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La moglie dell’ artigiano e un improbabile pomeriggio di metà autunno


di SashaRaul
27.07.2018    |    8.936    |    24 8.9
"Ne seguì una copiosa gocciolata calda lungo le sue bianchissime cosce..."
Il vento spingeva forte contro le finestre quel giorno, soprattutto sulla camera da letto, maggiormente esposta rispetto alle altre stanze. Il piccolo paese in cui vivevamo era costruito su una collina a picco sul mare e la nostra abitazione era situata tra le più alte.
Era una casa modesta, ma arredata con gusto. Spesso mi dilettavo in artigianato amatoriale di tanto in tanto, difatti il piccolo appartamento aveva molti elementi d’arredo creati su misura da me. Mia moglie, una stupenda femmina dai bellissimi crini azzurri color del cielo, era una donna tanto selvaggia quanto caparbia, ma d’animo nobile e sensibile, da cui spiccava una forte personalità e inaspettata intelligenza.
La nostra vita scorreva serenamente, senza particolari sconvolgimenti e avevamo una forte intesa come coppia ma ancor più come amanti. Fin dai primi giorni della nostra storia, entrambi avvertivamo l’enorme potenziale sessuale dei nostri corpi fusi tra loro e spesso ci intrattenevamo in lunghi dialoghi esternando folli fantasie e perversi desideri, molti dei quali durante i rapporti.
Amavamo eccitarci vicendevolmente nei luoghi pubblici, nei locali, nei bar, ristoranti, supermercati, ovunque la nostra fantasia ci sorprendesse.

Quel giorno particolare, arrivai nella bella casa dove abitavo insieme alla mia stupenda moglie e trovai una sorpresa piuttosto insolita.
Entrai dalla porta e notai che le luci erano soffuse, quel tanto che bastava per vedere appena. Andai nella nostra camera matrimoniale, aspettandomi di incontrare la mia amata femmina riposare...ma lei non era sotto alle coperte, bensì vestita con una attillata tuta completamente di pizzo nero da cui trasparivano le sue sinuose forme e pochi dettagli delle sue nudità.
Credetti che avrei avuto una serata del tutto particolare, ma niente di ciò che mi immaginavo si sarebbe avverato.

Ella mi trasse in inganno cingendo le sue affusolate mani intorno al mio collo ma non per abbracciarmi, bensì per privarmi completamente della vista con una benda di pelle nera foderata di pelliccia, anch’essa nera. A quel punto, mi fece sdraiare sul nostro enorme letto.
Immaginando una ordinaria situazione di divertimento casalingo, la feci fare, divertito.
Strinse i miei polsi forti e spessi dentro a dei polsini, a loro volta fissati a delle catene, piuttosto tese affinché non restasse possibilità di movimento alcuno, e così fece anche alle caviglie, con la solita modalità.
Trovai tutta la vicenda piuttosto intrigante, lasciando quindi che continuasse quello che sembrava essere un gioco.
Inoltre, aggiunse alla mia faccia una nuova maschera di color nero, completamente di materiale elastico che mi lasciò solo la bocca scoperta.
Mi lasciò qualche minuto in silenzio, in solitudine, affinché io maturassi l’idea che la mia forza e la mia autorità sarebbero potute lentamente scemare in una situazione tanto bizzarra quanto attrattiva come quella.

