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Gay & Bisex

Marcello seconda parte


di xsea3
12.05.2023    |    13.596    |    30 10.0
"- Lui mugula ma sento il buchino che si rilassa..."
Quando torno con la birra lui sta sistemando i pantaloni per rimetterseli.
Glieli tolgo di mano e gli consegno la bottiglia -Quanta fretta, beviamoci sta birra con calma- gli dico sedendomi nudo su divano.
Si siede accanto a me, in imbarazzo.
La cosa mi fa sorridere, due minuti prima aveva il mio cazzo in bocca e mugolava sotto i colpi della mia lingua sul buchetto e adesso arrossisce a stare nudo.
Gli appoggio la mano sulla coscia e lui sussulta: -Che ti prende Marcello?-
Lui butta giù un sorso: - Scusa Luca… è che non posso credere di avertelo preso in bocca e di aver fatto tutte quelle cose con un uomo.-
Gli sorrido rassicurante mentre continuo ad accarezzargli la coscia. Vedo il suo cazzo reagire al tocco, se ne accorge anche lui imbarazzato: - Bhe siamo tra uomini, se non ci aiutiamo tra di noi! Comunque hai un bel cazzo, puoi stare contento.- Gli accarezzo il pisello con noncuranza.
Lui si agita, capisco che non sa come comportarsi.
-Grazie… è bello anche il tuo.- Risponde incerto.
-Eh sono fortune sai, quello non te lo scegli. Comunque il tuo…- Glielo impugno più saldamente e inizio a segarlo e ad esaminarlo – Ha una bella circonferenza, è nella media come dimensioni e ha una bella forma-
Lui ha la voce tremante mentre il cazzo gli torna d’acciaio: -Avevo paura di averlo troppo piccolo.- confessa.
Rido mentre impugno il mio con l’altra mano: -Se ti confronti ai porno attori ci credo, li scelgono anche per le dimensioni. Ma direi che il tuo è giusto, se è troppo grande fa male e non piace poi così tanto alle donne.-
Mi protendo verso di lui e metto i cazzi uno contro l’altro, come a volerli misurare: - Il mio è un po’ più lungo ma sono grossi uguale mi pare- Struscio i cazzi uno contro l’altro in una sega doppia. Marcello sorride imbarazzato.
-Mmm così è difficile capire, vieni, siediti in braccio- lui non capisce, ma si lascia guidare. Appoggia la birra si siede sulle mie gambe, il mio cazzo che spunta tra di esse. – Bravo ruota il bacino, appoggia il cazzo sul mio che vediamo se sono uguali.
Mi godo le sue chiappe sode che strusciano sulla mia pancia nel tentativo di trovare una posizione per confrontare i cazzi. Naturalmente non ce la possiamo fare.
Rido: - No niente, resterà un mistero!- esclamo.
E lui si rilassa. Ride, fa per tornare al suo posto, ma io lo trattengo: -No – gli sussurro all’orecchio – resta qui, vediamo se hai imparato la lezione.
SI volta a guardarmi e io lo faccio distendere su di me e inizio a toccagli i capezzoli e ad accarezzargli la pancia fino ad arrivare al pisello. Geme.
- Come si tratta la clitoride?- domando.
-Bisogna coccolarla e stuzzicarla, soprattutto in punta – mormora con voce affannata, mentre io gli tormento la cappella.
Gli infilo due dita in bocca: - Meglio usare della saliva – gli sussurro e poi riprendo a toccagli la punta del cazzo, mentre con l’altra mano gli titillo un capezzolo.
- E poi?- chiedo mentre i mio cazzo d’acciaio gli struscia nel solco delle chiappe.
- Cosa?- domanda lui smarrito.
Scendo con la mano sulle palle, sul perineo e finalmente raggiungo il buchino. – E poi, dopo la clitoride bisogna occuparsi anche della fighetta!-
Inizio ad accarezzargli il buchetto.
Lo sento irrigidirsi.
-Concentrati Marcello, quello che ti sto facendo lo dovrai fare alla tua ragazza, senti come ti accarezzo? Tutto intorno, piano ma deciso.-
Mi sputo sulla mano e comincio a inumidire il pertugio.
Marcello ha le gambe divaricate, la testa poggiata sulla mia spalla, il respiro affannoso.
- Lo senti il dito come si muove?-
Lui annuisce.
Con una mano gli afferro il pisello e lo sego piano, con l’altra continuo a lavorargli il buchetto.
-Ecco così, clitoride e fighetta- gli sussurro.
Premo piano e lui si rilassa. È allora che infilo dentro la punta del dito.
Lui geme, scatta in su ma io lo ritiro giù senza difficoltà: - Stai fermo, immagina di essere la tua ragazza, se è vergine avrà paura anche lei. Se ti aspetti che lei si conceda devi essere tu il primo pronto a farlo!-
- Ma cosa dici Luca!- mi guarda spaventato mentre il mio dito riprende a toccarlo.
- Adesso ti frugo la fighetta e tu starai molto attento a come faccio!-
- No, aspetta!- ansima e il mio dito coperto di saliva affonda nel buchino.
Lo sento contrarsi tutto.
-Non ti irrigidire! Se no fa male! – Gli sussurro.
-Non voglio! – protesta, ma io lo tengo steso su di me. La sua resistenza non è decisa.
Mi guarda disperato: -Luca non voglio-
Inizio a muovere piano il dito – Respira cucciolotto, fai bei respiri profondi, apri la fighetta per me, hai il cazzo duro come il marmo, anzi la clitoride, senti? (e glielo meno) Si vede che ti piace.-
Lui mugula ma sento il buchino che si rilassa.
Lentamente, senza togliere il dito mi sfilo da sotto di lui e mi metto al suo fianco.
-Bravo, apri le gambe adesso, solleva un po’ il culetto!-
Lui mi afferra la mano :– Può bastare così luca! – mi dice, cercando di fermarmi.
Io gli sorrido benevolo: - Non abbiamo che iniziato, ora arriva la parte importante. Nella fighetta c’è il punto g e tu devi cercarlo con le dita. Per noi uomini è la prostata.-
- Non importa…- prova a protestare, ma io sempre sorridendo mi allungo sul tavolino accanto al divano, apro il cassetto e prendo un tubetto di crema. È un gel lubrificante di quelli con un po’ di anestetico.
- La fighetta vera si bagna da sola, per noi maschietti è un po’ più difficile. Adesso ti metto un po’ di crema e poi ti insegno come muover le dita.
Sfilo il dito osservando il buchino aperto, apro con calma il tubetto.
Lui mi fissa come in tranche.
Mi verso la crema sulle dita e gliela spalmo piano sul buco- Bella sensazione vero?- gli chiedo.
Non aspetto la risposta e il dito scivola dentro inghiottito dal culetto vergine.
Lui sussulta. Lo giro un paio di volte, estraggo, altra crema e dentro di nuovo.
Lui sussulta, ma il lubrificante fa il suo.
-Bravo, ti stai rilassando – gli sussurro – Andiamo col secondo dito. La figa, anche se stretta con uno non ha soddisfazione.-
Sgrana gli occhi mi afferra il polso per fermarmi e io scivolo dentro di lui con due dita, completamente.
Lui geme: -Aspetta, basta, mi da fastidio!-
Gli afferro il cazzo duro. -Bugiardo- Rispondo, poi mi chino e inizio a succhiarlo.
L’effetto è immediato, col cazzo tra le mie labbra si scioglie.
Inizio a muovere le dita, cerco la ghiandola prostatica spingendo verso l’alto, muovendo le dita come se invitassi qualcuno ad avvicinarsi e nel mentre entro ed esco, tastando le pareti umide di quel buchetto alla ricerca della pallina che so potergli dare il piacere.
