Racconti Erotici > trio > Quadrangolo a tre punte.
trio

Quadrangolo a tre punte.


di Honeymark
10.11.2013    |    9.857    |    0 9.7
"Una trentina di anni prima erano le matricole, cioè quelli del primo anno, a pagare pegni altissimi agli anziani..."
Sonia si sarebbe laureata a breve e un chiodo fisso la bloccava come se il problema non fosse la discussione della tesi ma i «danni collaterali» che una laurea porta con sé.
Una trentina di anni prima erano le matricole, cioè quelli del primo anno, a pagare pegni altissimi agli anziani. Le avevano raccontato che, soprattutto i maschi, si divertivano ad umiliare le ragazzine facendo cose inenarrabili. L’unica cosa che non potevano fare era penetrarle, perché sarebbe stata violenza. Ma tutto il resto… Sapeva di Antonia esposta nuda nella vetrina di un negozio, delle ragazze sottoposte al «carciofo» (il vestito tirato su e legato al collo) e portate in giro per la città a far bella mostra. O di Maria, che era stata sottoposta al «carciofo aggravato», cioè come quello semplice ma senza mutandine… Per fortuna in palestra e quindi in mezzo solo ad altri studenti, ma la vergogna per lei sarebbe stata insopportabile. Le venne in mente la cavallina, di cui le aveva parlato un’amica di sua madre, e rabbrividì: le avevano inserito qualcosa nell’ano e poi messa a cavalcioni…
Ma per fortuna erano altri tempi. Poi il Sessantotto aveva fatto cadere quella barbara usanza e lei si era iscritta regolarmente all’università senza patemi d’animo.
Ma se i tempi cambiano e i vizi restano. Ben presto aveva saputo che oggi sono i laureati ad essere sottoposti a prove invereconde. Situazioni sadomaso inenarrabili e umiliazioni di cui ti saresti vergognata tutta la vita. L’avrebbero messa nuda nella fontana del centro? Sperava di no… Una sua amica raccontava di essere stata messa su un tavolo da pranzo nuda, con un limone in bocca e una carota nel… culo. Avevano proprio usato quella parola. Faceva la parte del tacchino. Ma forse erano cose che raccontavano per terrorizzarla. Certo però sapeva che l’avrebbero fatto, qualsiasi cosa fosse passata loro per la testa l’avrebbero fatto.
Quindi decise di confidarsi con sua madre. Che era stata matricola ai tempi bui della goliadia.

