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Tre amici e una sorella (III Parte)


di Salina
28.02.2024    |    3.544    |    6 9.9
"Il ragazzo, infatti, quasi senza accorgersene, abbassò le mani fino al sedere della sorella, afferrandole le chiappe sode, cosa che aveva voluto fare da..."
Loro se l’erano scopata Chiara. Lui no.
Come se il mondo gli stesse crollando addosso, Francesco non riusciva a pensare ad altro.
Com’era possibile che qualsiasi maiale potesse fare sesso con sua sorella, desiderosa solo di avere il suo cazzo dentro di sé, mentre lui, il suo amato fratellino, non ci riusciva? Cos’avevano gli altri che a lui mancava?
Non poteva continuare così, lui l’amava e la desiderava e ogni volta che la guardava si convinceva che anche lei era desiderosa di avere lui dentro di sé.
“Si toccherà pensando a me”. Ecco a cosa pensava Francesco, ogni santissima sera nel letto e di nuovo al mattino prima di alzarsi: Chiara a letto, nuda, che fissava il soffitto, sussurrando il nome di Francesco, le dita ficcate con forza nella fica, muovendole dentro e fuori, immaginandosi nuda, che cavalcava il suo fratellino, e che gli diceva che era uno stallone e che la faceva impazzire di piacere. E ogni sera e di nuovo ogni mattina veniva scosso dall’orgasmo, con il nome di sua sorella sulle sue labbra e lo sperma caldo che fuoriusciva dalla cappella e scivolava lungo il suo cazzo, imbrattandogli le dita mentre sarebbe dovuto finire nella passera di Chiara, sua sorella.

Si sentiva così strano, quasi male ogni volta. Il desiderio di sua sorella era diventato così intenso che ogni orgasmo era liberatorio ma anche una nuova condanna.
Alzandosi dal letto con le gambe deboli, si avvicinò alla porta, l’aprì appoggiandosi di peso.
Chiara era lì, seduta sul divano, che stava chattando al telefonino. Sorrideva, ma quando notò suo fratello avanzare come ubriaco si alzò in piedi di scatto.
“Francesco, cos’hai?” esclamò, avvicinandosi a lui fino ad afferrarlo e stringerlo al petto.
Al ragazzo, a quel contatto, sembrò che la testa girasse ancora più vorticosamente. Il profumo della pelle di sua sorella lo ubriacò ancora di più. Percepì il calore della fica di Chiara all’altezza del suo ombelico e iniziò a sentire il caldo che aveva una sola spiegazione possibile: il desiderio di possedere sua sorella.
“Chiara…” sussurrò.
Lei, ancora più spaventata, abbassò il volto verso di lui, come a sentire meglio. Un istante dopo le loro labbra si incontrarono, facendo sobbalzare entrambi, ma non troppo.
Francesco non sapeva come baciare una donna adulta, ma la sua lingua trovò da sola la strada verso la bocca di Chiara. Gli unici baci finora se li era scambiati con tre ragazzette arrapate che si erano fatte leccare la passera senza mai ricambiare. In quel momento però la sua lingua scivolò da padrona nella bocca di sua sorella.
Lei lo allontanò.
Francesco non si arrese e si sollevò sulla punta dei piedi, come se questo gli permettesse di infilare ancora di più la lingua in sua sorella, appoggiando una mano sulla nuca della sorella ed una dietro un suo gluteo sodo. All’improvviso anche la lingua di Chiara si mosse, scivolando sulla sua, sfregandosi come…. due amanti e non più due fratelli.
Chiara impiegò diversi secondi prima di parlare, come avesse cercato cosa dire.
“Francesco… non possiamo fare una cosa simile… io… noi…”. Poi si interruppe, fissandolo.

