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Scambio di Coppia

L' estate di Alghero - Parte 1


di mranderson91
09.10.2017    |    12.571    |    2 8.2
"La seguo in modo giocoso, in modo tale che lei possa girarmi sulla mia schiena, mentre si mette di fianco a me e mi toglie i pantaloni..."
Agosto. Notte fonda.
Non riesco a dormire per il caldo, decido che devo farmi una passeggiata.
Non voglio svegliare mia moglie, dato che il trasloco ci ha distrutti, quindi cerco di alzarmi molto lentamente dal letto per non fare scricchiolare le doghe nuove montate tre ore prima. Fallisco.
Ma Laura dorme profondamente e riesco ad alzarmi senza che lei si muova di un millimetro. Sento il suo respiro lento e calmo. Sorrido nel buio e mi allontano verso la porta.
Dopo che scendo le scale sentendo i muscoli delle gambe dolere in piccoli spasmi, mi ritrovo le ciabatte e i pantaloni nella scatola delle "cose vecchie". Se si può definire un pigiama di un solo anno di vita "vecchio".
Finalmente sono fuori da casa. Dalla nuova casa, la nostra casa.

Solo due anni fa io e Laura ci siamo trasferiti in questo nuovo piccolo focolare sulle coste della Sardegna, ad Alghero. Volevamo cominciare la nostra vita insieme e la città sembrava offrire quello che volevamo. Non ci saremmo mai aspettati che in realtà ci avrebbe offerto molto, molto di più.
Quella sera, appena uscito di casa, mi sono goduto con piacere la vista della casa sotto un cielo non privo di stelle, con una leggera brezza notturna che era quello che desideravo più ardentemente in quel momento.
Il quartiere sembrava pacifico, e soprattutto colorato: ci erano già venuti a trovare due vicini anziani di cui avevo dimenticato il nome, ma so che sarebbero stati i nostri "anziani di riferimento"; i nostri due cari vecchietti, insomma.
Nel buio mi trovavo a mio agio, e tutta la strada era avvolta in un manto nero costellato di piccoli lumi fiochi che delineavano l'ingresso delle case.
Ad un tratto mi accorsi che una delle case aveva le luci accese al primo piano e notai del movimento all'interno, quasi ritmico. Un'ombra sulla parete, che si muoveva in modo sinuoso, ma non distinsi bene cosa fosse.
Proprio nel momento in cui iniziai ad avvicinarmi all'abitazione, la luce venne spenta e il piano scomparve nel buio.
Mi decisi che il mio fresco lo avevo preso, e il sonno mi costrinse a tornare dentro casa, di fianco a mia moglie.

La giornata successiva iniziò pigra. Ci svegliammo verso le 10 di mattina, prima lei e poi io, svegliato con il profumo del pan carré caldo e del caffè appena preparati. Facemmo colazione così, su una delle tante scatole del trasloco, in una cucina spoglia di tutto tranne che di cartoni.

Io amo Laura, e lei ama me. Questo è sempre stato chiaro dalla prima sera che ci siamo conosciuti, e dubito fortemente che cambierà nel tempo. Questa unione rende la vita leggera, degna di essere vissuta, e il matrimonio ha reso il legame ancora più forte. Durante la colazione ci scambiammo sguardi maliziosi più volte, con delle toccatine scherzose mentre addentavamo pane e marmellata. Come in una di quelle pubblicità idiote che fanno vedere in tv, dove chiunque si alzi la mattina ha un sorriso ebete stampato sul viso come per dire "non sono umano".

Ovviamente dopo la colazione ci siamo attivati e abbiamo cominciato a svuotare ogni scatola, dalle cose da mettere sui mobili (ancora senza graffi) del soggiorno, agli elettrodomestici della cucina, fino ad arrivare a riempire la camera da letto di tutti i peluches che lei si tiene da quando aveva 16 anni.
A quel punto la casa era molto più accogliente, e lo diventò anche il letto, in mezzo a tutti quei peluches.

"Mi sa che dovrai rinunciare ad uno di quelli grandi", dissi, "se li lasciamo così rischio di perdere un dente inciampandoci nella notte, quando vado a rinfrescar..."
"Non se ne parla nemmeno!" interruppe lei, "Dufy rimane esattamente dov'è, di fianco a Toldo", mentre indicava i due orsi dalle dimensioni pachidermiche.
"Ah si? E che succede se nella notte...", incalzai, sfiorando l'orecchio di Dufy, "...uno dei due finisce per strada, così, a caso?"
"Non ci provare!" esplose lei in una espressione di sfida giocosa, un sorriso stretta e pronta alla carica.
"E chi me lo impedirà?", la sfido ulteriormente.
"IO!"

Laura vola verso di me e mi fa cadere sul letto.
*crack*
Ci guardiamo.
"Beh, prima doga rotta nella casa nuova!" dico, per sdrammatizzare.
Lei ride e mi bacia. Un bacio caldo, pieno di amore e gioia per un nuovo inizio, una nuova vita. Le sue labbra carnose si incontrano con i miei denti, i suoi capelli neri mi coprono il viso, i suoi occhi di un blu profondo si aprono mentre le nostre bocche si separano e mi fissano per farmi una promessa che va al di là della fine del tempo. Non resisto.
La prendo di peso e la butto sul letto (nessun rumore stavolta), ricongiungendo la mia bocca con la sua, abbracciando la sua lingua con la mia, mentre lei mi affonda le unghie nella schiena per dirmi che mi desidera, mi possiede.
Le tolgo i pantaloncini con foga, lei fa lo stesso con la mia "vecchia" maglietta che puntualmente finisce su Dufy, come a coprire i suoi occhi innocenti.
Fermo mia moglie sul letto e le apro le gambe, scendo velocemente con la testa e la bacio al centro delle sue mutandine, sentendole già umide dei suoi umori. A quel punto lei mi prende per i capelli.
La seguo in modo giocoso, in modo tale che lei possa girarmi sulla mia schiena, mentre si mette di fianco a me e mi toglie i pantaloni. I miei boxer sono ormai inutili, dato che la mia erezione ne esce per qualche centimetro. Lei lo capisce e ovviamente li toglie lentamente, per farmi soffrire, baciandomi l'asta mentre viene scoperta. Non appena raggiunge la fine, la lecca dalla base alla cappella togliendomi definitivamente i boxer allo stesso tempo. Ma ora è il mio turno.
La prendo per un fianco e le strappo via la maglietta, per scoprire i suoi seni ancora sodi ma eleganti.
Li bacio con foga, soffermandomi sui capezzoli, sapendo che lei reagisce sempre a quella stimolazione.
Proprio nel momento in cui lei esala un primo gemito di piacere, suona il campanello.
Ci guardiamo ancora.
Il campanello suona nuovamente.
Mi affaccio alla finestra e noto altri due vicini con un regalo di benvenuto, forse una torta.
"Non è possibile, tempismo perfetto..."
"Non possiamo lasciarli fuori?"
Da fuori arriva una voce femminile, abbastanza accogliente "ehilà, abbiamo visto che eravate svegli, volevamo venire a salutarvi...vi piacciono i fichi?"
"Beh, mi sa proprio di no! Hanno i fichi no?"
Laura si accascia sul letto, delusa, ma alla fine sogghignando dice "certo, ma dovrai metterti qualcosa addosso. Non vorrai mica presentarti ai vicini dei fichi con una banana, non è certo all'altezza".

FINE PARTE 1

Ps: avevo solo mezz'oretta questa sera, quindi questo è il mio primo contributo ai racconti erotici :)
Continuerò nei prossimi giorni...buona notte a tutti!

MrAnderson91

Edit: è pronta la parte 2, per chi volesse (e non appena viene approvata) la trovate qui:

https://www.annunci69.it/racconti-erotici/scambio/L-estate-di-Alghero-Parte-2_80794.html
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