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THE Triangolo Magico: il Numero Perfetto


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
20.11.2018    |    13.697    |    5 7.5
"Poi chiesi ad Amélie: “la vuoi scopare tu?”..."
THE triangolo
Nelle serate fra amici si parla di donne. Si parla di quella che vorresti scopare, di quella che ha un bel culo. Di quella che provoca mostrando le tette. Si parla di fantasie. Purtroppo la fantasia dell’uomo beta, quello che in apparenza è così “moderno” e “aperto” non va molto lontano. E si riduce sempre al banale, affliggente “vorrei farlo con due donne”. Ma WOW!! Che gran fantasia. Due donne, nessun uomo (par carità!). E poi la chicca finale: “mai con la mia fidanzata, scherzi? Con due tipe facili”. Di solito a questo punto cambio discorso. E’ come parlare del colore del mare in tempesta a un cieco. Fatica sprecata. Non ne vale la pena. Potrei andare avanti a lungo a controbattere. Fin da questa separazione assurda delle donne: le sante e le puttane. Io detesto questa partizione. Non ha alcun senso e mostra solo una profonda ignoranza della natura delle donne. L’uomo insicuro ha bisogno o di metterle su un piedistallo (e giustificare così il suo essere un adorante zerbino) oppure trascinarle idealmente nel fango per poterle scopare. In nessuno dei due casi ha capito nulla. E si dice che la donna è complicata, contraddittoria. Non è affatto così. E’ colpa di noi maschi che non abbiamo il coraggio di vederle per quello che sono. Perché è troppo difficile. Perché è troppo faticoso. Perché non ne abbiamo i coglioni. Quando le si guarda davvero si vede semplicemente persone, esseri umani.

In ogni donna alberga la santa e la puttana, la crocerossina e la calcolatrice. In lei coesistono il bene e il male. La generosità e l’egoismo. Se si ha il coraggio di guardarle con occhi sinceri le si vedrà semplicemente come sono senza paraocchi. Certo, sono diverse da noi maschi. Non potremo MAI comprendere fino in fondo il cuore ed il cervello di una donna (non più di quanto una donna potrà MAI capire fino in fondo un uomo), ma ci possiamo avvicinare a questo molto più di quanto pensiamo. Togliamole dal piedistallo, togliamole dal fango. Amiamole per quello che ci sanno dare. Senza idealizzarle. A questo punto la famosa dicotomia santa/puttana perde ogni significato. La donna è santa. E puttana. In base al periodo della sua vita, in base alle sue voglie, in base ai suoi bisogni. In base alle sue fantasie. Non si può ridurre la donna, come qualsiasi persona del resto, a una sola dimensione. Chi ha detto che non possa essere una madre amorevole, una professionista impeccabile, un’amica leale e CONTEMPORANEAMENTE una puttana? In cosa l’ultimo aspetto sminuisce gli altri? Dov'è la contraddizione?

