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Proposta indecente (parte quinta)


di Stalio
21.08.2014    |    14.407    |    0 9.3
"" "Più facile da dire che da fare..."
Mi alzo la prendo per mano ed andiamo in camera. Poi uno alla volta in bagno.
Sul letto, lei: "Adesso? Come hai intenzione di sorprendermi?"
"Anna, faremo qualche variante sul tema, ormai i buchi sono stati tutti visitati."
"E oggi vuoi rivisitarli, immagino."
"Si perché? Tu no?"
"Ieri pomeriggio ho penato dietro, un gran bruciore anale. È normale?"
"Penso di si, eri stretta."
"Haa, ecco."
"Per caso, mi stai chiedendo di non farlo oggi?
"Si, ma non voglio che ci rimani male."
"Ok, domani però non ti salvi, bisogna farlo spesso per far abituare i muscoli anali."
Si avvicina: "Grazie, sei un angelo."
Poi: "Comunque adesso che vai via tu non c'è pericolo che con lui si farà."
"Perché? Cosa c'è che vi impedisce di farlo?"
"Non ha mai neanche accennato a volerlo fare. Tu sei andato subito al sodo. Lui niente."
"È diverso. Marco è tuo marito, prendila come una forma di rispetto. Non sono d'accordo su questo, non la vedo così, ma ho sentito diversi maschi ed anche donne che la pensano così, salvo poi farlo al di fuori del matrimonio, con gli altri. Allora perché non farlo con il coniuge? È piacevole per entrambi, o no? A te è piaciuto?"
"Non subito. Però l'orgasmo è stato travolgente."
"Vedi? Si, la prima volta fa male. Ma anche essere sverginate fa male. Tu, come è stato con Marco?"
Silenzio. Poi: "Non l'ho fatto con Marco, la prima volta."
"Scusami, se non ne vuoi parlare non farlo. Da quando ci siamo lasciati noi a quando ti sei messa con Marco non è passato molto tempo, direi qualche mese. L'ho dato per scontato."
"Quando ci siamo lasciati ero avvelenata. Avevo fantasticato sulla nostra vita futura, io e te. E quando mi sono ritrovata da sola ero molto debole. Un deficiente, quindici anni più grande di me, ne ha approfittato. E ci sono cascata come una pera matura. Quando mi sono resa conto di quello che stavo facendo gli ho dato dell'aria, ma ormai... Dopo un mese ho conosciuto Marco, ed il resto lo sai."
"Scusami, scusami, non immaginavo. Vieni qui."
La stringo a me, si abbandona tra le mie braccia.
"Come sei dolce, Mauri."
"Anna spero che la tua vita con Marco sia felice. Ti voglio bene."
"Vorrei solo...più ardore a letto. Tu hai scoperto la mia sessualità. Si, mi piace fare l'amore."
"Me ne sono accorto, sei eccezionale a letto."
"Tu invece sei un fuoriclasse. Se penso che ti avevo in mano e ti ho lasciato andare via."
"Anna, quando stavamo insieme non ero certo così. È stata la vita, e ha inciso anche il fatto di averti persa, sicuramente. Ero arrabbiato con tutte le donne. E si sa, alcune più le tratti male più si attaccano."
"Si, ma quello che eri, che sei, ce l'avevi già dentro. Dovevi solo esprimerlo."
"Si, senza dubbio."
Restiamo in silenzio qualche minuto. Intanto la sua vicinanza ha risvegliato il fratellino.
Lei: "Basta ricordi, sentimentalismi. Solo un'altra cosa: ho un grande piacere che noi due ci siamo chiariti, che siamo tornati amici. E non smetterò mai di esserti grata, per tutto. Adesso basta."
Si abbassa e me lo prende in bocca, lecca, succhi, lecca, risucchio, sono abbandonato sul letto, mani dietro la testa. Mi sta facendo morire: "Hooooo....siiiii...haaaaaa..." fantastica donna. Continua per una decina di minuti, poi mi viene sopra a cavallo e se lo infila dentro di botto: "Hahaaaaa...come mi piace...siii." Mi cavalca, sempre più veloce, geme, urla, sospiri di piacere, fiato grosso, geme, poi: "Haaaaaaha...mhuuuuuuu...vengo...siiiiii." E mi crolla addosso.
Non si muove per un paio di minuti, sempre con l'uccello duro dentro.
Quindi: "Ti faccio un pompino."
Lo tira fuori, si abbassa e lo prende in bocca, qualche risucchio, poi si tira su. Scende dal letto, si allontana...
Perplesso: "Dove vai? Mi lasci così?" Blandendo con le mani l'uccello.
"Arrivo subito."
"Ma cosa fai? Vieni..." Si sta lubrificando il buchetto, lo scoprirò dopo.
Qualche secondo e torna in camera, viene sul letto, lo riprende in bocca, ma solo per pochi attimi, poi si rimette a cavallo e se lo torna ad infilare dentro. Si abbassa e mi caccia la lingua in bocca.
Poi si rimette su, lo tira fuori dalla passera e lei stessa poggia la cappella sul buchetto. Si abbassa piano, il suo viso è teso, scende, la cappella è dentro. "Haaaaaa..." Sta ferma un attimo, poi un'altro colpo: "Hooooo...haaaa..." È quasi interamente dentro. Vedere il suo viso mentre si sta infilando da sola l'uccello nel culo è stravolgente. Spinge ancora, ed arriva in fondo. Si ferma. Dopo qualche attimo apre gli occhi, mi guarda, sorride. "Anna, sei fantastica..."
"Ci sei cascato vero? Sei propbrio un maschio."
"Si, un maschio che ti sta inculando."
E prendo a pompare da sotto. Ad ogni colpo il viso si contrae, le tette che ballano su e giù, che spettacolo...
So che non durerò molto, è troppo, ma voglio farla godere. Vado con entrambe le mani sulla passera, le infilo dentro i due pollici, gliela allargo, trovo il crito, lo accarezzo, lo prendo tra due dita, stringo piano. Lei ha la testa all'indietro, geme, urla, poi la vedo contorcersi: "Siiiii...godooooo...hooooo..."
I muscoli anali che si contraggono sull'uccello, e mi lascio andare, uno, due, tre schizzi nel buchetto. Un orgasmo intensissimo.

