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La seconda volta in tre (raccontato da Lei)


di dmleilui
02.07.2018    |    15.520    |    53 9.3
"Ripenso a ciò che è stato, chi sono stata e, soprattutto, non riesco a non immaginare a ciò che potrebbe ancora succedere e chi potrei ancora diventare..."
So di essere una donna difficile e abbastanza complessa. Per certi versi anche molto timida.

Ciononostante sono amante del piacere in tutte le sue forme e ho sempre tanta voglia di giocare, di sperimentare.

Il mio uomo mi conosce e sa come portarmi oltre le mie paure, sa come farmi oltrepassare i limiti, sa come farmi godere del sesso in ogni sua forma.

Qualche settimana fa, dopo una prima piacevole esperienza, abbiamo nuovamente vissuto la nostra fantasia: giocare a fare l’amore in tre. Io, lui, un altro uomo.

Era uno dei nostri weekend di relax, fuori dal mondo, in albergo, per coccolarci e lasciarci coccolare.

Sabato mattina, dopo colazione, saliamo in stanza. Ci baciamo, ci stuzzichiamo, ci eccitiamo. Poi il mio uomo s’interrompe. Mi dice di aspettare perché ha da fare una telefonata di lavoro. Esce dalla stanza.
Passano i minuti, io lo aspetto, eccitata, ma lui non torna. All’improvviso un messaggio sul telefono: “raggiungimi, stanza 110.”

Ho capito subito le sue intenzioni, ma in realtà non sapevo con certezza chi sarebbe stato il terzo.

Lui aveva organizzato tutto in ogni minimo particolare, aveva calcolato i tempi e come sempre aveva anche valutato un possibile imprevisto: la mia timidezza mischiata alle mie paure.

Ero spaventata, avevo paura che qualcuno, nei corridoi potesse vedermi entrare in una stanza non mia e potesse avere l’audacia e la malizia di pensare che stavo entrando in quella stanza 110 per farmi scopare da due uomini.
Ho avuto bisogno di tempo, ma alla fine sono entrata nella stanza 110.

Ad aspettarmi c’era il mio uomo e un’altra persona, una faccia conosciuta. Era il nostro amico della prima esperienza. Lui lo aveva richiamato per giocare con noi. In effetti sarebbe stato sprecato buttare via quell’intimità e quella complicità che eravamo riusciti ad instaurare con lui.
Eravamo noi tre, ci conoscevamo, ci piacevamo e avevamo voglia di trasgredire. Volevamo fare l’amore e poi volevamo scoparci. E poi di nuovo tutto il contrario. Volevamo godere. Prima nelle nostre teste e poi con i nostri corpi.

Chiusi gli occhi per un attimo, non ricordo subito cosa successe. I miei ricordi si mischiano ai miei desideri quando mi rivedo in quella stanza in penombra, nuda, sul letto, sdraiata in mezzo a due uomini che si prendono cura di me, mi baciano, mi accarezzano, mi leccano.

Era quello che volevo. Ancora.

Volevo di nuovo godere di quella trasgressione, volevo di nuovo vedere due uomini accanto a me che mi spogliavano toccandomi ovunque, eccitati e con la voglia di farmi godere per poi prendersi il loro piacere.
Volevo di nuovo sentire il mio uomo che mi diceva “lasciati andare, amore mio, puoi fare tutto quello che vuoi...”.

Avevo voglia di essere la sua troia per sentirlo sborrare nel cervello mentre giocavo a fare la puttana con il nostro amico.

Volevo nuovamente che la sua mano mi guidasse a toccare un altro uomo, che mi incitasse a leccare ed ingoiare un cazzo che non era il suo.
Volevo di nuovo tra le mie gambe un altro uomo che mi leccasse e che mi facesse gemere di piacere mentre il mio uomo eccitato e duro nel cervello guardava la scena masturbandosi davanti a me.

Volevo ansimare, godere e venire davanti a due maschi per eccitare non solo il loro cazzo ma anche la loro testa.
Volevo che ogni momento potesse alimentare la fantasia del mio uomo. Volevo sentire il piacere di entrambi crescere tra le mie mani, tra le mie gambe, nella mia bocca.

Volevo che mi scopassero senza fermarsi, a turno, prima lui, poi l’altro, poi di nuovo lui. Volevo scegliere chi masturbare e chi mi poteva scopare e poi non volevo più decidere nulla per sentire soltanto la voglia che cresceva nei miei due maschi.

Volevo sentire l’odore e il sapore del loro piacere, volevo essere riempita dal seme del mio uomo mentre volevo che l’altro mi bagnasse il corpo, il seno, con il suo caldo sperma.

Io volevo rivivere tutto quello che avevo vissuto la prima volta, ma volevo ancora più piacere. Volevo di più...

E adesso che ho avuto tutto quello che volevo, sono qua, con le mie paure vinte, il corpo sazio dal piacere e la testa ancora piena di emozioni.

Abbraccio il mio uomo che amo ancora più di prima, perché è unico non solo come compagno di vita ma anche di trasgressione.

Annuso il profumo, che il nostro complice mi ha spruzzato sul polso prima di andare via.

Ripenso a ciò che è stato, chi sono stata e, soprattutto, non riesco a non immaginare a ciò che potrebbe ancora succedere e chi potrei ancora diventare.
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