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Gay & Bisex

Notte a Sorpresa


di facas
13.05.2014    |    15.038    |    10 9.7
"Nel pieno della mia lezione di laboratorio, al solito assegno ad ognuno i compiti e le mansioni..."
Devo premettere che il mio debole sono da sempre stati i maschi, pur ora che sono felicemente sposato con due bambine bellissime. Anche ora che sto ai 40 e da 16 ormai lavoro a scuola. Ho sempre prediletto i giovani e i coetanei. Il mio ruolo di insegnante mi costringe a tener nascosta la mia inclinazione, non sono un depravato, tengo molto al mio posto di lavoro, ma in compenso fantastico sempre con la mente. Quella che racconto è una storia accaduta nell’ormai lontano 2004, a settembre inizia il nuovo anno scolastico, si prende possesso delle classi. All’epoca lavoravo a Roma, in un alberghiero, essendo un docente della materia tecnica, non impiego molto tempo per conquistare l’affiatamento delle classi. Tra tutte una di secondo anno, mista, tanti sui 15-16 anni, e qualche paio di ripetenti 17enni. Tra tutti noto due alunni, Claudio e Daniele, compagni di banco, cugini, vicini di casa, per l’ennesima volta ancora assieme qui dopo avere frequentato assieme la materna, le elementari e le medie, bocciati, ora pure assieme qui,al secondo, oltre a far palestra e nuoto. Praticamente vivevano in simbiosi. Questo è quello che ho mammano saputo nei periodici incontri coi genitori. Tutto scorreva normale,le lezioni, le ricreazioni, le interrogazioni programmate e gli impreparati. Eppure le lezioni in laboratorio. Il fatto che sto per raccontare successe a circa metà febbraio del 2005. Io sempre preso dal mio ruolo, e loro mai dato sospetti, sempre circondati dalle fighettine di turno- D’altronde due 17enni che fanno palestra e nuoto non lo dicono a nessuno, non hanno bisogno. È il fisico che parla da solo. Nel pieno della mia lezione di laboratorio, al solito assegno ad ognuno i compiti e le mansioni. E mentre ognuno è intendo nello svolgimento, mi accorgo del perdurare dell’assenza dei due cugini. Dovevano pulire e lucidare una trentina di piatti, e non avendo nessuno dei loro compagni a portata di mano da mandare a cercarli alle lavastoviglie, mi avvio io stesso. Niente succede per niente. E fu il destino che volle che fui io a mettere piede nella stanza. Dopo la porta a vetri, una parete a specchio rifletteva una scena di erotismo senza eguali ed inaspettata. Non credevo ai miei occhi. Claudio con un panno asciuga i piatti appena tirati fuori dal cestello, mentre Daniele dietro di lui lo abbraccia, con la mano sinistra dentro la camicia, baciandogli il lobo dell’orecchio sinistro,e la mano destra dentro i pantaloni neri di Claudio, aperti all’inguine e sostenuti solo dalla cinta, a smanettare la ormai pronunciata eccitazione di Claudio. Rimasi pietrificato per un tempo indefinito,penso all’incirca un minuto, fino a che Claudio si riprese e aprendo gli occhi mi vide nel riflesso. Con una gomitata fermò Daniele che subito ritrasse la mano e mollò la presa su Claudio. L’imbarazzo fu cosi enorme che si lesse chiaramente nei visi di tutti nella stanza, che con il mio stupore rese quel silenzio quasi palpabile. Feci un passo, socchiudendo la porta alle mie spalle e presi la parola dicendo con voce tremula: Certe cose si fanno da soli o non si fanno!! Che cazzo state a fa? Se al posto mio fosse entrato qualcun altro sarebbe scoppiato uno scandalo!! Da parte mia qui non è successo nulla, e non ho visto niente. Sono certo che la cosa rimarrà morta in questa stanza. Se qualora sentirò in giro o peggio, mi chiederanno spiegazioni in merito a ciò che è successo qui, passerete dei guai grossi tanto quanto quelli che rischio io se la cosa si viene a sapere. Pomeriggio vi reincontrerete dove vi piace e ripiglierete da dove vi ho interrotto o