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Il Tuo Coinquilino (parte 4)


di Milla90
01.08.2018    |    59.558    |    29 4.3
"Sono due bravi e bei ragazzi, non molto volenterosi nello studio, ma con un buon ascendente sulle loro coetanee, e questo non può che rendermi orgogliosa..."
Passammo tutta la mattina a scopare come conigli. Le mie barriere si erano ormai infrante. Paolo aveva fatto crollare le mie difese. Continuavo a non sopportarlo, è ovvio, ma gli concedetti di avere il mio corpo per tutta la mattina. Il mio ragazzo a lavoro, ed io a letto col suo coinquilino. Mi scopò con tutta la forza che aveva dentro, e anche io mi presi le mie libertà cavalcandolo e tenendolo in bocca a mio piacimento. Alla fine era uno scambio di benefici, entrambi ci guadagnavamo ed entrambi provavamo gusto a sfruttare il corpo dell’altro. Avevamo cominciato alle 9 del mattino e all’una eravamo ancora nel letto mio e di Luca, con Paolo che mi sbatteva a pecora. Non mi chiedete quanti orgasmi ho avuto, non sono riuscita a contarli, quello che è certo e che dopo quella sessione ebbi male a camminare per due giorni interi.
Da allora fu un’escalation verso la lussuria. Mi ritrovai ad andare a dormire spessissimo a casa del mio ragazzo per farmi scopare la mattina dopo dal suo coinquilino. Mi facevo carina, indossavo biancheria provocante e giravo per casa semi svestita fino a quando Paolo non decideva di scoparmi. Quel ragazzo era insaziabile, non riuscivo a capire da dove prendesse tutte quelle energie. Alcune notti poi, mentre io ero con Luca lo sentivo scoparsi altre ragazze in camera sua, e la mattina dopo gli concedevo di infilarlo anche dentro di me. Che male c’era? Io ero fidanzata con Luca, e Paolo era libero di fare quello che voleva, con chi voleva. Scopava talmente bene che non mi meravigliavo più che avesse tutte quelle ragazze che si davano il turno in camera sua. Il mio ragazzo non sospettava nulla, quando un bel giorno a momenti venivamo colti in flagranti.
Come di consueto la mattina Luca andò a lavoro per le otto e mezza, e alle otto e trentacinque Paolo era già con l’uccello dentro la mia bocca. Gli piaceva farmi stendere sul letto con la testa ai bordi del materasso, stare in piedi e cominciare ad entrare e ad uscire da dentro la mia bocca con il suo grosso uccello. A me non faceva impazzire, perché ogni volta mi lacrimavano gli occhi e rischiavo il soffocamento, ma ero disposta a tutto pur di gratificarlo e poi era comunque molto eccitante.
Dopo un numero imprecisato di orgasmi miei e suoi, ci riposammo. Mentre lui recuperava le forze disteso sul letto, mentre fumava una sigaretta, io lo cavalcavo seduta su di lui, dandogli le spalle. Mi muovevo lenta e con ritmo, era un momento di relax durante il quale solitamente riuscivo a venire un paio di volte mentre tenevo il suo palo di carne dentro di me.
Ad un certo punto, fortunatamente proprio durante uno di questi silenziosi momenti di “calma”, sentimmo bussare alla porta della camera.
- Chi è? – chiese Paolo sorpreso.
- Sono Luca idiota, posso entrare? –
- No! – gli rispose lui, scaraventandomi giù dal letto, - sono in compagnia –
- Ah capisco… - fece Luca da oltre la porta, - sono tornato a casa perché non penso di stare troppo bene. Beatrice è già uscita? –
Io mi misi a sedere sul letto, preoccupata.
- Si, ha detto di dover andare in palestra! Ora scusami ma sono indaffarato – rispose Paolo, mentre si alzava a chiudere la porta a chiave.
Ci era mancato davvero un pelo, solitamente avevamo l’abitudine di scopare sul letto mio e di Luca, ma quella mattina avevo deciso di andare a svegliare il mio amante nel proprio letto. A ripensarci, fu una fortuna.
- Ci è mancato poco! – bisbigliai io.
- Se ci beccava per te era finita – mi rispose Paolo toccandosi l’uccello bagnato dai miei umori.
- Certo! Qui io sono l’unica che rischia qualcosa… - gli dissi sedendomi sul letto di fianco a lui, mentre mi rinfilavo il reggiseno.
- Ma che fai? – mi chiese.
- Mi rivesto, me ne vado. Non posso rimanere qui quando c’è anche Luca -.
- Ma pensa che io sia con una delle solite ragazze dai, cosa ti cambia? – cominciò a baciarmi il collo.
- Non posso Paolo, il mio ragazzo è nella stanza a fianco! – gli risposi seria.
- Gli ho detto che sei in palestra! Vorrai mica lasciarmi qui così – mi chiese, prendendomi una mano e portandola sul suo palo di carne.
Non riuscii a resistere, alla fine la cosa mio malgrado eccitava pure me. Cominciai a massaggiarglielo, - va bene! –
In un attimo Paolo mi stava di nuovo sottomenttendo a pecora.
- Fai piano cazzo Paolo… mi stai uccidendo – gli chiesi di rallentare dopo il primo orgasmo. Per tutta risposta ricevetti una sculacciata.
- Stai zitta! Ora lo prendi e stai anche muta! – mi rispose lui.