La digressione, mi perdonerete, mi ha allontanato dal racconto. Tranquille/i, il sesso arriva! Era per dire che il famoso triangolo sognato da tutti gli uomini non si realizza quasi mai. Sospetto che, oltre tutto, se la fantasia diventasse reale pochi di questi uomini basici sarebbe in grado di realizzarla. Sarebbe in grado di gestirla. Forse in fondo in fondo non la vorrebbe neppure. Per la maggior parte di noi è meglio che le fantasie restino tali. Per la maggior parte. Non per me, non per i membri del branco. Non per tutti coloro che non cercano solo la soddisfazione narcisistica delle proprie pulsioni più basiche e che vogliono di più. All'atto pratico sono moltissime le coppie che cercano la “mitologica” singola. Quanti la trovano? E’ come un unicorno… forse esiste ma pochi lo trovano. Io trovai il triangolo, pochi giorni fa. Ma ci arrivai per la strada più logica. Ovvero seducendo e pervertendo due donne, separatamente. E organizzando tutto io una volta stabiliti i giusti rapporti con entrambe. Una era Amélie, la miglior compagna di giochi che un maschio possa desiderare. Ne ho già parlato abbondantemente e non dubito che ne parlerò ancora. L’altra era Messalina. Messalina non era il suo vero nome, naturalmente. Di formazione era una tinderiana, ma capii rapidamente, anzi intuii, che poteva essere una nuova lupa. La sua mancanza di esperienza era più che compensata dal suo coraggio e da quel pizzico di incoscienza. Si fidava di me ciecamente. Dopo anni in cui era stata solo mamma e professionista la sua femminilità si era risvegliata. Esattamente come era successo tempo prima ad Amélie (e chissà a quante donne vi si riconosceranno!). Aveva ripreso a curarsi, a fare sport. Aveva ritrovato il piacere di attirare sguardi maschili. A flirtare con loro. Si era concessa qualche avventura. Poi si era imbattuta nel Lupo. E il mio primo morso l’aveva segnata profondamente. Era pronta. Pronta a tutto.

Il mio messaggio per lei fu semplice. E brutale: “sei convocata lunedì per fare la troia per me. Ti va?”. La sua risposta non mi deluse: “Buongiorno, certo che mi va, è il messaggio che vorrei ricevere tutti i giorni. Buona giornata,…. tua MESSALINA”
Alea Iacta est.

Le istruzioni ad entrambe erano chiare. Dovevano ritrovarsi assieme sotto il mio portone. Si dovevano guardare negli occhi ma non erano autorizzate a parlare fra loro. In questa fase le parole sono foriere di equivoci. Tutto doveva passare dallo sguardo. Sarebbe salite in ascensore e sempre senza parlare avrebbero dovuto iniziare a baciarsi. Quando le porte si aprirono, le vidi allacciate fra loro con passione. Il ghiaccio era già rotto. Nessun imbarazzo, nessun preludio. Non davo a Messalina ciò che voleva. Le davo ciò di cui aveva bisogno. In casa avevo già disposto due sedie di fronte al divano su cui mi accomodati. Erano entrambe molto sexy. Brindammo e le fissai. Lasciai crescere il silenzio. Mi beavo di saperle in mio potere. Avrebbero fatto qualsiasi cosa avessi loro chiesto. E lo avrebbero fatto perché era ciò che LORO STESSE volevano. Inebriante. Chiesi loro di baciarsi ancora, e mi avvicinai per unire la mia bocca alla loro. Nonostante il loro lato bisex (che per Messalina era una prima assoluta!) entrambe preferivano il maschio e sentii guizzare le loro lingue. Per certi versi il mio ruolo era delicato. Nessuna doveva sentirsi esclusa. Non dovevo far sentire alcuna di loro “terza”. Perché “terzo” ero io. Mi lasciavo guidare dall'istinto. Quell'istinto che mi dice sempre qual è la cosa giusta da dire e da fare. Ero in piedi e mi chinavo per baciarle a turno. Afferravo brutalmente i loro capelli per non far dimenticare loro chi comandava. Nessuna se ne lamentò. Dopo che si furono spogliate a vicenda apparvero con i tacchi, le autoreggenti, i perizomi… tutte le cose di classe che piacciono a me.

Ordinai “in camera” e si avviarono. Iniziai a frustare Amélie dopo averla messa a pecora. Sapevo di poterci andare forte; e lo feci. Messalina parve quasi spaventata. Ma quando le proposi di frustarla lei non si tirò indietro. I suoi colpi erano più leggeri, quasi esitanti. Avevo voluto rassicurarla, così quando toccò a lei disporsi, obbedì e si prese la frusta sia da me e da Amélie. Quest'ultima aveva una luce strana negli occhi. Iniziava a prenderci gusto!
Fu poi il momento di godermi le loro bocche; in ginocchio davanti a me si disputarono avide come cagne il cazzo e le palle in una danza di lingue infinita. A turno dovettero spingere la testa dell’altra con forza su di me. Si soffocarono a vicenda. Quanto erano eccitanti!

