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L'esordio di Monica


di monicaegiorgio
27.04.2023    |    26.060    |    60 9.7
"Erano tre stanze da letto molto grandi, comunicanti e molto luminose..."
Dopo la presentazione della nostra famiglia iniziamo con i racconti. Mi piacerebbe raccontarvi come io, Monica, ho conosciuto il sesso.
In fondo il sesso ha sempre fatto parte in qualche modo dei miei ricordi perché sono nata in una famiglia metà tedesca, metà italiana, in cui si è sempre praticato nudismo e naturismo, sia all’aperto che in casa.
Sono cresciuta quindi con uno diverso senso del pudore rispetto a quello comune. Per me era naturale tornare a casa e muovermi tra i corpi nudi dei miei familiari o tra quelli delle famiglie con le quali nei we andavamo a mare d’estate o ci si vedeva a casa d’inverno.
La cosa più divertente che ho come ricordo risale alla volta in cui tutto questo lo scrissi in un compito in classe. Quelli in cui la maestra chiede come hai passato il fine settimana: io scrissi candidamente che abbiamo organizzato un grande picnic casalingo visto che si era trattato di un we piovoso e ancora freddo.
E poi ho aggiunto che eravamo tutti nudi: noi e i nostri amici e i genitori dei nostri amici. Perché è una usanza che abbiamo sempre avuto in casa.
Apriti cielo. La maestra è andata dalla preside che ha convocato i miei genitori. Questi sono arrivati a scuola pensando che fosse successo chissà cosa. Quando hanno visto lo scandalo sui volti della preside e della mia maestra, sono scoppiati in una grassa risata.
Hanno spiegato che era sempre stato il loro modo di vivere, che non c’era niente di male e che non avevano certamente intenzione di cambiare le loro abitudini per la visione retrograda e bigotta che ci circondava.
Insomma non fu un incontro tranquillo anche se pacato. Io assistevo tenuta per mano dalla mia mamma e io stessa cercavo di capire tra le ragioni degli uni e degli altri. Non ebbi dubbi comunque a condividere in pieno la visione, perché in fondo di questo si trattava, della mia famiglia.
Certamente da quel momento la voce si diffuse tra i professori, tra le famiglie e tra le compagne e i compagni. Non fu proprio semplice conviverci ma, soprattutto crescendo, fu molto divertente. Ma di questo magari ne parleremo in un altro racconto.
Comunque era il nostro modo di vivere. Per me era normale vedere nudi per casa i miei genitori e anche i miei fratelli più grandi, Peter di 16 anni e Chiara di 14. Io, facendo due calcoli, ne avevo tra gli otto e i nove e frequentavo la terza elementare.
Non c’è mai stato sesso tra noi e i nostri genitori, per esser chiari, ma il sesso non era un tabù in casa. Se ne parlava, si discuteva. Il tema era più semplice da affrontare, forse anche in via prematura, considerate le abitudini della nostra famiglia.
Soprattutto i nostri genitori avevano impostato la regola della “libertà” di far sesso. Non che si mettessero a farlo accanto a noi ma non si nascondevano, non chiudevano le porte in casa così come poteva capitare sulla spiaggia per qualche effusione.
Così non era un tabù vederli all’opera in camera da letto e non era proibito per noi guardare. Non era un tabù per noi figli, avuti i primi stimoli, masturbarci liberamente in casa.
In altro racconto vi dirò anche di Peter e di Chiara, che essendo più grandi di me, avevano iniziato prima ad avere le loro esperienze e durante la mia crescita avevano già i primi fidanzati che potevano tranquillamente incontrare in casa.
Fu insieme a loro comunque che nacque la mia sessualità e la mia bisessualità. Insieme a mia sorella Chiara inizialmente. Fu a lei che pendevo istigamento. Chiara era ed è bellissima, molto più di me, anche oggi che siamo grandi.
Oggi, nel 2023, anno in cui scrivo questo racconto, io ho 47 anni e lei ne ha 52. Ma mentre io mi sono tenuta sempre un po’ cicciotta, come lo sono anche oggi, lei ha sempre avuto un fisico scolpito, come quello della mamma. Bionda e longilinea, seno abbondante ma capace di sfidare la forza di gravità. Culo da sballo. Insomma, una figa in piena regola.
