse sbattersi cazzo e dito, come un cane che vuole sbattersi qualcosa o qualcuno. Mi fermai e lo sfilai piano.
Guardai al scena e mi eccitai, perché i due se la stavano spassando alla grande grazie alla mia complicità. Decisi di legare i polsi di Angy dietro la schiena, così ero certo di non avere la sua collaborazione, e per farlo presi i cinturini di plastica che mi aveva fatto trovare anche stavolta, di quelli usa e getta per etichette di valige e pacchi. Sapeva quanto avrei arricchito la performance. Le presi le caviglie e le stesi la gambe portandole all’esterno di quelle di lui. Lei strinse le natiche automaticamente, poi le rilassò di nuovo. Li guardai così, entrambi stesi, uno nell’altro. Lui pancia in su, disteso a gambe strette; lei pancia in giù, distesa a gambe larghe a fianco delle sue, con l’aggiunta erotica delle mani legate. Vedevo il cazzo di lui scomparso nella figa di lei, lui immobile, lei fremente.
Allora mi inginocchiai, presi le caviglie di lei e cominciai a tirarla lentamente verso di me, per poi spingerla in avanti e quindi tirarla di nuovo indietro. Insomma, li stavo masturbando muovendo lei per le caviglie. Il cazzo spariva e ricompariva dentro Angy come un pistone. Con le mani di lei legate dietro la schiena, solo io potevo farli chiavare. I due corpi si strofinavano l’un l’altro e si penetravano, a corpo morto. Erano nelle mie mani.
Mi appoggiai ai piedi di lui con le ginocchia in modo da tenerlo fermo. Lo tiravo in modo che solo le palle restassero fuori anche se a volte erano ben attaccate al sesso di lei. Non aveva un gran cazzo, cioè non come il mio, ma faceva comunque la sua bella figura. Angy cominciò presto ad ansimare e sbattersi sul cazzo di lui con incontrollate mosse del bacino, grazie alle mie spinte e strattonate.
Provate a immaginarvi la scena: lei sdraiata su di lui di peso per via delle mani legate dietro: puro contatto. Le gambe di lei tese, all’esterno di quelle di lui. Angy stringeva e allargava le natiche alle mie sollecitazioni. Li stavo chiavando. Tiravo lei su e giù in modo che il cazzo scorresse nell’alloggiamento vaginale di Angy. Aumentai il ritmo e lei cominciò a sbattere… Sì, sì… così. Io la strofinavo sul corpo di lui, sbattendola al cazzo di lui. Lei allargava le natiche e le stringeva a seconda che la stessi tirando o spingendo. Avevano le gambe tese come violini e sbattevano le gambe lentamente come in una gara di fondo di nuoto…
Lei venne d’improvviso, in pochissimi minuti. Sbatteva il bacino priva di controllo, mugugnando come una cagna. Lui rimase fermo, di pietra: tanto meglio per lei.
Alla fine lei, sempre con le mani legate dietro la schiena, aveva posato la guancia sul petto di lui, ansimante e ancora con alcune piccole convulsioni.
Ora potevo passare alla parte successiva, ma avevo deciso di farne un’altra intermedia, non concordata ma connessa alla mia creatività.

