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Lui & Lei

Che scopate in quella sauna (parte 2)


di divisanera
10.04.2015    |    5.956    |    2 9.5
"Lei si mise seduta sul bordo del divano, lui in piedi davanti a lei, il cazzo di Giorgio era davanti la faccia di Monica, lei allargò le gambe e con una..."
“Ci sono le docce aperte, proprio dove c’è la vasca idromassaggio”.
Le parole del suo amico Andrea riecheggiavano nella mente di Giorgio come una guida virtuale, gli aveva talmente bene spiegato e descritto tutto che anche se era la prima volta che ci andava, si muoveva con disinvoltura, sembrava conoscere ogni piccolo angolo e anfratto di quel posto.
Arrivò alle docce, ce n’era una libera; l’acqua era calda, prese del sapone dal dispenser che era attaccato al muro.
“Caspita, qua sono proprio organizzati, mi piace proprio questo posto”.
Mentre pensava questo realizzò che al suo lato destro c’era una donna che si stava lavando. La cosa in se non aveva nulla di strano, del resto quando andava nello stabilimento balneare d’estate, capitava spesso di farsi la doccia vicino a delle donne, ma in quel caso tutti erano sempre in costume. Li invece erano tutti nudi. Lui la guardò solo un attimo.
Doveva avere sui quarant’anni, era mora, capelli lunghi, non grassa ma formosa nei punti giusti, un bel seno e un bel culo sporgente.
Lei contraccambiò lo sguardo, un accenno di sorriso e iniziò ad insaponarsi. Si accarezzava e massaggiava ovunque, passava le mani sul seno, scendeva sui fianchi, poi una gamba, poi l’altra, poi tornava su, infilava la mano fra le chiappe forse indugiando un po’ troppo e poi passava alla figa, la massaggiava, l’insaponava e sciacquava e cosi per qualche minuto.
Giorgio neanche si era accorto che il suo cazzo si era inturgidito di nuovo. Stava di fianco a lei con il cazzo duro che la guardava lavarsi, anche lui era insaponato e la sua mano ormai indugiava abbastanza sul cazzo, tanto che la cappella gli si era arrossata, sembrava una luce rossa in mezzo a quel sapone che la ricopriva parzialmente.
Lei abbassò un po’ lo sguardo, notando l’erezione di Giorgio, sorrise.
“Ah… però”.
Disse la donna, e aggiunse.
“E’ l’acqua calda che ti stimola o vedi qualcosa che ti piace particolarmente?”
“Beh, direi di più la seconda”.
Rispose Giorgio.
Lei si girò, porgendogli la vista del suo culo che continuò a massaggiarsi, lo allargava piano, ci faceva colare l’acqua della doccia per togliersi il sapone. Giorgio allungò una mano, quasi spinto da una forza sconosciuta e la appoggiò sul suo culo. La donna non si girò, lasciò che lui la toccasse. La mano di Giorgio si fece più ardita e scivolò fra le sue chiappe, arrivò con il dito al buco e lo massaggiò, entrando delicatamente e uscendo.
“Cazzo sto sditalinando il culo di questa qui davanti ad altre persone… Guarda quello come ci guarda… E quell’altro? Ha già il cazzo duro e mi guarda! Che posto fantastico!”
La mente di Giorgio faceva mille discorsi, si faceva domande e si rispondeva da solo, la sua eccitazione era proprio mentale, era il posto che lo faceva impazzire.
La donna si rigirò di nuovo, allungò la mano e prese il suo cazzo, lo afferrò forte e iniziò a masturbarlo, lui invece passò al lato A e continuò la masturbazione verso la donna infilandole due dita nella figa.
Erano li in piedi, sotto l’acqua che scorreva, uno di fronte all’altra e si masturbavano reciprocamente, intorno a loro altre persone che guardavano e altre che invece si facevano la doccia e poi si allontanavano.
“Dai, vieni con me che qui altrimenti affoghiamo”. Disse la donna.
Giorgio non se lo fece ripetere e presi gli asciugamani, seguì la donna.