Era lei la più desiderata di tutti, sia a scuola che a mare, sia tra i “tessili” che tra i nudisti. Chiara lo sapeva e non faceva niente per nasconderlo. Non se la tirava, era solo consapevole della sua bellezza, che non lesinava di concedere.
Io e lei avevamo una stanzetta unica che comunicava, con una porta, da una parte con quella di nostro fratello Peter e dall’altra con quella dei nostri genitori. Erano tre stanze da letto molto grandi, comunicanti e molto luminose. Tutte e tre davano su un grande terrazzo, insieme a uno dei bagni di casa, quello più grande, in uso soprattutto ai nostri genitori.
Chiara a 14 anni aveva già avuto i suoi primi rapporti, sia con amiche che con amici. Per lei, mi raccontava, era assolutamente identico stare con una donna o con un uomo, leccare una figa o un cazzo.
Erano cose che avevo visto fare centinaia e centinaia di volte: dai nostri genitori, dai loro amici, da mio fratello, da mia sorella e dalle loro amiche e amici. Non era per me un tabù. Ma non avevo mai avuto la curiosità di farlo se non di guardare, di toccare qualche volta, di odorare soprattutto. Mi piaceva quell’odore forte, inebriante.
La prima volta che chiesi a mia sorella di provare fu intorno ai dieci anni. Paradossalmente mi incuriosì, forse per la tanta confidenza, prima mia sorella che mio fratello, che lo stesso girava con l’arnese libero per casa e non si nascondeva mentre si masturbava o mentre faceva le sue cose con le sue amiche. Lui non era bisex. Anche se in seguito è diventato bicurioso. Così si definiva e si definisce ancora oggi.
Un pomeriggio mentre io facevo i compiti in salone mia sorella era in stanza con una sua amica. Anche loro avrebbero dovuto fare i compiti. E li stavano facendo molto bene quando entrai nella stanza a chiedere aiuto per un qualcosa che proprio non mi entrava in testa.
Fu così che vidi Beatrice, la compagna di chiara, che le stava leccando la figa. Non era la prima volta che lo vedevo, come avete capito. Quegli episodi erano decisamente comuni nella nostra quotidianità. Per questo forse fino a quel momento erano passati indifferenti.
Quel pomeriggio però qualcosa scattò nella mia mente e anch’io entrai nel club dei più, quelli che facevano e non solo guardavano. Non so spiegare cosa, ma sentì una fitta tra le gambe. I capezzoli, i miei piccoli capezzoli, si erano inturgiditi. Insomma era arrivato il mio momento.
Mi sedetti a guardare, come era successo altre volte, ma questa volta allungai una mano per toccare il seno di chiara. Anche per loro fu una novità assoluta. Io fino a quel momento avevo guardato appunto ma non mi ero mai dimostrata interessata.
Quella volta fu decisamente diverso. Iniziai a toccare prima e poi a leccare i capezzoli di Chiara prima e di Beatrice poi. Chiara fu più pronta e mi avvicinò alle sue labbra, inizio a baciarmi mentre toccava il mio seno che iniziava ormai a essere quello di una signorina abbondante, un po’ burrosa ma con le forme giuste.
Poi Beatrice mi accompagno tra le gambe di Chiara e mi fece sostituire a lei. Ora c’era la mia lingua a leccare per la prima volta la fighetta gonfia e bagnata della mia sorellina. Mi piaceva farlo. Avevo visto loro tante volte quindi la teoria non mi mancava. Ora si trattava di metterla in pratica e non fu per niente difficile.
Ovviamente le due monelle non ci misero molto a fare quello che probabilmente desideravano da tempo ma che non facevano per aspettarmi, per attendere la mia volontà, il mio desiderio, che mi sentissi pronta insomma.
La volontà, la volontarietà è stato infatti da sempre lo spirito con cui nella mia famiglia di origine prima e in quella che ho formato con Giorgio si è potuta sviluppare la libertà sessuale. Nel rispetto dei tempi, della volontà, delle decisioni di ogni componente la famiglia.
Le due monelle insomma si concentrarono su di me, sulla mia fighetta pelosetta, sui miei capezzoli duri, sulle labbra. Ci fu in incrocio a tre che mi fece provare il primo orgasmo della mia vita, tra le lingue vogliose di Chiara e Beatrice, che continuano ancora a provocarmi irrefrenabili orgasmi, dopo quasi quarant’anni di distanza.
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