ricominciate daccapo non m’interessa. Ma ora avete meno di un minuto per sistemare tutto e uscire da qui!!! Non fiatarono, quasi trattennero il respiro . Uscii lasciando la porta aperta a metà,il resto del gruppo non si accorse di nulla, e in pochi minuti eravamo tutti a lavoro tra i tavoli come decine di volte prima di quel giorno e centinaia dopo. I due cugini erano nel pallone, non parlavano neanche tra di loro, quasi evitando di guardarsi e guardare me. L’esercitazione finì e nel rimettere tutto a posto assegnai loro compiti diversi in modo da dividerli, poi tutti agli spogliatoi, loro, io alla macchinetta del caffè e sigaretta subito dopo. Dovevo aspettare che uscissero tutti e controllare che nessuno rimanesse indietro o dimenticasse qualche pezzo della divisa. Suono della campana liberatrice, urlo tipo goal di Totti all’olimpico e corsa verso la metro. Mentre mi diriggo alla macchina, vedo i due cugini avanzare verso me, gli chiesi se tutto ok. Entrambi imbarazzati ancora,e Claudio con un nodo in gola prende la parola scusandosi. Dice: Professò, non ci siamo resi conto! E spinti troppo! Solo ora ci siamo resi conto di quello che poteva succedere!- Io di rimando per suffragare ulteriori ripensamenti da parte di entrambi noi dovevo tagliare lì la cosa, risposi:- Di che stai parlando? Cosa vi è capitato?Fatemi capire!!?- erano ragazzi in gamba ed intelligenti. Capirono subito. Presero a ben volere la mia materia. A fine anno scolastico Claudio venne bocciato, mentre Daniele passò al terzo con il massimo dei debiti. Il destino aveva ancora una volta preso in mano la situazione: li aveva divisi per la prima volta. Dopo il giorno del laboratorio e la chiacchierata veloce davanti scuola, la vita di entrambi scorse serena, senza coinvolgimenti vari e mai più si prese discorso o allusioni varie a quanto successo. Io da parte mia mi dilettavo in chat, incontri e fantomatiche relazioni di una volta sola. Tra queste conosco Simone. Un adone di 24 anni all’epoca. Lo becco in chat mentre sta a lavoro, si chatta e ci si scambia i cellulari e ci si sente. Hobby, tipi di lavoro, gusti. Scopriamo di abitare vicino, io sto sulla casilina appena fuori raccordo anulare, lui sulla predestina. Mi piace. E io a lui. Decidiamo di incontrarci. E circa tre ore dopo la chiacchierata a telefono, Simone mi sta scopando sul divano. Ci si trova in sintonia, e il fatto che io abito da solo contribuisce a creare un bel feeling. Infatti, io che pensavo alla solita botta e via, si istaura un bel rapporto da scopamico, che era la cosa che entrambi cercavamo. Il pomeriggio o la sera tardi dopo gli amici si faceva un giro di squilli. Un pò di volte siamo pure usciti assieme senza dover fare necessariamente sesso. Eravamo consapevoli che ognuno di noi due frequentava la chat regolarmente. Per farla breve il tutto faceva comodo ad entrambi. Una sera di tarda primavera, dovevano essere le prime di maggio, mi organizzo per andare a trovare un pò di amici al centro, data la sera mite. Nulla di che, tutti colleghi, e mi prefisso di non fare tardi, l’indomani sono in servizio a prima ora. Infatti sto a casa poco dopo le 11,che mi arriva uno squillo di Simone, erano poco più di due settimane che non si riusciva ad incontrarsi, rispondo subito allo squillo, con un altro. Manco trenta secondi che mi chiama, pensai fosse già sotto casa. La modalità era questa, mi chiamava per chiedermi di aprire il portone. Alla risposta mi dice che sta tornando da Latina. I soliti convenevoli di saluti e salute a cui rispondo affettuosamente. Allorchè mi dice di non essere solo, che si è un pò lasciato andare e parlato troppo ad un suo amico. Della cerchia s’intende. Scatta il mio rimprovero. Mi spiega che l’ha conosciuto in chat qualche po’ di settimane prima,che è simpatico e pulito, garantendo per discrezione e molto