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Gay & Bisex

Una dolce attività caritatevole


di gyllo
30.11.2013    |    5.334    |    0 8.2
"Paghi entrambi di averci "dati" l'uno all'altro..."
Per essere discreto racconto una vicenda vissuta, ma cambiando tanti di quei particolari che sarà quasi impossibile risalire alla fonte.
Siamo in una Taranto particolarmente afosa, è Luglio, si fatica a respirare e l'atmosfera sembra incantata: quasi irreale.
E' molto che non sento Francesco: quando ci siamo incontrati sapevamo di essere solo amici (di quell'amicizia che solo chi è gay può comprendere), ma la nostra espressione di affetto era fatta di gesti delicati dolci, al limite, ma senza quello spietato senso di malizia mercenaria che rende la vita così squallida.
Il nostro primo incontro avvenne vicino ad un parco, quasi antistante ad una zona di "battuage", ma la nostra conversazione ha subito assunto quel dolce sapore intimo, ma nello stesso tempo liberatorio che era ben diversa dallo spirito con qui si va in un luogo tipico del consumo di un sesso furtivo e fugace: ci siamo comunicati le nostre difficoltà e ci siamo entrambi sentiti davvero meno soli; il Mondo finalmente era un posto anche per noi!!!
Tornando a casa continuavo ad assaporare il piacere, ma non quello dell'esperienza erotica, piuttosto la felicità di sapere che mi ero dato e avevo ricevuto.... tutto qui!
Tempo dopo sento il desiderio di ricontattarlo, per sapere come stava, sperando fortemente di incontrarlo nuovamente (o forse l'uno e l'altro in contemporanea). Lo chiamo al telefono e apprendo, con mio grande dispiacere, che era in convalescenza per un piccolo intervento alla bocca; gli chiedo se gli fa piacere di essere di ricevere la mia visita e, alla sua risposta positiva, fissiamo un momento in cui potevo andarlo a trovare.
Sentivo crescere dentro di me una emozione particolare, non tanto desiderio di sesso, ma quanto di ritrovare una persona con la quale avevo condiviso dei pensieri sinceri e delicati.
La mattina fissata vado a trovarlo, devo chiedere a qualcuno, ma, con un po di ricerca trovo il condominio e suono al campanello: ovviamente era in casa, mi indica il piano e salgo tramite un vecchio ascensore demodè di quelli che si trovano in palazzoni un po trasandati. Mi apre e mi accoglie con un lieve accenno di sorriso in un appartamento piccolo, ma tenuto bene ed accogliente.
Entrando colgo l'occasione di appoggiare le mie labbra sulle sue per esprimere un gesto candido di affetto e piacere nel contempo.
Ci accomodiamo sul divano e si "apre" raccontandomi una triste esperienza di un amante italiano con cui aveva passato un periodo a Varsavia che, dapprima, lo aveva accolto con affetto, poi gli aveva dimostrato un distacco che, per il suo animo nobile e gentile, lo aveva fortemente lasciato nella tristezza, anche se continuava a ripetere: "Oramai sono pronto a tutto!!!", mai frase fu più finta!
Io lo ascolto, cerco di unirmi a lui nei sentimenti e la conversazione va avanti fino a che non conclude la sua triste esperienza erotico-polacca.
Nel frattempo le carezze tra di noi si erano fatte, via via, più insistenti e, a queste, il desiderio del gioco erotico si stava accendendo: dovevo solo far partire la miccia!!!
Mi avvicino, appoggio le mie labbra, senza poter infilargli la lingua in bocca (se solo avessi potuto!!!) e ci spogliamo capendo che il sesso sarebbe stato un magnifico gioco liberatorio: senza vestiti la sua Cappella, che svettava alta dal piacere, era stata posseduta dal "Demone" della mia lingua che, ora leccava, ora succhiava il glande facendo pressione con le labbra, mi dava la possibilità di vibrare di piacere con tutto quel "ben di Dio" che si faceva sempre più spazio dentro la mia avidissima bocca porca come non mai!
Tratteneva i gemiti, ma il mio gioco di pompa con labbra e lingua lo costrinsero a farmi sentire, attraverso la voce, tutta la sua passione: godeva ed io godevo del suo piacere senza fermarmi nel giocare con quel meraviglioso arnese.
Ricevette una telefonata, ma questo non mi fermò nella mia intensa prestazione, continuai infatti a pomparlo a dovere per tutto il tempo della breve conversazione (cosa che mi fa in realtà impazzire).
Finita la conversazione telefonica mi distesi sopra di lui sperando in un 69 caldo ed intenso, ma non potendo, fece quello che mai avrei pensato: aveva un tubetto di plastica solida per gel intimo, me ne cosparse un po sopra l'ano, piano piano mi penetrò con la confezione che svolgeva virilmente la sua funzione di cazzo sostitutivo, mentre io intensificavo, per il piacere la mia pompa... più lui faceva entrare quel piacevole giocattolo erotico, più io salivo alle stelle per quanto mi sentivo troia in quel momento: avrei voluto inghiottire con tutto l'ano tutto il tubetto e anche di più, se solo fosse stato possibile!
Estratto il piacevole giocattolo (Ma non poteva rimanere ancora un po? Uffa!!!!!) mi misi disteso sul divano di schiena, cosa che rese più agevole il manovrarmi il cazzo in bocca e il sentire che mi stava scopando: intanto io avevo cominciato a segarmi per aumentare ancora di più il piacere; non passò molto tempo che la mia "linfa vitale" eruppe da me e si posò gettandosi sopra la mia pancia violentemente: allora il mio amante focosissimo, si staccò dalla mia bocca, come un intingolo raccolse con il suo cazzo tutto il mio seme, massaggiando la mia pancia, e (con mio grandissimo piacere) pronunciando il meraviglioso verbo degli amanti tutto pepe esclamò; "Veeeeengo!" Mi infilò di getto in bocca il suo arnese oramai pronto ad esplodere "condito" con il mio seme: degno di uno chef di prim'ordine. Così eiaculò abbondantemente nella mia bocca assolutamente vogliosa di ricevere quel "prelibato bocconcino" fumante.
Ci rialzammo andammo insieme in bagno per lavarci un po, mentre ci guardavamo sorridendo: le parole erano inutili in quel momento!
Dopo esserci rivestiti, qualche scambio di battute, per ritornare alla normalità, la mia bocca appoggiata sulla sua, in segno di gratitudine, ma anche di affetto e via... paghi entrambi di averci "dati" l'uno all'altro.
La mia missione di "crocerossino" porcello era compiuta!!!
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