Il silenzio venne rotto da uno strano rumore, leggero ma scandito da una ritmica costanza.
Difficile inizialmente intuire di cosa si trattasse. Suonava familiare, in realtà, ma bendato e immobilizzato com’ero, potei solo immaginare che stesse giocando con la sua bocca.
Quel suono umido e costante risuonava ormai da diversi minuti nella stanza silenziosa ed alle mie orecchie cominciò a non lasciare quasi più spazio ad ogni dubbio. Nonostante una strana agitazione adrenalinica mi avesse pervaso il corpo, restai in completo silenzio lasciando completa carta bianca alla mia magnifica compagna.
Altre volte accadde che ella, per sollazzare le nostre fantasie, usasse falli di silicone molto realistici e altri oggetti creando quello strano rumore che però oramai riecheggiava tra le pareti da troppo tempo perché potesse essere una finzione.
Ma mi convinsi che fosse esattamente così anche quella volta.
La cosa si fece più insolita quando però, oltre a quel rumore bagnato e scivoloso, si aggiunse il respiro più affannoso della mia stupenda femmina. Per quanto, infatti, lei potesse impegnarsi in quella pratica, suonavano strani respiri più pesanti e leggeri gemiti.
Fino a quel momento non fui nemmeno sfiorato tant’ero isolato e saldamente incatenato a quel letto, quindi non potei fare altro che affidarmi ai miei altri sensi e all’immaginazione.
I suoi respiri si fecero via via più intensi, lasciandomi sempre più perplesso e quasi preoccupato, inoltre la ritmicità del respiro, unita al rumore umido e incessante, cominciava a trasmettersi al materasso, aumentandomi esponenzialmente la pressione sanguigna, ancora incredulo di quanto mi stesse realmente capitando.
Il movimento aumentò.
Il rumore umido aumentò d’intensità.
I gemiti aumentarono anch’essi, di pari passo all’incrementarsi della situazione.
Ero completamente inerme, paralizzato fisicamente e mentalmente, acuii maggiormente l’udito, l’unico senso rimasto disponibile a farmi, quantomeno, percepire qualcosa.
Ai movimenti ritmici e ondulatori si unì il rumore schioccante come di due piccole mani che battono l’una contro l’altra. Una volta, due volte, sempre più intensamente e sempre più velocemente.


Ormai era chiaro, come da dietro ad uno specchio, stavo assistendo allo spregiudicato adulterio di mia moglie, tutto di fronte a me.
Non poteva essere altrimenti.
Ella, infatti, con uno strappo, mi tolse entrambe le maschere ed io, atterrito, immobilizzato e confuso, fui costretto ad assistere.
Due altri uomini mascherati approfittavano della situazione godendo delle sue stupende carni.
Il primo di fronte, a cui, con poderose ed energiche affondate, lei succhiava il grosso membro. Non potei valutare quanto lungo fosse ma mi resi conto essere piuttosto largo da impegnarle tutta la bocca.
Ella sbavava copiosamente.
Ogni tanto lo estraeva tutto dalla bocca, si soffermava ad osservarlo e, ripartendo con la sua lingua dal perineo sotto i testicoli, con un generoso movimento, tornava fino alla punta della cappella, ove, spalancando nuovamente le labbra, lo inseriva nuovamente senza esitazione.
Il secondo uomo era dietro di lei e stringeva le sue mani sui suoi caldi fianchi e, a ritmi alterni, con buona maestria, le affondava impunemente il cazzo nella fica.

Avevo un’erezione talmente poderosa quasi da strapparmi le mutande, il mio cazzo era durissimo come non lo era da mesi.

Potei inoltre notare nel dettaglio che la sua fica era talmente aperta e gocciolante da non averla mai vista in quello stato.
Sebbene fosse così dilatata, il cazzo del secondo uomo dietro di lei era talmente largo da arrivare a farla gemere di piacere come mai.
Il grosso cazzo entrava ed usciva,
entrava ed usciva.
Spesso egli si fermava, per lasciarle l’illusione di avere terminato ma poi riprendeva, con maggiore foga ed incredibile impeto. Il suo bacino si frangeva rumorosamente al bellissimo culo di lei, che, carnefice del suo forte e possente uomo incatenato, potè godere liberamente delle energiche penetrazioni che stava ricevendo dai suoi due nuovi giocattoli umani.
Il secondo uomo dietro a lei arrivò al culmine in fretta.
Preso dall’impeto del momento, probabilmente estasiato dalle bianchissime curve del culo che stava sbattendo, si lasciò andare ad un orgasmo che parve non finire mai, continuando a penetrarla violentemente senza alcuna remora, facendola gemere al punto di non riuscire quasi più a trattenere in bocca il grosso cazzo dell’uomo di fronte a lei.
Io ebbi un sussulto, come un blackout, in quel momento preciso il gioco doveva finire, non volevo più andare oltre.
Provai a pensare alla parola di sicurezza che ci eravamo scambiati mesi prima io e lei, ma nulla.
Vuoto completo.
Esordii allora con un “basta amore!”, seguito da un “finiamola qui, ti prego!”.
Ella, contro ogni mia aspettativa, sollevando lo sguardo dal grosso cazzo che le impegnava la bocca fino in gola, lo estrasse completamente e, dietro ad un sadico sorriso, disse: “no”.