interessante. Ed in più ha 18 anni ed è molto carino. Sapeva che la cosa mi avrebbe spiazzato, non so più cosa pensare. Ero infastidito tanto quanto ero eccitato. Alla fine acconsentii. Lui si scusò ancora riagganciando dicendo che sarebbe arrivato tra una buona ventina di minuti. Si sapeva che entrambi frequentavamo la chat, ma mi turbava il fatto di dividere Simone con un altro. Un altro che non conoscevo e chissà quante volte avevano già scopato. E la cosa peggiore era dividerlo a casa mia. Però mi intrigava la cosa a tre. E mi intrigava il diciottenne. Misi subito un po’ di ordine in giro e feci una doccia veloce. Al suono del citofono ebbi un sobbalzo come quando venne a casa mia la prima volta. Sentii lì ascensore salire e arrivare al piano, all’apertura delle porte vidi solo Simone, gli chiesi dove stava l’altro, mi rispose che preferiva fare le scale. Contento lui, io abitavo al 5°piano. Approfittando del fatto di essere soli ci abbracciammo e baciammo, e chiesi spiegazioni. Mi rispose di star tranquillo, che da tanto si parlava di una cosa a tre, che quando lui l’accennò, non ci penso due volte a parlargli di me. Simone si avviò verso il bagno a darsi una rinfrescata, io sentendo i passi mi avvicinai alla porta per aprirla. La reazione di imbarazzo fu enorme e indescrivibile, mi sentii come un pugno allo stomaco, e tutta l’eccitazione che mi aveva accompagnato in quell’ultima ora svanì di colpo. Nel silenzio più scomodo ci guardammo negli occhi, mi tremavano le gambe e a lui gli vennero gli occhi lucidi come quel pomeriggio davanti scuola l’anno prima. Era Claudio. Lo feci entrare e gli dissi: sono io l’amico di Simone. Ci sedemmo sul divano valutando il fatto che eravamo soli e non lo saremmo stati ancora per molto. Presi la parola dicendo che nessuno aveva da rimproverarsi nulla o da rimproverare. Che se voleva si tagliava li e si lasciava perdere. Simone avrebbe capito. Claudio sorpreso e innervosito, quasi tremante, fece la faccia arrabiata, alzandosi mi additò dicendo: ecco il perché della ramanzina a scuola! Certe cose si fanno o non si fanno! Ecco perché ti sei trattenuto con noi senza rimproverarci e a coprirci!!!Mai abbiamo pensato una cosa del genere nei tuoi confronti e che eri come noi!!! – Lo stesso io di voi- ribattei. Mi eccitai da morire quel giorno e vi ho avuto stampati nella mia mente tutti i giorni da quel momento, ma non potevo presentarmi come volevo! Ero il vostro professore!!! E ho fatto bene, sai i problemi che avremmo avuto tutti e tre? E magari non solo noi!! Ma ora siamo in un punto di non ritorno, ciò che deciderai io lo condividerò e rispetterò la tua decisione. Se è no si rimane amici, o conoscenti, o nulla se vuoi, la cosa mi dispiacerebbe. E qualunque sia la cosa che decidi dovremo spiegarci con Simone, e poi valutare assieme. Conosco Simone, non so se più o meno di te, ma capirà la situazione. Ma la cosa non sarà più come prima tra noi due. Sai che se è si cambierà il concetto di amicizia tra noi due. Gli occhi che prima brillavano di incertezza e di rabbia diventarono sereni e un timido sorriso si fece avanti. Aspettavo la sua risposta con ansia, anche perché da li a poco sarebbe uscito Simone dal bagno ancora ignorante di ciò che era successo. L’espressione del suo viso cominciava a rilassarsi, e ciò faceva ben sperare in una buona risoluzione del confronto. Alchè si avvicinò poggiando leggermente le sue labbra sulle mie. Con la sua destra sulla mia spalla e la sinistra sul mio fianco. Mi staccai e sorridendo gli chiesi:- Dimmi che è un si!- In tutta risposta tornò a baciarmi, e stavolta con passione. Io melo trascinai addosso come ho sempre sognato di farlo prima di quel momento. In quell’attimo preciso Simone uscì dal bagno. Bello. Fresco. Sorridente. – Ero sicuro al 100% che ti sarebbe piaciuto, Fabietto!