Marcello si agita sotto il mio trattamento.
- Muovi le dita così, cercando il punto g e succhiale la clitoride nel mentre, vedrai che impazzirà. Lo senti com’è bello?-
-Luca… io non so. Ahhha- Colpo da maestro, l’ho trovata. La sento sotto i polpastrelli la piccola prostata della mia vittima.
Lui sgrana gli occhi sotto il mio tocco.
Gli sorrido e lascio il cazzo e salgo a baciarlo, ravanandogli il buchetto.
All’inizio resta inerte ma presto il bacio lo travolge, mi succhia la lingua, mi abbraccia.
-Bravo cucciolo, reggiti a me- gli sussurro continuando a tormentagli il buco.
- Menami il cazzo!- ordino.
Lui incapace di disobbedire allunga la mano, trova il mio pisello, inizia a segarlo.
Gli scivolo sul fianco e gli arrivo all’altezza de viso.
Non ha bisogno di altro, gira la faccia e me lo prende in bocca.
Com’è bello col mio pisello affondato in gola, le gambe larghe e le mie dita nel culetto, scosso da brividi e travolto da gemiti soffocati.
Potrei passare la giornata così, ma ora resta solo una cosa.
Estraggo le dita.
Lui mi guarda sorpreso.
- Hai capito il movimento da fare o devo mostrartelo ancora un po’?- chiedo fissandolo.
Lui allunga una mano al sedere, toccandosi incredulo il buchetto aperto.
Si sfila il cazzo di bocca solo per dire, arrossendo – Ancora-
Sorrido complice e riparto alla ricerca della sua prostata, lui si inarca, io gli accarezzo la testa con la mano libera.
-Ti piace vero Marcello? Adesso capisci di più le donne vero?- sottolineo le parole con un nuovo affondo di tre dita.
Mi chino a baciarlo e le muovo più veloci, adoro il sapore di cazzo che ha in bocca, i suoi mugolii, il modo convulso con cui mi stringe.
Lo faccio stendere sul divano, sono in mezzo alle sue gambe con la mano mentre lo bacio.
Mi sollevo un po’ – Prendimelo in mano!- sussurro, lui allunga il braccio, mi impugna il cazzo.
Spingo le dita contro la prostata facendolo gemere.
-Godi vero?-
Lui geme un sì.
Sfilo le dita.
Lui mi guarda sorpreso.
- Passo finale, cucciolo, via le dita e dentro il cazzo!-
Sgrana gli occhi, un barlume di razionalità lo attraversa, ma la punta della mia cappella è già dentro il buchino ancora dilatato dalle mie dita.
- Non aver paura- gli sussurro baciandolo e spingendo piano.
Lui si inarca con una smorfia – Solo la cappella, non ti preoccupare – Mento, spingendo e ritraendomi finchè non si rilassa e allora con una spinta leggermente più forte la cappella affonda, vince l’ultima resistenza, passa l’anello, è dentro.
Sento il buchino caldo e vergine che si contrae, attira il mio cazzo dentro di sé.
Marcello mi fissa incredulo e io sorrido, e inizio a spingere.
Inspira sorpreso, spalanca gli occhi mentre io sorrido e affondo, sento il suo corpo aprirsi, schiudermi avvolgermi. Ho il cazzo di marmo, credo ne possa sentire perfettamente la forma.
Finalmente il pube mi sbatte sulle sue chiappe. Sono tutto dentro.
Lo abbraccio e lo bacio:- Senti che fighetta accogliente – Gli sussurro.
- Luca è troppo grosso- geme stringendomi un braccio.
-Devi solo abituarti – gli sussurro accarezzandolo e restando ben piantato dentro di lui – Non opporti, non combattere, stai facendo la donna, sii accogliente, arrenditi-
Sento la sua resistenza ma lo coccolo dolcemente sorridendo rassicurante finchè capisce che ormai è fatta.
Percepisco che sta lottando dentro di sé e lo bacio. Resiste ancora per poco, poi percepisco la resa.
Il corpo si rilassa, inizia a rispondere al bacio, a stringersi a me perché i nostri corpi aderiscano e infine, senza accorgersene, inizia a muovere piano il bacino.
Allora inizio a muovermi.
Lui geme.
- Guardami!- gli ordino.
Apre gli occhi, umidi:- Stai scopando Marcello, devi essere fiero! La tua prima vera scopata!-
Lui distoglie lo sguardo: - Si ma con un uomo!- protesta.
Aumento i colpi, gli passo le mani attorno ai fianchi, lo sollevo dal divano e lo fisso: - Non importa! Uomo o donna, ciò che conta è quello che senti, che stai godendo col mio cazzo in culo!-
Do due bei colpi sfiorandogli la prostata. Grida.
-Dillo che ti piace!-
Affonda il viso nel mio collo aggrappandosi alle mie spalle e io lo stringo, aumentando il ritmo – Dimmi che ti piace il cazzo in culo!- gli sussurro.
Sono in preda al delirio, quel buchetto tenero e giovane, finora inviolato mi eccita da matti. Le mucose che si stringono attorno al mio pisello mi fanno godere, come il corpo giovane e scattante che stringo e possiedo.
Voglio che sia mio, che questo sia un inizio e non un'unica volta.
- Ti piace? – insisto, spingendo e cercando di muovermi dentro di lui.
Alla fine geme un sì.
-Si cosa?- non gli darò tregua finchè non glielo sentirò dire.
-Si mi piace il tuo cazzo in culo- Geme.
Lo rimetto sul divano e mi sfilo da lui. Sembra sorpreso.
- Mettiti a pecorina, voglio scoparti come una troietta!- ormai è in mio potere.
Obbedisce, si mette a quattro zampe.
Punto la cappella ed entro senza problemi.
Lui grida.
Gli afferro i fianchi e lo scopo tirandolo a me.
-Cazzo, cazzo! O Dio! mI sfondi! Mi sfondi!- comincia a gemere. Gli afferro una spalla per tirarlo a me con più decisione.
- O Dio, mi arrivi in gola!, Mi stai aprendo! Oddio Luca!- mi rendo conto che non è più in sé, sproloquia.
Lo tiro a me, la schiena contro la mia pancia, gli giro la testa.
Ha gli occhi stralunati, lo bacio e lui mi attira a sé con un braccio.
Il cazzo duro gli ballonzola davanti.
Glielo afferro, strappandogli un altro gemito.
- Sei la mia troietta, da oggi in poi – gli sussurro – Vero?- inizio a segarlo per bene.
-Si, è vero, sono tuo!- Geme
Ruoto il bacino, sento che contrae il culo, l’orgasmo sta per scatenarsi e le contrazioni del suo retto in delirio mi mandano ai matti.
E sborro.
Gli esplodo nell’intestino stringendolo forte a me.
Lui cade in avanti e io lo seguo, affondando il cazzo dentro di lui con tutto il mio peso.
Mi sembra di non smettere più di sborrare, di svuotarmi completamente dentro di lui.
Muovo il cazzo duro scavandogli il buco.
Lui geme come impazzito e trema.
Infine l’orgasmo si attenua e posso fermarmi, ancora piantato dentro di lui.
Ritorno in me.
MI sfilo piano.
Lui resta immobile,
Gli accarezzo la schiena.
-Come stai?-
Lui si volta piano, vedo una macchia sotto di lui, ha sborrato.
- Sono frocio?- mi domanda.
Sorrido e lo tiro a me: -Al massimo sei bisessuale, cucciolo. Non ti preoccupare. L’importante è che oggi hai imparato un po’ di cose nuove.-
Lo abbraccio e lui si rilassa.
Ci addormentiamo dopo pochi minuti.
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