Fu a quel punto che realizzai completamente la mia condizione.
La negazione di Sasha alla mia richiesta mi fece trasalire ma eccitare ancora di più, quasi da eiaculare nei miei boxer neri. Ero totalmente in suo potere, senza poter avanzare alcuna intenzione o richiesta. Ogni volta che lo avevamo solo pensato, immaginato, ogni dettaglio su cui avevano fantasticato, ora era realtà.

Ero stato annullato.


L’uomo dietro a lei estrasse il suo cazzo gocciolante dalla sua vulva e si andò a sedere sulla poltrona di fronte al letto, piuttosto soddisfatto. L’uomo di fronte a lei, invece, si ritrasse dalla instancabile bocca della mia bianchissima femmina e, con una mossa forte ed energica, la afferrò e la girò sulla schiena esattamente al mio fianco, ancora saldamente incatenato al mio letto coniugale. L’uomo la fece ruotare con tale velocità, quasi fosse una bambola, che lei emise un gridolino di piacere, lanciandomi un sottile sguardo ammiccante, corredato da un sorrisetto perverso.
Non potevo credere che la mia stupenda moglie, dalle sembianze così insospettabili, avesse magistralmente architettato tutto quello.
Ne ero colpito, estasiato, voluttuosamente violentato.

Lui le arrivò davanti, le prese entrambe le caviglie e le spalancò le gambe.
La sua fica pulsava ancora per i colpi ricevuti fino a pochi istanti prima ed era palese che fosse pronta a riceverne altri. Il bacino dell’uomo si avvicinò lentamente, quasi a voler godere il più a lungo possibile di quell’istante. Cercai di intercettare almeno uno sguardo dei due uomini ma erano stati addestrati davvero bene, nessuna emozione traspariva dai loro corpi, se non quella di far godere la mia stupenda moglie. Le loro maschere coprivano la totalità del loro volto e la penombra non permetteva di intravederne nemmeno gli occhi.
Ero incredibilmente sorpreso, Sasha aveva curato ogni minimo, bramoso dettaglio.
La punta del cazzo arrivò finalmente ad appoggiarsi alla sua fica. Una leggera spinta, la cappella fece pressione tra le piccole labbra, addentrandosi un millimetro alla volta, ma inesorabile. Ella non si trattenne, chinò all’indietro la testa, con gli occhi rivoltati dal piacere, ed io, immobile, potei vedere da ancora più vicino la sua espressione di puro godimento, un viso che a stento riconoscevo ancora. Strinse le lenzuola con le mani e il suo giocattolo umano le andò a fondo completamente, quasi all’improvviso, facendola ora gemere forte, cosa che fece pulsare ancor di più il mio cazzo.
Ormai avevo i boxer completamente fradici.
La mia bianchissima compagna stringeva ancora tenacemente le lenzuola per contrastare i forti colpi che egli le infliggeva, senza sosta, uno dopo l’altro, arrivando a portarle le ginocchia fino quasi all’altezza delle orecchie.
La scopava con tale esperienza e perversione che il suo cazzo entrava ed usciva da quella fica con una ipnotica costanza.
Lei era lì, sdraiata sulla schiena, con le ginocchia ora al petto, accanto a suo marito legato, che si faceva scopare da un uomo giocattolo, senza nome, conosciuto chissà dove, chissà come e quando.
Cercò di dirmi qualcosa ma la sua voce fu rotta dal cazzo che continuava a penetrarla senza sosta.
A quel punto l’uomo seduto sulla poltrona si alzò, probabilmente nuovamente interessato a partecipare, attese un cenno dalla padrona di casa.
Ella sollevò la testa, gli fece un sorriso d’intesa ed egli si avvicinò. Appoggiò con cura il suo cazzo alla bocca della donna facendolo entrare, lasciandola quasi senza fiato.
Non ci mise molto ad ingrossare nuovamente, al che lei, dopo avergli leccato avidamente le palle, si liberò dai due uomini che si alzarono a loro volta.
La mia stupenda moglie girò attorno ai due uomini come una voluttuosa pantera attorno alle sue prede, scelse il più prestante, gli cinse il collo e con un elegante balzo gli salì in braccio. La sua fica completamente aperta si adagiò sul cazzo durissimo dell’uomo che cominciò a scoparla restando in piedi, reggendola con la sola forza delle braccia.
Da quella posizione potei chiaramente vedere, ancora una volta, la bellissima fica rasata di Sasha accogliere il cazzo dello sconosciuto mascherato, questa volta in piedi.
Il secondo uomo, in attesa, come se sapesse esattamente quale fosse il suo ruolo, si avvicinò e appoggiò la punta della grossa cappella al buco del culo della mia femmina, impegnata a farsi scopare in piedi senza alcun ritegno di fronte a suo marito. Nonostante le dimensioni, la cappella entrò senza troppa fatica dopo una leggerissima pressione, facendo da spartiacque al resto del tronco del suo enorme cazzo.
Il bianco degli occhi della mia stupenda moglie mi si mostrò chiaramente da come lei li rigirò, in completa estasi.
I due cazzi si alternavano con una ciclicità ipnotica, entrando ed uscendo dalla fica e dal culo della donna, aggrappata al primo uomo.
A quel punto non trattenne più le urla, dapprima sommesse, poi più forti, provocate dagli orgasmi che ebbe.
Ne persi velocemente il conto.
L’uomo che la inculava la schiaffeggiò sul gluteo più volte e lei, ad ogni schiaffo, emetteva un grido più forte.
Sapevo perfettamente quanto a Sasha piacesse, amava quando ero io a farlo e, nel suo meticoloso studio dei dettagli, istruì a dovere i suoi servi.
“Sì cazzo, scopami il culo, ancora! Ancora!”
Ella si voltò, mi guardò intensamente e mi trasmise, in un solo attimo, tutto ciò che stava pensando, per cui stava gemendo e perché lo stesse facendo. Stava godendo davvero, non fingeva.
Rabbrividii ma il cazzo continuava a pulsarmi ed a gocciolarmi senza controllo. Adoravo quel tipo di adrenalina che invase ogni mio vaso sanguigno, ne ero completamente estasiato. Mi girava la testa a causa del mio respiro affannato e i muscoli di tutto il corpo erano contratti come per saltare giù dal letto ed interrompere quella scena così violentemente perversa, così profondamente coinvolgente.

Ne ero completamente schiavo.

Passavano i minuti, a manciate come sassi sul viso, non so dire quanti, forse dieci o venti. Poco importava, la mia tortura non aveva barriere temporali in quel momento.
Volevo che finisse immediatamente, volevo che non terminasse mai.


Entrambi gli uomini le vennero dentro, quasi simultaneamente. Gli ultimi colpi che le davano erano accompagnati dai suoi gemiti oramai affievoliti ed affannati.
Estrassero i membri dalla mia stupenda moglie, prima dalla fica, poi, più lentamente e con maggiore cura, dal culo.
Ne seguì una copiosa gocciolata calda lungo le sue bianchissime cosce. Ella, stremata, si lasciò andare dal collo dell’uomo e si accasciò sul letto, in mezzo alle mie gambe ancora immobilizzate.

Altro tempo indefinito passò, l’adrenalina scemò molto gradualmente, non mi resi nemmeno conto che i due uomini, così come erano apparsi, tanto velocemente scomparvero.

Io e Sasha restammo in quella stessa posizione, in silenzio.
Non mi accorsi che era ormai il crepuscolo,
il vento spingeva ancora forte contro le finestre del nostro piccolo appartamento sull’altura ed il rumore di una finissima pioggia corredava quel momento perfetto.


Improvvisamente, la mia stupenda moglie dai bellissimi crini azzurri color del cielo sussurrò, rimanendo immobile: “ti amo”.

L’oscurità ormai avvolgeva tutta la stanza, il mio cuore perse un battito.
“Voglio stare con te tutta la vita”, le risposi.

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