Presi anche stavolta una delle ottime candele di cera vergine che c’erano ancora nel carrello che conoscevo. Ricordo che una volta Angy, quando stava con me, aveva indicato nei 3 cm il diametro adatto a penetrarle il culo e nei 5 cm quello adatto alla figa.
Mi portai al suo buco del culo, ormai in fase di scaduta e senza contrazioni, accarezzandola dolcemente e versandole ancora dell’olio lubrificante. Lei gradiva le mie attenzioni a culo allargato e gambe sciolte attorno a lui. E quando appoggiai la base smussata del cero, prestò solo un minimo di attenzione iniziale, per poi lasciarsi andare in tutta fiducia alle mie cure. Anche stavolta poggiai la base rotonda del cero in attesa che lo sfintere si rilassasse abituandosi alla presenza minacciosa dell’oggetto. Quando lo vidi allargare, spinsi piano ma con determinazione. Vidi il buco del culo portarsi al diametro del cero e provai un senso di gioia malvagia. Per qualche motivo insito dentro di me, mi fa impazzire vedere il buco del culo che si allarga e un cilindro che vi scivola dentro. Una piccola e innocente perversione naturale, che non dipendeva dalla mia razionalità ma dalla mia costituzione.
Sapevo che cosa provava e mi eccitai anche per quello. Lei, sempre sdraiata nuda con il suo petto contro quello di lui e con le mani legate dietro, mi lasciava fare con gli occhietti chiusi e un sorriso alle labbra. Se la godeva come una troia passiva e in questi momenti provavo tenerezza per lei. Sentiva il fresco del cero che scivolava nel retto e lo accoglieva come benvenuto. Sapeva che mi stavo eccitando e la sua femminilità godeva dell’erezione che mi stava provocando. Spinsi e spinsi fino a sentire che non procedeva più, fermato dalla curva del retto. Ora era pronta. Lei si sentiva pronta, con il cazzo di Willy nella figa e il mio giocattolo, rigido ma non pericoloso, nel culo. Inculandola col cero avevo sentito la presenza, la pressione del cazzo di lui. Sapevo che lo stavo eccitando perché così sentiva che gli stavo profanando la sua donna.
Guardai un attimo la scena del cero nel culo e dei coglioni appena fuori della figa, poi passai ad accendere il cero con un fiammifero.
Mi allontanai a guardare nuovamente la scena, ora illuminata dalla fiammella tremolante. Sarebbe stata da fotografare. Lei allargata, lui gambe strette, i coglioni attaccati alla figa che aveva penetrato, nella figura eccezionale del candelabro di coppia.

Attesi che la cera scendesse a lungo, bollente, sulla parte della candela rimasta fuori, per poi vederla colare a gocce sulla base del buco del culo. La cera scottava, ma lei si limitava a contorcersi lentamente, come se volesse rendere così più romantica la luce della piccola fiamma. La cera sciolta raggiunse la figa, la coprì, indurendosi, girò intorno al cazzo di Willy e, anche se ormai solo calda, andava a rigare le palle. Il cazzo di lui, che stava rilassandosi, al contato della cera calda riprese forza.
A quel punto presi nuovamente le caviglie di lei. Lei alzò leggermente la testa, comprendendo che il relax era finito. Ripresi a masturbarli, a chiavarli così, come prima, ma con quella fantastica candela accesa in più. Fissai la scena, deciso a scriverla e pubblicarla. I due ripresero a tendere le gambe e a stringere le natiche. Il culo di Angy sembrava come volesse spingersi dentro da solo la candela, ma era solo una specie di singhiozzo come se fosse a due passi dal coma erotico. Riprese a sbattere le gambe come se stesse nuotando, sbracata, in piena libertà di fare le migliori troiate della sua vita.
E difatti venne di nuovo, ma con maggiori convulsioni, sbattendo il culo attorno a cazzo e cero, le tette sempre più schiacciate sul petto di lui. Mentre veniva, sbatteva il bacino come prima, come un cane in fregola. Emetteva gemiti che cercava di controllare, ma la lingua li controllava.
Infine mi placai. Ma per un solo minuto.
Lei aveva ancora il fiatone e riflessi condizionati incontrollati. Sbatteva, solo a tempi più lunghi.
Allora passai alla conclusione di quella fase. Presi una bacchetta piatta di plastica ricoperta di tenera pelle di vitello e andai ad appoggiarla sulle natiche di lei. Volevo che la sentisse, preludio alla scena. Capì al volo che cosa avrei fatto e strinse le natiche, dando qualche ultimo sobbalzo alla fiammella che si stava avvicinando pericolosamente allo sfintere.
Diedi un primo colpo alla candela che fuorusciva dal culo, per spegnerla. Alla prima frustata sbatté sul torace di lui, conficcandosi più in su cazzo e candela, senza spegnerla. Verificato che non si stava scottando pur sentendo il calore, le frustai la base delle natiche cercando di non spegnerla subito. Una, due, cinque, dieci scudisciate finché non ricominciò a sbattersi nuovamente sul cazzo di Willy, gemendo come una troia con la lingua spinta fuori al massimo.
Mentre stava venendo per la terza volta, spensi la candela con un colpo deciso che le spinse dentro la candela ormai molle. Mi bagnai le dita e le chiusi sullo stoppino che fumava, prima che potesse scottarsi. Si sentiva sfondata e quindi di mia proprietà. Io sentivo di possederla
Poi, con calma, presi lo stoppino e tirai in fuori, godendomi a rovescio il buco del culo che si allarga per l’oggetto che esce. Gettai via la candela dopo averla guardata: era pulita, perfetto.

