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La mia prima volta, in un cinema a luci rosse


di LesterBurnham
11.03.2024    |    11.181    |    16 9.8
"Sentii la sua cappella che pulsava e presto il sapore amaro dello sperma riempirmi la bocca..."
Era agosto di un po’ di anni fa, la città era praticamente vuota. I miei genitori erano andati al mare e avevano lasciato me e mia sorella maggiore a casa (ero ancora un ragazzo che stava in famiglia).
Una sera dopocena che la noia e il caldo erano particolarmente opprimenti dissi a mia sorella che sarei andato ai giardinetti con i miei amici.
Ma non era vero. Tutti i giorni passavo con l’autobus davanti a un cinema a luci rosse (all’epoca ce n’erano ancora tanti), e i manifesti dei film con tette e culi e i titoli allusivi mi prosciugavano la bocca dall’eccitazione. Così, quella sera ci andai.
Mi tremavano le gambe perché avevo 18 anni appena compiuti ed era la prima volta, ma la signora alla cassa non mi guardò neanche in faccia e mi staccò il biglietto.
Passate le due spesse tende, mi colpì subito il forte odore di muffa e di chiuso e di tessuto impregnato di fumo (allora si poteva ancora fumare nei locali pubblici).
In sala si intravedevano pochissime persone sedute, e altre che erano appoggiate alla parete in fondo.
Andai a sedermi in terzultima o quartultima fila, volevo stare tranquillo e godermi il film
Dopo poco, manco a dirlo, con mio disappunto un tipo venne a sedersi vicino a me. Con la coda dell’occhio vidi che era di mezz’età, pelato. Portava una polo e dei bermuda (io ero in pantaloncini e maglietta).
Sulle prime ero intenzionato a non dargli spago, però sullo schermo stava andando una scena di orgia: uomini e donne ammucchiati su un letto e per terra che si baciavano, si leccavano, o ci davano dentro. Gli uomini quasi tutti pelosi e barbuti e con membri smisurati, le donne con una foresta tra le gambe che sembravano avessero le mutande!
Mi sorse un’eccitazione violenta, e quando lui iniziò ad appoggiare la sua gamba pelosa alla mia, rimasi immobile. Incoraggiato, appoggiò la mano sul mio ginocchio e, quando la scena del film cambiava, la spostava risalendo a poco a poco la mia coscia.
Io avevo il cuore in gola pensando a quello che poteva succedere. Tra noi ragazzi quando qualcuno trovava un fumetto o una rivista porno, ci riunivamo e nello sfogliarla ci segavamo insieme. A volte, quando l’eccitazione era al massimo, un po’ per scherzo e un po’ facendo sul serio ci segavamo a vicenda, ma senza mai andare fino in fondo a far godere l’altro. E comunque sapevamo che nei cinema c’erano i “vecchi maiali” che insidiavano i ragazzini, per cui c’era un alone di strano e conturbante che permeava quel luogo.
Sullo schermo l’orgia volgeva al termine e cominciò la sequenza delle sborrate, sulla faccia, sulla pancia o sulla schiena delle attrici. Il tizio mi appoggiò la mano sull’uccello, ormai barzotto, e cominciò a massaggiarlo da sopra i pantaloncini. Un brivido intenso mi percorse la schiena, e cominciai a sciogliermi tutto. Lui però si interruppe, e si calò bermuda e mutande da cui saltò fuori il suo cazzo duro. Pensavo che volesse essere segato, e l’avrei anche fatto volentieri, ma lui mi mise una mano dietro il collo e mi tirò giù verso il suo cazzo.
“Prendilo in bocca” mormorò con voce roca. Fui troppo sorpreso e non mi opposi, il suo odore forte mi colpì le narici ma ero anche curioso di farlo, e comunque ormai ero troppo eccitato. Per cui aprii la bocca e avvolsi con le labbra il suo uccello. “Succhia, dai” soffiò, e cominciai a lavorare piano, come avevo visto fare alle donne sullo schermo.
Lui sospirò forte e si allungò sul sedile. Morivo dalla vergogna pensando che altri sicuramente ci stavano osservando, e anche per quello tenere giù la testa sul suo inguine era un modo per nascondersi, comunque non sentii avvicinarsi nessuno. Presi confidenza e continuai, ogni tanto facendo anche scorrere la lingua lungo l’asta.
“Ti piace eh, bravo succhiacazzi” disse lui, che intanto alla mano dietro la nuca aveva aggiunto una mano sulla mia fronte, guidando il mio movimento su e giù della testa.
“Forza, dai, bocchinaro, che ti sborro in bocca” mormorò ancora con voce rotta, poi si irrigidì tutto. Capii quello che stava per succedere e istintivamente feci per ritrarmi, ma lui mi strinse forte bloccandomi la testa con le mani e lo impedì, tenendomi il cazzo saldamente in bocca. Sentii la sua cappella che pulsava e presto il sapore amaro dello sperma riempirmi la bocca. Tenni le labbra chiuse, pensando che se avessi lasciato uscire il frutto del mio lavoro oltre alla mia saliva avrei fatto un casino e forse lui si sarebbe arrabbiato.
Quando le pulsazioni cessarono lui allentò la presa e mi rialzai. Avevo la bocca piena e non sapevo cosa fare, sputare in terra mi sembrava decisamente maleducato. Il film intanto continuava, ora c’era una ragazza mora seduta al contrario su una sedia, con le braccia appoggiate allo schienale e il culo che sporgeva dalla seduta, e a turno uomini con grandi cazzi che la inculavano. Si vedevano bene le espressioni di lei quando il cazzo le entrava, poi durante lo stantuffamento e infine all’uscita quando il maschio si dava il cambio a sfondarle il culo.
Mi immedesimai in lei, avrei voluto essere lei, quindi presi coraggio e ingoiai tutto. La sborra mi bruciava giù per la gola, ma il tutto era comunque estremamente eccitante. Il mio vicino di sedia vide tutto e evidentemente ne fu molto contento, perché ancora mi prese per il collo e mi baciò sulla bocca, umida di sperma e saliva.
Io non ne potevo più, il cazzo durissimo mi tirava nelle mutande e dovevo sfogarmi. Presi ulteriore coraggio e gli dissi “Ho voglia”, pensando che mi avrebbe segato.
Invece lui annuì, si alzò e mi fece cenno di seguirlo.
(segue)
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