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Massimo, mi trombo tua moglie


di amanteirpino
14.06.2018    |    45.283    |    6 9.3
"Stetti un po' ma non tardai molto ad appoggiarle sul culone il mio cazzo già turgido nei pantaloni..."
E bene, non so come dirtelo. Ma poi perché dirtelo visto che non siamo amici e a mala pena ti conosco di vista.
Ci siamo incrociati più di una volta, sotto casa tua, fidati non era un caso che io fossi lì.
E ora perché queste confessioni? Perché mi eccita pensare che ti faccio cornuto.
Ho conosciuto tua moglie Elena in palestra, più di tre anni fa. La tua Elena, la quarantenne dai capelli ricci e castani.
Dovevi esser fiero di avere una donna così al fianco, una brava e bella donna. Ed invece, che hai fatto? Quando ti ha manifestato le sue insicurezze dovute al fatto di aver appena compiuto i 40 anni, le hai detto che era vero che era ingrassata e aveva messo su il culone. Così le hai suggerito di iscriversi in palestra. Praticamente l'hai mandata a farti le corna. All'inizio era schiva e a disagio, nemmeno si vedeva che, invece era chiavabilissima. Vestiva largo e senza alcuna voglia di apparire.
Ho cominciato a parlarle per caso, aspettando che finisse una serie ad una macchina, solo perché poi mi ci dovevo allenare io. La cosa si è ripetuta. Pian piano siamo entrati in confidenza e ci è scappato qualche risata ma nulla di più.
Poi mi sono reso conto che ero uno dei pochi con cui interagiva in palestra. Addirittura mi raccontava di te, di marito premuroso ed impegnato. io ascoltavo ma non me ne fregava nulla, ha cominciato ad attirarmi sessualmente solo quando mi ha raccontato che l'avevi mandata in palestra perché presupponeva che avesse il culone.
Parlando con lei avevo notato che aveva poco seno, una seconda avrei poi scoperto, ma il culo non glielo avevo nemmeno mai guardato. Poi quel giorno lei mi racconta il fatto ed io dico che non è vero e lei ribadisce che è solo perché lo nasconde bene. In effetti aveva sempre maglie lunghe a coprirglielo.
Arrivarono i periodi più caldi di maggio ed un giorno noto che ha una t-shirt normale, non lunga. Lo notai mentre era sul tapis roulant. È vero aveva il culone, lo si vedeva dal pantajazz nero che riempiva. Ma non era il culone di una cessa, era pieno pieno ma anche sodo. Massimo, tu le vuoi far smaltire quel culone? Noi qui in palestra i culi così li cerchiamo perché arrapano.
Cominciai a guardarla diversamente da quel giorno là.
Forse nei tre o quattro mesi che veniva in palestra lo aveva reso sodo, boh, fatto sta che a me quel culone mi faceva venire l'acquolina al pisello.
Trovai anche il coraggio di dirle che non era vero che aveva il culone e che invece stava proprio bene fisicamente. Feci anche riferimento a te, dicendo che di sicuro te ne eri accorta che ora era in forma. Ma lei disse che tu non la guardavi e lì la mia audacia mi permise di dirle che lo avevo guardato io e che ero uomo anche io per cui poteva fidarsi:il suo sedere era in forma!
La vidi quasi arrossire. Comunque da quel giorno ero più in confidenza e, sarà che io ci vedevo malizia, ma me la vedevo ronzare più spesso intorno e mi sembrava anche più curata nell'aspetto, addirittura sexy.
Ricordo che un giorno indossava un pantajazz strettissimo, le chiappe ne emergevano grosse, sode, tonde ed alte...e guardando davanti, non potetti non notare che a causa dell'aderenza si notava anche una patata rigonfia con un evidente,lungo e profondo spacco nel quale la stoffa del pantajazz ripegava. Vuol dire che sarai cornuto nonostante la figa gliel'hai aperta bene bene, perché si vede che gliel'hai sfondata.
Quel giorno tu la telefonasti lì in palestra, per ricordarle, mi avrebbe poi detto lei, che la sera stessa saresti andata alla cena d'azienda.
Uscito dalla palestra la trovai che stava per andarsene, era anche sudata perché la doccia lei non la faceva mai lì, visto che abitate nelle vicinanze. Ci parlai, mi disse che andava a casa, le augurai una buona serata e lì mi disse: capirai che seratona? Chiesi informazioni e venni a sapere che appunto tu non c'eri e disse che almeno così non doveva preparare la cena.
Le dissi se le andava di farmi compagnia e mangiare una pizza d'asporto al locale dietro l'angolo. Rifiutò, insistetti, tentennò e poi si decise...ma si, solo una pizza, cosa vuoi che sia. La mangiammo davanti al locale, poi andò a buttare il cartone, aveva ancora quel pantajazz addosso, non potetti evitare la battuta sulle sue forme e dissi che :tuo marito ora si arrabbierà con me perché per colpa della pizza ti esce il culone. Rise e disse ancora una volta che tu non glielo guardavi mica e che forse a quell'ora stavi che guardavi quello di qualche collega. E io dissi: e io guardo il tuo. Si mise a ridere. Le chiesi se le andava di fare un giro in macchina. Disse che era tardi, era a piedi. Insistetti e salì in macchina ma mi chiese di non girare in mezzo al paese. Andai nella direzione opposta, arrivai al ponte sul fiume per una strada interna, fermai l'auto e proposi di scendere. Piena campagna, nessuna luce, solo la luna e le stelle, il fiume di sotto che faceva rumore. Ci affacciammo a guardare la corrente e fu lì che le toccai un braccio, mi guardò ma non disse niente. Sai come ruppi l'imbarazzo? Tirandole uno schiaffo sul suo da te criticato culone. E dissi pure, ridendo, alla faccia di chi dice (tu) che hai il culone. Facemmo battute e poi lei disse: com'è? Grosso e flaccido? Le dissi che dovevo esaminare meglio, ma lo feci a battuta. Lei rise ma poi non aveva negato o rifiutato. Fu il segno. La mano questa volta gliela appoggiai e lo palpeggiai un po'. Rise e poi disse: hai finito? Basta. Dimmi com'è e andiamocene.
Risi mi avvicinai a lei e la cinsi da dietro con le braccia, abbracciandola. Distese la nuca verso il mio collo...caro Massimo tua moglie era eccitata, voleva contatto. Stetti un po' ma non tardai molto ad appoggiarle sul culone il mio cazzo già turgido nei pantaloni. Ebbe un sussulto, quasi si distacco, la pregai, la rassicurai che non avremmo fatto nulla. Che bugiardo. Le feci altre battute, le dissi ad esempio: lo vedi che non hai un culone e che c'è a chi piace? Lo senti che mi piace? E lei: si lo sento (rise)!come non lo sento!
Mi cominciai a strusciare più intensamente, le infilai una mano nella canottiera, tette piccole, non fa niente...anche perché quando sporge quel culone verso il mio cazzo mi manda in visibilio.
Senza intrufolarmi nelle sue e nelle tue grazie (avrei avuto modo di farlo dopo) le toccai la passera dall'esterno del pantajazz, sussultava da grande troia, si muoveva lei a suo piacimento sulla mia mano e le mie dita. Tua moglie stava godendo come una vacca. Ogni tanto ti pensava, diceva con voce agonizzante: dai, basta, non posso. Ma intanto continuava a dimenarsi sulla mia mano che solcava cm dopo cm quella figa da te sfondata che già avevo intravisto ingoiare slip e pantalone in palestra.
Un po' la dovetti scoprire, solo la parte alta del culone e mi sbottonai pure la cintura perché dava fastidio ad entrambi. Tranquillo, avevo a disposizione si e no mezzo culo, mezzo solco di chiappe e nemmeno le vedevo perché era buio. E poi il mio cazzo non lo avevo nemmeno cacciato, lei nemmeno me lo ha toccato, che santa donna tua moglie. Avevo solo la cappella fuori e la strusciai nel profondo solco delle sue chiappe. Sai lei si vergognava perché in palestra aveva sudato e non si era ancora lavata. Invece fu un bene per me e per te. Per me perché il sudore mi faceva godere di più. Per te... perché godendo tanto...non resistetti molto e quindi quella sera te la mandai a casa senza averla scopata, senza averle toccato la figa da dentro e senza che lei avesse minimamente preso il mio cazzo di sua volontà, né con figa, né con culo, né bocca e né mani.
Unica pecca: ti ho detto che avevo solo la cappella di fuori? Ebbene...quando venni, te la schizzai tutta sulla schiena, ma tranquillo, indossava la t-shirt. Si e no solo due o tre schizzi andarono oltre e le arrivarono dietro al collo, tutto il resto rimase sulla maglia.
Anche lei venne sulla mia mano...poi ce ne salimmo in macchina. Provai a parlarle ma lei era taciturna...sembrava avere un senso di colpa. Che dici? Stava pensando a te?
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