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Prime Esperienze

Io, gli uomini e le donne... capitolo 1


di Bicurioso23
27.12.2016    |    7.201    |    5 8.2
"Se chiudo gli occhi e ci ripenso, sento ancora il calore e il sapore della sua cappella..."
Ciao a tutti e tutte, ho trentaquattro anni e mi chiamo Davide, nome di fantasia, come tutti quelli che appariranno in questa storia, che però è vera al 100%.
Vivo in provincia di Milano, sono fidanzato con Simona da otto anni, e abbiamo iniziato a convivere due fa.
Andiamo d'amore e d'accordo su tutto, e sotto le coperte, fa tutto quello che ogni uomo sulla faccia di questa terra desidererebbe da una donna.
Per iniziare la mia storia con il sesso però, dobbiamo tornare indietro di quasi ventiquattro anni, ne ho dieci, e sto per terminare la quarta elementare.
É una calda mattina di fine maggio, e Mattia, un anno più di me, durante la ricreazione, mi propone per il giorno seguente, di pranzare insieme facendo un picnic, ed io accetto.
L'indomani, al suono della campanella, ci dirigiamo nel giardino della palazzina in cui abito, una decina d'appartamenti, con i garage nel piano interrato.
Ci sediamo all'ombra dei tigli, e dai nostri zainetti, tiriam fuori i panini che le nostre mamme ci hanno preparato, e la mia, che é a casa per pranzo, ci allunga una bottiglia di Coca-Cola bella fresca.
Cominciamo ad addentare il nostro pranzo, e lui inizia a raccontarmi di aver visto sua sorella Beatrice, di tre anni più grande, fare "cose" con il suo ragazzo.
Lì la mia curiosità si era fatta grande, fare "cose", chissà che cos'erano quelle "cose"!
Mi racconta, che due giorni prima, era in camera sua a studiare, quando decide di andare in cucina a fare merenda.
Mentre si avvicina alle scale, sente sua sorella dire al suo ragazzo, di fare piano e di non strapparle le mutande come l'ultima volta.
Mattia sentendo queste parole, incuriosito, si avvicina quatto quatto alla scala, si corica, e inizia a sbirciare con la testa giù dal primo scalino, tra un paiolo in rame e una lampada a olio, che la sua mamma aveva sapientemente messo per abbellire gli spazi vuoti della ringhiera.
Beatrice portava una sottana che le arrivava sotto il ginocchio, ma lui le aveva già infilato un braccio sotto, e con movimenti delicati, le stava sfilando le mutande, lei invece, aveva una mano nei suoi pantaloncini, e con movimenti costanti e lenti, lo stava masturbando, tutto mentre si scambiavano baci infuocati, dove le lingue si contorcevano l'una con l'altra - nel frattempo io avevo un'erezione, non la prima, e vedevo che anche i jeans di Mattia si erano gonfiati proprio li - Beatrice abbassó i pantaloncini e i boxer del ragazzo e poi scivolò giù dal divano, e si mise in ginocchio davanti a lui, che aveva le gambe aperte e prese in bocca il suo membro, compiendo i movimenti che prima faceva con la mano, ora con la testa.
Dopo qualche minuto, lui cominciò ad ansimare sempre più forte, e quando esclamò "Vengo!", lei alzò la testa, direzionò il pisello verso l'addome di lui, che eiaculò e nel mentre lei continuava a masturbarlo, ma adesso più lentamente - io ero rimasto a bocca aperta, ed eccitatissimo, e lui non era da meno, lo vedevo dalla patta stragonfia dei suoi jeans.
Mentre finivamo il nostro pranzo, lui proseguiva il racconto, adesso il ragazzo di Beatrice, le aveva alzato completamente la sottana e le aveva infilato uno o due dita nella vagina e con movimenti prima lenti e poi veloci, le aveva fatto accelerare il respiro, sino a farle emettere un gridolino. Era venuta anche lei.
Mattia, dopo aver assistito a tutto questo, era tornato in camera, la fame era passata, ma in compenso gli era venuto un altro tipo di fame, quella di sesso!
Il sole si era spostato, e noi pure, eravamo scesi in garage, c'era più fresco, e avevamo iniziato a giocare a carte, quando Mattia mi chiede se voglio provare a baciarlo, come avevano fatto Beatrice e il suo ragazzo, spiegandomi che lei le aveva fatto già vedere, anzi provare, qualche mese prima come si faceva.