- e nel buttarsi in mezzo ci baciò entrambi, e da lì cominciammo a spogliarci. Simo in boxer ci carezzava mentre io e Claudio ognuno spogliava l’altro, mentre Claudio e Simone si baciano io mi tuffo sui pettorali di Claudio mentre con le dita mi giocherello i capezzoli di Simone, che gli piace da morire. Simone eccitatissimo si libera dei boxer rendendo libero la sua nerchia, una ventina di cm che nel suo splendore io stringo nella mia mano scappellandola, e mettendo in risalto una cappella violacea che subito infilo fino in gola. Di rimando Claudio si tuffa sulle palle, e finiamo entrambi per dividerci il membro di Simone ognuno dal suo lato. Simone allunga le braccia sotto di noi, passa sotto le nostre pance, ci carezza i membri e comincia a sditalinare entrambi. Con gli occhi mi fa segnale di alzarmi e sedermi su di lui. È la mia posizione preferita, nell’atto di sedermi percepisco una nota di calore e umida al fondoschiena: è Claudio che sputa e lecca il mio buco, sto cercando di posizionarmi per lui che Simone mi poggia le mani sulle natiche allargandole che subito mi penetra. E io con la sensazione di dolore e passione, allungo la mia mano prendendo quella di Claudio e facendolo mettere in piedi sul divano davanti a me. Mi si para il suo cazzo. Un arnese di 18 cm e grosso un pollice con un sacco di venature. Una cosa veramente eccezionale per la sua età. In quel momento penso di aver capito il motivo dell’estasi di Daniele quel giorno in laboratorio. Tanta era la passione su quel divano che venni sul petto di Simone mentre mi scopava. Dopo qualche minuto mi fece segnale che anche lui stava per venire, gli feci cenno di continuare mentre io letteralmente mangiavo la minghia di Claudio, che già sentito il sapore prespermatico e quasi subito dopo mi fece cenno che anche lui stava per venire. Non ci pensai manco lontanamente a spostarmi, volevo entrambi, e li volevo assieme. E fù ciò che successe. Simone aveva un'altra qualità oltre alla resistenza, veniva copiosamente e tanto, tanto,e pure tre o quattro volte di seguito (provato di persona), da poter essere corteggiato da tutte le banche del seme!! Mi venne dentro che sentivo il suo seme bollente e bruciante, come l’indomani di quando si mangia piccante la sera prima. Il suo scoparmi divenne liscio e sentivo lo sperma uscire dal mio buco ancora con il cazzo dentro che sentivo durissimo. Mentre Claudio si ritraeva, io lo tenevo stretto a me per le natiche, allora strinse le sue mani sulla mia testa e io affondai la mia bocca su di lui fino in gola, dove sentii il primo schizzo. Poi il secondo e via via tutto il suo seme dentro di me. E lui con la testa all’indietro cadde in ginocchio sul divano davanti a me, spossato, soddisfatto, mentre Simone si divincolava per farmi staccare dal suo membro ancora dentro di me. – Ero certissimo che vi sarebbe piaciuto!-rivolgendosi a me e Claudio. Ci mettemmo a ridere. Stavo per proferire parola quando Claudio con lo sguardo mi bloccò e disse:- piaciuto si, a voja! E poi io con il prof ci conosciamo dall’anno scorso!! A quelle parole Simone perse la parola e rimase di sasso. – Come dici? Già vi conoscete? Dove? In chat?- -No! Macchè! A scuola, è stato il mio prof di laboratorio, e mi ha pure scoperto in flagrante!- -Flagrante?