beh... ci sono anche altre chiavi di lettura! Noi, ad esempio, osserviamo molto e cerchiamo di capire... perchè per noi (non significa per tutti!) la condivisione dell'intimità non è un gesto "leggero", ha moltissime implicazioni più o meno evidenti. Quindi attacchiamo bottone e vediamo come evolve il dialogo, perché all'inizio sembra sempre di essere totalmente affini, ma poi... si riguarda il profilo, si riguardano le foto (non tanto i corpi, quanto gli sfondi...), si ragiona a mente fredda... e magari ci si dice "va bene... ma vediamo se c'è qualcuno della nostra età (ad esempio), oppure vediamo se alcuni aspetti morfologici ci accendono o si spengono (i gusti sono gusti!)... eccetera eccetera. Nel fare questo, capita che ci si perda... almeno se dietro c'è una vita... perché ci sono momenti in cui si può stare a scrivere e altri in cui non c'è neppure il tempo di trombare in famiglia 😄. In sintesi: fa parte del gioco della ricerca dei funghi guardare più cespugli possibili... poi se i funghi sono buoni, si mettono nel cestello. Personalmente non credo esistano coppie che scrivono e dopo tre righe imboccano la porta della camera (altrui)... e se esistono... non le invidio! (opinioni).

Quotato da Karenina_Vronskij,

Ultimi aggiornamenti. Metti un last e ti contattano in 1000. "Che belli! Che meravigliosi! Mandi fotina? Come giochi? Ti farei A+B+C...fino a Z. Poi silenzio. Spariti, o al massimo "lei non è ispirata" oppure "Ma non era per doman [...]

...perchè i corpi si attraggono facilmente, ma le persone sono entità complesse. Più che di "lotta di classe" si dovrebbe parlare di "lotta interiore". Mettere insieme identità personale, identità sociale, percezione di sé, pulsioni sessuali primarie, erotismo, variazioni ormonali e tutti gli agenti emotivi esterni (compagno/a, figli, parenti, colleghi di lavoro, clienti... e via a scendere, fino al casellante dell'autostrada) che possono determinare un disturbo emotivo alle intenzioni originarie... arrivare a incontrare qualcuno di sconosciuto è già un'avventura degna di Verne. Infatti a me pare che se la passi bene solo chi butta a mare il 99% dei fattori e con un cinismo che a volte invidio vede solo il proprio corpo e qualche parte funzionale del corpo di un altro/a. Per questo ritengo che un incontro di gioco sia in qualche modo il compimento di un'opera d'arte... e che proprio per questo non possa essere seriale, ma straordinario. E come tale deve (dovrebbe) essere goduto.

[/quote]Salvo poi commentare piccati, dietro le quinte "Ma, dico io, è modo di presentarsi con quell'abito lungo, siamo mica al ballo delle debuttanti. Lo avessi saputo avrei indossato il completino che mi ha regalato Mamá, mi sta così bene".[/quote] ...
La riflessione si allarga e si restringe...ed è un bene... ma vale la pena rammentare che le bombe cluster sono (sarebbero) vietate perché, in rapporto alla quota di apertura del cluster, arrivano a saturare una fascia di 200 metri. Fuor di metafora: se si dissemina il territorio di trappole, è molto difficile che qualcuno si avvicini. In guerra questo è un vantaggio formidabile...ma se si cercano relazioni anche estemporanee o finalizzate al piacere, appare controproducente. Ovvero, più si precisano "a prescindere" i limiti (autentici!) di queste esperienze e meno si corre il rischio che si realizzino. Tanto, inutile dirlo, tutti abbiamo un sogno, una proiezione erotica che sappiamo benissimo essere irrealizzabile nella sua perfezione: saremo sempre costretti a mediare la distanza tra il desiderio puro e la realtà imperfetta. Possiamo avvicinarci moltissimo, sfiorare, percepire... ma il nostro sogno resterà un sogno appeso alla nostra vita e tutte le cose che hanno concorso a formarla. Senza scivolare in scontati meccanismi freudiani, io so benissimo perché adoro i seni di una certa forma, con un preciso tipo di capezzolo e di areola... ma sono pronto a tuffarmi tra tutti i seni del mondo, cercando quelli (che non ci potranno più essere). Ah, che meraviglia di complessità è l'essere umano! Per concludere: più ci si ostina definire con precisione ciò che si vuole, più si perdono occasioni di scoperta e di relazioni inattese. Il "veganesimo erotico" non esalta le sfumature della cucina 🙂

Discussione interessante, davvero. Più per i contenuti sociologici che per quelli erotici... ma l'erotismo risiede nel cervello anche quando pretende corpi interi, quindi... siamo sempre a casa! Tutti hanno un po' di ragione... ma il mancato collegamento diretto tra alta formazione scolastica e livelli di reddito, che un tempo era automatico e scontato, adesso è davvero reale. Perché? Forse perché viviamo in una società schizofrenica che da una parte si appella ad altissimi valori universali e dall'altra si preoccupa di rendere universali solo i consumi. Per risolvere lo jato, garantisce e rende accessibile a tutti la possibilità di sognare che una laurea possa funzionare come ascensore sociale. Poi sforna decine di migliaia di laureati in "conservazione dei beni culturali" (ad esempio) che saranno destinati a fare le guide turistiche malpagate e precarie per sempre. O qualche centinaia di migliaia di avvocati che, per avere sopravvivenza, devono contare su un sistema legislativo iperbizantino. O di commercialisti e fiscalisti che, sempre per poter sopravvivere, dovranno contare su un sistema fiscale indecifrabile al singolo cittadino. eccetera... . Per fortuna esistono le tette sulle quali estinguere felicemente le tristezze della società!!! (o i pettorali, valgono uguale)

Questione molto provocante e, permettete la battuta, "un po' di classe" (a conferma della tendenza all'orizzontalità delle relazioni, bene illustrata da voi poc'anzi). Credo che la definizione di "feeling", al di là del suo uso generalizzato, trovi radici e spiegazioni nell'immaginario erotico di ogni individuo... ovvero nell'oceano o poco meno. A volte sono particolari fisici... (ad esempio un certo tipo di occhio)... a volte particolari comportamentali (un certo tipo di occhiata)... a volte particolari esterni, accessori (un certo modo di sistemarsi gli occhiali sul volto)... eccetera. A noi non è mai capitato di fare ragionamenti sul censo. Sulla sensazione di verità delle persone... questo si. Se ne percepiamo autenticità (cioè se non recitano una parte) le eventuali differenze di formazione, di passioni, di visioni costituiscono una spazio di scoperta stimolante e utile a conservare una buona relazione. Ah, già... c'è anche chi scopa e basta... noi se possiamo anche, ma ci piace "incontrare" le persone anche nei contati fisici divertenti.

La certezza infine è che non è una location a regalarti nuova linfa per vivere il mondo libertino..ma semplicemente la COMPLICITÀ della coppia stessa ..[/quote]
Neppure, gli intervenuti, hanno voluto alzare un inno ai club privè, ma solo evidenziare alcuni/molti aspetti che tali ambienti offrono di migliorativo rispetto (ad esempio) a una festa privata dove non si conoscono gli altri partecipanti.
[/quote]. Concordo e, se può servire, posto un aneddoto. Ci facciamo invitare, tramite questo sito, ad una festa di fine anno...per vedere se il contesto era nelle nostre corde. Incontriamo prima solo la coppia che ci fa da ponte e ci introduce alla festa, già organizzata. La prima impressione (il tempo di un caffè e quattro chiacchiere) non è negativa, appaiono sicuri e ben disposti a coinvolgere. Arriviamo trepidanti e curiosi, pronti ad ogni scenario che implichi coinvolgimento (entro i limiti che ci siamo dati tra noi). Una ventina di persone, età abbastanza allineata, abbigliamento allineato al nostro ovvero né rigoroso, né troppo da sexy shop... la giusta prudente malizia. Si mangia, si parla, si mangia. Ci guardiamo e cerchiamo di cogliere eventuali segnali: nulla, se non un andirivieni verso una stanzetta vicina. Ci affacciamo e c'è una signora su un tavolino, circondata da 4 uomini che protendono il membro per farselo succhiuare a turno. Tutti gli altri/altre seduti a tavola o sul divano a discutere amabilmente di attualità e di storia dell'arte fino a mezzanotte, poi tutti a casa. Dalla stanzetta, che resta dedicata a quell'unico servizio individuale, un paio di volte esce un uomo in mutante per prendersi da bere. Fine del party. Siamo usciti tra lo sbigottito e l'ilare per l'assurdità della situazione, imparando che quel contesto non assomiglia neppure lontanamente alle nostre idee di "festa particolarmente allegra". Divertimento? Zero. Trasgressione? Boh. Tristezza? Abbastanza. 😄

Ecco. Non si riesce a discutere di qualcosa che arrivano i maestri di vita e i dileggiatori. Magari non c'è neppure l'intenzione razionale di buttarla sul "siamo solo noi"... ma è, ahinoi, un modus operandi proprio della rete: con la possibilità di mostrarsi al mondo scatta la necessità di definire degli assoluti che definiscano un'identità distintiva. Torniamo a dire che la selezione è faticosa nel grande mare delle aspettative, dei desideri e dei bisogni di autoaffermazione che si concentrano in questi siti che, piaccia o non piaccia, sono siti commerciali. Però se non ci fossero... avventurarsi nel variegato mondo delle relazioni non codificate sarebbe leggermente più complicato, in relazione al tipo di vita che ciascuna coppia conduce. Ma ci vuole testa. Le soluzioni alternative (locali, club, etc) ci sono, ma non sono una ricetta che va bene per tutti: al massimo una coppia può dire "a noi è andato bene cosi"... ciò che va oltre è, appunto, oltre.

Premessa: non andiamo a locali. Un po' per abitudine personale e di coppia, un po' perché ci pare (forse errando) che impongano delle ritualità (dress code, atteggiamenti, consumi) che non appartengono al nostro stile di vita. Questo sito come altri è un'attività imprenditoriale, non un servizio pubblico. Ovvero, qualcuno lo tiene attivo perché ci guadagna. In passato, come Karenina_Vronskij, abbiamo lamentato l'assenza di regole effettive nei carichi pubblicitari perché sottraggono autenticità alle presenze in rete e limitano il "terreno di caccia" di situazioni vere. Mettendoci liberamente fuori dai circuiti strutturati di locali e presunte "spa", non avremmo molte possibilità di incontrare coppie compatibili con il nostro sentire, se non ci fosse questo sito (o altri, ma noi ci siamo accasati qui). Lo abbiamo usato per quello che è, ovvero un facilitatore di incontri. Qui abbiamo conosciuto diverse coppie con le quali non si è andati oltre il dialogo utile a focalizzare le intenzioni di ciascuno; qui abbiamo costruiti i presupposti per un paio di esperienze positive per la nostra vita di coppia. E' stata una strada lunga e paziente che ha portato a delle relazioni piacevoli, inedite e significative tra persone, non a oniriche cavalcate senza fine di genitali altrui. La potenziale noia lamentata in esordio forse misura lo iato tra i desideri e la realtà, o forse è solo una bella provocazione per animare il dibattito e "stanare" qualche stimolo anche intellettuale... in ogni caso, la rete virtuale piglia ma non impiglia!

Quotato da couplemagic_2016,

Nel post di mister wika, tante le verità, pur essendo una coppia giovane asseriamo una mente eccelsa e profonda sicuramente una coppia che si distingue dalla massa giovanile, già il fatto di aver inquadrato un tema alla perfezione certosina, alla par [...]

Sempre più interessante l'osservazione del portale, al netto delle promozioni.

Uno degli aspetti interessanti di questi luoghi virtuali è che sono aree di contaminazione, spazi in cui la fantasia e la realtà si miscelano e diventa complicato (ma non impossibile) discriminare ciò che è immaginato da ciò che è reale. I profili in particolare: vi si legge non tanto ciò che è, ma ciò che si vorrebbe fosse. Questo rende laborioso cercare delle affinità reali, che possano portare ad un incontro gratificante tra persone. Più semplicemente: questo è un campo di raccolta di desideri ma spesso anche uno sfogatoio del proprio immaginario... e sempre meno agevolmente uno spazio di opportunità. Vedere, mostrare, descrivere non sono azioni funzionali al risultato concreto, ma proiezioni di ciò che si vorrebbe per sé. nella confusione della vita virtuale, però, ogni tanto qualcosa di buono succede...

Condivido in toto e partecipo di avere pubblicato un last ironico, nelle scorse settimane, proprio orientato ad evidenziare le distorsioni bene illustrate qui sopra. E' evidente che chi eroga servizi di contatto tra soggetti interessati alle variegate espressioni della sessualità umana, è cointeressato: in fondo il portale A69 e i clubs fanno più o meno lo stesso lavoro su canali diversi. Forse è bene che questo cointeresse sia dichiarato dalla redazione, così tutti si mettono il cuore in pace e decidono se sopportare o meno la densità pubblicitaria proposta. In un contesto ampiamente autodichiarato "free mind" andrebbero abolite le regole finte che decretano il divieto di pubblicizzare luoghi ed eventi. Scrivo "finte" perché se non vengono in alcun modo applicate e rispettate, è evidente che tali sono e che servono solo a proteggere il retrotreno della redazione dalla potenziale accusa di incentivare o sostenere servizi sessuali a pagamento... con relativo rischio penale. Quindi: o le regole ci sono e la redazione interviene a stroncare le pubblicità mascherate fatte da coppie probabilmente mascherate, oppure si aprano le gabbie e ciascuno faccia ciò che vuole in gioioso clima "anarco-free mind". 🙂 🙂 🙂

Paradossalmente. qualcuno prima o poi dovrà provare a fare un gruppo di gruppi! 🙂 E' evidente che la presenza di ognuno in questo portale è governata dalla ricerca del piacere individuale/dicoppia... e che quindi la "socialità" è solo strumentale, cioè serve a raggiungere l'obiettivo individuale... ma ogni quattro interventi c'è qualcuno che propone di fare un gruppo "sicuro" e nessuno si ricorda più quanto proposto solo pochi post prima. Noi ci siamo affacciati ad un gruppo Skype qualche giorno fa, con una ventina di coppie già presenti. Non ricordo bene chi sia stato l'ideatore e il lanciatore, lo invito a riproporre la partecipazione ogni due/tre giorni così evitiamo doppioni. Che nascono tutti dal bisogno di sentirsi rassicurati e di incontrare coppie "serie" che ogni tanto giocano per giocare... senza che diventi una necessità o un obbligo rituale.

Tutti i frutti vanno gustati al momento giusto: si trovano, ormai, in ogni stagione dell'anno... ma questo risponde al consumismo, all'urgenza di soddisfare subito ogni desiderio. Le albicocche a Natale non sono più una novità, ma provate a mangiarle: il sapore è vago, la polpa è asciutta, la buccia croccante, il profumo latita. Mangiate invece un'albicocca che è stata al sole, con la pianta addossata ad un muro, a metà luglio. Quando la cogliete è tiepida, il profumo è invitante, la polpa dolce e tenera, da non stringere troppo perché il nettare ne schizzerebbe fuori costringendovi ad essere lesti con le labbra per non perderlo. Volete mettere? Fuori di metafora: il piacere ha dei tempi, deve essere degustato, assaporato, non divorato nell'ansia di perdere qualcosa. La maturità non é sinonimo di vecchiaia: lo è quando sceglie di esserlo e di solito avviene quando si è sazi e si sono colti tutti i frutti che erano destinati a noi, quando non ci sono stagioni da attendere. Poi è giusto che i bimbi giochino con i bimbi al parchetto, immaginando che possa essere per sempre.