Io dico ok, proviamo.
Siamo in piedi, in mezzo al vano auto, mia madre è tornata al lavoro, quindi l'auto non c'è più.
Lui è più alto di me, trenta centimetri, siamo uno in fronte all'altro, mi prende le braccia, appena sopra il gomito, e mi tira verso di se, inclino la testa all'indietro, e in meno di un secondo mi trovo la sua lingua in bocca.
Forse eravamo troppo impacciati, o forse lui troppa foga, dopo quindici secondi si stacca, così posso respirare.
Lui mi dice - "Devi muovere la lingua anche tu!", ed io - "Ok! Non riuscivo, me la schiacciavi".
Riproviamo, ma stavolta mi mette una mano dietro la testa, e con l'altra mi tocca una natica, la destra.
Le nostre bocche sono una contro l'altra semi aperte, e quando si aprono, le due lingue iniziano ad intrecciarsi.
Adesso è più lento e meno impetuoso.
Sento il suo pene gonfio nei jeans contro la mia pancia, pure il mio è un pezzo di marmo, quando sposta la sua mano da dietro, a davanti, e nello stesso tempo mi abbassa pantaloncini e mutande, che finiscono sul pavimento.
Inizia ad accarezzarlo lentamente, lo avvolge nella sua mano calda, lo stringe, ricordo di aver pensato esplodesse e inizia a far su e giù.
Non capisco più niente, sposto le mie mani da dietro la sua schiena alla sua pancia, trovo il bottone dei jeans, lo slaccio, abbasso la cerniera e con due dita gli sfilo le mutande, il suo cazzo mi sbatte sulla pancia.
Lo prendo in mano.
Era bollente, pulsava, duro come un diamante, e mentre io iniziavo il su e giù, lui sposta la mano di nuovo dietro, e una volta nel mezzo, con il dito medio, percorre la strada fra le natiche sino all'ano.
E piano piano, sentivo il suo dito, che mi sembrava enorme, penetrarmi.
Dopo circa cinque minuti, o forse più, ci siamo staccati. Mi faceva male la mandibola, e a essere sinceri, il bacio non mi era piaciuto, ma esser posseduto si.
Fu l'unica volta che ci baciammo.
Adesso eravamo a un metro di distanza, e quando lo vidi, dritto, puntare verso di me, mi resi conto di quanto fosse grande ed esclamai - "Che bel cazzo grosso che hai!", e lui - "E tu hai un bel culo!".
Dopo un pò, Mattia si avvicina, s'inginocchia davanti a me e inizia a succhiarmelo.
Il calore umido della sua bocca era molto piacevole, restavo in piedi a fatica, mi girava la testa, lui emetteva quei rumori che si fanno succhiando un calippo.
A un tratto le sue mani divaricano le mie gambe, e con una salendo dall'interno coscia, arriva ad accarezzarmi il sedere e come prima, facendosi strada con il medio tra le natiche, arriva all'ano e mi penetra.
Più che un dito, sembrava una biro a dieci colori.
Dopo un paio di minuti, si alza e mi dice - "Tocca a te adesso.", così m’inginocchio, e avendolo davanti alla faccia sembra ancora più enorme.
Lo afferro, e lo metto in bocca.
Se chiudo gli occhi e ci ripenso, sento ancora il calore e il sapore della sua cappella.
Mi teneva la testa con una mano e con l'altra sollevava la sua maglietta, mentre con il bacino faceva un lieve movimento avanti e indietro simultaneamente al mio con la testa.
Poi mi tira su, mi fa girare e mi chiede di chinarmi in avanti.
Sento che con entrambe le mani mi apre meglio che può le natiche e mi sputa sull'ano, dopodiché mi passa un dito, stavolta credo l'indice, intorno al buco, per spalmare la saliva e poi lo infila.
Dentro fuori per una trentina di secondi, piacevole sensazione, poi mi chiede di farlo a lui, ma non gli piace e non glielo farò mai più.
Ci spostiamo nella cantina, che era collegata al garage, mi fa coricare su un mobiletto, gingilla un po’ con il mio pisellino, ed ha un'idea - "Adesso io esco, tu fai Biancaneve che dorme, poi entro e per svegliarti te lo ciuccio, poi facciamo il contrario, ok?", ed io - "Ok!".
Lo facciamo cinque o sei volte a testa, lui dalla seconda volta aveva aggiunto il dito nell'ano, che bello.