Era ovvio che la situazione lo stesse eccitando e lo stesse anche divertendo, ma ad un certo punto esagerò.
Sentii le sue dita perlustrare il mio orifizio anale. Fin li nulla di strano, ci giocava spesso con le dita e con la lingua e io lo lasciavo fare più che volentieri.
Ad un certo punto però, sentii la sua asta sfilarsi dalle mie labbra vaginali, e puntare subito dopo dritta dentro il mio sederino.
- Cosa fai? COSA FAI? – chiesi preoccupata.
- Fai piano o il tuo ragazzo ti sentirà – mi rispose lui tenendomi ferma con le mani, mentre cercava di infilare il suo pisello dentro il mio lato B.
- Non l’abbiamo mai fatto… fermati! – lo pregai, ma era troppo tardi, sentii la sua punta farsi prepotentemente strada dentro di me. Si fece largo con la forza e prese posizione dentro il più casto dei miei buchi.
- Sei un coglione! Ti odio cazzo…. – gli dissi mentre soffrivo.
- Spingi un po’, come se dovessi espellere qualcosa, fidati che entrerà senza farti male –
Gli diedi ascolto ed in effetti il resto della sua asta entrò un po’ più facilmente, ma non pago Paolo si aiutò ancora con la saliva sputando tra il suo pene e il mio buco.
- Fai schifo! Sei un animale… - gli dissi, mentre lasciavo che cominciasse a sodomizzarmi.
- Ma se ti piace! – mi rispose, mentre cominciava a pomparmi.
Nella stanza di fianco c’era il mio ragazzo, ed io ero lì a farmi scopare il culo dal suo coinquilino. Che ragazza di merda ero diventata? Come potevo essere caduta così in basso?
Quei pensieri mi fecero dimenticare il dolore, e in compenso mi portarono a percepire un leggero senso di formicolio nel basso ventre. Cos’era questa nuova sensazione?
- Paolo fai piano – gli chiesi ancora e per tutta risposta mi infilò ancora più forte.
- Paolo ti prego… C’è qualcosa che non va – ribadii preoccupata. Sentivo un orgasmo crescermi da un posto che non avevo mai percepito prima. Stava succedendo qualcosa.
- Paolo… -
- Stai zitta! Stai per venire mentre ti scopo il culo, e il tuo ragazzo è nella stanza a fianco, sei solo una troietta! – disse lui, mentre mi afferrava per i capelli e mi strattonava.
- Mi fai male idiota! – cercai di farmi valere, ma non riuscivo a divincolarmi da quella morsa. L’orgasmo avanzava.
-Sei sicura che vuoi che mi fermi? – mi chiese, fermandosi col cazzo dritto dentro il mio culo, e strattonandomi violentemente per i capelli.
Io non risposi.
- Allora? – mi strattonò di nuovo.
Io ero curiosa di scoprire questa cosa nuova nella mia vita e lo pregai di non smettere – vai avanti… -.
- Come hai detto? – mi tirò più forte dai capelli.
- Ti prego non ti fermare… - lo pregai ormai in preda alla lussuria.
Appagata sentii il suo cazzo ricominciare a penetrarmi lì dietro. Mi mollò una sculacciata.
- dimmi cosa sei! – mi ordinò lui.
Io che sentivo ormai l’orgasmo imminente non mi importò di dargli ragione, bastava che non si fermasse – sono la tua troietta! –
- Brava! Ora vieni col culo – mi disse cominciando a scoparmi come se mi odiasse davvero e con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Venni gridando - sono la tua troietta, si! - venni con tutta me stessa, rilasciando una bicchierata di umori sul materasso.
Non mi interessava più che nella stanza a fianco ci fosse il mio fidanzato, alla fine le mie grida potevano essere di una qualunque delle ragazze che si scopava Paolo abitualmente e non mi importava che Luca potesse sentirci.
Ci misi un giorno a tornare a camminare in maniera composta, ma ne valse la pena. Fu una esperienza unica e meravigliosa, che solo uno come il mio amante poteva portarmi a fare. Con lui sembrava tutto più facile. Anche perché si prendeva tutto quello che voleva senza mai chiedere il mio parere.
E così cominciai a dargli anche il mio di dietro di tanto in tanto. Non sempre, ma quando mi sentivo particolarmente eccitata glielo concedevo. Anzi, sarebbe meglio dire che gli chiedevo io di farlo. Era assoggettata a lui ormai.

Vi starete chiedendo quando questa storia tra di noi ebbe fine? O Quando fummo beccati? La risposta è mai.

Anni dopo mi sposai con Luca, e anche la mattina delle nozze trovai il tempo di concedermi a Paolo. Ero innamorata sinceramente di Luca, era un bravo ragazzo, intelligente, bello e con un’ottima carriera davanti, ma Paolo era il mio contrappunto fisico, non potevo fare a meno di lui. Il sesso con lui era una delle cose più belle della mia vita e non ero disposta a rinunciarci per nulla al mondo.
Davanti a mio marito litigavamo sempre, per davvero, ma nel privato non smettevamo di godere dei nostri corpi.
Io ebbi due figli maschi e ancora oggi a 60'anni non so se siano di Paolo o di Luca, e nemmeno mi importa. Sono due bravi e bei ragazzi, non molto volenterosi nello studio, ma con un buon ascendente sulle loro coetanee, e questo non può che rendermi orgogliosa.
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