“Chiara, io… mi dispiace… non…”
“Fanculo, cazzo!” sbottò di impeto la sorella, poi fece un passo avanti, gli mise una mano dietro la nuca, lo strinse a sé e Francesco finalmente scoprì che quei porci di Diego e Davide non avevano esagerato nel raccontare quanto fosse troia sua sorella.
Si aggrappò letteralmente al collo di lui, gustandosi il sapore della lingua che invadeva la sua. Si rese conto che non lo stava baciando ma lo possedeva… anzi, gli scopava la bocca e quell’impeto la fece impazzire.
Quando prima la lingua e poi le labbra di Chiara si allontanarono da lui, lo rimproverò.
“Sei uno sciocco ragazzino. Lo sai che questo è sbagliato”.
Francesco non sapeva proprio più cosa dire ma con uno sforzo dovette dure l’unica cosa sensata in quel momento.
“Io ti voglio, Chiara sono anni che voglio fare l’amore con te”.
Dovette continuare a sfidare il silenzio della sorella. “Voglio essere dentro di te, voglio che godi”.
Lei lo guardò, poi lo baciò con dolcezza. Il ragazzo non aveva mai avuto un’erezione così dolorosa in vita sua.
“Anch’io, fratellino” ammise infine Chiara, sorridendogli in un modo che non aveva più nulla di fraterno. “Non sai quanto voglia ho di godere e farti…cazzo si …farti godere”.
“Anch’io voglio farti godere, Chiara” e ad entrambi sembrò la cosa più naturale al mondo, tanto che a quelle parole lei scivolò in ginocchio davanti a lui e, guardandolo con amore, afferrò il bottone dei pantaloni e con facilità abbassare la zip.
Il cuore di Francesco iniziò a battere tanto forte da farlo preoccupare mentre i suoi jeans calavano scavalcando il peso del suo cazzo che pareva aver raccolto tutto il sangue del suo e Chiara restava affascinata dalla deformazione del tessuto delle mutande di suo fratello. Lo guardava estasiata, erano entrambi eccitati come mai finora. Afferrò con le due mani l’elastico delle mutande e l’abbassò lentamente, trepidante, incapace di resistere alla voglia di scoprire la virilità di suo fratello ma, al contempo, conscia che stava per compiere un gesto da cui nessuno dei due sarebbe più potuto tornare indietro e andava eseguito con calma, per poter essere gustato completamente.
All’inizio scoprì solo qualche pelo, poi questi aumentarono di colpo, tanti ma tenuti con cura, tagliati corti e… quella… quella era la base del cazzo di Francesco! La ragazza si fermò di colpo, affascinata come poche volte nella sua esistenza.
Francesco ebbe l’impressione di vivere un evento storico, che avrebbe ricordato per sempre. Era troppo stordito dall’emozione per ricordarsi di essere arrivato terzo a quel traguardo, dopo i suoi migliori amici.
Lei abbassò ancora l’elastico, scivolando lungo il tronco liscio ma con una vena che lo percorreva per il lungo, poi la pelle finì e Chiara aprì la bocca nel vedere la cappella comparire davanti a lei. Il cazzo sembrò saltarle in faccia quando finalmente fu libero dalla costrizione dell’intimo, facendo sobbalzare la ragazza.
Chiara sembrò trattenere a stento una risata.
“Non morde, non preoccuparti”.
La ragazza non lo sentì nemmeno. Allungò una mano, toccando con un dito l’unico cazzo che non avrebbe dovuto, spingendolo un po’ e facendolo dondolare. Lo accarezzò con delicatezza poi, quasi con rispetto e paura, avvicinò le labbra e lo baciò sulla punta, l’odore di maschio le fece dimenticare che quello era suo fratello.
“Voglio succhiartelo, Frà” disse, il cuore che rimbombava nella sua testa. Le sembrava impossibile che stesse succedendo davvero, eppure quel cazzo duro davanti a lei non mentiva.
La mano di Francesco le accarezzò i capelli.
“Sei sicura, Chiara?” le domandò ma non aggiunse altro per convincerla a non farlo.
Dalla bocca di Chiara non uscì la risposta: piuttosto vi entrò direttamente la cappella fraterna. Appoggiò le mani sull’inguine di Francesco, le labbra sulla cappella, e poi spinse avanti la testa. Il cazzo di suo fratello non era più lungo del normale, ma da come le colmò la bocca il primo posto in fatto di diametro era tutto suo. Lo sentì scivolare sulla sua lingua, il sapore leggermente salato della cappella iniziava a piacerle più del dovuto. Scivolò lungo l’asta fino in fondo, prendendo tutto il cazzo di suo fratello, la cappella le arrivò praticamente in gola.
Fu una sensazione strana, soddisfazione mista a un senso di disagio che la confondeva. Nonostante questo, Chiara volle mantenere suo fratello dentro di sé fino a quando sentirsi così porca davanti a suo fratello non divenne troppo imbarazzante, quindi si spostò all’indietro con la testa, sentendo il cazzo scivolare fuori di lei, fino a quando solo la cappella fu tra le sue labbra. Allora afferrò l’asta e, facendola scivolare lentamente avanti e indietro agevolata dalla saliva che la ricopriva, alzò lo sguardo verso il volto sorridente di Francesco.
“Mi piace il tuo cazzo” gli confessò. “Lo adoro”. E intanto con la mano libera prese le due grosse palle che pendevano tra le gambe del fratello e cominciò a solleticarle.
“Chiara!” esclamò Francesco divertito.
Lei sorrise soddisfatta, quindi tornò al cazzo, leccandosi le labbra. Allungò la lingua e la passò su tutto il contorno, strappando un gemito di piacere a Francesco, che appoggiò una mano sulla testa della sorella.
“Ah, Chiara, sì!” esclamò, e la voce eccitata di suo fratello fece perdere ogni remora alla ragazza. Nella sua testa continuavano i confronti di quell’assurda competizione tra i tre ragazzi.
Chiuse le labbra sulla cappella e la lingua cominciò a giocare impazzita, ed ogni colpo strappa un gemito di piacere a Francesco.
Il ragazzo non durò a lungo, ma la cosa fece solo piacere a Chiara. Non seppe resistere, era pur sempre il primo pompino della sua vita e si svuotò dentro di lei, scoprì come fosse sborrare nella bocca e ad insegnarglielo era stata Chiara, da brava sorella maggiore…
Quando lui la avvisò che stava per venire, lei non volle abbandonare il cazzo che aveva in bocca come aveva fatto con gli altri due, tra un gemito ed un profondo sospiro. Anzi, abbandonò l’asta su cui stava facendogli una sega e le palle che aveva continuato a massaggiare, e messe le mani sulle natiche sode di suo fratello, spingendo contemporaneamente la testa in avanti, mangiò completamente la virilità di Francesco, aspettando con impazienza di bere. Pochi istanti dopo, sentì uno schizzo di liquido caldo esploderle in bocca, qualcosa di colloso finire sul fondo della lingua e in gola. Lo sentì andare di traverso ma si trattenne, aspettò che suo fratello spruzzasse tutto il suo seme dentro di lei.
“Grazie Chiara” disse Francesco, come svuotato di ogni forza “sei stata meravigliosa…”
La ragazza lasciò scivolare il cazzo fuori dalle sue labbra, gustando il sapore di sperma che abbandonò sulle papille gustative, poi, sebbene sorridesse soddisfatta, con una mano sulla bocca, iniziò a tossire.
Francesco si inginocchiò appoggiando la mano su una spalla della sorella “Stai bene?”
Lei fece un sorriso e, tra un colpo di tosse e l’altro, rispose con la voce rauca: "E anche il premio per la sborrata più abbondante è tuo.”
Francesco accolse il premio con una risata. Si alzò e si tirò su slip e pantaloni, quindi le diede una mano per rimettersi in piedi anche lei.

“Adesso vedrai come ti ricompenso sorellona” le promise con un occhiolino.
La ragazza si ritrovò nuovamente con le labbra di suo fratello contro le sue, la lingua di Francesco nella sua bocca, e capì a cosa si fosse riferito quel porco.
Il ragazzo, infatti, quasi senza accorgersene, abbassò le mani fino al sedere della sorella, afferrandole le chiappe sode, cosa che aveva voluto fare da anni.
Quando si staccarono lui le sorrise. “Non sapevo che la mia sorellona fosse tanto brava a succhiare, se l’avessi saputo prima…”
“Leccamela Frà, ti prego”.
Una mano di Francesco si appoggiò sui suoi pantaloncini, accarezzandola con la soddisfazione di chi può finalmente raggiungere un obiettivo che da tempo si era fissato. Lei sentiva le mutandine bagnate dall’eccitazione.
Francesco avvicinò la bocca all’orecchio della ragazza, sussurrando: “Voglio proprio scoprire che sapore ha la mia sorellina in mezzo alle gambe”.
Senza più pensarci, Chiara si lasciò cadere sul divano alle sue spalle. Chiuse gli occhi un istante, poi alzando il sedere si abbassò gli short. Solo in seguito si sarebbe resa conto di averli sfilati con la foga di una puttana invasata più che di una sorella.
Il fratellino la guardò divertito. “Aspetta, Chiara. Volevo spogliarti io”.
Lei nemmeno rispose. Dopo essersi abbassata i pantaloncini infilò i pollici sotto l’elastico delle mutandine bianche, sollevò di nuovo il culo e si tolse anche queste, abbassandole fino alle ginocchia.
Ora, con la figa ben visibile al fratello tra le gambe semiaperte a causa dell’intimo abbassato solo a metà, si sentì improvvisamente a disagio. Avevano entrambi sognato per anni quel momento, ma mai, in una sola occasione, si era immaginata imbarazzata all’idea che accadesse. Alzò lo sguardo verso di lui quasi con il timore che potesse ripensarci.
Lui, invece, stava godendosi lo spettacolo, divertito. S’inginocchiò davanti a lei, sorridendo.
“Mi piacciono le ragazze che non vogliono perdere tempo. Lo ammetto, comunque: la prima volta avrei voluto arrivare a questo con un po’ più di calma e facendoti un massaggio per prepararti alla cosa ma… vedo che sembri già pronta”.
Lei annuì, mordendosi le labbra. Lo osservò sfilarle i pantaloncini e poi le mutandine ma, queste ultime, invece di lasciarle cadere a terra, le portò al volto e lo sentì inspirare a fondo attraverso il naso.
Francesco emise un gemito di piacere. “Il profumo è incredibile. La mia sorellona ha un paradiso in mezzo alle gambe”.
Lei sorrise e fu sul punto di rispondere ma l’unica cosa che le sfuggì fu un gridolino quando lui le aprì le gambe, poi vide la sua testa scomparire tra le sue cosce.
Sentì prima un bacio appoggiarsi sul suo sesso, poi le labbra aprirsi e la lingua di Francesco scivolare in mezzo. Gli occhi della ragazza si spalancarono mentre sentiva suo fratello esplorare con dolcezza la sua passera, gustandola con piacere.
“Mi piace il sapore della tua figona” affermò senza interrompere il suo lavoro con la lingua.
A Francesco piaceva leccare la sua passera… e la leccava con una foga che non si sarebbe mai nemmeno sognato.
Chiara in tutta risposta appoggiò una mano sui capelli di suo fratello, spingendo dolcemente perché non smettesse con il magnifico lavoro che stava facendo. Con l’altra mano si alzò il fondo della maglietta fino al collo, scoprendo il reggiseno che, con qualche difficoltà per non perdersi nemmeno una delle pennellate di lingua che scivolavano sulla sua passera, riuscì ad aprire e a togliersi.
Cominciò a massaggiarsi uno dei piccoli seni. Si trattava di una seconda che però soprattutto quel maiale di Diego aveva definito meravigliosa. Diego si era trastullato con le sue tettine mentre la scopava e le aveva apprezzate quanto il sapore della sua fica… forse era proprio quel contrasto a rendere tutto ancora più eccitante e perverso.
“Franci… dammi una mano”.
Apparentemente senza nemmeno accorgersene, lui lo fece, e dalle gambe della sorella si alzò il braccio del ragazzo. Lei prese la mano con quella libera e la appoggiò su una sua tetta. Un attimo dopo le dita del fratello si strinsero con dolcezza sul capezzolo.
“Le tette della mia sorellona!” esclamò soddisfatto, sollevando la testa dall’inguine di Chiara. Il volto luccicava per l’umidità che aveva raccolto strofinandosi sulle labbra della passera, ormai grondante. “Finalmente! Non sai da quanto le ammiro e sogno di palparle…”
“Non fermarti, Franci” lo implorò lei “ti prego”.
“Di fare cosa?” domandò lui attraverso un sorriso malizioso simile a quello di un bambino che sa bene di stare facendo qualcosa di sbagliato.
Chiara non fece in tempo a rispondere che due dita di Francesco già entravano in lei. Non se l’era aspettata ma, dopo un istante di sorpresa, si ritrovò ad apprezzare l’insistenza dell’indice e del medio del ragazzo.
“Cazzo…” si lasciò sfuggire mentre le dita iniziavano a muoversi più velocemente. Sentì le dita sprofondare per tutta la loro lunghezza, riempiendo la sua passera come nessuno degli uccelli dei suoi amici erano riusciti a fare. Un senso di piacere iniziò a invaderle la fica che sembrava sul punto di prendere fuoco. Quanto avrebbe voluto avere un orgasmo, ma al tempo stesso che il suo amante fraterno non smettesse mai più con quello che stava facendo.
Suo fratello invece si fermò all’improvviso, almeno per quanto riguardava il lavoro di lingua. “Ma guarda cosa c’è qui…” esclamò, allegro.
Un attimo dopo un piacere quasi doloroso esplose nella mente della ragazza. Lanciò un grido strozzato, arcuando la schiena.
“Franci…” disse, senza saper aggiungere altro. Avrebbe voluto dire che lo amava, che voleva essere fottuta fino allo sfinimento, che era la sua troia, ma era come se non ricordasse come si facesse a parlare.

“Nessuno di quei due ti ha fatta godere così, sorellona?” domandò lui, divertito, prendendola in giro. Un attimo dopo Chiara sentì la punta calda e bagnata della lingua del fratello tornare all’attacco alla base del clitoride, ormai eretta, e poi risalire con colpi lievi e brevi.
Il piacere poteva essere così intenso da risultare doloroso ma l’intensità era tale da sembrare impossibile da contenere. La mano che teneva suo fratello per i capelli non accennava a mollare.
La ragazza si rese conto di urlare ad ogni colpo della lingua di suo fratello, mentre le dita continuavano a fotterla con irruenza. Chissà cosa stavano pensando i vicini, lo avrebbero detto ai suoi genitori che quel pomeriggio, in casa loro, qualcuno aveva chiavato con tale vigore da mettersi ad urlare?
La voglia di essere scopata da suo fratello era pari a quella di raggiungere un orgasmo che gli avrebbe fatto pareggiare i conti con i suoi amici, per questo rimaneva mezza nuda con suo fratello a stimolarle la passera e a portarla dritta verso il piacere più proibito.
“Franci, fammi godere…” lo implorò. In quel momento, le era impossibile immaginare altro dall’ imminente orgasmo, il migliore che avesse mai avuto.
Il fratello non rispose: la lingua smise di leccare il clitoride ma lo abbracciò con le labbra, succhiandolo, mentre le dita smettevano di muoversi come un cazzo iniziando a premere con più forza sulla parete vaginale.
Chiara fu colta dalla sorpresa a quell’improvviso mutamento dell’azione del fratello, e fu quasi sul punto di chiedere, confusa, quando un calore così intenso iniziò a farle spruzzare un liquido che non sapeva di avere.
Le mani tenevano ancora bloccata la testa di suo fratello contro il proprio inguine mentre con il culo sospeso dal divano, la sua passera scaricava tutto il suo fluido di puro piacere.
“Cazzo” pensò “quello era più di un orgasmo…”.
“Che sporcacciona che sei…” disse suo fratello con dolcezza.
“Stai bene?” domandò Francesco e lei dovette trattenere una risata nel vedere il viso del fratello bagnato in quel modo dal fiume della sua passera.

“Sì, grazie. È stato bellissimo”.
Francesco sorrise, soddisfatto.
“Un altro?” le chiese, con la stessa naturalezza con cui tante volte l’aveva invitata a mangiare un gelato. Chiara tentennò. Lo voleva dentro di lei, che la scopasse con vigore e la sottomettesse come fosse la sua donna, che usasse il suo corpo per trarne piacere. Erano anni che desiderava essere la sua puttana. Ma, cazzo… Cazzo, doveva vivere un altro orgasmo simile, non poteva farne a meno.
E lui doveva farle scordare quei due maiali di Diego e Davide, e qualunque altro ragazzo avesse mai scopato.
“Sì, ti prego…”
Le labbra di Francesco si appoggiarono alle sue.
“Mi piace leccartela” le sussurrò quando le loro lingue ebbero terminato di assaporarsi. “Vieni bene” aggiunse, con un occhiolino, facendola imbarazzare, ma solo un po’.
La seconda volta fu più breve, Chiara sapeva già cosa aspettarsi, e si sentiva già pronta, ma nonostante questo fu più dolce, piacevole, forse non così intenso. Chiara ora ansimava lentamente sul divano, riprendendosi dal secondo cunnilingus familiare della sua vita. Francesco aveva abbandonato la sua figa che percepiva bagnata di saliva e umori fino a metà delle cosce, calda come mai prima di allora.
Si stava limitando a succhiarle i capezzoli quando lei appoggiò una mano sui suoi capelli accarezzandoli. “Francesco…” gli disse piano piano “scopami, ti prego”.
Lui continuò con un lungo succhio sul capezzolo eretto prima di alzare la testa dal seno e guardarla con uno sguardo esageratamente annoiato. Si lasciò scappare un sospiro.
“Voi sorelle, tutte le volte che uno si sta divertendo, tirate fuori una qualche incombenza…” ma, mentre lo diceva, si slacciò di nuovo i pantaloni, li lasciò scivolare sul pavimento, si tolse anche le scarpe in automatico.
“Franci” disse la sorella, eccitandosi all’idea di vederlo tutto nudo “togliti anche la maglietta”.
Lui sorrise lanciandole uno sguardo di soddisfazione “Buongustaia” ironizzò.
A quella vista, sentì la sua passerona dilatarsi di nuovo, diventare ancora più bagnata.
Nel frattempo, Francesco aveva finito di spogliarsi, le mutande stavano raggiungendo il pavimento, afferrando il suo uccello in tiro alla soddisfacente vista della sorellona nuda. Lei si sistemò meglio sul divano, aprendo le gambe e piegandole.
“Presto, Franci, non resisto più. Non sai da quanto tempo aspetto questo momento” confessò, spalancando le cosce ancora di più.
Francesco si inginocchiò sul divano tra le gambe di Chiara. Alzò lo sguardo dall’inguine della sorella al suo viso e ammise a sua volta: “Non hai idea di quante volte abbia fantasticato sull’averti sopra di me, che mi cavalchi fino a sfinirmi, insaziabile di piacere”
Sembrava che si fossero riconosciuti fratelli nel desiderio di entrambi di essere sottomessi dall’altro. Scopare suo fratello, cavalcandolo fino a svuotargli le palle, lasciandolo privo di forze, invece di essere posseduta come un corpo con il solo scopo di dare piacere a lui fece sorridere Chiara. Ma non importava, si disse, mentre appoggiava le mani sulle chiappe muscolose di suo fratello e lo invitava ad avvicinare il suo sesso al proprio, lo avrebbe convinto a trattarla come una puttanella. La sua puttanella.
Ogni pensiero nella mente di Chiara scomparve come se non fosse mai esistito quando sentì l’ingresso della sua vagina aprirsi alla penetrazione del cazzo di Francesco. Aprì allo stesso modo le labbra e gli occhi, mentre si riempivano di piacere.
“Come sei calda, sorellona” le disse Francesco, e anche nella sua voce si percepiva un accento di soddisfazione.
“Scopami Franci” la implorò lei con un filo di voce, sconvolta dalle emozioni “scopami”.
Il fratello non rispose, ma il suo cazzo cominciò a scivolare avanti e indietro con dolcezza nella passera di Chiara, più dolce delle due dita che aveva usato per chiavarla mentre la leccava, ma di un diametro decisamente più importante. La cappella era bollente e si insinuava dentro di lei con una sicurezza che nessuno dei due precedenti ragazzini aveva avuto; l’asta del cazzo scorreva tra le labbra della sua fica come se l’uccello del ragazzo fosse stato creato appositamente per la passera di sua sorella.
Chiara chiuse gli occhi dopo aver preso le mani di suo fratello ed averle appoggiate sul suo seno perché continuasse a giocarci, poi tornò a stringergli le chiappe sode. Si sentiva invasa da un doloroso piacere che cresceva dentro di sé, qualcosa che non aveva mai sperimentato nemmeno quando si sditalinava nella sua camera.
“Franci, ti amo” non riuscì a trattenere, stringendo ancora più forte i glutei di suo fratello, e poi aggiunse, ma a bassa voce: “sono la tua troia”
A quelle parole lo sentì abbandonare il suo seno con le mani e i colpi smettere di penetrarla. Dopo un istante si sentì ruotare su un fianco e riprendere a scoparla e un lungo bacio si consumò tra di loro per impedirle di dire altro.

Chiara fu forse più felice di Francesco quando lui venne dentro di lei. La strinse a sé, tremando nell’orgasmo, mentre il cazzo affondava dentro di lei con gli ultimi colpi profondi e si riversò nella sua passera. A suo fratello sembrò mancare il fiato mentre spruzzava il suo latte. Era durato più di dieci minuti e nel frattempo lei aveva goduto quando un dito le era entrato nel buco del culo, scopandola sia davanti che dietro.
Ora, erano entrambi sdraiati, nudi e sudati, sul divano, Francesco su un fianco accanto a Chiara, la testa di lei su una sua spalla di lui, intenta a giocare con un dito sulla punta del suo cazzo semi eretto, bagnato di umori sessuali di entrambi.
Lo baciò sul collo. “Grazie, Franci: è stato meraviglioso”.
Lui girò il capo verso di lei, restituendole il bacio sulle labbra. “Tu sei meravigliosa, Chiara. Hai un corpo stupendo. Sono felice di aver fatto l’amore con te”.
“Non sarà l’unica volta, giusto?” domandò lei maliziosa, continuando a disegnare cerchi con un dito sulla cappella del fratello.
“No, ovviamente. Voglio farti godere ogni volta che mi è possibile”.
Lei si sporse su di lui, sedendosi sul suo addome scolpito, baciandolo con passione, accarezzandogli il volto. Esplorò con cura la sua bocca con la lingua prima di scivolare più in profondità. Rimasero così diversi minuti, a baciarsi con ardore.

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