tradimenti
Il Fotografo Cap.19 - MadSex l'onlyfanser

13.05.2025 |
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"Per oggi ti sei guadagnato di non essere insultato..."
Il martedì mattina inizia in silenzio. Marco è davanti alla finestra, reflex smontata, i pensieri ancora confusi dopo la giornata precedente.
Alle 9:04 precise, suona il campanello. È Maddie. Entra come se fosse casa sua.
“Allora, investigatore da tastiera, cosa abbiamo finora?” Marco la segue in camera. Lei si siede alla scrivania, prende il quaderno degli appunti e inizia a sfogliarlo. Il ragazzo le mostra il punto esatto in cui ha visto la porta blindata, e le descrive con precisione il momento in cui il ragazzo aveva consultato il file medico.
“Potrebbe essere una struttura abusiva. O qualcosa di illegale. Nessuno mette una blindata dietro a un armadio per nulla. Soprattutto se nessun altro entra mai lì dentro.”
“E la chiavetta?”
“Magari contiene dati sensibili. Cartelle cliniche, appunti… oppure roba ancora più grossa. Hackeraggio, traffico… chi lo sa.”
Maddie prende un foglio e inizia a scrivere uno schema. Cerchia delle parole. Le collega con delle frecce. Marco la guarda mentre riflette. È concentrata, composta, con un’intelligenza che lo intimorisce quasi più della sua bellezza.
“Ci serve una lista dei movimenti. Quando entra, quando esce. Che orari tiene. Da solo, con altri. Poi serve un’occhiata più precisa alle luci e alle stanze. E.… potremmo provare a entrare.” “Entrare?”
“Ho detto potremmo.”
Marco ride nervoso. Ma mentre sta per dire qualcosa, i suoi occhi tornano all’obiettivo.
“C’è movimento… è lui!”
Maddie si alza e prende il binocolo. Lui afferra la reflex e inizia a scattare.
Il ragazzo del terzo piano è di nuovo nell’appartamento. Apre l’armadio. Controlla. Poi si sposta nella zona giorno, prende il laptop. Tutto con movimenti meccanici, ordinati, come chi segue una routine segreta.
Marco scatta in silenzio. Maddie non parla.
La scena termina dopo qualche minuto, quando il ragazzo chiude le tende e la visibilità crolla.
I due restano in piedi, uno accanto all’altra, ancora a fissare la finestra. Sono vicini, molto. Marco inspira piano. Il profumo di Maddie lo investe. Dolce, speziato, penetrante. Si volta verso di lei, imbambolato. Gli occhi grandi, la bocca socchiusa. Lei lo guarda.
“Se ti stai chiedendo se puoi baciarmi, la risposta è: vattene affanculo.”
Afferra la borsa e se ne va sbattendo la porta. Marco rimane solo, umiliato, ma anche leggermente sollevato.
Alle 11:53, suona di nuovo il campanello. Maddie è sulla porta, sacchetto di carta in mano.
“Ho portato il pranzo. Ti piace il cibo cinese? Beh, nel caso... te lo fai piacere.”
Marco sorride.
“Grazie, Maddie.”
“Non farti strane idee. È solo perché mi servono ancora le tue foto. Muoviti, che si fredda.”
Si accomodano entrambi sul tavolo di fronte alla finestra, scatole aperte, bacchette in mano. Mentre stanno mangiando, Marco si blocca a metà di un raviolo.
“Cazzo… è martedì!”
“Che hai, ti sei ricordato di essere allergico ai gamberi?”
“No! È martedì. Giorno di pulizie… nello studio dell’avvocato Satti!”
Maddie si volta con uno scatto. Marco allunga la mano, afferra la reflex e la piazza sul cavalletto.
Pochi minuti dopo, la scena si ripete con precisione chirurgica. L’ufficio si svuota. L’avvocato resta solo. La signora delle pulizie entra. Parlano. Lui le dà dei soldi in sala riunioni. Lei sembra esitare, poi annuisce.
Marco regola il diaframma. Clic. Clic. Clic. Scompaiono nel suo ufficio.
Maddie si sporge, guardando senza battere ciglio.
“Questa ce la teniamo buona. Prima o poi ci servirà.”
Marco annuisce, ma la lente continua a lavorare.