“Aspetta un secondo bello che prendo la chiave”.
“La chiave?” Pensò Giorgio. “Quale chiave?”
Lei arrivò al bancone interno della reception e parlottò col ragazzo che era li e poi lui le porse una chiave.
“Dai vieni, mi sono fatta dare la chiave della stanza grande, quella matrimoniale, sai… non la danno a tutti, è riservata alle coppie, almeno cosi stiamo belli comodi.”
Sembrava tutto un sogno.
Entrarono nella stanza. C’era praticamente un divano enorme, sembrava quasi un letto a due piazze, era nello stile del camerino di prima ma decisamente molto più grande e poi notò che ad una parete c’erano degli spioncini e dei buchi in vero stile “Gloryhole”. Quante volte si era masturbato vedendo video di donne che succhiavano cazzi sconosciuti usciti da buchi sui muri.
Lei si tolse l’asciugamano e lo tolse anche a lui.
“Mamma mia tesoro ma stai proprio duro, ma da quanto è che non ti fai una bella scopata?”
“Veramente me la sono fatta un quarto d’ora fa.” Rispose Giorgio.
“Ammazza! E stai ancora cosi duro? Ma sei un fenomeno! Adesso Monica ti fa divertire”.
Così conobbe anche il suo nome.
Lei si mise seduta sul bordo del divano, lui in piedi davanti a lei, il cazzo di Giorgio era davanti la faccia di Monica, lei allargò le gambe e con una mano iniziò a sditalinarsi la figa mentre con l’altra afferrò forte quell’uccello durissimo, tirò fuori la lingua e con quella iniziò a massaggiare la cappella. Faceva roteare quella lingua come fosse persa in un vortice, a momenti si soffermava sull’apertura del glande e ad altri affondava la bocca come se quel cazzo fosse l’ultimo pasto di un condannato a morte.
Giorgio era in estasi, aveva ricevuto moltissimi pompini fino a quel momento, ma quello, in quella stanza, sembrava come fosse il primo, si sentiva un verginello in balia della donna esperta.
“E’ proprio buono questo cazzo… è gustoso e durissimo.”
E poi giù di nuovo, tutto in gola. Giorgio avrebbe voluto prenderle la testa e spingerla verso il suo ventre, ma non riusciva a fare nulla, era immobile a godersi quel pompino. D’improvviso lo sguardo gli andò verso la parete con i buchi e notò distintamente dei movimenti grazie alla luce che filtrava dal di dietro.
“Ci deve essere qualcuno che guarda”. Disse Giorgio.
“Ah si? E allora guardate sto bel buco di culo.”
Esclamò Monica rizzandosi in piedi di scatto e mettendosi a novanta gradi allargandosi le natiche verso la parete.
Giorgio rise, lei anche. Era quasi divertente trovarsi li in quella situazione.
“Non avete altri cazzi da darmi invece di stare li a guardare?” Urlò Monica.
Aspettò qualche istante e poi si rivolse a Giorgio.
“Allora mi prendo il tuo bell’uccellone intanto.”
Fece sedere Giorgio sull’angolo del divano, lui allargò le gambe, aveva un’erezione mostruosa, il cazzo era tutto ricoperto della saliva di Monica, la cappella svettava imponente. Lei si girò e sempre a gambe aperte si sedette di colpo su di lui e iniziò a cavalcarlo.
Monica prese a saltare letteralmente.
“Oddio che bello, mamma mia che cazzo duro. Siii, siii.”
Cavalcava e godeva, si appoggiava alle ginocchia di Giorgio e si buttava a peso morto impalandosi di forza, schiacciando le palle di Giorgio ad ogni colpo.
Dalla parete cominciarono a spuntare i primi cazzi, prima uno, poi due, poi tre. Tutti duri.
Monica li vide immediatamente, interruppe la sua cavalcata e si alzò andando verso la parete, si mise in ginocchio davanti al cazzo al centro e iniziò il pompino come lei sapeva fare: lingua e labbra. Con le mani riuscì ad afferrare gli altri due ai lati e li segava. Giorgio la guardava. Poi si alzò e la raggiunse.
“E al mio cazzo non ci pensi più?” Le disse.
“Come no tesoro, per te c’è la parte migliore.” Gli rispose.
Si alzò, si piegò, stacco le mani dai cazzi, si afferrò le chiappe e le allargò. Era completamente bagnata, Giorgio poteva vedere il suo succo che le scivolava lungo le gambe.
“Tesoro dai, scopami ancora, il tuo cazzo mi piace da morire.”
La afferrò per i fianchi e glielo infilò di colpo, dandole una spinta cosi forte che quasi la fece strozzare col cazzo che nel frattempo aveva ripreso a succhiare.
Lei riusciva solo a mugolare, aveva la bocca piena, si appoggiava al muro, lui intanto la scopava.
“Ti piace maiala? Ti piace il cazzo? Sei tutta fradicia, senti il cazzo come ti scivola dentro.”
Dava colpi sempre più decisi e sempre più forti, aumentando e diminuendo il ritmo.
Quando Giorgio iniziò anche a darle dei sonori schiaffi su quel bel culo, lei si girò e gli mostrò la faccia completamente ricoperta di sborra. L’uomo al di la del muro era venuto.
Lo guardò leccandosi le labbra.
“Dai, ficcamelo in culo, sto troppo arrapata.”
Giorgio lo sfilò dalla figa e, puntatolo sul buco, penetrò. Non era di certo “comodo” come la figa, anzi, avvertì quella leggera resistenza tipica dell’ano, e godette di più a spingerlo dentro.
“Sii, dai, scopami il culo, cosi, dai…”
Era infoiata, le piaceva da morire il cazzo di Giorgio e lui ci sapeva fare. Nel frattempo un altro uomo aveva infilato il membro nel buco che lei aveva immediatamente preso in bocca e iniziato a succhiare. La monta continuò ancora, ormai in quel buco ci andava comodo, le si era completamente allargato e ogni volta che lui sfilava il cazzo, lo sfintere rimaneva aperto per qualche secondo, mostrando il passaggio del cazzo.
Monica riuscì a far venire con la bocca anche l’altro uomo, ormai aveva la faccia completamente imbrattata, era sudata e continuava a godere.
“Cazzo sto per venire”. Disse Giorgio.
“Non mi venire nel culo, voglio bere tutta la tua sborra”.
Lui si staccò, lei lo fece mettere di nuovo seduto sul divano e lo fece sdraiare con la schiena, prontamente Monica si inginocchiò e lo prese in bocca, teneva il cazzo saldamente alla base mentre con la bocca lo ingoiava tutto.
“Dai, dai, eccola, vengooo”.
Fu quasi un grido, fino a che spruzzò. Monica non si staccò neanche un secondo ricevendo tutto il seme e ingoiandolo, rimanendo poi ancora attaccata alla cappella.
“Mamma mia che sborrata, mmhh, che buona, ne hai fatta proprio tanta. Ma davvero avevi sborrato già prima?”
“Si, poco prima di venire alle docce.”
Rispose Giorgio sorridendo.
“Beh, allora complimenti, mi hai fatto godere tantissimo.”
Monica si sdraiò un attimo sul divano mentre si toccava la figa completamente bagnata.
“Ma lo sai che sono venuta due volte? Dio che scopata.” E aggiunse. “Ora ci vuole una super doccia.”
Si alzarono dal divano, uscirono. Lei diede la chiave a Giorgio, pregandolo di riconsegnarla.
“Grazie tesoro, sei stato davvero super, fossero tutti come te qui dentro… vado, ci vediamo dopo.”
Giorgio riconsegnò la chiave e rimase un attimo a pensare che se l’avesse incontrata fuori da quel posto magari non si sarebbero nemmeno guardati, ma li e in quell’occasione avevano fatto davvero scintille.
A quel punto non rimaneva che tornare alle docce e rilassarsi un po’. La visita in quel luogo cosi unico non era ancora finita.
(fine seconda parte)
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