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Quella volta in città


di xamil65
26.06.2014    |    5.401    |    3 9.3
"Scende subito e non mi guarda ma con fare disinvolto fa un gesto chiaro, anche se girato di spalle lo intuisco bene: si piazza tra gli alberelli, slaccia i..."
Sono passati molti anni, una ventina, ma ricordo benissimo questa situazione. Penso che per dimenticarla dovrei perdere la memoria.

Era estate, caldo afoso in città. E anche le nottate non erano da meno: voglia di dormire poca, neppure dopo una lunga giornata di lavoro ed una serata di chiacchiere con gli amici.

Così, accaldato, percorrevo verso casa in macchina un viale della mia città, confuso insieme ad altre auto, poche a quell'ora: saranno state circa le due di notte.

Tra un semaforo e l'altro notai una persona che guidava tranquillamente nella mia stessa direzione. Semaforo rosso, praticamente affiancati: mia rapida occhiata. Anche lui però guarda...

Penso: bel tipino!

Altro pezzo di strada, altro semaforo rosso. Altra occhiata, stavolta meno sfuggente, giusto un attimo di più quasi a far capire che non era casuale dove puntavo lo sguardo... E mi ritrovo con i suoi occhi nei miei. Una frazione di secondo più del dovuto. Ma sufficiente ad essere percepita.

Semaforo verde, riparto. Con qualche interrogativo di più in testa. E contemporaneamente dandomi del cretino a pensare che...

Percorriamo circa duecento metri (quella strada quando la ripercorro ancora oggi mi fa tornare alla mente sempre questa situazione!), rotonda e poi di nuovo semaforo, stavolta verde. Svolto per la mia direzione e un "flash" mi appare dal retrovisore: la sua alfa 146 verde bottiglia rallentando emette ancora un paio di velocissimi colpi di abbagliante, per poi proseguire in una direzione diversa alla mia su altro corso.

E' un attimo, sento caldo dentro di me e decido: al prossimo semaforo torno indietro e vuoi vedere che... ma no! Figuriamoci...

Ma decido di provarci lo stesso, al semaforo successivo torno indietro, rieccomi alla rotonda, imbocco la strada che gli avevo visto prendere e inizio lentamente a percorrerla.

Non devo fare troppa strada: poco dopo, a centro strada vicino al viale alberato centrale tra le poche auto in sosta lo vedo: macchina accesa, fari accesi, lui fuori dalla macchina con la porta aperta che guarda nella mia direzione.

Che faccio? Proprio non me l'aspettavo anche se in fondo lo speravo...

Decido di rallentare e lo guardo: più o meno avrà la mia età, fisicamente sembra fatto come me, insomma giovane e fatto discretamente bene, indossa maglietta polo bianca e pantaloncini a quadretti. Ordinato tranne nei capelli: scompigliati in quel biondo scuro che di notte tende al castano. Che gli danno un tocco di selvaggio in un corpo e in abiti che paiono appartenere ad un signorino perfettino.

Lo supero e vedo che poco più avanti ci sono altri posti liberi: rallento e mi fermo, stando in macchina col motore acceso. Abbasso tutto il vetro e metto fuori il braccio. Lo guardo dallo specchietto e lui mi vede; sembra spazientito, poi risale in macchina. Ma sta fermo lì.

Qualche minuto, poi riparte, mi sorpassa lentamente senza guardarmi ma vedo i suoi "stop" accendersi: e di nuovo si ferma, poco dopo di me. Scende subito e non mi guarda ma con fare disinvolto fa un gesto chiaro, anche se girato di spalle lo intuisco bene: si piazza tra gli alberelli, slaccia i pantaloni e inizia a far pipì. Sento anche il rumore del liquido cadere tra l'erbetta rinsecchita dal sole cocente del periodo.

Penso che sia azzardato in quel che fa ma poi rifletto: poche macchine, notte fonda, se gli scappa che male c'è... ma certo la situazione è curiosa.

Finisce di fare i suoi bisogni e per ricomporsi che fa? Si gira nella mia direzione, occhi al cielo, fare sicuro ma fa tutto con una lentezza disarmante; sembra non trovare posto a quell'arnese che a malapena intravedo ma che sembra non trovare la sistemazione comoda in quelli che intuisco essere dei boxer aderenti. Penso: e che sarà mai? Perchè ci mette così tanto a ricomporsi? Sono attimi che sembrano eterni ma lui fa tutto con calma, molta calma.

Sembra un film al rallentatore. Boxer, pantaloni, bottone, cintura, maglietta: controlla che tutto sia in ordine e al suo posto, poi le mani in tasca. E con le mani in tasca, finalmente tira su lo sguardo: dritto nella mia direzione.

E deciso si incammina verso di me.

D'istinto tiro su il vetro del finestrino e controllo se le porte son chiuse: sai mai che sia un pazzo!

Si avvicina e continua a guardarmi, sembra con fare serio, cupo. Penso che ho sbagliato tutto e che meno male ho lasciato il motore acceso così appena si dovesse avvicinare troppo alla macchina parto e via!

Invece no, sempre camminando tira fuori una mano dalla tasca, estrae un pacchetto di sigarette e con l'altra mano, avvicinandosi, fa un cenno come per dire: hai da accendere? Intanto è accanto alla mia auto. E non sono ripartito.

Fingo di non capire, sempre col vetro chiuso e allora lui esplode in un sorriso e mi dice: HAI DA ACCENDERE? Sempre con un sorriso bellissimo, che gli illumina anche quella testa bionda che ora vedo meglio. E' veramente un bel ragazzo, ci avevo visto giusto.

Tiro giù un pezzo di finestrino e gli rispondo. "Sì certo".

E gli passo l'accendino dal piccolo pezzo di finestrino abbassato. La accende voltandosi, si rigira nella mia direzione e mi dice "grazie, perchè non scendi a fumarti una sigaretta con me? Così magari eviti di fare il contorsionista con la mano per riprenderti l'accendino".

E parte una risata dolcissima, dagli occhi che intuisco di un verde intenso più che dalla bocca.

E' quello che aspettavo: veder ridere i suoi occhi.

E scendo.

Mio primo racconto. Ed è una storia vera. Se vi è piaciuto continuo, se non vi è piaciuto...peccato!
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