Lei era rimasta quasi scioccata da quella specie di interruptus, quel culo improvvisamente liberato, senza ingombro. Aveva alzato la testa e, con le mani legate dietro, aveva dovuto sollevare le gambe per tenersi in equilibrio. Natiche strette, fantastica.
Ma capì presto cosa sarebbe successo ora. Mi liberai in un baleno dell’accappatoio e lasciai che l’uccello brandeggiasse nell’aria alla ricerca del suo culo. Versai dell’olio lubrificante sul cazzo, proprio mentre lei con la coda dell’occhio intuiva cosa stessi facendo. Ebbe così conferma che l’avrei inculata con l’uccello delle dimensioni che conosceva. Subito protestò mugolando una specie di no, non ora, soffocato dalla lingua gonfia, poi si rassegnò come sempre e si dispose in modo di prendermi con il minor dolore possibile.
Mi inginocchiai tenendo le gambe strette attorno a quelle di Willy. Mi piegai in avanti, mentre Angy continuava a mugolare come un vacca in calore in attesa di essere montata dal bull, dal toro.
Appoggiai la punta del cazzo al buco del culo e anche stavolta attesi che si rilassasse. Lei stava in qualche modo pregandomi di attendere, ma sapeva che era inutile. Lui, sotto, lasciava fare gustandosi la massima osmosi del mio piacere. Quando avvertii che il suo buco del culo si era abituato al glande, allargandosi, spinsi con fredda determinazione, il cazzo nel retto di lei.
Quando stavamo insieme non l’avevamo mai fatto a tre e per questo lei gemette girandosi per quel che poteva, con le mani legate dietro e i due cazzi che la impalavano, per capire se non la sfondavo. Le presi le nuca con una mano e i polsi con l’altra per tenerla ferma mentre la inculavo. Spinti fino in fondo e lei stirò le gambe allargandole, tese, in alto come una coda di rondine. La sua testa si tirò indietro scuotendosi come per negare quello che accadeva.
Ma non ci fu nulla da fare. La inculai spingendo e tirandolo fuori come uno stantuffo. Dentro e fuori, facendola sobbalzare. In e out come un badge. La sbattevo ancora contro petto di lui, che si stava godendo lo scempio della moglie, inforcata per far godere lui.
Alla fine, dopo aver aumentato vorticosamente la stantuffata, venni copiosamente. Riversai nel suo retto getti di sperma a fiotti, inondandola dentro.
Il cazzo cominciò a ridurre la dimensione e si preparò a sfilarsi e a defilarsi come se avesse fatto qualcosa di riprovevole. Lei, sentendomi uscire, cominciò a venire. E venne come un intercity, facendo godere col suo orgasmo sia me che Willy. Io le premetti una mano sulla fessura del culo per farle sentire che sarebbe venuta senza esplodere.
Poi, il colpo di genio.
Willy non era ancora venuto. E allora scesi ancora più sotto con la mano fino a passare le palle di lui. Giunto col medio al perineo, il tratto di tessuto che sta tra lo scroto e il buco del culo, premetti alcune volte con sapienza e maestria. Sapevo che non sarebbe resistito. E infatti, dopo qualche secondo, cominciò ad avere contrazioni incontrollate e vidi il suo pene comportarsi proprio come una pompa. La inondò anche lui.

Poi mi alzai e mi vestii, mentre i due continuavano a sobbalzare con il fiatone. Il petto di Willy lui la sollevava come un mantice. Lei sembrava soffrire della mancanza di qualcosa nel culo, ma era finita.
Presi la forbice e andai a tagliare le cinghiette di plastica che le tenevano i polsi legati dietro. Le braccia le caddero a stringere lui, che invece non la abbracciò, spossato. Ora era libera e io potevo andarmene.
Li lasciai soli poco prima di mezzanotte.

Fine della seconda parte
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il potere del Cuck (seconda parte):

Altri Racconti Erotici in Scambio di Coppia:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni