l' amico di infanzia II

Con Enzo le cose erano perfette.

Eravamo amici, le nostre ragazze si conoscevano, nessuno sospettava nulla.

Fuori da quei momenti, nessuna allusione, nessun gesto, niente ha mai tradito i nostri segreti.

Ma quando restavamo soli, e capitava almeno un paio di volte la settimana, lui mi faceva diventare la sua troia.

Mi regalava ogni tanto completini completini o guepiere, oppure dei reggicalze. Ed io li indossavo subito, aggiungendoci dei miniabiti e immancabili calze autoreggenti, una volta velate, una volta a rete larga, una volta ricamate. Lui mi dimostrava il suo apprezzamento scopanomi di brutto una volta in bocca, una volta facendomi il culo.

Ricordo ancora con nostalgia quel bel cazzo pieno di sborra calda da svuotare nella mia bocca, nelle mie viscere,oppure sui pizzi del mio intimo.

Una volta mi chiama a casa sua. Come al solito mi manda in bagno a vestirmi. quella volta indossai un miniabito con gonnellina asimmetrica, perizoma nero, autoreggenti a rete larga e reggicalze.
quando sono pronta, sto per uscire, mi dice di aspettare un secondo. socchiude la porta e mi passa una mascherina scura da mettere davanti gli occhi.

La metto e gli chiedo di venirmi a prendere.
Mi conduce in camera sua, mi fa poggiare su una sedia a pecora mentre mi palpa il culo e mi cominica ad inculare con due dita.
Il non vederlo mi faceva ingrifare ancora di più e mi sentivo troia tra le se abili mani.
poi si allontanò dal culo e me lo mise in bocca.
Lo spompinai un pò, quando lo sentii duro tra le labbra, si rialzò e si mise alle mie spalle. lo poggia sul buco, un colpo secco, e con un gemito mio di piacere comincia a pomparmi. mentre mi pompa mi sento qualcosa di caldo sulle labbra. li per li penso sia un vibratore, non ne avevamai usati, ma la cos anon mi dava fastidio. aprii la bocca e lo ingoiai.
era troppo caldo e pulsante per essere un vibratore. mi resi conto che era il cazzo di un altro uomo. non sapevo chi fosse, non lo vedevo. era uno sconosciuto e la cosa mi fece eccitare come una cagna.
Enzo usci dal culo e si mise davanti a me. pompavo un pò l' uno un pò l' altro. gemevo di piacere.
da qui non capii più nulla.
mi sentii penetrare il culo, ma non sapevo chi era.
mi sentivo fare dieci pompate, poi uscivano e si scambiavano. il culo ormai era largo come una cloaca.
sentii enzo che disse
"Adesso?" unaltra voce affermò senza parlare con un verso
qualcuno mi afferrò la testa e mi impalo la gola, un altro mi afferrò per i fianchi e mi impalò il culo.
mi fotterono ancora per un bel pò. avevo perso il senso del tempo finche quello che avevo in bocca lo sfilò di botto e mi sborrò copiosamente sulle labbra, sul viso colandomi sul vestito. il fiotto era abbondantissimo e fu accompagnato da un gemito di piacere.
Alcuni istanti dopo fu la volta del mio culo.
l' uomo alle mie spalle diede due colpi fortissimi tirandomi per i fianchi e piantandolo nel culo che di più non era possibile, lo spinge dentro e lo lascia spinto mentre sento che gemem e sussulta, poi si allontana. dopo poco mi sento colare il culo. prendo con le mani la sborra che cola e la spalmo in faccia vicino l' altra.
Aspettami qua senza toglierti la benda disse enzo.
obbedii, e dopo cinque minuti lui tornò. era solo, l'altro se ne era andato.
gli chiesi chi era, ma non me lo disse mai.

Continuammo a scopare a due, e altre quattro o cinque volte a tre (sempre bendata) per ancora due anni, fino a quando Enzo non dovette partire per lavoro. ci siamo persi di vista e lo ricondo con grosso rimpianto.