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Ludovica (II)


di LoScrittore91
28.03.2018    |    8.604    |    2 9.7
"Per un attimo, dentro di me, le auguro di ripagarmi con la stessa moneta..."
SECONDA PARTE

Le piace far crollare gli uomini, lentamente, come un veleno che si insidia dentro finendo inevitabilmente per divorarti. Questo è Ludovica, un veleno. Colpisce con gli sguardi, con le insinuazioni maliziose, e dall'esperienza che ha nel giocare con il sesso opposto nemmeno si direbbe che ha poco più di vent'anni.

- Come ti ho detto sono fedele -, rispondo sorridendo, le spalle che spronfondano sullo schienale della sedia.

E il silenzio cala, come se avessi emesso una sentenza. Ludovica, sotto il manto scuro del cielo da cui spicca una luna tonda e pallida, tiene lo sguardo fisso nel nulla, oltre le siepi, magari senza incrociare nulla, soltanto per riflettere. Io intanto rimango immobile, sulla sedia scomoda, a pensare su quanto possa essere strano ritrovarsi qui con lei in piena notte.

- Ti va se andiamo a farci una passeggiata in spiaggia? Andiamo e torniamo, giusto il tempo di dare un'occhiata al mare -, mi domanda spostando una ciocca bionda dietro l'orecchio. Ora i suoi occhi incrociano di nuovo i miei.

- Ma è tardissimo, non penso sia una buona idea -

- Come vuoi, io vado. Però prima passo a prendere una coperta, probabilmente farà più freddo lì -, ribatte sorridendo. Si alza dalla sedia.

Torna dentro mentre io, con lo sguardo basso e le mani incrociate, penso alla scelta che devo prendere. La coscienza lotta con l'attrazione. Una leggera brezza, intanto, mi accarezza il viso, come se volesse consigliarmi una via d'uscita. I minuti passano, la confusione aumenta. Alla fine decido di andare in spiaggia imponendo a me stesso di tornare entro mezz'ora.

Ludovica torna, una coperta rossa piegata ed adagiata sull'avambraccio. Dal giardino di casa ai vicoli deserti della città è un attimo. Qualche lampione, vecchio e isolato, ci rischiara la via. Mentre assaporo il magico silenzio della notte, frantumato soltanto dall'eco dei nostri passi svelti e da qualche fugace battuta, comincio a rendermi conto che la scelta più saggia sarebbe stata rientrare nel letto con la mia compagna. Ma oramai è tardi. L'odore energico del mare ci annuncia che siamo arrivati.

~

Ludovica lascia la coperta sulla sabbia, a qualche metro dalla riva, dove le onde si fanno avanti con cadenza quasi perfetta sfiorandomi i piedi. Cominciamo a passeggiare. Accanto a noi il fascio lunare taglia in due lo specchio dell'acqua riflettendo la sua immagine.

Parliamo di viaggi, mi racconta della Grecia, un'esperienza che porterà con se per tutta la vita. E mentre racconta, mentre il rumore delle onde ci culla dolcemente, vengo sorpreso ancora una volta dal suo fascino. E' bella, negli atteggiamenti, negli sguardi. Il seno compatto che spinge sotto la canotta leggera, le labbra tenere e stuzzicanti.

- Ci facciamo un bagno? -, mi domanda ridendo. Nel verde dei suoi occhi riesco a decifrare l'eccitazione, la voglia di fare qualcosa di diverso, di osare.

- Stai scherzando spero -, ribatto abbozzando un sorriso.

- Mai stata così seria -, la risposta pronta, le sopracciglia che si incurvano in segno di sfida. So dove mi vuole portare. E' il suo gioco. La vedo entrare in acqua, bagnarsi i piedi, avanzare sempre di più. Poi si ferma, quando l'acqua ha ormai raggiunto le caviglie.

- Io ti aspetto qui -, rispondo facendo spallucce. Rimango immobile, a riva, lo sguardo fisso su di lei.

- E allora beccati questo! - esclama ridendo. E' un attimo. La vedo abbassarsi, le mani nell'acqua. Mi prende alla sprovvista, non riesco ad evitare gli schizzi di acqua fredda che mi centrano in pieno. La maglietta, il viso, in pochi secondi mi ritrovo zuppo nonostante l'inutile tentativo di allontanarmi.

Così do inizio ad una vera e propria guerra. Sembriamo due adolescenti. Lei che corre come una preda, io che la inseguo. L'acqua prima all'altezza dei polpacci, poi su fino alle ginocchia. Ci rincorriamo, lottando contro la corrente, ridendo come due pazzi. Usciamo e rientriamo, spostando di continuo il campo di battaglia dal mare alla spiaggia. La sabbia che si alza al nostro passaggio creando nuvole fastidiose, la stessa sabbia che mischiandosi all'acqua salata si appiccica sulle gambe, sui piedi. E mentre corro dietro di lei penso che un culo così non l'ho mai visto. Pantaloncini che lasciano poco all'immaginazione, gambe slanciate e toniche
.
Ci sediamo sulla sabbia, lontano dalla riva, oramai appagati e stanchi. Mentre guardiamo in mare in silenzio comincio a sentire i primi brividi di freddo sulla pelle. La folata fresca che mi sfiora il viso è la prova dell'abbassamento della temperatura. Guardo Ludovica, ha la canotta completamente zuppa. E' ben visibile l'alone scuro dei capezzoli che sboccia attraverso il tessuto sottile. Vorrei saltarle addosso, leccare quei capezzoli che, duri come chiodi, sembrano ansiosi di uscire. Cerco di non pensarci tenendo sotto controllo l'inizio di un'erezione.

Intanto torno indietro con i ricordi, a quel giorno in cui mi ritrovai in magazzino con la mia collega. Provò a baciarmi, ma io rifiutai. In otto anni sono sempre stato fedele, forse anche troppo. Ci sono certi treni che passano una volta sola e Ludovica sembra essere quello più bello. Spesso ripenso a quel giorno. Ho fatto bene a sottrarmi? A non scoparmi Chiara nel magazzino? E se Adriana in tutti questi anni mi avesse tradito? Mentre lo sguardo si perde nelle onde del mare mi tempesto di domande cercando delle risposte che probabilmente non avranno mai una risposta.

- Comincia a fare freddo -, afferma Ludovica rompendo il silenzio. Con una mano accarezza la sabbia, ora i suoi occhi incrociano di nuovo i miei.

- Per fortuna hai portato la coperta- , rispondo con un impercettibile sospiro.

- Già, sarà la nostra salvezza. E' abbastanza grande da coprirci entrambi -, ribatte sorridendo. Afferra la coperta rossa e comincia ad aprirla, dopodichè la distende sulle nostre gambe.

Riprendiamo a chiacchierare, incuranti dell'orario, della notte sempre più profonda. E' passata almeno un'ora ma il pensiero di tornare a casa non mi sfiora neanche. La coperta riscalda i nostri corpi. Siamo così vicini che riesco a sentire il suo odore, vivo e sensuale. Mentre sopra di noi si apre un cielo punteggiato da stelle le spiego la costellazione del Cigno, una figura di piccoli punti che lei indica divertita.

All'improvviso sento il piede di Ludovica carezzare il mio. Inizialmente un contatto accennato, poi un vero e proprio strofinamento.

- Che fai? -, domando abbozzando un sorriso che cela stupore.

- Voglio riscaldarmi un po', ti da fastidio? -, chiede fissandomi intensamente con un'espressione maliziosa. Sento il cuore esplodere.

- No assolutamente -, rispondo distogliendo lo sguardo. Perchè Ludovica nemmeno immagina l'effetto che mi fa. O magari lo sa, e ci gioca. Sento l'erezione svilupparsi fra le gambe mentre un sospiro spontaneo rivela il mio stato d'animo.

E i minuti passano, ma il suo piede rimane lì, sotto alla coperta, a stuzzicare la mia caviglia, salendo sul polpaccio, per poi scendere ancora per farmi eccitare sempre di più. Ormai siamo complici. Parliamo di Adriana mentre la brezza si fa più intensa e il rumore delle onde diventa un sottofondo alla nostra conversazione. Guardo il faro, in lontananza, il fascio di luce che gira lentamente illuminando un pezzo di costa, e mi viene da chiedermi il motivo per cui mi sono ritrovato a confidarmi proprio con lei. Le racconto le difficoltà che stiamo vivendo nell'ultimo periodo, aprendo una pericolosa parentesi sul sesso insoddisfacente.

- Ogni quanto lo fate? -, domanda Ludovica con un'espressione che, per quanto seria, nasconde una nota di divertimento.

- Una volta ogni due settimane, circa -

- Ma è pochissimo -, mi risponde meravigliata. Sistema la coperta interrompendo soltanto per un istante il contatto fra il suo piede e il mio.

- Si, lo so -, ribatto sbuffando.

- Posso immaginare come ti senti. Ti ci vorrebbe proprio una bella scopata -, provoca ridendo.

Quanto vorrei saltarle addosso, abbassarle i pantaloncini e scoparla qui, su la sabbia morbida. Quanto vorrei sentire la sua fica stringere il mio cazzo. Quanto vorrei farmi questa vent'enne, questa troietta provocatrice che non aspetta altro che far crollare un uomo fidanzato da ben otto anni. Quanto, quanto, quanto. Ma allontano il pensiero, e aspetto che qualcuno mi dia la forza per alzarmi e tornare indietro, a casa, dove c'è Adriana ad aspettarmi nel letto caldo.

- Già -, le rispondo tenendo lo sguardo sulla riva.

- Qual'è la tua posizione preferita? -, domanda. Sento l'indice del suo piede che stuzzica la pianta del mio. Ho i brividi dietro la schiena.

- Mi piace quanto la donna sta sopra -, le dico tornando a guardarla.

- Anche a me, lo sento molto di più -, dal suo sguardo trapela una voglia incredibile.

Ci fissiamo, immobili, nel silenzio della spiaggia. La gola secca, l'odore del mare che ci riempie i polmoni. Ludovica allontana il suo piede dal mio, prudentemente, come se non volesse rompere l'incantesimo. Il tempo che si ferma, i respiri pesanti.

Mi ritrovo il suo viso a pochi centrimetri dal mio, senza nemmeno rendermi conto di quanto sta accadendo. E' proprio come lo avevo immaginato, il famoso bacio. Sento per la prima volta il sapore delle sue labbra tenere e finalmente ogni desiderio, ogni mia fantasia su di lei, si realizza. Le lingue si cercano, impazienti, e nell'oscurità ci lasciamo travolgere come due amanti. Un bacio dopo l'altro, gli occhi socchiusi che si incrociano per brevi momenti.

Ci penso ad Adriana, a quello che le sto facendo. Non so nemmeno se ne vale la pena, se veramente conviene buttare via tutto per una scopata. Per un attimo, dentro di me, le auguro di ripagarmi con la stessa moneta. Perchè questo mi merito. Ho tradito la sua fiducia, il sentimento che provo per lei, crollando davanti alla prima ragazzina che me l'ha sbattuta davanti. Ma nonostante tutto non mi fermo, non ci riesco. Ormai ci sto dentro, e continuo.

- Stiamo facendo una cazzata, sono fidanzato -, le sussuro continuando a prendermi i suoi baci, per niente convinto di quelle parole. Un vano tentativo per ripulirmi la coscienza.

- Zitto -, la sua voce passionale nel mio orecchio, i baci ardenti sul collo, scendendo fino alle spalle, poi di nuovo sulle labbra, ed io che impazzisco. Ha voglia di scopare, Ludovica. Lo capisco dal suo sapore, dal suo respiro rovente che mi stuzzica le labbra.

Ci liberiamo della coperta, troppo scomoda per i nostri movimenti. Continuiamo a baciarci, a toccarci, mentre la luna sopra di noi appare sempre più grande e inargentata. Lascio che Ludovica giochi con il mio cazzo, la sua mano che scompare nei miei pantaloncini e subito dopo mi ritrovo sdraiato sulla sabbia, con i granelli che si infilano nei capelli e la reale consapevolezza di quanto sia troia. E nemmeno faccio in tempo a finire il pensiero che lei già ce l'ha in bocca. Inginocchiata fra le mie gambe, mi fissa mentre se lo passa fra le labbra, giocando con la punta della lingua, per poi farlo sparire chinando la testa. Si vede che è brava, che nella vita ne ha fatti di pompini. Chiudo gli occhi. Il suono della sua bocca si mischia a quello delle onde.

Mi viene da pensare che Adriana, forse, un lavoro così non me lo ha mai fatto. Nemmeno con tutta l'eccitazione del mondo. Nemmeno dopo avergliela leccata mezz'ora, magari aspettandomi indietro lo stesso trattamento. Non so nemmeno da quant'è che non me lo prende in bocca. Forse un mese, o poco più. La maggior parte delle volte ci ritroviamo a scopare come due robot, più per dovere di coppia che per piacere. Per fortuna, ora, ci sta pensando Ludovica a colmare questo vuoto.

Torno alla realtà, alzo la testa quanto basta per godermi la scena.

- L'avevo detto alla tua compagna che prima o poi tutti crollano -, afferma dopo aver stoppato il lavoro di bocca. Sul suo viso ora c'è un sorriso malizioso.

- Sei fantastica -, le dico con un filo di voce. E lo penso, sul serio.

- Lo so -, risponde incurvando leggermente le sopracciglia. L'unico pensiero che mi viene in mente, mentre la guardo riprendere il cazzo in mano e infilarselo di nuovo fra le labbra, è quello di scoparla. Scoparla fino a venirle dentro, scoparla con tutta la forza che ho in corpo. Ma lei vuole ancora giocare, farmi scoppiare, così aspetto godendomi le sue labbra esperte.

Labbra che schiudono, che giocano. Continua così Ludovica, portandomi lentamente all'apice del piacere, ma fermandosi poco prima. Mi chiedo il perchè, ma soltanto nella mia testa. I battiti del cuore aumentano, so che qualcosa sta per succedere. La osservo mentre si sfila la canotta esibendo un seno favoloso, consistente. Poi è il turno dei pantaloncini, ma io non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi capezzoli gonfi e carnosi. Intanto, i biondi capelli, raccolti in una coda, vengono leggermente mossi da una folata di vento.

- Ho voglia di scopare -, me lo dice guardandomi negli occhi, quasi sussurrando. Si china su di me facendomi sentire il seno sul petto, che si adagia lentamente, i capezzoli duri che premono. Mi bacia dolcemente mentre il piacevole odore della sua pelle si impadronisce di me.

Vorrei risponderle, dirle che non si può, che tutto questo è assurdo. Che un tradimento è sbagliato. Ma succede tutto così velocemente, il perizoma che vola sulla coperta, lei che afferra il mio cazzo alzando il bacino quel poco che basta. C'è l'ha stretta, calda, lo scopro appena scivola su di me con l'espressione che si trasfigura in un piacere unico. Le afferro i fianchi, guido il ritmo senza perdermi i suoi seni ciondolanti. Mi scopa piano e bene. Non so quanto posso durare, forse un minuto, forse di meno. La sento ansimare, lasciarsi andare. Lascio i suoi fianchi per dedicarmi al sedere, seguendo le forme, la rotondità.

I progetti con Adriana, intanto, sembrano perdere valore di fronte a quel corpo perfetto. Il matrimonio e i figli, tutte idee che si fanno da parte lasciando spazio a Ludovica. Il momento è talmente unico, bello, reale, che nemmeno riesco a vergognarmi di quello che sto provando. Voglio solo che lei continui a scoparmi, a godere su di me ad ogni affondo.

Dopo un po' cambiamo posizione. Lei distesa sotto di me, il chiarore della luna che le risalta la patina di sudore sul seno. Abbiamo troppa voglia l'uno dell'altro. Si capisce dai baci sempre più impetuosi, dalle sue unghie che mi graffiano dolcemente il sedere mentre la scopo tenendole le gambe aperte e ferme. Tra un gemito e l'altro mi incita ad andare più forte, di farla impazzire. L'accontento, con il desiderio sempre più forte di passarci l'intera notte, di scopare come due amanti appena sbocciati.

L'orgasmo mi travolge senza preavviso, dandomi giusto il tempo di uscire fuori. Le vengo sulla pancia, imbrattandole l'ombelico, i fianchi. Ora ho i muscoli rilassati, la testa leggera, ma non mi basta. Dopo averla fatta venire con la lingua ricominciamo, fregandocene del resto del mondo. Scopiamo, in ogni posizione, con ogni tipo di ritmo, toccandoci in ogni parte del corpo. Ed è anche più bella della prima. La bocca di Ludovica accoglie il mio secondo orgasmo mentre il sole fa capolino annunciando l'arrivo dell'alba. La spruzzata d'oro sullo specchio dell'acqua fra le onde oramai quiete, e i versi dei gabbiani, mi riportano bruscamente alla realtà. Adriana, a quest'ora, potrebbe già aver notato la mia assenza. Cosi ci rivestiamo di corsa, recuperando la coperta e abbandonando la spiaggia.

~

Qualche ora dopo mi ritrovo in camera da letto con Adriana. L'energica luce del sole filtra dalla finestre mentre ci prepariamo a lasciare la casa. Lei fa avanti ed indietro tra il bagno e la stanza, recuperando gli ultimi oggetti, ripassando ad alta voce la lista delle cose per evitare di dimenticarsi qualcosa. Io, intanto, piego alcune t-shirt sul letto prima di infilarle in valigia.

- Come mai stanotte non eri nel letto? -, mi domanda uscendo dal bagno. La osservo mentre prende un bracciale d'argento dal comodino.

- Non riuscivo a dormire, troppo caldo. Ho preferito andare a prendere un po' di fresco in veranda -, le rispondo distogliendo subito lo sguardo da lei.

- Lo avevo immaginato, infatti non mi sono preoccupata più di tanto -

- Hai preso tutto? -, le domando abbozzando un sorriso.

- Sembra di si, in bagno praticamente non c'è più nulla. Do un'ultima occhiata alla stanza, tu intanto se vuoi puoi cominciare a salutare gli altri. Io tra poco ti raggiungo in macchina -

- Perfetto, facciamo così -, le rispondo chiudendo la valigia. Poi mi avvicino, baciandola.

- Ti amo -, mi dice sorridendomi.

- Ti amo anche io -, ribatto prima di lasciare la stanza portando con me il trolley.

Mentre mi dirigo verso l'uscita della casa passo accanto alla camera di Ludovica, trovando la vent'enne alle prese con la valigia. Indossa una semplice t-shirt rosa e un paio di jeans stretti. Ripenso subito alla notte passata e un brivido di eccitazione mi attraversa la schiena. Ludovica sorride facendomi cenno di entrare. La paura che qualcuno mi veda con lei è tantissima, così mi guardo attentamente intorno e una volta certo di essere solo entro nella stanza socchiudendo la porta alle mie spalle.

- Posso darti il bacio d'addio? -, mi domanda sorridendo maliziosa.

Sospiro, senza rispondere.

Appena si inginocchia davanti a me capisco che il bacio che mi sta per dare non è sulla guancia o sulle labbra. E' il bacio più bello, quello che ti manda in paradiso. Gli occhi verdi che mi fissano dal basso. Adriana parla con Claudia e Luca, la sento scherzare oltre nel corridoio, a pochi metri da noi, mentre Ludovica con un gesto lento mi slaccia la cintura. E mi eccita sapere che la mia compagna è così vicino, che soltanto la porta ci divide fra lei e noi. Potrebbe sentirci, scovarci.

Ludovica se lo infila in bocca, e comincia. Un minuto di puro piacere, dove più volte tento di ritardare l'orgasmo, ma che alla fine arriva esplodendo nella sua bocca. E lei ingoia, tutto. Finito il tutto ci scambiamo i numeri di telefono. La promessa di sentirci, di andarci a prendere un caffè ogni tanto, anche se dentro di me so che non andrà così. Il suo numero verrà dimenticato, magari cancellato, per proteggere una relazione ben più importante di una semplice avventura di un weekend. Mi affaccio cautamente alla porta controllando che il corridoio sia vuoto. Saluto Ludovica. Un ultimo sguardo, poi esco.



Note dell'autore: Scusate per la lunga attesa. Mi rendo conto che sono passati mesi dalla prima parte, da qui in avanti mi impegnerò ad essere più presente. Se il racconto verrà apprezzato pubblicherò il seguito nel giro di una settimana. Attendo i vostri commenti. Grazie :)







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