- ribattè Simone,- si, con mio cugino durante una lezione di laboratorio- rispose Claudio, un po’ seccato. Dalla faccia di sasso di prima, Simone passò a quella sorpresa e incuriosita, divertito dal fatto, controbatteva:- hai un cugino gay? Potevi dirlo!! - Ci guardammo tutti, io mi sentii messo in mezzo. – He, si, ribattei! È successo l’anno scorso e io ho fatto cadere la cosa. Simone rideva, la cosa gli fece scatenare un buon quarto d’ora di ilarità. Chiedeva a Claudio come può succedere di farsi beccare dal proprio prof mentre stai limonando durante la lezione! Eccitante ma con il terrore di essere scoperti? - Il volersi bene e volersi tanto fino alla follia ed eccitarsi al solo sguardo, intervenni. Simone si zittì,e Claudio diventò rosso. – Non abbiamo valutato nulla quel giorno e ci siamo lanciati senza riflettere su quello che poteva succedere. E solo la fortuna ha voluto che nessun altro entrasse in quella stanza tranne lui. Quelle parole un pò mi inorgoglirono. Abbracciai Claudio baciandolo e poi baciai Simone. Mi spostai e mi guardai. Ero in condizioni pietose, sudato e appiccicaticcio, mi avviai verso il bagno, dicendo loro che andavo a farmi una doccia veloce. E Simone:- E tu nel frattempo mi racconti tutto di quel giorno!- - ti tocca! Ribattei io. Stesi in bagno un quarto d’ora almeno,al mio rientro in stanza, Simone scopava Claudio a pecora, messi in lungo sul divano. Una bellissima scena, Claudio con gli occhi chiusi si poggiava sul divano, e un piede a terra per facilitare il lavoro di Simone che gli scopava il culo infilando e tirando fuori dando colpi assestati. Mi avvicinai poggiando le mie mani su ognuno, strofinando il mio cazzo di nuovo pronto sul fianco di Claudio,li feci fermare e alzare Claudio con il cazzo di Simone ancora dentro, mi sedei sul bracciolo del divano facendomi cadere all’indietro, finii sotto Claudio, poggiando le mie mani sulle natiche di Claudio, allargandole e Simone gli entrò forse come non aveva mai fatto prima perché Claudio fece come un movimento di dolore e quasi disapprovazione, ma subito si abbandonò ad essere scopato da Simone con la passione e la foga che lo distingueva. Io presi il cazzo di Claudio tutto in bocca e Claudio il mio. Nacque un bel 69. In pochi minuti venni e Claudio rallentò come leccando un gelato quasi sciolto, io da sotto godevo come non mai, mi preparavo a ricevere il seme di Claudio per la seconda volta, e così fù. Mi inondo letteralmente, data la posizione mi scaricò tutto in gola. Venne tanto, secondo me oltre che l’eccitazione, anche per la sorta di massaggio prostatico che gli stava praticando Simone con la sua nerchia tutta dentro. E vi assicuro che dentro lo era tutto! Era la prima volta che mi capitava di avere questo “punto di vista”. Vedere di un cazzo solo le palle mentre scopa un culo bianco e senza peli. E che palle!!Grandi, ovali, li misi in bocca e cominciai a leccarle, con una mano nel fianco di Claudio e l’altra stuzzicando il pene a masturbarlo lentamente, nel frattempo che io leccavo da sotto, Simone stava per venire, tirò fuori il cazzo dal culo di Claudio, scappellando appena e il suo primo schizzo di sperma sul buco, che usò come lubrificante per infilare nuovamente il cazzo nel culo a scaricare tutto il resto dentro. Tantissimo. Talmente tanto che una parte andò sul mio viso e un pò usciva a fiotti dal buco di Claudio. Io continuavo a leccare, sentivo il culo di Claudio duro e sudato tra le mie mani. L’odore e il caldo la sotto non mi faceva respirare. Claudio venne nuovamente scaricando sul mio petto e io appassionato venni ancora sporcando me e lui. Nel tirar fuori Simone, il suo cazzo un pò di seme mi cadde nuovamente in viso, Io presi la minghia di Simone e me la misi in bocca come se volessi pulirla. Eravamo sfiniti e soddisfatti. Claudio scese dal divano e si distese a terra guardandosi e guardando me, fece una faccia schifata e si mise a ridere a crepapelle, dicendo con la sua bellissima cadenza romana.- ammazza, come stai messo!!- aveva ragione al 100%, ero inguardabile. Sporco di sperma in quasi tutto il corpo, sudato e appiccicoso. Non dicendo nulla feci cenno di passarmi il pacchetto di fazzoletti che stava sul tavolo. Mi pulii finchè ho potuto, poi sempre in silenzio feci segno di passarmi le sigarette. Ci voleva proprio una fumata. In quel momento con uno scatto felino, Simone ci saltò smadonnando. Si erano fatte quasi le due, e domani eravamo di alzata presto sia lui che io. Io e Claudio seduti nudi sul divano a fumare, Claudio prende la parola:- Simone per accompagnarmi a casa gli tocca tornare indietro a tor sapienza, gli faccio far tardi proprio!