«Sei grande e voglio raccontarti una grande verità che nessuno conosce.» – Le disse la madre con fare sornione, per tranquillizzarla.
Sonia non sapeva se faceva bene ad ascoltarla, ma tant’è. Era sua madre.
«Ai miei tempi alle matricole facevano di tutto, – proseguì. – Proprio di tutto.»
«Lo so mamma, vai avanti.»
«Beh, una delle ultime sere prima delle vacanze di Natale, venni presa in una retata di anziani e portata dal grande capo fuori corso.»
«Oddio…»
«Io e altre quattro ragazze siamo state portate da lui, – continuò sua madre, con una imprevedibile ostinazione. – Noi eravamo terrorizzate e qualsiasi cosa ci avessero ordinato di fare l’avremmo fatta meglio di quel che dovevamo.»
«Mamma…»
«Taci. Ci fecero spogliare, ovviamente. – Sonia la guardava esterrefatta. – Ci misero in testa le corna di pezza delle renne e ci fecero mettere a quattro zampe come animali. Due a destra e due a sinistra. Io venni messa in testa.»
Sonia aveva il cuore che batteva all’impazzata, ma continuò ad ascoltare.
«Poi venne il sidereo fuori corso, che portava il cappello da Babbo Natale, e andò a sedersi dietro di noi, come se fosse seduto su una slitta immaginaria e noi le sue cinque renne. Ci avevano anche dato il nome…
«A quel punto Babbo Natale diede un ordine e fece infilare nel sedere di tutte noi il manico di legno di una campanella snodata…»
A Sonia scappò un grido.
«Mamma, anche tu?»
«Ero una matricola e dovevo lasciar fare. Ma non ricordo che mi abbiano fatto male. D’altronde sapevamo che era meglio collaborare se ti mettevano qualcosa nel sedere…
«Poi, Babbo Natale cominciò a schioccare la frusta e noi dovevamo scondinzolare per suonare le campanelline…!»
«Non ti credo, – protestò Sonia. – Lo dici per spaventarmi. Sei proprio…»
«Noi obbedivamo – continuò, – cercando di dare il meglio di noi stesse. Ricordo ancora lo scampanellio e i colpi di frusta. Non erano dolorosi, forse era normalissimo spago legato a una bacchetta.
«Poi si fermò. Noi ci fermammo e lui ordinò a me di andare da lui. Io corsi a quattro zampe da lui, con la campanella inserita, e mi accorsi che era nudo. E che aveva un’erezione maestosa. Non che avessi molta esperienza di erezioni allora, sia ben chiaro…»
Sonia la ascoltava a bocca aperta.
«Capii al volo quello che voleva. Mi avvicinai e glielo baciai. Poi cominciai a succhiarglielo… Non lo avevo mai fatto, ma sono cose che ti vengono da sole.»
«Mamma… Gli hai fatto un pompino davanti a tutti?»
«E scodinzolando per far sentire il suono della campanella. Volevo essere una matricola modello… Beh, mi accorsi che ero io che lo stavo dominando. Nel pompino è la donna che tiene l’uomo, ricordalo. Sentivo i gridolini, saltava come la rana di Pascal, era mio. D’un tratto sentii che il pene pulsava, che aveva contrazioni, accelerai la pompa e finalmente mi venne in bocca copiosamente urlando come se lo scannassero.»
«Amen, – disse Sonia impallidita. – Fine della storia che doveva tranquillizzarmi…»
«Fine un corno, – riprese la mamma. – Il bello venne adesso.»
«Mamma, – riuscì a rispondere Sonia, tornata sulla difensiva. – Ti prego…»
«Da allora gli feci un pompino tutte le sere. E lui mi montò tutte le mattine!»
Sonia si lasciò cadere in poltrona, con il viso tra le mani. Di tutto quello che voleva sapere dalla mamma, le sue intimità erotiche erano l’ultima cosa. Adesso poi sarebbe andata alla festa di laurea come salendo sul patibolo.
«C’è un’ultima cosa che devi sapere, – aggiunse la mamma, con un sorriso di assurda complicità – Sai chi era l’anziano fuori corso?»
Sonia scattò in piedi a fermarla.
«Mamma, ti prego, risparmiamelo!»
«Quello che poi divenne mio marito... e tuo padre!»

Sonia andò alla festa di laurea con le idee chiare. Il racconto della mamma alla fine l’aveva svegliata dal suo timore reverenziale per le presunte oscenità e le pretese umiliazioni.
Era una donna ed era lei a dominare i maschi.
«Anche quando i maschi ti umiliano – pensò, – è perché lo vuoi tu.»
Dopo le solite stronzate, corone, spray, recite oscene, manate e altro, salutò tutti e se ne andò a subire il trattamento di tre colleghi che si sarebbero laureati di lì a poco. Tutti li lasciarono andare perché era un’alternativa accettata: era chiaro che sarebbe successo qualcosa di hot. La salutarono fischiando e cantando canzoni oscene.
Sonia venne portata nella stanza di uno dei tre.
Venne spogliata a sei mani. Si spogliarono anche gli amici. Si mise in ginocchio.
Le si avvicinarono per farle sentire il pene al viso. Lei, eccitatissima, si sentì pronta. E diede il via ai ragazzi, così come aveva concordato.
I tre si masturbarono e, solo quando lei fece cenno, le vennero insieme in faccia. Questo era il suo sogno, maturato dopo aver ascoltato la mamma.
Il primo getto di sperma fu corto e le cadde su un occhio, per poi colare magnificamente sul viso. Il secondo andò bene e le finì sui capelli, con un filo di liquido che le finì sul naso. Il terzo sulla fronte, a stella. Lo sperma le colava sulla faccia come aveva sempre desiderato dentro di sé e lasciò che i tre continuassero a venire solo per farle piacere.
Quando i getti cessarono, si spalmò il seme sulla faccia e i capelli. Quindi prese in bocca i tre peni sgonfi e li succhiò fino a farli rizzare nuovamente.
«Adesso potete scoparmi, – disse. – A lungo, molto lentamente. Sapete dove metterlo.»
Quando il mondo era scarsamente popolato, pensò, era giusto che l’uomo avesse tre donne. Ora che è sovrappopolato, è giusto che sia la donna ad avere tre maschi.
I quattro si incontrarono sempre, almeno una volta all’anno, anche dopo i rispettivi matrimoni, vivendo felici e contenti.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Quadrangolo a tre punte.:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni