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A casa di mio suocero 2


di valery701
06.01.2010    |    39.443    |    2 8.8
"Mangiammo organizzando l’evento, gli dissi che doveva essere tutto perfetto, come un viaggio di nozze esordii ridendo..."
Mi svegliò alle 9:00, aveva portato la colazione in camera.
Mi piaceva molto quel contesto, forse ero ancora estasiata della nottata trascorsa.
Si abbassò per baciarmi nella fronte, ma io alzai la testa e le offrii le labbra.
Ci scambiammo un lungo bacio, glielo dovevo avevo passato una notte bellissima godendo all’inverosimile.
Svuotammo l’enorme vassoio che si era divertito a riempire di squisitezze, avevamo esaurito molte forze, e ci vestimmo in fretta, era tardi e dovevamo rincasare.
Durante il tragitto, ci accarezzavamo a vicenda, come due fidanzatini, eravamo consapevoli di aver passato una delle più belle notti della nostra vita.
Quando arrivammo a casa, dopo aver chiuso la porta di ingresso, ci abbracciammo e ci abbandonammo in un lungo bacio.
Ci fece staccare lo squillo del telefono del mio ufficio, promettendoci che dopo pranzo ci saremmo riposati insieme.
La mattinata trascorse normalmente, anche se in quei momenti di pausa con la mente ritornavo in quella stanza d’albergo.
Lui era uscito a fare la spesa, ritirandosi all’ora di pranzo.
Mi venne a chiamare quando era pronto in tavola, mi aiuto ad alzarmi e passandomi il braccio attorno alla vita ci incamminammo in cucina.
Consumammo il pranzo come due fidanzatini, scambiandoci il cibo imboccandoci a vicenda, e baciandoci in continuazione.
Quando finimmo andammo a sdraiarci nella sua camera da letto, continuando a scambiarci effusioni.
Non facemmo l’amore per via di alcune telefonate consecutive, rinviando alla sera l’appuntamento.
Verso le 16.30, avevo finito il lavoro, gli dissi se mi accompagnava in centro a comprare del materiale per la stampante.
Mi rispose che mi avrebbe seguito in capo al mondo.
Dopo aver comprato quello che mi serviva, restammo a fare un giro per i negozi.
Ci fermammo in una vetrina di intimo, a guardare dei completino esposti giudicando quale fosse il più bello.
Quando di comune accordo, decidemmo il vincitore, mi disse di entrare che me lo avrebbe regalato.
Entrai tutta eccitata per l’acquisto, ma una volta dentro non mi limitai a comperare solo quello, ma ne presi altri e feci la scorta delle calze.
Naturalmente era lui quello che decideva, gli avevo implorato di scegliere quello che gli piaceva che io indossassi, senza aver nessun limite.
Uscimmo dal negozio con tre sacchi grandi di intimo( slip, reggiseno, perizoma, sottoveste, reggicalze, autoreggenti, ecc.).
Ritornando a casa, ci fermammo in una rosticceria e comprammo la cena.
Appena a casa, preparammo il tavolo e cenammo, come a pranzo.
Mi piaceva molto quelle gesta a tavola, forse perché non li avevo fatte mai, valutai che mi mancavano.
Dopo cena andai in camera sua, avevamo deciso che sarebbe diventata la nostra quando eravamo da soli, mentre lui sistemava la cucina.
Quando finì mi raggiunse, trovandomi sdraiata con addosso il completino intimo rosa che era esposto in vetrina, accompagnato dalle autoreggenti color carne che lui aveva scelto. In realtà li scelse tutte dello stesso colore.
Mi guardò dicendomi che ero da infarto, ma lo supplicai di rinviare la cosa magari a dopo.
Mi sollevai e lo raggiunsi ai piedi del letto dove era rimasto ad osservarmi, e da sopra il letto in ginocchio lo aiutai a spogliarsi.
Quando fu tutto nudo lo feci coricare e mi ci sdraiai addosso, iniziando a baciarci.
Mi accarezzava ovunque, era felice ed eccitatissimo.