- Io risposi che se non aveva problemi poteva restare da me, e domani l’avrei lasciato a casa, tanto ero di strada per andare a scuola, ero in prima ora, quindi sveglia alle sette meno un quarto. -Davvero??- rispose, subito prese il cellulare e scrisse un sms alla madre con chissà quale scusa. Simone usci dal bagno già vestito, e alla notizia che Claudio rimaneva per non fargli allungare il giro non si creò problemi. Un giro di abbracci e si diede. Io preparai l’occorrente per la doccia di Claudio e una tuta per la notte. Riassettai un pò la stanza e andai prima io a farmi la doccia,all’uscita lo trovai pronto per prendere il mio posto. Nel frattempo notai che aveva messo un po di ordine tra le sue cose. Mentre si docciava, fumai un'altra sigaretta sul balcone, l’aria continuava ad essere mite, solo con un po’ di umidità solo dettata dall’ora, mi avviai per andare a letto, Claudio ancora non usciva. Ripensavo a tutto quello che era successo e alla sensazionale serata passata. Fantasticando così mi squillò un sms, era Simone che diceva di essere arrivato a casa e commentava la serata definendola spettacolare. Io mi sistemai sotto le lenzuola aspettando il ritorno di Claudio. Chiudendo gli occhi mi ripassavo davanti tutta l’eccitazione della serata, il ritorno dalla serata con i colleghi, la telefonata e l’incontro, la chiacchierata con Claudio e la scopata di Simone. Mi addormentai, quando sentii una carezza sulla guancia che quasi sussultai. Nell’aprire gli occhi lo vidi vicino, lo baciai e lui me, abbracciati crollammo. Nel sogno sentivo cinguettare, ma ahimè, pensavo fosse un sogno. Aprii gli occhi, io che in genere andavo in giro per il letto, quella notte non mi mossi di un cm, la testa di Claudio dove l’avevo lasciata all’atto di addormentarmi. Guardai in direzione della finestra, una luce sospetta mi fece irrigidire, allungai la mano e presi il telefono. Trovai sei chiamate non risposta da parte del mio collega e da scuola. Erano le nove e mezza. Mi sono scordato di mettere la sveglia e la vibrazione ha fatto tutto il resto. In orario avevo le prime tre ore, per finire alle 11, a farmi una corsa non mi andava, sarei arrivato a meno di un ora dalla fine, e mi sarei fatto prendere per il culo da mezza scuola e avrei dovuto dare spiegazioni all’altra metà. Chi è ricco di amici, è scarso di guai. Chiamai il mio collega e gli dissi la verità, che ero stato ad una festa ed ho dimenticato di mettere la sveglia al mio ritorno, e che ci si vedeva domani. Staccai con lui, chiamai la mia amica all’ufficio del personale dicendo la stessa cosa. Al’epoca si poteva ancora fare di chiedere un certificato di malattia alle dieci e mezza di mattina. Claudio ancora dormiva della grossa, non capi nulla delle mie telefonate. Mi divivincolai da lui e mi alzai. Avevo una gran voglia di caffè. Il profumo svegliò entrambi. Gli portai una tazza, lo vidi sotto le lenzuola come lo avevo lasciato pochi minuti prima, ma con gli occhi aperti. - Mi preparo che mi accompagni?- chiese, io presi la sveglia e gliela mostrai, fece gli occhi sorpresi e gli dissi che avevo la mattinata libera, dovevo solo passare dal medico a ritirare un certificato. Fece un salto mettendosi in ginocchio sul letto, disse.