All’interno dell’ufficio, le luci sono soffuse. L’uomo si siede in poltrona, con lo sguardo calmo di chi sa già cosa accadrà. La donna si avvicina lentamente, ha un guanto in una mano, lo straccetto nell’altra. Fa per chinarsi a pulire la scrivania, ma lui le afferra il polso e la ferma.
Si dicono qualcosa, Marco non può sentirli ma capisce dal linguaggio del corpo: comanda lui.
L’avvocato si toglie la cravatta e la lancia sul tavolo. Poi si alza, si avvicina a lei, le slaccia i bottoni della camicetta e la sfila lentamente. Le mani si muovono con sicurezza: la fa girare, le prende i polsi e glieli lega dietro la schiena proprio con la cravatta.
Maddie solleva un sopracciglio.
“Questo non me lo aspettavo…”
Marco scatta: clic – in piedi, legata clic – in ginocchio, lui si sfila la cintura, la piega in due e le dà un colpo deciso sul sedere. La donna sobbalza, ma non protesta. Anzi, si morde il labbro. Altri due colpi, poi lui getta la cintura e si abbassa i pantaloni.
Con una mano la afferra per i capelli, la guida verso il proprio membro. La bocca della donna si apre, scende su di lui con movimenti profondi e lenti.
Clic-clic. Marco immortala ogni gesto.
L’avvocato si appoggia alla scrivania, godendosi la vista, poi la solleva in piedi, ancora legata. Le solleva la gonna, le tira giù gli slip, e la piega con il busto contro il tavolo.
Marco scatta.
“È una bestia…” mormora Maddie.
Lui la prende con forza, le mani sui fianchi, il bacino che sbatte deciso. A ogni colpo, il corpo della donna si piega in avanti, costretta a reggersi con l’addome. La cravatta ancora stretta ai polsi.
Lui si china su di lei, le dice qualcosa all’orecchio. Poi si ritrae, si slaccia la camicia e le gira intorno. Fa inginocchiare di nuovo la donna, si masturba per qualche secondo davanti al suo viso, e infine le spruzza il piacere sulla bocca.
La donna resta lì, sfinita e ansimante. Poi, come nulla fosse, si rialza, si ricompone i vestiti, si sistema i capelli. Lui la libera con un gesto secco, la saluta con un bacio sulla fronte e si allontana dalla finestra.
Maddie si stacca dal binocolo e guarda Marco.
“Okay… lui non sarà elegante, ma sa come divertirsi.”
Marco inghiotte il boccone che aveva ancora in bocca.
“E lei non sembra nuova alla cosa.”
“No. Ma ora abbiamo due cose chiare: Satti è ricattabile. Tu sei un fotografo di talento. E questo, per fortuna tua, comincia a piacermi.”
Sorride.
“Ma non illuderti, sfigato.”
Fuori, il sole batte forte sul vetro.
Dentro, la lente registra tutto.
E mentre l’odore di pollo alle mandorle invade la stanza, i segreti del palazzo continuano a scriversi, scatto dopo scatto.
La scena nell’ufficio dell’avvocato si era appena conclusa.
Maddie e Marco si erano rimessi davanti al tavolo, le bacchette appoggiate sul bordo dei contenitori ancora mezzi pieni.
Per un minuto non parlarono. Solo il suono dei loro respiri e delle gomme da ginnastica di Maddie che sfioravano ritmicamente il pavimento.
Poi fu lei a rompere il silenzio.
“Parliamo di cose serie. Di lavoro.”
Marco si voltò verso di lei con aria confusa, ma Maddie già trafficava col telefono.
Aprì un’app, la ruotò verso di lui. Una galleria di immagini: erano quelle scattate il giorno prima.
“Le ho caricate stanotte. Un paio di profili, un paio di piattaforme. Sai cosa ho visto stamattina?”
Marco fece cenno di no.
“Le visualizzazioni sono schizzate. In termini assoluti non abbiamo ancora fatto cifre da capogiro, ma il trend è alto. Se continua così, guadagneranno più di tutte le altre messe insieme. E questo grazie a te.”
Marco arrossì.
“Cioè… noi?”
“Calmati, Romeo. Intendo artisticamente, fotograficamente… visivamente. Cristo, non ti innamorare.”
Poi lo fissò seria.
“A proposito. Sei mai stato su siti per adulti?”
Marco sgranò gli occhi.