... e aggiungo, scusandomi perché avrei dovuto porlo in premessa, che se uno che si affaccia al mondo percepisce vuoto anziché ricchezza... la colpa è di chi lo ha preceduto e non ha saputo mostrarla, la bellezza (le bellezze) del vivere! Ovvero... della generazione a cui apparteniamo. (Ci sono precisi studi sociologici su questo).

Quotato da Delightful,

Quotato da proprietatransitiva,

Parlando delle differenze d'età e di approccio in modo un po' serio e al di fuori dei tecnicismi sulle "prestazioni" che rispondono a parametri soggettivi, non essendoci una convenzione di misura... crediamo che molti appr [...]

ciao 🙂 e se fosse il contrario? Mi diverto, esploro, faccio cazzate, comincio a conoscermi finché son giovane, libero da obblighi sociali inculcati a forza e solo POI, quando sono maturo e ho esplorato a sufficienza, cerco e trovo il compagno e la relazione giusti per me?

Si, certo! anche questo è un percorso ragionevole! Ho specificato che il mio pensiero è relativo alla mia generazione, che ritrovo in grande percentuale in quest'area telematica. Ho volutamente trascurato "l'età di mezzo" (30/50, approx) perché dò per scontata una buona esperienza di vita, adeguata alla richiesta di altro rispetto alla monogamia tradizionale. Mi sono soffermato sulle "tenerissime età" proprio perché appaiono essere affannosamente in cerca di qualcosa in più, oltre la linea della semplice scoperta della diversità e dei piaceri/fastidi relazionali connessi ad essa. Come dire... un po' la logica dello sballo che porta a ubriacarsi non per sovraccarico esistenziale, ma per vuoto esistenziale. Complessa, la cosa.

Parlando delle differenze d'età e di approccio in modo un po' serio e al di fuori dei tecnicismi sulle "prestazioni" che rispondono a parametri soggettivi, non essendoci una convenzione di misura... crediamo che molti approcci tardivi al gioco erotico dipendano dai modelli educativi che distinguono ogni generazione. Per la nostra, ad esempio, la responsabilità nella fertilità era una sollecitazione molto forte e strutturata (vedasi matrimonio, divorzio, eccetera). Ovvio che la cessazione della fertilità abbia reso più facilmente "liberi" di sperimentare altre forme di relazione erotica (perché sempre di relazione si tratta, anche se fugace... e quindi sempre molto incidente sulla psiche delle persone coinvolte). Piuttosto... ci lascia un po' sbigottiti vedere ragazzini di 20 anni cercare emozioni che, per non essere dirompenti, dovrebbero essere l'esito di un percorso, piuttosto che un esordio. Tradotto: il vino si beve per scoperta, per compagnia, per stordimento... e solo dopo che si è imparato a bere per ogni possibile motivo si impara a degustare, ad assaporare, a riconoscere le tracce di tutte le esperienze olfattive e palatali precedenti. Qui forse sta la differenza: nel saper diversamente riconoscere l'essenza esistenziale della bellezza del sesso grazie alla maturità, non nella bulimia di sensazioni "oltre" l'ordinario. Opinioni, ovviamente!