Dopo un po’ scostai il perizoma e feci entrare il suo cazzo dentro la mia figa, quando fu tutto dentro, mi sollevai rimanendo a cavallo su di lui.
Gli dissi se si era immaginato la scena, e lui prontamente mi disse che subito dopo averlo visto in vetrina, non vedeva l’ora di possedermi con addosso quel completino.
Iniziai a muovermi sopra il suo cazzo, facendolo apparire per poi farlo sparire dentro di me.
Andammo avanti per molto fino a quando esplose dentro di me proprio nello stesso istante che ebbi il terzo orgasmo consecutivo.
Mi accasciai su di lui riprendendo a baciarci come due forsennati.
Continuammo senza sosta a intrecciarci le lingue mischiando le nostre salive, fino a quando sentii il suo arnese crescere dentro di me e raggiungere la consistenza per poi scopare nuovamente.
Solo allora mi staccai e girandomi formai un 69, sostituendo le bocche con le nostre intimità.
Dopo un po’ mi disse che voleva il mio splendido culo, così mi fece mettere a pecora e mi sodomizzò.
Era la seconda volta in vita mia che lo prendevo in culo e mi rimproverai di non averlo fatto prima.
Ma valutai, subito dopo, che ero felice di aver regalato la mia verginità anale a mio suocero.
Andammo avanti a lungo, ed io sembravo essere indemoniata, lo incitavo a non smettere ed accelerare i colpi, e lo supplicai di non fermarsi.
Mi riempi l’intestino, poi si staccò sedendosi sul letto ed io girandomi mi fiondai sul suo cazzo e lo ripulii per bene, succhiandolo come se lo volessi prosciugare.
Ci addormentammo sfiniti subito dopo, rimanendo farcita dalla sua crema.
Mi svegliò lo squillo del mio telefonino, era mio marito che mi chiamò per dei preventivi urgenti da spedire nella mattinata inerenti alla festa di capodanno.
Mi appuntai il tutto, e gli dissi se aveva intenzione di festeggiarlo anche noi fuori.
Mi disse che lui non poteva, visto che stava organizzando la festa in una nota località del nord Italia, non poteva mancare.
Era la solita storia, come ogni anno, mi toccava raggiungerlo oppure rimanere a Palermo con i miei familiari.
Mi disse che non era il caso che lo raggiungessi, sarebbe stato come le altre volte, cioè non mi poteva stare accanto per i continui problemini che si susseguivano durante la serata.
Gli dissi che già avevo deciso di rimanere nella mia città, e che mi sarei organizzata con amici e che cercavo di convincere suo padre a seguirmi.
Lui mi rispose che tanto suo padre non si convinceva, come ogni anno del resto.
Ci salutammo chiudendo la telefonata.
Subito dopo si aprii la porta ed entrò mio suocero con un vassoio per la colazione.
Sbranammo tutto il cibo, e poi ci abbandonammo in un lungo abbraccio.
Mi chiese della telefonata, e gli raccontai tutto.
Lui rise e mi disse che non voleva unirsi a me con i miei cari, si sentiva a disaggio, cercai invano di convincerlo.
Ci facemmo la doccia assieme, e poi mi dedicai al lavoro, mentre lui uscì per andare a fare la spesa.
Finii subito il mio lavoro, così via internet cercai di trovare qualche offerta per il veglione di capodanno, volevo divertirmi quella sera con i miei amici, era la prima che trascorrevo da sola dopo il matrimonio.
C’era l’imbarazzo della scelta, dovevo soltanto telefonare ai miei amici per decidere.
Dopo un po’, entrai nel sito di una agenzia, e c’erano dei pacchetti di 4 gg per coppie in un residence a Taormina, solo allora mi scatto la molla, avrei passato la fine e l’inizio dell’anno con la persona che mi stava rendendo felice in quei giorni.
Presi gli appunti e telefonai in agenzia prenotando i 4 gg.
Quando tornò mio suocero, lo raggiunsi in cucina e gli diedi la notizia.
Lui dapprima era titubante, ma poi visto la mia contentezza, mi assecondò.
Mangiammo organizzando l’evento, gli dissi che doveva essere tutto perfetto, come un viaggio di nozze esordii ridendo.
