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04 L'ascensore


di iside59
24.01.2018    |    23.829    |    10 7.1
"Mi apostrofò con volgarità del tipo: "Succhiacazzi assaggia un po' anche il mio di cazzo" Era più corto ovviamente di quello della lei, ma..."
Facevo il fattorino per un padroncino che aveva in appalto la consegna dei pacchi postali.
Ogni mattina levataccia alle 4:00 per andare in centrale (Milano) a ritirare i pacchi da consegnare, era un lavoro sfiancante e non sapevo quanto avrei potuto continuare a farlo.
C'era un palazzo però, dove andare a fare consegne mi elettrizzava; ogni volta che ci andavo speravo di incrociare la mulatta che mi aveva sorriso una mattina nebbiosa in portineria.
Usciva alle 10:00 circa e chissà dove andava..
Ogni volta che andavo a consegnare lì mi agitavo, prima o poi l'avrei incontrata ancora e il sorriso che metteva in mostra la sua bianca dentatura in contrasto con il colore olivastro della sua pelle era per me fonte di eccitazione.
Quel giorno, contrariamente al solito, arrivai al palazzo nel tardo pomeriggio, purtroppo la mole di lavoro fu tale che non mi permise di arrivare prima; ero stanco e non vedevo l'ora di andare a casa a fare una doccia.
Ironia della sorte, mentre pigio il pulsante dell'ascensore per salire a consegnare un pacco all'ultimo piano, mi giro e chi ti vedo.... lei con il suo smagliante sorriso.
"Sali?" mi dice,
"Si!" Gli rispondo con voce piena di soddisfazione.
Questo incontro mi fece dimenticare che ero in piedi dall'alba e mi fece sperare che quel viaggio in ascensore potesse durare il più a lungo possibile.
Arriva l'ascensore.. saliamo.
"A che piano vai?" mi dice.
"All'ultimo!" Rispondo.
"Anche io !" Ribadisce lei.
Si parte.
Lei mi guarda con quel suo sorriso ammaliante.
Poi d'un tratto... aveva dei fogli che parevano documenti sotto braccio, sbadatamente scivolarono a terra mentre l'ascensore cominciava a salire.
Mi inginocchiai subito da buon cavaliere a raccoglierli ...alzai lo sguardo e rimasi impietrito.
Dallo spolverino che indossava spuntava un cazzo penzolante che a riposo doveva essere non meno di 20 cm; ballonzolava davanti ai miei occhi, liscio, lungo, sembrava di gomma.
Rimasi sorpreso, spiazzato, non sapevo che fare.
Mi disse "te gusta?"
Non sapevo che rispondere.
Lei non attese oltre, mi poggiò la mano sulla nuca e mi spinse la testa verso il suo membro.
Lo avevo a pochi centimetri dalla bocca, lo annusai, aveva un buon profumo, poi con la punta della lingua non sapendo cosa fare detti qualche tocco
Non sapeva di cattivo, anzi oltre ad avere un buon profumo sembrava anche avere un buon sapore, un po' salato ma sicuramente appetibile .
Chiusi gli occhi, spalancai la bocca e lo accolsi quasi tutto tra le mie labbra come una prostituta incallita.
Lei si mosse avanti e indietro nel gesto di chiavarmi la bocca.
Cominciai a succhiare e a leccare come un forsennato, sbavavo come un San Bernardo mentre il cazzo mi tirava tra le gambe.
Arrivammo a destinazione e le porte si aprirono, ma lei mi tenne ferma la testa continuando a scoparmi la bocca.
Le porte non si richiusero, ma non potevo vedere perché.
Ormai non capivo più nulla e continuavo a pompare come una vecchia troia.
Ad un certo punto sentì qualcuno palparmi le chiappe da sopra i pantaloni, girai la testa e vidi un signore distinto, sui settant'anni o poco meno che cercava di slacciarmi la cintura dei pantaloni per scoprirmi il culo.
Lei, mi riprese e mi disse di non distrarmi dal continuare l'opera che stavo portando avanti come una vera professionista, mi fece i complimenti per come ero riuscito a rinvigorirli la
verga nel breve tempo in cui l'ascensore ci aveva portato all'ultimo piano e mi ripeteva
"Chupar...Chupar...Muito bom.. Muito bom,...troia..troia"
Il suo coso si era alzato e irrigidito, era incredibilmente lungo, non larghissimo.. sembrava un serpente!
Mentre continuavo lo sbocchinamento, sentì una lingua insinuarsi tra le mie chiappe e leccarmi in profondità il buchino.
Non ce la facevo più, non sapevo cosa sarebbe potuto succedere ancora.
Ad un certo punto, il signore che mi stava dietro si alzò, mi prese la testa e la portò verso il suo cazzo che già svettava fuori dai pantaloni.
Mi apostrofò con volgarità del tipo: "Succhiacazzi assaggia un po' anche il mio di cazzo"
Era più corto ovviamente di quello della lei, ma abbastanza largo e già tutto umidiccio.
Mentre lo succhiavo, Amanda (in seguito seppi che così si faceva chiamare) da dietro mi spalmava con le sue dita delicate qualcosa sul buco del culo.
Non sapevo cosa fare, se reagire, scappare ma mentre ancora ci stavo pensando sentii il suo coso poggiarsi al mio sfintere e ..ops scivolare dentro con facilità estrema tanto che anch'io rimasi stupefatto.