Esperienza di inquietudine, più che di fastidio. In vacanza in altra regione, attiviamo tramite il sito qualche contatto così, per provare se effettivamente il canale funziona. Non siamo né bisognosi né sconsiderati, ma ci attrae il brivido di una nuova relazione non casuale, ovvero determinata da uno scenario immaginario ma condiviso. Ovviamente non ci impegniamo in nulla, anzi di comune accordo spieghiamo che siamo "esploratori" e che siamo interessati ad un incontro iniziale, non a una forzosa ed ineludibile prestazione ludica. Una coppia sembra recepire il messaggio e con molta prudenza cerchiamo di farci un'idea dei nuovi interlocutori, leggendo e rileggendo il profilo per comprendere eventuali "non detti". Le foto sono più o meno le solite: noi non gradiamo la macelleria e ci colpiscono i tentativi di fascino, pur buttando l'occhio sulle caratteristiche fisiche preminenti. Ci sembra che si possa proseguire, appaiono simili a noi per anagrafe e condizione fisica, le risposte che riceviamo sono cortesi anche se non qualificate sul piano espressivo. Concordiamo un incontro in spiaggia verso il tramonto, presso una particolarità geologica inequivocabile. Mia moglie ed io arriviamo cinque minuti prima dell'orario fissato e ci poniamo appena in disparte, in modo da poter eventualmente capire qualcosa di più della coppia da incontrare: se camminano insieme, se discutono, se si tengono per mano, eccetera... tutte quelle forme di metacomunicazione che possono forse raccontare qualcosa. Il gioco è anche stimolante perché al tramonto sono molte le coppie che passeggiano in zona e i nostri sensi sono tesi nella ricerca di segnali. Capiamo chi sono perché all'improvviso il cellulare lampeggia per un messaggio e c'è solo una persona con l'apparecchio in mano per qualche istante. L'uomo è tarchiato, villoso, molto più anziano che nelle foto... cammina bevendo una birra direttamente dalla bottiglia e ne tiene un'altra con la sinistra. Uhm. Cammina diversi metri davanti alla compagna che lo segue dimessa. Uhm. Lei è in secondo piano, il bacino avvolto in un pareo e sul torace un top con le coppe completamente vuote... e vistose cicatrici che sfuggono ai triangolini di stoffa scura. Aveva evidentemente subìto una mastectomia. Restiamo malissimo non tanto per la sorpresa, quando per la posizione in cui si siamo trovati... una situazione psicologicamente assai delicata nella quale, involontariamente, ci trovavamo ad essere elemento di giudizio e di potenziale umiliazione. Davvero scomodo, davvero triste, davvero imbarazzante andarcene di soppiatto, come abbiamo fatto. Chissà... le dinamiche umane sono spesso contorte ma sempre delicatissime e quando si esce di casa con il pensiero di godersi un po' la vita (con altri) non si mette in conto l'eventualità che il condividere possa avere anche altri risvolti, magari di speranza. Forse nel mantenere un profilo superato dalla realtà quella coppia cercava di sopravvivere alle crudezze della vita... o forse c'era solo del cinismo maschile. Sta di fatto che dopo quella esperienza siamo diventati ancora più prudenti, se mai fosse possibile esserlo... perché incontrare altri senza successo può generare sensi di colpa. Immotivati, forse, ma coerenti con il nostro modo di vedere la vita e le relazioni, anche quelle fugaci.

Perdonate...ma questo gruppo di contatto è stato attivato davvero? Funziona? Se si, come ci si accede? L'ipotesi di un incontro "straordinario" tra coppie omologhe, magari raggruppate per aree geografiche...non sarebbe una pessima idea! Una specie di happening: si stabilisce una data, una località e un orario di incontro (ad esempio... 20 gennaio, Verona, casa di Giulietta, intorno alle 10,30) e una forma di riconoscimento (ad esempio... qualcosa di giallo sugli abiti) e poi ci si svela e si va a mangiare qualcosa, scambiando qualche chiacchiera sul tema. Stante la fascia anagrafica, non ci dovrebbero essere equivoci: un single non c'azzecca, due ragazzetti con la giacca gialla non c'azzeccano, etc. etc. . Il bello dell'età è che lascia segni riconoscibili...perchè nasconderli?