Lui sorridendo mi disse che mancava il matrimonio, ed io aggiunsi che potevamo recitare il rito.
Lui: allora ti metterai l’abito bianco del tuo matrimonio.
Io: se ti piace, lo indosserò.
Lui: e me lo chiedi, quel giorno eri meravigliosa.
Io: non sapevo che ti ero piaciuta così tanto.
Lui: quel giorno ho invidiato da morire mio figlio, immaginando la prima notte di nozze.
Io: non ci credo, già da allora fantasticavi su di me?
Lui: si.
Io: allora bisogna rimediare, ricreeremo quel giorno.
Organizzammo il tutto per la sera, uscii subito dopo il pranzo andando da parrucchiere, portandomi la foto di un primo piano del mio matrimonio.
Lui organizzo per la cena, comprando la torta di panna e fragole.
Tornai a casa per le 18,00 e lui ancora come da accordo era fuori.
Salii nella camera da letto aprii l’armadio e preparai il tutto, andai in bagno a fare la doccia per la ceretta appena fatta, presi la crema e mi depilai tutta la figa, era l’unica cosa che non feci nel mio matrimonio, avrei voluto ma mio marito mi aveva chiesto di non farlo.
Salii sopra a vestirmi, indossai la biancheria intima bianca e le calze autoreggenti e coprii il tutto con l’abito bianco.
Quando fui pronta, mi guardai allo specchio, e mi sembrò di ritornare indietro nel tempo, proprio in quel giorno.
Scesi giù, e lui era già pronto ad aspettarmi, quando mi vide sgranò gli occhi dicendomi che ero splendida come quel giorno, ed io avvicinandomi le chiusi le labbra con due dita dicendogli che questo era il nostro giorno.
Ci inginocchiammo l’uno di fronte all’altro giurandoci promesse e amore.
Feci un po’ di foto, con la mia fotocamera, avevo il telecomando.
Proprio un servizio matrimoniale, poi ci sedemmo a tavola come se stessimo in un ricevimento.
Avevo piazzato la macchina fotografica e la video camera di fronte al nostro tavolo in modo da essere ripresi tutte le volte che volevamo.
Mentre cenavamo lui mi accarezzava le gambe.
Gli chiedevo in continuazione cosa avesse desiderato quel giorno, mi confessò che quella sera ad un certo punto avrebbe voluto entrare sotto il tavolo e tuffarsi in mezzo alle mie cosce mentre io ero intenta a mangiare, sotto gli occhi di tutti gli ospiti presenti in quella sala.
Gli chiesi di togliersi questa voglia ritornando indietro con la mente, così si insinuò sotto presentandosi tra le mie gambe, appoggio la faccia sulla mia figa protetta dal minuscolo perizoma di pizzo bianco.
Iniziò a leccarmi avidamente, staccandosi un solo attimo per dirmi che tutta depilata ero davvero splendida.
Gli dissi che era il mio regalo di matrimonio, visto che quel giorno non l’avevo fatto.
Misi in moto la videocamera, volevo che riprendesse le mie espressioni, mentre giocava con la mia fighetta.
Mi tolse le scarpe, e sollevò i miei piedi e gli mise il suo cazzo denudato, in mezzo, facendolo scorrere.
Mi lasciò i piedi, quando si accorse che lo agevolavo coi movimenti, e tornò a deliziare la mia figa.
Dopo un po’ mi senti inondare i piedi del suo sperma, ed io continuavo a strofinarli, come lo volessi pulire.
Venni anch’io, e lui come me si preoccupò di ripulirmi succhiando tutto quello che c’era da succhiare.
Mi rimise le scarpe coi piedi inondati del suo frutto, ed emerse da sotto in tavolo.
Ci baciammo con trasporto, eravamo in trans tutti e due.
Continuammo la cena, fino al taglio della torta.
Tagliammo la torta assieme, ed iniziammo a mangiarla, poi lui ne prese un po’ e la mise in mezzo ai miei seni, poi si sporse e la raccolse tutta con la lingua.
Quando finimmo, stappammo lo champagne e brindammo baciandoci appassionatamente.