Eravamo ancora troppo giovani per eiaculare, ma fu lo stesso stupendo, fu proprio un bel picnic.
Così erano arrivate le sedici, e come ogni pomeriggio, tra mezz’ora ritrovo sul campo per partitina a calcio.
Ci siamo salutati e lui mi chiede di non dire niente a nessuno e così feci, almeno per un pò, ma ci arriveremo.
Questa è stata la mia prima esperienza col sesso, e la ricordo in ogni suo particolare, anche se un anno prima, Stefania, io nove e lei otto, nella sua piscina, continuava a tirarmi il pistolino, e li ho avuto le mie prime erezioni, comunque niente di più.
Nei due anni successivi, Mattia ed io, non ci frequentammo molto, ma ogni tanto m'infilavo qualcosa nell'ano, biro o pennarelli, pensando che fosse un suo dito.
Una mattina sul pulmino che ci portava alle medie, mi scappò di dire che avevo trovato una VHS porno in casa, di mio papà, così ci organizzammo per il pomeriggio successivo, dovevano vederla.
Oltre a Mattia, vennero Andrea e Stefano. Consegnai Scottex per tutti, ma alla fine la usò solo lui.
Noi tre non eravamo ancora “pronti”.
Non successe niente quel pomeriggio, ma qualche giorno dopo, a scuola finita, mentre stavo giocando con l'Amiga 1200 suonò il campanello.
Era lui.
Gli dico di salire, e nel mentre gli apro.
Dopo esserci chiesti per la scuola, lui avrebbe avuto gli esami, mi dice che molto probabilmente non sarà ammesso e mi chiede di metter su il porno.
Io esaudisco, nei miei sogni erotici, mi piaceva pensare di essere la sua schiava.
Lui siede in mezzo al divano, ed io invece sulla poltrona, ma non per molto, perché mi chiede di sedere vicino a lui.
Vedo poco la televisione, sono più interessato al suo pacco e noto con piacere che si gonfia.
Lo tira fuori, sento il profumo del suo pene e mi tornano in mente quei momenti di due anni prima.
Anch'io ho un'erezione, ma non per il film.
Mi chiede se voglio masturbarlo. Secondo voi me lo sono fatto dire due volte?
È proprio come me lo ricordo, forse più grosso, gli chiedo se vuole che glielo prenda in bocca, acconsente.
Lo stesso buon sapore, sono in estasi e non mi sta toccando.
Lo succhio per un po’, 5 o 10 minuti, non ricordo quanto tempo passò, e visto che ero gattoni sul divano, mi passa una mano dalla testa al sedere e m'infila un dito nell'ano.
Poi mi fa spostare, continua da solo, dopo qualche colpo, emette dei gemiti, la sua pancia si muove sinuosa grazie agli spasmi, e quando ferma la mano, dal buchino sulla cappella escono una serie di fiotti bianchi, che vanno a posarsi sul suo addome.
Per la prima volta la vedo, dal vivo s'intende, prima solo nei film e sui giornale ti porno, lui mi chiede se voglio toccarla, ovviamente dico di si.
È calda e viscida, attacca le dita e ha uno strano odore, non invitante, quasi di pesce.
Voglio annusarla meglio, così mi avvicino e lui mi spinge la testa verso il suo addome e mi sporco il naso.
Non m'incazzo, ma che puzza.
Mi pulisco il naso e gli passo la Scottex.
Mi chiede se anch'io eiaculo, ma gli dico di no, purtroppo.
Passiamo il resto del pomeriggio davanti alla console.
Qualche giorno dopo si presenta ancora, ed io sono già eccitato, anche perché stavo già guardando il porno e gingillando con il mio pisellino, rimango nudo, tanto non si scandalizza.
Infatti non mi dice niente, anzi sembra che gli piaccia la sorpresa, così ci mettiamo sul divano, e riavvio il porno, si cala pantaloni e mutande.
Stavolta attacca lui, poi io.
Mi chiede se voglio che provi a penetrarmi, non mi ricordo se mi sono messo a gattoni ancor prima di dire si.
Lo punta sul buco, ma non entra e fa male.
Allora sputa sull'ano, ma quando il glande inizia a entrare, il dolore è lancinante e lo prego di fermarsi.
Ci arrendiamo, così inizio a masturbarlo, e gli chiedo se vuole venirmi in bocca, come nei film porno, ma dice di no.
Per quell'estate fu l'ultima volta.
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