“Cosa? Io? Cioè… sì… insomma, qualche volta ho visto dei porno, come tutti”
“Seriamente! Allora sei un vero segaiolo, ma non ti vergogni alla tua età già a frequentare certi siti? Fotografi ragazze nude di nascosto, vai sui siti porno, sei veramente un pervertito senza speranza, dovrei mettere in guardia i tuoi genitori, magari così ti mandano da uno psicologo.”
Marco sbiancò.
Lei lo guardò per qualche secondo, poi scoppiò in una risata fragorosa che lo spiazzò del tutto.
“Santo cielo, che faccia! Dai, rilassati. Ti stavo solo prendendo in giro. Ma forse un po’ lo meriti.”
Prese il telefono, digitò rapidamente, poi glielo porse.
“Benvenuto nel mio mondo. Questo è il mio profilo principale. Mi chiamo MadSex. Gioco di parole. Maddie, sesso, follia. Hai capito.”
Marco scorse lentamente la pagina.
Video, foto, like, commenti, regali.
Cifre. Tanti numeri. Alcuni impressionanti.
“Cosa... cosa fai esattamente?”
“Vivo del mio corpo e della mia testa. Posto foto, video, faccio dirette, ricevo richieste strane, alcune le accetto, altre no. Mi scrivono uomini, donne, coppie, qualche volta altri creator. Tipo la bionda dell’altro giorno, o i due ragazzi del threesome. Gente come me.”
Gli mostrò le sezioni del portale, gli spiegò i livelli di abbonamento, i regali digitali, le commissioni.
Poi gli diede un altro telefono, un vecchio dispositivo che usava per i test.
Aprì una finestra di amministrazione.
“Ti ho creato un account ghost. Così puoi vedere tutto senza far casino. Non fare lo scemo.”
Marco annuì con aria compunta. Dentro, era in fibrillazione.
Maddie si sedette vicino a lui, schermo condiviso.
Iniziarono a scorrere insieme i contenuti di altri creator.
“Guarda questi due. Fanno solo coppie. Lei è un’ex ballerina, lui un personal trainer. Guarda le luci, guarda le inquadrature.”
Marco osservò attentamente.
“Soft box laterali. Un 50mm luminoso. Fanno post-produzione pesante sulle ombre.”
Maddie lo fissò di lato.
“Sai vederlo solo così?”
“Certo. La luce ha una firma. E la pelle… si vede se è trattata. Questa ha un filtro leggero di clarity, ma la grana c’è.”
Continuarono a esaminare altri video.
Location diverse. Situazioni diverse. Inquadrature, storytelling, attrezzature.
Maddie prendeva appunti.
“Mi servono foto in movimento, devo fare finta di essere ripresa mentre non so di esserlo. Poi ne vorrei una serie in mezzo alla natura, in un bosco. E un’altra in un bagno pubblico. Quando ti tolgono quel gesso, si parte.”
Marco la guardava ammirato.
“Tu… sei molto più organizzata di quanto sembri.”
“Grazie per il ‘sembri’. Per oggi ti sei guadagnato di non essere insultato.”
Il tempo passava veloce.
Parlavano, analizzavano, progettavano.
Alle 18:30, sentirono la porta d’ingresso aprirsi.
“È mia madre…”
Maddie si alzò, si stirò come se nulla fosse.
La madre entrò in soggiorno, posò la borsa e incrociò subito lo sguardo con Maddie.
“Ciao… tu sei?”
“Una vicina. Abito di fronte.” disse Maddie con tono neutro.
Marco intervenne in fretta:
“Mi ha chiesto una mano con delle foto per i social. Ha visto alcune delle mie foto e le sono piaciute.”
La madre annuì, un po’ sorpresa ma tutto sommato soddisfatta.
“Ok. Basta che tu riesca anche a studiare ogni tanto.”
“Certo.”
Maddie si infilò la borsa a tracolla.
“Ci vediamo domani. Abbiamo ancora del lavoro da fare.”
“Va bene.”
Lei si fermò un secondo sulla porta.
“Ehi, Marco?”
“Sì?”
“Ottima scusa, hai detto una cosa intelligente. Quando ti impegni sembri anche sveglio.”
Scese le scale, e prima di scomparire, lanciò:
“In gamba, eh?”
Marco la sentì ridere della sua stessa battuta fino al cortile.
Poi tornò davanti al monitor, lo sguardo sulla sua gallery di foto.
E un sorriso idiota stampato in faccia.
Continua nella sezione "Lui & Lei"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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