Finimmo tutta la bottiglia e poi, dopo un altro po’ di foto, ci ritirammo nella nostra camera da letto.
Gli feci lo spogliarello, e quando rimasi solo con le calze e il reggicalze, mi dedicai a lui spogliandolo.
Si distese di schiena e dopo aver azionato la videocamera gli salì addosso impalandomi sul suo magnifico cazzo.
Lo cavalcai per molto, poi mi staccai mettendomi a pecorina lo supplicai di montarmi.
Mentre mi scopava ferocemente, gli dicevo in continuazione se gli piaceva la sua mogliettina.
Lo incitavo, dai falla impazzire alla tua mogliettina falla godere sconquassala.
Quando stava per venire, si staccò, mi fece girare e mi piantò il suo cazzo in gola facendomi ingoiare tutto il suo succo.
Quando ci riprendemmo, ci abbracciammo, ma io ancora ardevo, così lui se ne accorse, prese la bottiglia dello champagne che avevamo portato con noi e l’ avvicino alla mia figa facendo entrare il collo di vetro per metà, dicendomi che mi avrebbe saziato con la bottiglia.
Cazzo, invece di calmarmi mi faceva eccitare di più, nel frattempo che mi scopava con la bottiglia, aveva preso la videocamera e filmava da più vicino riprendendo i minimi particolari.
Dopo un po’ mi disse: cara la mia mogliettina, vediamo quanto è capiente la tua meravigliosa fighetta.
Si fermò con i movimento di entra ed esci, ed iniziò a cercare di far entrare la bottiglia dentro la mia figa fradicia di umori.
Mi sentivo aprire in due, ma quel giochetto oltre a far arrapare lui, faceva impazzire anche me.
Riuscì a fare entrare buona parte della bottiglia, fino all’etichetta, poi la lasciò uscire di colpo filmando la mia figa spalancata che tardava a richiudersi.
Nel frattempo si era eccitato, così mi fece girare a pancia in giù, e mise due cuscini sotto la mia pancia e riprese la bottiglia imbrattata dei miei umori e lubrifico il mio culo col collo della bottiglia, e quando fu sicuro che era il momento, mi inculò tutto d’un colpo.
Andò avanti per parecchio tempo, io ero infoiata, tanto che iniziai a toccarmi la figa masturbandomi, era la prima volta che mi succedeva, avrei voluto un altro cazzo che mi scopasse la figa.
Lui se ne accorse, ed iniziò ad insultarmi dicendomi che la sua mogliettina era una troiona che un cazzo solo non ci bastava più, che mi avrebbe accontentato lui facendomi impazzire.
Quella mia fantasia, lo aveva fatto arrapare molto infatti mi martellava come non aveva mai fatto prima.
Dopo un po’ finalmente venne dentro di me, dopo che avevo avuti non so quanto orgasmi.
Si accasciò su di me, e ci addormentammo sfiniti con il suo cazzo ancora dentro di me.
La mattina mi svegliai verso le 11,00, e lui non c’era, rimasi ancora un po’ a letto, ma poi dovevo andare in bagno lo champagne doveva uscire. Mi feci una bella doccia, e poi in accappatoio mi diressi in cucina, dove trovai un vassoio con la colazione pronta ed il caffè ancora caldo, e di fianco una rosa rossa con un biglietto che diceva che ero il suo grande amore e che nessuna donna lo aveva fatto impazzire come me. Ti amo cara mogliettina.
Quelle parole mi fecero perdere la testa, mai un uomo mi aveva detto cose del genere, ero sicura lo amavo molto anch’io come non avevo amato mai nessuno in vita mia, marito compreso.
Mangiai in fretta, ero affamata, mi vestii ed andai nel mio studio a cercare di lavorare, ma la mia testa era altrove.
Tornò verso le 13,00, passò dal mio studio dandomi un lungo bacio, poi si allontanò dicendomi che andava a preparare il pranzo.
Quando fu pronto mi venne a chiamare accompagnandomi con la mano.
Le due settimane seguenti furono bellissime e intense, facendo sesso in continuazione proprio come due sposini.
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