- allora diamoci una mossa, non voglio che mi chiami mia madre per sapere se sono ancora vivo- A quelle parole il suo telefono si mise a cantare, era sua madre. Gli disse che si era svegliato da poco e a pranzo sarebbe stato a casa. A pancia in aria e la tuta aperta sul petto era uno spettacolo. Mi misi vicino a lui mentre parlava a telefono a stuzzicargli i capezzoli. Da li posò il telefono e si alzò e dandomi le spalle improvvisò uno spogliarello e io dietro di lui, cominciai a baciarlo sul collo, abbracciando il suo giovane corpo, il mio cazzo da dentro il pigiama si faceva spazio strusciando in mezzo alla riga delle sue natiche, io misi la mano sul suo e lui sul mio dentro il pigiama, che subito abbassò fino al pavimento con due mani prendendo il mio cazzo fino in gola. Mi sedei sul letto, ma a metà di messa all’opera lo fermai e lo feci staccare. La sua bocca non mi bastava, lo tirai su e lo feci sedere su di me, facendo passare le sue gambe dietro di me in modo da poterlo abbracciare e baciare. Per azione di gravità la penetrazione fu totale ed estasiante, che gli venni dentro, subito lui straeccitato, mi spinse dietro portando le mie gambe sulle sue spalle e con un paio di colpi ben assestati mi penetrò. Era bravissimo e passionale, duro una buona decina di minuti, poi sfilò il suo cazzo da dentro di me, pensai che volesse cambiar posizione, invece diede un paio di colpi di sega e mi venne addosso, sul petto e in viso, io lo presi in bocca e ripulii tutto. Sospirammo soddisfatti. Ci guardammo negli occhi e Claudio mi disse: se ti fossi dichiarato quel giorno…- -Secondo me non saremmo arrivati ad oggi! – Perché dici questo? - - Poco più di un anno fa ti facevi toccare da tuo cugino il laboratorio, ed avevi 17 anni fatti, ora ne hai 19 e che siano quasi venti, guidi la macchina e rimorchi in chat uno come Simone. Eri piccolo allora, e io ero il tuo prof, ho visto colleghi essere denunciati e perdere il posto di lavoro per molto meno! - Sono felice di averti reincontrato! Mi disse. Possiamo vederci ancora, ti prego? – A quella richiesta mi sentii un pò turbato, - nel massimo riserbo e silenzio, però!!- gli feci, - assolutamente-rispose. Lo sapremo solo io e Simone, giuro! Vuoi farlo ancora assieme? - Perchè non ti è piaciuto? -A voja- risposi io. E Daniele? Gli chiesi. Vi vedete ancora? No, non più come ai tempi di scuola, ogni tanto, quando è in astinenza dalla ragazza. Però non riesce a scoparmi, quindi lo faccio sempre io, è bellissimo! Ora non ci si vede dall’estate scorsa, ci siamo allontanati, dopo la bocciatura mia, lui ha iniziato a lavorare, e quindi impegnato, poi con le ragazze!- Geloso? - Feci io - No, solo che ci tenevo all’amicizia.- E non ci tieni più? Guarda che l’amicizia è una cosa, l’essere amanti un'altra! - Pero ci si trova, ci si incontra spesso. Mi piacerebbe raccontargli quello che è successo. - Se sai che la piglierà bene, magari si fa una cosa a tre. Io risi.- A Quattro ribattè, c’è Simone!- Ci tieni proprio, ribattei. Nel frattempo ci eravamo lavati e vestiti, ci accingemmo ad uscire. Quando aprii la porta lui mi fermo e la richiuse, e mi bacio con passione. - Sono stato bene con te, non ho mai pensato che potesse succederci una cosa del genere. - A chi lo dici.!- E lo baciai io stavolta. Ero felice e al settimo cielo. Assumemmo comportamenti consoni e ci avviammo verso la macchina. Al momento in cui scese vicino casa sua, mi fece - voglio rivederti presto, da solo o in compagnia! Ok, risposi. Ci si becca su msn, e fammelo sapere prima , da me sempre casa libera. Hai capito come si fa. – Io rimasi a Roma fino al 2010. In tutti quegli anni gli incontri con Claudio, ebbero una frequenza per certi periodi settimanale, e non ci stancammo mai, un sacco di volte uscimmo assieme, anche con i suoi genitori, che nel frattempo ebbi opportunità di reincontrare. Erano i primi anni di facebook, entrò naturalmente tra le mie prime amicizie, lui come anche Daniele,ci si mantiene in contatto. E giusto pochi mesi fa si commentava tra me e Claudio l’ebbrezza del ricordo di una sera a Roma che divenne per entrambi una notte a sorpresa.
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