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SOTTOMESSO ED UMILIATO


di roby73
23.11.2016    |    4.325    |    3 9.8
"Arrivati, ci facemmo una doccia, lui mi infilo il tubo della doccia dentro per pulirmi, poi mi fece indossare calze a rete autoreggenti e un paio di scarpe..."

Vi volevo raccontare l' incontro con il mio amico Giuseppe, il quale mi ha portato in un mondo a me completamente sconosciuto. Ci siamo incontrati un paio di volte in precedenza e mi suggerì di provare insieme a lui un'esperienza sadomaso. Decidemmo di fare un viaggio insieme, dopo i soliti convenevoli, ci ritrovammo in un albergo di Roma. Arrivati, ci facemmo una doccia, lui mi infilo il tubo della doccia dentro per pulirmi, poi mi fece indossare calze a rete autoreggenti e un paio di scarpe con i tacchi a spillo. Il mio padrone vistami iniziò a mettermi un collare rosso con il guinzaglio mentre ero in ginocchio davanti al suo cazzo depilato, dopo avermi messo il collare mi ordinò di leccagli i piedi, e mi infilo un cazzo finto con la coda di cane, poi leccando come una cagna mi ordino di salire fino al cazzo e succhiarlo, lo feci iniziando a leccare dalla cappella fino alle palle. Tornai su e mi dedicai a scappellarlo con la mani e la bocca, mi vietò di toccarlo allora lo presi per i fianchi mentre il suo cazzo si era inturgidito diventando molto grosso!!!! Iniziò a darmi il ritmo che desiderava strattonandomi i capelli e infilandomelo fino alla gola. Avevo la sensazione di non respirare ma essendo sua schiava non potevo tirarmi indietro. Percepivo la sua eccitazione crescere insieme al suo cazzo, stava diventando sempre più duro e grosso e volevo leccare la sua cappella bella umida e rossa. Mi ordinò di mettermi con il culo ben in vista, prese la frusta e iniziò a colpirmi e strusciarmela addosso, ero tesa perché temevo di non sopportare il dolore. Quando iniziò ad aumentare la forza nelle frustate, io non riuscì a succhiare con il giusto gusto con cui lo avrei dovuto fare lamentandomi. Ad ogni gemito di dolore la frusta aumentava la potenza mi ordinò di fare silenzio.


Mi bendó e legò le mani, mi infilava sempre più il cazzo in gola e io ero sempre più eccitata. Mi ordinò di alzarmi, mi tremavano le gambe dall'eccitazione, mi sentivo il culo bagnato, mi disse di mettermi a 4zampe sul letto con il mio culone ben in vista, il filo del perizoma vi spariva in mezzo e iniziò a sculacciarmi sempre più forte, finché non riprese in mano la frusta. Più mi colpiva più desideravo mi scopasse , volevo sentire il suo cazzo sfondarmi il culo, glielo dissi e lui rispose con una sonora frustata. Quando il mio culone divenne rosso come piace a lui mi penetrò con un dito, poi con due mi allargo in modo tale che piano piano infilò tutta la mano polso compreso, dolore tremendo poi iniziò a scoparme col cazzo ma ormai la strada era aperta. Sentivo il suo bel cazzo che mi apriva tutta, scivolava agilmente in me e iniziò a scomparmi, alternando spinte veloci a spinte lente ma profonde. Venni tantissimo, dovetti mettere un cuscino in bocca per evitare che mi sentisse tutto l’albergo. Mi legò anche i polsi e mi sentii inerme, in balia di quell'uomo a cui mi ero sottomesso! Dopo l'ennesimo orgasmo decise di farsi spompinare a dovere, ero stanco ma ancora voglioso di lui, mi pose il cazzo sulle labbra ordinandomi di succhiarlo ed io ancora bendata lo ciucciai come se ne fosse dipeso il mio godimento, mi frustava il culo mi insultava, e nonostante il dolore e l’umiliazione, continuavo a sentirmi un lago tra le gambe. Decise di giocare ancora con il mio buchino. Mi bruciava tantissimo, lo lubrificò e iniziò a penetrarlo pian piano, lo sentivo dentro iniziò a infilarmi un cazzo finto pian piano fino al profondo due cazzi in culo mi stava spaccando. Quando stavo per venire muoveva il cazzo nel mio ano e non riuscivo a raggiungere l'orgasmo come avrei voluto, lo pregavo di lasciar stare il mio culo ma lui intransigente continuò, sussurrandomi che sono una puttana, una lurida zoccole, ed io sentii i brividi lungo la schiena. Il mio padrone decise che era tempo di fargli un bel pompino, mi trascinò davanti al suo cazzo sbattendomelo in bocca, Ad un certo punto il mio padrone sentì l'esigenza di venire, si mise a cavalcioni sul mio petto e mi ficcò le palle in bocca, mi sentivo intrappolata ma leccai le sue palle, ed anche il suo cazzo e dopo qualche minuto fui graziata dalla sua sborra che mi riempì la bocca e schizzò anche sul mio viso. E' stata una delle esperienze più particolari in cui mi sono trovata.
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