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La raccolta delle olive


di ciollavispa
20.11.2019    |    17.784    |    10 9.2
"La storia che vi racconterò adesso è ciò che mi è successa circa una settimana fa..."
Ritorno a scrivere dopo parecchi mesi. Mesi nei quali ho voluto un po ritagliarmi del tempo per me, non sono andato più alla ricerca di trasgressione, anche una semplice sega fatta con una bella sputata sulla cappella, mi faceva pisciare sborra a litri e litri. Nonostante abbia trascorso la mia estate con lunghi pomeriggi in spiagge nudiste, ho sempre preferito masturbarmi anche in compagnia, ma niente pompini scopate o pissing. Mi eccitavo molto di più a guardare quelle cappelle che sbrilluccicavano di umori, che avere le stesse in bocca, quei prepuzi che si aprivano e chiudevano e quelle palle che salivano e scendevano mi appagavano molto di più. Alcuni giorni riuscivo a sborrare anche 5 volte sempre in compagnia di 2 o 3 amichette di pugnette. Preferivo come al solito i vecchietti che con i loro cazzi dal pelo bianco mi facevano uscir fuori belle fontanelle di sperma.
In questo periodo però devo dire che la voglia di riassaporare il gusto di nerchia prepotentemente si è fatta nuovamente sentire ma non ho voluto mai forzare e cercare un incontro a tutti i costi. Mi divertivo spesso a sbirciare nei cessi degli autogrill cazzi mollacchiosi intenti a svuotare le vesciche, era bello fare le statistiche di quanti, abbassata la zip ne facevano uscire solo la cappella, o tutto il proprio randello compreso di palle, ogni volta era uno spettacolo sempre più appassionante.
La storia che vi racconterò adesso è ciò che mi è successa circa una settimana fa.
Il giovedì è il giorno della settimana che aspetto con più ansia, il meritato giorno di riposo. Decido allora di fare qualcosa di diverso rispetto al solito cazzeggiar in giro o in casa, decido di andare in quel piccolo fazzoletto di terra che i miei possiedono a circa 15 km da casa mia. I miei ormai anziani non ci vanno più quindi hanno affidato manutenzione al proprietario dell'appezzamento di terreno accanto. Indosso una tuta, naturalmente senza mutande, e salgo sulla macchina.
Circa 20 minuti e sono lì, devo dire che è molto curato come terreno, i soldi che i miei mensilmente danno a quell'uomo sono ben spesi. Con mio stupore vedo anche che i 4 alberi di olive presenti sono carichi di frutti e quindi decido di raccoglierne un po da portare a mia mamma. In macchina ho sempre le borse per la spesa quindi ho anche la possibilità di raccogliere un bel po. Arrivo alla macchina e vedo Salvatore, il Signore che si occupa del terreno.
"Franco e tu che ci fai qui, non sei a lavoro?"
"Ciao Salvatore, no oggi sono libero e ho pensato di fare una scappata qui."
"Bravo, hai visto che bell'annata di olive? Ero venuto a raccoglierle perché tuo papà mi ha detto di farlo e di dividere poi l'olio ottenuto, solo che doveva venire a darmi una mano il ragazzo indiano che lavora con me, ma oggi sta male e quindi sono venuto da solo."
"Non preoccuparti, ti aiuto io."
Mi offro volontario ad aiutarlo, anche perché questi sono lavori che a me piacciono tanto, poi Salvatore è un bell'uomo di 68 anni sul metro e ottanta un po panciuto e soprattutto peloso, molto peloso. Indossa anche lui una tuta che evidenzia un bel culetto e anche un bel pacco, ma soprattutto all'altezza della natica destra, il pantalone ha un buco e a quello che riesco a notare, anche lui è senza mutande sotto. Iniziamo a collocare sotto gli alberi dei teli che dopo la ramazzata ci aiuteranno a raccogliere le olive cadute. Iniziamo così il nostro lavoro.
Con dei bastoni lunghi percuotiamo le cime basse e ad ogni colpo cadono giù una bella quantità di frutti.
"Franco meno male che ci sei tu così posso anche salire sull'albero, vado in macchina a prendere la scaletta."
"Tranquillo vado io a prenderla"
La sua macchina era parcheggiata accanto la mia, una vecchia panda con un portapacchi sul quale era legata la scala. In un attimo sono di nuovo sotto l'albero ma lui era poco distante dove non c'erano alberi e messo di fianco stava pisciando. Riesco a vedere la punta del suo cazzo e noto una cappella enorme e viola.
Ritorna verso di me con un sorriso dicendomi:
"Quando natura chiama"
"Hai ragione e adesso chiama pure me."
Mi allontano qualche metro e non proprio di spalle mi abbasso i pantaloni in modo da fargli vedere che sono senza mutande, mostrando parte di culo e del cazzo, lo scappello un po e inizio a pisciare. Lui sta sistemando la scala ma vedo che per un attimo si gira e mi lancia un occhiata proprio in basso.
Mi ricompongo e torno da lui.
"Se mi tieni la scala salgo così finiamo questo e passiamo al prossimo."
Inizia a salire e una volta arrivato in cima allarga la gamba per salire sul tronco. Io da sotto riesco a vedere bene tutto e soprattutto che quello sulla natica non era il solo buco. Nascosto in mezzo alle gambe si trovava uno più grande dal quale campaneggiavano due belle palle pelose. Ogni volta che si muoveva e allargava le gambe era uno spettacolo bellissimo. Andiamo avanti a chiacchierare del più e del meno fin quando arriviamo al terzo albero.
"Cazzo no"
Sento queste parole da Salvatore e mi preoccupo.
"Salvo che succede tutto apposto?"
"Franco mi si sono strappati i pantaloni"
"Va bene dai scendi che vediamo se in macchina ho qualcosa, ho sempre un ricambio io"
"Ok"
Appena sceso mi accorgo della gravità dello strappo, ha tutto il culo di fuori.
"Minchia salvo sei completamente nudo di dietro."
"Si e quando metto la tuta non metto mai nemmeno le mutande."
"Tranquillo pure io non le metto. Comunque in macchina ne ho una e te la prendo."
"Grazie Franco."
La visione di quel culo peloso era davvero la fine del mondo. Prendo la tuta in macchina e la porto a lui. Appena arrivo si toglie i brandelli di quella che ha e posso vederlo nudo dalla cinta in giù. Ha un cazzo davvero grosso e lungo e due palle enormi chiuse in un sacchetto coperto di peli bianchi.
"Penso ti vada un po stretta ma meglio che stare con culo al vento è."
"Tranquillo mi spiace però, sono senza mutande."
"Tranquillo ti ripeto, anche io con la tuta non le metto mai."
Quei pantaloni sono davvero molto stretti e si vede tutto.
Continuiamo la nostra raccolta ma il mio pensiero era a quel culo e a quel cazzo. Mi sento qualcosa dentro, ho voglia di farmi una bella pugnetta ma non posso sputtanarmi con un amico dei miei. Pazienza me ne farò una a casa. Alle 15 e 30 finiamo di ramazzare e una volta sceso giù Salvatore si allontana e si abbassa i pantaloni, altra pisciata bella in vista, questo mi fa scattare una vampa nel mio cazzo e approfitto, mi giro verso di lui abbasso anche io i pantaloni e ho il cazzo quasi duro, mi sforzo e inizio a pisciare anche io mentre lui viene verso di me.
"Questa aria frizzantina stimola eccome la pisciata vero Franco?"
"Ehehe Salvo non solo la pisciata, se fossi stato solo magari anche altro avrei fatto in aperta campagna"
"Lo dici a me? Io sono sempre solo quando vengo qui a lavorare e in estate a volte passo giornate intere nudo in campagna."
Che bel porcello allora sarà il confinante dei miei, buono a sapersi potrei venire di nascosto e spiarlo la prossima estate.
"Salvo tu stai nudo in campagna, io invece a casa e al mare."
"Mi piacerebbe andare al mare e stare nudo anche io, ma purtroppo non ho il tempo, l'orto e gli alberi d'estate mi portano via parecchio tempo quindi devo fare l'abbronzatura totale in campagna."
"Salvo la prossima estate allora un giorno te lo prendi e vieni con me tanto, ormai ti ho visto nudo, tu hai visto me, al massimo può scapparci una bella scopata con qualche tipetta o una sega male che vada, tutte cose che penso ormai sia tu che io sappiamo come si fanno."
"Franco sai io ancora a 68 anni non ti nascondo che una volta al giorno una bella menata me la faccio. Da quando mia moglie è morta mi resta quello."
"Tu una volta? Io anche 4, se non ci fossi stato tu penso che almeno due o tre a quest'ora me le sarei fatte."
"Franco se te la vuoi fare figurati,"
Il discorso vedo che inizia a dare i suoi effetti, il pantalone della tutta di Salvatore adesso evidenzia un bel gonfiore.
"Salvo io me la faccio davvero, mi sa che pure tu però un po di voglia ce l'hai vero?"
"Forse è stato il discorso ma sai che una bella pugnetta dopo un giorno di lavoro ci vuole."
"Dai Salvo, chi se ne frega e chi ci vede."
A questo punto mi abbasso completamente i pantaloni e inizio a scappellarmi di fronte Salvatore, lui mi guarda poi, si abbassa i pantaloni e libera il suo cazzo dalla prigione di stoffa. È eccitato pure lui visto che una goccia di umore cade sul mio pantalone. Uno di fronte l'altro a 2 metri di distanza stiamo giocando ognuno con il proprio cazzo. Lui guarda i miei movimenti e li imita. Mi sento davvero un porco e questa volta voglio andare oltre, mi avvicino, siamo a poca distanza, lentamente inizio a strofinare la mia cappella contro la sua, si sfiorano e ad ogni contatto un brivido ci attraversa. Lo avvicino sempre lì più e ad ogni volta che il mio prepuzio si chiude, riesco a coprire parte della sua grossa e calda cappella. Lo stesso fa lui, decido allora di accarezzare le sue palle con la mia mano sinistra e lui, come uno sbarbatello, copia tutti i miei movimenti. Ci seghiamo sempre più vicino adesso la sua cappella è nel mio prepuzio e la sua è nel mio, sono calde bagnate dei nostri umori che sempre più abbondanti hanno dato vita ad una schiuma da un odore davvero inebriante. Ne raccolgo un po con il dito e la lecco, lui fa lo stesso e mi mostra la lingua. Sto ancora massaggiando le sue palle e il dito si fa strada tra i peli del suo perineo. Ha una rosellina calda e bagnata, lui fa lo stesso, ci scopiano entrambi il culo con un dito mentre le nostre cappelle si gonfiano sempre di più. Dentro i nostri prepuzi esplodono schizzi di sborra calda. Il primo a venire e lui, sento un primo schizzo contro il buchetto della mia cappella e poi il secondo e ancora, sono penso 7 o 8 schizzi di crema calda, appena finisce lui inizio io, la mia è più densa e saranno un 5 o 6. Le nostre nerchie sono piene del nostro seme ormai mischiato. Li stacchiamo lentamente mentre qualche goccia cade sui nostri pantaloni. Siamo venuti in un orgasmo che non poteva non chiudersi con la mia bocca che pulisce la sua cappella è la sua che pulisce la mia.
Ci ricomponiamo e carichiamo la macchina di olive.
"Salvo quando hai bisogno di altri lavoretti dimmelo che ti VENGO A DARE UNA MANO."
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