Si stende sul letto di fianco a me, qualche minuto di silenzio.
"Anna, sono senza parole, tu sei una delle migliori donne che io mi sia...con cui ho fatto l'amore."
"Allora ti piace farlo con me."
"Ci puoi giurare, non si vede? Riesco a trasmetterlo?"
"Si, certo."
Poi silenzio, la guardo in faccia, ha il viso triste.
"Cosa c'è Anna? Ho detto qualcosa che non dovevo?"
"No, no, non tu. Stavo pensando a Marco, come vorrei che il sesso con lui fosse come con te."
"Prendi tu l'iniziativa per far cambiare le cose. Ma ti rendi conto di quello che ti stai perdendo? Che vi state perdendo."
"Si, è questo che mi rammarica. E cosa potrei fare io? È lui che dovrebbe darsi da fare."
"Tu puoi fare, certo che puoi. Ma devi andare per gradi, per non ferire il suo orgoglio, non tutto subito, puoi cominciare con un pompino, dopo qualche giorno gliela sbatti in faccia, non può non mangiartela, e così via. Quando ti sentirai pronta farai quello che hai fatto a me poco fa, prima lo infili davanti e poi passi all'altro canale, magari facendo finta che sia la prima volta. Tanto sarà talmente in bambola che non si renderà conto che il tuo culetto è già bello slargato."
"Più facile da dire che da fare."
"Se pensi che sia difficile, così è. Invece pensa che sia una cosa facile, e lo diventerà!"
"Mi sei diventato anche filosofo."
"Si, filosofo della gnocca."
Si mette a ridere, poi: "Diamoci da fare, manca mezz'ora alle 12,00."
"Abbiamo fatto troppe chiacchiere oggi, più il tempo per portare la macchina."
"Dai vai a sciaquarti, mi aspetta un duro lavoro di bocca. Vero?"
"Non necessariamente. Vieni qui, stringiti a me."
Si avvicina, il mio corpo a contatto con il suo, è sudaticcia, ma non mi da fastidio.
"Domani mi devi raccontare delle tue donne, cosa fai, come le conquisti, cose così. Voglio sapere anche di Lidia."
"Vuoi uno spaccato di vita maschile? Tante chiacchiere anche domani? Anna sono molto riservato su queste cose, vabbé che non ne conosci neanche una e non le conoscerai mai, però...
E poi ricordati che abbiamo un fine da perseguire, un fine che riguarda la passera, il culetto e la bocca."
"Perseguiremo, perseguiremo. Tranquillo."

È ora di andare via. Lei: "Non ci vediamo fino a domattina? Mi sembra un'eternità."
"Ti telefono. Alle 17,30 va bene?"
"Ottimo, così mi riposo un paio d'ore, anche tre."

La chiamo in perfetto orario.
"Accidenti, mi sembri un orologio svizzero."
"Sono un ragazzo puntuale, dormito?"
"Si, di brutto."
"Bene, brava. Come sei vestita?"
"Guarda, tu così non mi vedrai mai. Ho addosso un pigiama leggero, da mezza stagione, pantaloni e maglietta."
"Vatti a stendere sul letto."
"Cosa? Perché?"
"Esegui Anna, forza."
"Non capisco, ecco fatto. Sono sul letto."
"Metti una mano dentro i pantaloni ed infila due dita nella passerina."
"Cosa? Ma sei impazzito?"
"Anna, dai..."
Silenzio, poi: "Mi devo masturbare?"
"Si, pensa a me, a quando facciamo l'amore. E raccontamelo, mentre continui a masturbarti."
"Hooooo..." Comincia a gemere.
"Io sono qui e ti sto ascoltando...dai..."
"Sono stesa sulla tavola, tu mi stai leccando, hai una serpe al posto della lingua...hooooo...sono bagnata, che maschio...siiiii...haaaaa, mi fai impazzire, ecco, ecco, siiiii vengo...haaaaa...mhuuuuuu."
Silenzio, si sente solo il respiro affannoso.
Poi: "Mauri, ci sei ancora?"
"Si, brava, hai l'orgasmo facile."
"Colpa tua,mio non sono così."
"Invece sei proprio così, basta stimolarti per il verso giusto."
"Rimetti il dito nella piaga? Basta, devo fare qualcosa in casa, fammi alzare."
"Ok, ci vediamo domattina. Hai notizie della mia carriola?"
"È in rianimazione. Marco non si spiega come hai fatto ad arrivare da Bologna fino a qui."
"Sarà stato il tuo richiamo."
"Può essere, comunque domani è pronta."
"Che fai adesso?
"Non mi molli, Mauri non ti starai mica innamorando di me?"
"Tu sei sposata con un mio amico, non scordarlo."
"Uffa, ancora il dito nella piaga."

Continua.....
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