Successivamente iniziarono a leccarsi. Prima Amélie fra le cosce aperte di Messaline, che per la prima volta gustava l’ormai esperta lingua della mia complice. Ne approfittai per violare senza delicatezza il suo culo. Gemette di dolore… ma solo per un istante. E si impegnò al massimo per far godere Messalina mentre la sfondavo. Poi su il turno del 69 fra donne; misi le cosce ai lati della testa di Amelie, e vidi distintamente come la leccava golosamente la figa di Messalina. A sua volta Messalina dimostrò di avere delle dita d’oro, perché Amélie mugolava e godeva come una cagna. Fu lei a inserire il mio cazzo fra le grandi labbra dell’altra e lo vide sparire fino in fondo. Messalina era completamente fradicia e la potei pompare con forza.

Poi chiesi ad Amélie: “la vuoi scopare tu?”. Non si fece pregare; indossò lo strapon. Vidi che lo strusciava lentamente sulla figa dell’amica, per poi entrare dentro. Fu bellissimo vedere quei due corpi sinuosi che danzavano la primordiale danza del piacere. Stetti a lungo a guardare. Poi non resistetti e inculai ancora Amélie. Erano ora i miei colpi a dettare il ritmo della scopata. Spingevo entrambe contemporaneamente. Infine volli realizzare un’altra cosa folle che non avevo mai fatto. Misi Messalina sopra di me e lei fece rapidamente scivolare il suo cazzo dentro di sé. La attirai verso il mio petto e allargai le sue chiappe. Amélie non aveva bisogno di parole. Per quello era perfetta. Inserì lo strapon nel culo dell’altra. E realizzammo una meravigliosa doppia penetrazione. Io potevo vedere il viso sconvolto dal piacere e dalla perversione di entrambe. Eravamo un corpo solo. Per un istante, un’anima sola. Armonia perfetta. Connessione assoluta priva di gelosia. Avrei voluto fermare il tempo in quell'istante.

Ma non era ancora finita. Volli inculare anche Messalina. La misi a schiena in giù e Amélie le alzo bene le gambe per darmi accesso al suo ano ancora dilatato e lubrificato. Entrare fu semplicissimo. Non pago, consegnai il magic wand ad Amélie. Mentre il mio cazzo apriva sempre di più il suo buco proibito, fu lo strumento manovrato con rara sapienza dall'altra a portarla infine a uno squassante orgasmo. Quando fu il mio turno di venire (avrei potuto continuare all'infinito, tanto era il controllo che esercitavo su me stesso; ma sapevo che la vita reale aveva le sue contingenze e le rispettavo) le innaffiai copiosamente. La mia mano scorreva sempre più rapida mentre erano sdraiate fianco a fianco e protendevano avide le lingue sulle mie palle…. il pensiero di tutto ciò che stava succedendo mi sconvolse la mente. Era THE triangolo, il mito che ogni uomo sogna. Io non lo stavo sognando. Lo stavo realizzando. Due bellissime donne erano sotto di me avide del mio sperma, come nel più spinto video XXX. Fu questa consapevolezza più di ogni altra cosa a farmi esplodere. Le bocche erano spalancate, accoglievano ogni schizzo, ogni colata come un nettare delizioso. E le loro lingue si disputarono fino all'ultima goccia. La luce rossa era la muta testimone della nostra serata.

Perversione? Si, certo ce n’era stata molta. Ma ancora una volta non era stata fine a sè stessa. Eravamo di nuovo riusciti ad accedere a quello che io chiamo il "livello superiore". Quello riservato, perdonate l’arroganza, a pochi. A pochissimi. A pochissime. Una nuova Lupa aveva fatto le sue prove. E sarebbe stata accolta nel branco.
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