Oddio, un po' di male lo sentivo,, ma piano piano stava lasciando già posto ad un piacere che mai avevo provato fino a quel momento.
Amanda si muoveva avanti e indietro tenendomi per i fianchi, uscendo quasi completamente e rientrando lentamente senza strappi.
Ero al settimo cielo! Volevo urlare di piacere, lo stavo per fare quando un fiotto di sborra del signore distinto mi invase la bocca.
Amanda batteva l'inculata da vera professionista, poi poco prima dell'orgasmo, mi girò di colpo e mi spruzzò tutto il suo seme bianco e colloso sul volto non finendo mai di spruzzare.
Ero sfinito. Lei mi disse: "dai vieni da me che ti pulisci un po, sto proprio qui all'ultimo piano".
La seguii come un automa, non mi riconoscevo più, come potevo essermi fatto trascinare in questa cosa.. e senza protezione per di più.
Entrai da lei e vidi che non abitava sola.
Un altro trans di notevole statura, molto magra e col muso allungato che sembrava un cavallo, abitava con lei ed era sdraiato sul divano.
Mi disse "Ciao" con voce molto mascolina.
Risposi flebilmente "Ciao"
Amanda mi disse "Lei è Carla, ma tu vai pure in bagno a lavarti, ci sono i teli se vuoi puoi fare anche la doccia"
Andai, il bagno, era un buco, c'era una doccia piccola (70x70) con un telo di plastica a riparare gli schizzi,
Ma non mi interessava nulla, volevo solo lavarmi.
Mi denudai e mi infilai sotto l'acqua.
Ad un certo punto senti il telo aprirsi e mi si parò davanti agli occhi Carla, tutta nuda, con il cazzo sguainato e oscenamente scappellato e li constatai visivamente, che Carla non aveva solo il viso equino ma anche il cazzo..
Ero terrorizzato, mi lasciai scivolare a terra e mi coprii il volto con le mani.
Passò qualche minuto e non succedendo nulla di che, tolsi le mani da davanti agli occhi e vidi l'enorme cappella di Carla puntata verso di me, aveva un buco in punta talmente grande che sembrava una conduttura dell'acqua.
Ad un certo punto un potente getto di urina vi sgorgò e mi inondò il volto e il corpo, tutto rannicchiato sul fondo della doccia, Carla sembrava non finire mai, la sua scorta di piscio sembrava inesauribile.
Quando ebbe finito si scrollò sempre sopra di me e con voce arrogante mi disse:
"Adesso lavati, esta todo sujo, porco".
Feci la doccia, mi asciugai ed uscii dal bagno.
Amanda non c'era, Carla mi disse che era scesa a comprare le sigarette e non sapeva quando sarebbe tornata.
Carla mi guardò con lo sguardo di un pitone prima di inghiottire un topolino e mi predisse: "Prima mi sono svuotata la vescica ora però voglio svuotarmi anche le palle"
E così dicendo sfoderò nuovamente il suo incredibile cazzo e mi disse " tu uscirai di qui che non riuscirai a sederti per un mese, ti faccio un culo come una galleria"
Ero terrorizzato, passivo, mi stava prendendo il panico.
Mi si avventò contro rassicurandomi "Non avere paura, andrà tutto bene"
La sua voce suadente contrastava con l'irruenza e la violenza delle sue azioni.
Mi prese, mi sdraiò supino sul divano, mi alzò le gambe e cominciò a puntare il suo arnese sul mio buchino (che ormai non era più tale) come se maneggiasse un piede di porco.
Non so neanche cosa poteva misurare quell'arnese, in quella posizione la vedevo montarmi come fossi la sua cavalla, le sue smorfie, i suoi occhi sbarrati, quasi in preda a qualche sostanza, sbavava mentre vibrava dei colpi micidiali per farsi strada sempre di più dentro di me.
Ormai il suo tronco era incredibilmente e completamente svanito nel mio culo
Mi sollevò di peso e mi sbattette in piedi con la veemenza di un orango, mi lanciava in alto facendomi planare sempre sul suo cazzo, con il culo che ogni volta che scendeva, avvolgeva lentamente e completamente facendola scomparire fino alle palle, la sua pertica.
Mi lasciai andare, rilassai tutto quello che potevo rilassare, al fine di non riportare ulteriori traumi, strabuzzai gli occhi e persi quasi conoscenza.
Non so quanto durò, persi ogni contatto con la realtà, ad un certo punto mi ripose sul divano, lo sfilò, me lo mise davanti agli occhi semichiusi e mi sborrò copiosamente in faccia!
Mentre cercavo in qualche modo di riprendermi sentii altri fiotti caldi arrivarmi addosso, era il signore distinto dell'ascensore che si era furiosamente masturbato guardando la mia monta selvaggia; una volta terminato di sborrarmi addosso si strusciò su di me per ripulirsi il cazzo e con grande ragione mi apostrofò con volgarità oscene: " Tò brutta zoccola, sei più piena di sborra tu che la più vacca che lavora alla sera in fondo a questo viale"
"Vattene, prendi i tuoi stracci e vattene, succhiacazzi col culo sfondato"
E così dicendo mi spinse fuori dall'appartamento tirandomi dietro i vestiti.
Mi vestii in corridoio di fretta e furia, presi l'ascensore e corsi via, non so verso dove ma sicuramente lontano da lì.
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